I Kindle sono ottimi dispositivi. Ma anche i Kobo, e i Sony. Ci sono tanti eReader ottimi, alcuni però hanno caratteristiche che li rendono migliori di alcuni per certi versi, ma peggiori per altri.
Il mio kindle 4 ha cambiato radicalmente il mio modo di leggere, dapprima abituato al Cybook Opus. Poi l'ho confrontato con altri eReader, come i Kobo, e sebbene per certi aspetti in confronto al kobo touch fosse inferiore, per altri sapeva difendersi (come il refresh, i tempi di reazione e in parte anche il contrasto della pagina).
Il difetto più grande di qualsiasi dispositivo Kindle è che non è in grado di leggere il formato ePub (e qualche altro formato).
Duokan ti permette di farlo.
In sostanza, molti dispositivi consentono il jailbreak, un'operazione che ti permette di accedere alle risorse del dispositivo e sfruttarle per sbloccare nuove o migliori funzioni. Il problema è che jailbreakeare un eReader, o un cellulare, o una console, può comprometterne il funzionamento o addirittura invalidarne la garanzia.
Duokan - per quanto ne so - non funziona così. Per poterlo avere, basta scaricare l'archivio, scompattarlo, copiare due file e una cartella nel Kindle, quindi rimuovere l'eReader dal pc e riavviarlo. Oltre a un paio di selezioni di opzioni, il processo è completamente automatico. Una facile guida è reperibile su questa wiki.
Io ho seguito le istruzioni (ma non riuscivo a scaricare l'archivio, forse per colpa di timeout della connessione: alla fine ho googlato il nome del file e l'ho scaricato da un mirror) e l'ho installato facilmente.
I miglioramenti sono evidenti:
- Lo stato della batteria è espresso in percentuale.
- L'avanzamento nella lettura di un ebook è espresso anche in decimali (invece di 1%, 2%, 3%, compare per esempio 4,86%)
- La libreria dispone di visualizzazioni testuali (solo titoli) o per anteprima (copertina, e questa scelta è molto più bella esteticamente).
- Permette il reflow dei pdf, una caratteristica essenziale per i manuali che non si possono convertire con calibre e che di default il mio Kindle 4 non permette manco per sogno.
- Ottimizza la visualizzazione dei pdf (per esempio, mangiandosi i margini bianchi del documento, mi permette di leggere più comodamente i fumetti che hanno il testo dei baloon troppo piccoli)
- Il margine superiore è leggermente minore, permettendo una maggiore capienza di testo nella pagina. O forse è una mia impressione.
- Funzione "start Auto Next Page": una semplice funzione in cui stabilendo un valore di tempo (in secondi), l'eReader volterà la pagina al posto, in automatico, al ritmo prefissato. Non è il massimo, ma se si ha un ritmo definito e soprattutto le mani occupate, la funzione è una manna dal cielo.
- Permette di definire il numero di pagine dopo le quali effettuare un refresh completo
- Permette di avere la barra del progresso nella modalità lettura sia in modalità standard, che "mini" (una semplice tacca nera attaccata alla cornice dell'eReader, si nota solo se si guarda)
- Screensaver personalizzabili: ce ne sono alcuni di default di Duokan, che io ho eliminato e sostituito con altri, presi per esempio da tumblr.
- Fonts customizzabili
- Possibilità di eliminare un ebook direttamente dal dispositivo.
- Possibilità di avere i dettagli del capitolo che si sta leggendo in apice.
- Tastiera qwerty: ok, non essendo touch l'utilità è quella che è, ma siamo abituati alla qwerty quindi è meno frustrante inserire il testo.
Contro:
- Ho notato che alcuni file, convertiti da Calibre per eliminare lo spazio tra i paragrafi, nell'OS proprietario di Kindle vengono visualizzati bene (cioè come un testo continuo), mentre Duokan sembra ignorare la modifica e mostra paragrafi spezzati l'uno dall'altro, come i file convertiti da pdf a ePub alla buona. Devo ancora controllare se generando nativamente un testo privo di spazi tra paragrafi l'errore persiste, e devo controllare anche se Sigil può identificare un eventuale codice nascosto, colpevole dell'effetto, nei file convertiti che mostrano questo fenomeno.
- L'orologio non mantiene il formato: questa mattina ho preso il Kindle per controllare l'ora (il cellulare ci mette troppo ad accendersi, mi acceca e non uso sveglie), mi segnava le 20.15. Erano sì le 8,15, ma della mattina, e a quanto pare anche se modifico il formato dell'ora (12/24), non mantiene. Ma devo lavorarci su, potrebbe essere un mio errore. In che emisfero siamo?
- La grandezza del testo: tra il valore minimo e il valore successivo c'è uno scarto troppo ampio. Mi piacerebbe leggere col testo di dimensioni tra la 1° e la 2° grandezza, ma non è possibile. Forse l'aggiornamento del firmware potrà aggiustare questi problemi, ma non sono riuscito a scaricarlo da pc (mi cade al 10-20%), e proverò a scaricarlo dall'eReader, sperando che nonostante i fallimenti nella connessione col server (il mio router funziona bene), riuscirà a portarlo a termine.
Per concludere: alcuni handicap, a livello software, del kindle, possono essere eliminati con Duokan. L'installazione è semplice, e se si segue la guida e non si fanno mosse stupide (per esempio, eliminando a caso file di sistema del dispositivo), non si compromette nulla. Di fatto, i ragazzi che hanno sviluppato questo software andrebbero ringraziati e assunti dall'Amazon, ma così non è ("Bisogna comprare solo ebook per Kindle!", tirannia idiota e controproducente, come se non esistesse la pirateria).
Duokan è un progetto che tutto sommato - credo - segue la filosofia di Linux. Funziona meglio del sistema standard ed è gratuito. Se avvertite dei limiti col vostro Kindle, ed è possibile installarci sopra Duokan, vi consiglio di farlo.
EDIT 29/05/2014: l'aggiornamento 2014 porta alcuni leggeri miglioramenti, tra i quali però non c'è la larghezza intermedia tra le dimensioni del testo. Col tempo però mi sono reso conto che le dimensioni standard dei caratteri di Duokan sono leggermente migliori di quelle dell'OS di Kinde, almeno secondo le mie esigenze.
Un'aggiunta abbastanza utile è il My Cloud, un cloud accessibile con un account Xiaomi (chi ne sa di più è il benvenuto per spiegarmi/ci il funzionamento). Se fossi nel gruppo di sviluppatori di Duokan, sicuramente punterei molto sull'interazione col web, rendendo l'eReading molto più social direttamente dal dispositivo, un campo che Readmill stava riuscendo ad esplorare su Android/iOS, e che Dropbox ha prontamente fermato reclutandone gli sviluppatori.
Unica vera novità di Duokan 2014 è il web browser, assente nelle versioni precedenti: questo fa guadagnare un punto molto importante per il firmware, che si avvicina sempre di più all'essere un completo sostituto dell'originale. Basti pensare che tra la possibilità di comprare Gli dei di Mosca in ePub (per il mio vecchio Opus da 5'' e per il tablet) o da Amazon per Kindle, ho scelto di comprarlo in ePub per avere l'ex libris personalizzato con la fatina Scintilla, ma l'ho letto sul Kindle proprio grazie a Duokan.
Insomma, a Duokan manca solo il Whispernet di Amazon per poter essere adottato come OS migliore dell'originale in tutto e per tutto.
venerdì 27 settembre 2013
Duokan: il software che migliora Kindle e gli fa leggere gli ePub
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venerdì 20 settembre 2013
Impressioni | Old man's war, di John Scalzi
Se questa fosse una recensione di Tapiro, comincerebbe tipo così:
Quando arrivi a 75 anni sai che gli anni che ti rimangono non sono tanti, e per giunta sono segnati dagli effetti del tempo sul corpo. Ma se potessero ridarti indietro la giovinezza, un corpo più forte, abilità superiori, in cambio dell'arruolamento nella Colonial Defence Forces, in un altro sistema solare, rinunciando completamente alla tua vecchia vita, accettando di difendere l'umanità e combattere contro razze aliene per almeno 10 anni?
Ma io sono più un tipo da I ghezzi vostri, e vado per il parere ignorante, breve e non richiesto.
Old man's war è un bel romanzo di fantascienza.
Uriele me lo aveva consigliato tempo fa quando lo regalavano se acquistavi dei bundle.
Al contrario di certe opere sci-fi, Old man's war è godibile senza dover cedere a compromessi di ritmi altalenanti o tsunami di infodump. La narrazione è in prima persona, il narratore è il protagonista. Il 40% circa dell'opera è tutto un "inizio". Ingrana fin da subito, sì, ma fino al 40% tu ti chiedi: "Sì ma quand'è che le cose cominciano a farsi serie?".
Lo stile è molto buono, c'è dell'umorismo sparso che nella prima metà dell'opera mi ha fatto davvero ridere (per esempio, il protagonista che setta il suo BrainPal), e nel complesso alleggerisce quella tensione che talvolta gli autori creano, magari involontariamente, per dare spessore e serietà all'opera - ma che il più delle volte infrange il quarto muro e abbassa la qualità del tutto.
Essendo sci-fi, l'infodump non può mancare. Eppure lo si trova praticamente "spiattellato" con eleganza e ironia:
In altri casi l'infodump è un po' più "doloroso":
Ogni tanto a Scalzi piace tanto infilare avverbi in -ly completamente inutili:
Ma non fa niente, perché quando meno te lo aspetti - per esempio durante un momento d'azione concitato, in cui il protagonista gira armato su un pianeta nemico, con alieni attorno che potrebbero spuntare all'improvviso - ecco che il narratore ti regala un sorriso:
Ha la mia attenzione.
Quando arrivi a 75 anni sai che gli anni che ti rimangono non sono tanti, e per giunta sono segnati dagli effetti del tempo sul corpo. Ma se potessero ridarti indietro la giovinezza, un corpo più forte, abilità superiori, in cambio dell'arruolamento nella Colonial Defence Forces, in un altro sistema solare, rinunciando completamente alla tua vecchia vita, accettando di difendere l'umanità e combattere contro razze aliene per almeno 10 anni?
Ma io sono più un tipo da I ghezzi vostri, e vado per il parere ignorante, breve e non richiesto.
Old man's war è un bel romanzo di fantascienza.
Uriele me lo aveva consigliato tempo fa quando lo regalavano se acquistavi dei bundle.
Al contrario di certe opere sci-fi, Old man's war è godibile senza dover cedere a compromessi di ritmi altalenanti o tsunami di infodump. La narrazione è in prima persona, il narratore è il protagonista. Il 40% circa dell'opera è tutto un "inizio". Ingrana fin da subito, sì, ma fino al 40% tu ti chiedi: "Sì ma quand'è che le cose cominciano a farsi serie?".
Lo stile è molto buono, c'è dell'umorismo sparso che nella prima metà dell'opera mi ha fatto davvero ridere (per esempio, il protagonista che setta il suo BrainPal), e nel complesso alleggerisce quella tensione che talvolta gli autori creano, magari involontariamente, per dare spessore e serietà all'opera - ma che il più delle volte infrange il quarto muro e abbassa la qualità del tutto.
Essendo sci-fi, l'infodump non può mancare. Eppure lo si trova praticamente "spiattellato" con eleganza e ironia:
"I feel a physics lceture coming on," I said.L'infodump c'è, lo sai tu lettore, lo sa l'autore, lo sanno persino i personaggi. Detto ciò, ci si toglie il dente senza tanto dolore ed ecco che le informazioni filtrano e accontentano sia l'appassionato di Fisica, sia il lettore standard.
"I thaught physics to teenagers for years," Harry said, and dug out a small notepad and a pen. "It'll be painless, trust me. Okay, now look." Harry began drawing a circle at the bottom of the page. "This is the Earth. And this"--he drew a smaller circle halfway up the page--"is Colonial Station. It's geosynchronous orbit, which means it stays put realtive to the Earth's rotation. It's always hanging above Nairobi. With me so far?"
In altri casi l'infodump è un po' più "doloroso":
The Gehaar were one of the first intelligent aliens humans encountered, in the days before the Colonial Union established its monopoly on space travel. Nice enough people, but they ate by injecting their food with acid from dozens of thin head tentacles and then noisily slurping the resulting goop into an orifice. Messy.In questo caso è il narratore stesso che parla, ma il narratore è anche il protagonista, e fa dell'ironia, quindi, tutto sommato, si può prendere con filosofia qualsiasi cosa dica senza che stoni troppo con la narrazione.
Ogni tanto a Scalzi piace tanto infilare avverbi in -ly completamente inutili:
He glanced over, said, "Oh, look, it's the Bible freak," and then studiously ignored me, which took some doing in a room that was ten by ten.O ancora:
She smiled at me and gripped my hand. "No," she said hoarsely. "Not too sad. But even still. Even still."O ancora:
Blessedly, the video feed switched off right after that.Perché? Perché?!
Ma non fa niente, perché quando meno te lo aspetti - per esempio durante un momento d'azione concitato, in cui il protagonista gira armato su un pianeta nemico, con alieni attorno che potrebbero spuntare all'improvviso - ecco che il narratore ti regala un sorriso:
Directly in front of me at forty meters was an abstract sculpture of some description; I nailed it as Bender and I ran. Never much liked abstract art.Old man's war mi ha colpito fin dall'inizio per lo stile narrativo, e non mi ha deluso. Mi sarebbe piaciuto leggere altre idee riguardo alla tecnologia usata dalla CDF, o riguardo alle culture aliene ecc., ma niente paura: a Old man's war seguono altri tre romanzi.
Ha la mia attenzione.
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venerdì 13 settembre 2013
Impressioni fulminanti | Iron West, di Doug TenNapel
Iron West è una graphic novel ad ambientazione western con "elementi" di meccanica che ricordano lo steampunk, ma che poi a ben vedere è sci-fi.
L'autore è Doug TenNapel, il creatore di Earthworm Jim - chi ha grosso modo la mia età si ricorderà del videogioco per Super Nintendo.
Lo stile di disegno è tendenzialmente cartoonoso, e la storia di per sé non è eccezionale - cliché ormai noti e abusati in qualsiasi film e nei peggiori romanzi trash. Siamo in California, c'è l'eroe, lo sceriffo, ci sono dei nemici robot. Niente di geniale.
Ad ogni modo l'opera nel suo complesso è divertente e alcune vignette sono piccoli capolavori.
Sul mio Kindle 4 la conversione da .cbr a .pdf ha ridotto di molto le dimensioni del file originale e l'ha reso leggibile sul dispositivo. Paradossalmente, mi è stato più comodo leggere sul Kindle, con lo schermo da 6'', piuttosto che sul computer, schermo da 10,1''. Immagino che sia a causa della diversa distanza dagli occhi, ma sicuramente il contrasto bianco/nero che offre l'eInk fa la differenza.
Questa è la mia prima esperienza di lettura di fumetti su eReader, e devo dire che mi sono trovato bene. L'unico problema è, ovviamente, il testo. In questo caso è stato leggibile, ma lo stesso fumetto su un Kobo Aura sarebbe stato sicuramente perfetto.
Ho fatto un paragone con altri fumetti: se l'opera in questione possiede numerose vignette, con molto testo, difficilmente si potranno distinguere le lettere dei baloon, senza sforzarsi (o senza fare lo zoom). Inutile dire che lo zoom è fuori discussione: sarebbe una lettura scomodissima stando a spostarsi in diverse sezioni della stessa pagina.
Ad ogni modo, se si ha un eReader da 6'', consiglio di provare comunque a leggerci sopra i fumetti. Se ci si trova bene come mi ci sono trovato io, si aprirà un nuovo mondo (fatto di centinaia di titoli facilmente scaricabili).
(Un estratto; adoro com'è disegnato il vecchio Two Rivers e l'umorismo dell'intera opera)
L'autore è Doug TenNapel, il creatore di Earthworm Jim - chi ha grosso modo la mia età si ricorderà del videogioco per Super Nintendo.
Lo stile di disegno è tendenzialmente cartoonoso, e la storia di per sé non è eccezionale - cliché ormai noti e abusati in qualsiasi film e nei peggiori romanzi trash. Siamo in California, c'è l'eroe, lo sceriffo, ci sono dei nemici robot. Niente di geniale.
Ad ogni modo l'opera nel suo complesso è divertente e alcune vignette sono piccoli capolavori.
Sul mio Kindle 4 la conversione da .cbr a .pdf ha ridotto di molto le dimensioni del file originale e l'ha reso leggibile sul dispositivo. Paradossalmente, mi è stato più comodo leggere sul Kindle, con lo schermo da 6'', piuttosto che sul computer, schermo da 10,1''. Immagino che sia a causa della diversa distanza dagli occhi, ma sicuramente il contrasto bianco/nero che offre l'eInk fa la differenza.
Questa è la mia prima esperienza di lettura di fumetti su eReader, e devo dire che mi sono trovato bene. L'unico problema è, ovviamente, il testo. In questo caso è stato leggibile, ma lo stesso fumetto su un Kobo Aura sarebbe stato sicuramente perfetto.
Ho fatto un paragone con altri fumetti: se l'opera in questione possiede numerose vignette, con molto testo, difficilmente si potranno distinguere le lettere dei baloon, senza sforzarsi (o senza fare lo zoom). Inutile dire che lo zoom è fuori discussione: sarebbe una lettura scomodissima stando a spostarsi in diverse sezioni della stessa pagina.
Ad ogni modo, se si ha un eReader da 6'', consiglio di provare comunque a leggerci sopra i fumetti. Se ci si trova bene come mi ci sono trovato io, si aprirà un nuovo mondo (fatto di centinaia di titoli facilmente scaricabili).
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lunedì 9 settembre 2013
Impressioni ristrette | Domani il mondo cambierà, di Michael Swanwick
Michael Swanwick, con quest'opera - titolo originale: Stations of the tide, e si noti la grande affinità col titolo italiano - ha vinto il premio Nebula nel 1991.
Queste sono le cose che mi perplimono.
Ho interrotto il romanzo al 50% della lettura. Avevo intenzione di farlo già da prima ma verso il 20% spuntano idee interessanti che mi convincono a proseguire nonostante lo stile pessimo.
Perché è lo stile che davvero rappresenta un ostacolo alla lettura. Non so se sia corretto definirlo naïf, ma è quello stile che di solito io personalmente chiamo "romanzese" o "scrittorese": alcuni autori, di solito quelli alle prime armi, nel narrare usano un lessico che secondo loro è quello "tecnico", il linguaggio che va usato quando stai raccontando una storia.
"Era una notte buia e tempestosa".
Lo stile di Swanwick in Stations of the tide è come se fosse a un livello superiore dello "scrittorese": i cliché vengono rimpiazzati direttamente con le forme "auliche", come literary fiction da studiare a scuola e farci poi gli esercizi "Vedete, ragazzi, come l'autore ha usato una metafora in cui quel personaggio viene identificato con quell'animale, e ciò indica la natura meschina di Taldeitali, ecc. ecc. capolavoro, capolavoro, genio assoluto per aver pensato a una cosa simile, imparate a memoria".
In realtà dovevo aspettarmelo. Tapiro mi aveva già avvertito dello stile "intellettualoide" adottato nel romanzo, ma dovevo testimoniarlo di persona.
Certo, l'ambientazione è affascinante - laddove si capisce di cosa si sta parlando -, e sicuramente sarebbe bello approfondire. Ma ci troviamo di fronte a questo:
Queste appena citate, però, no. Che diavolo significa "silenziose come sogni" e "sonnambule eppure sicure come un desiderio"? Perché usare mille parole quando ne basta una, o due?
Di fatto il romanzo non era così difficile da leggere, ma spesso e volentieri lo stile pessimo mi ha fatto cadere le braccia, e a quel punto dovevo scegliere se continuare qualcosa che comunque fino a metà opera non mi aveva convinto granché o cercare qualche altro romanzo.
Alla fine ho optato per chiudere.
Queste sono le cose che mi perplimono.
Ho interrotto il romanzo al 50% della lettura. Avevo intenzione di farlo già da prima ma verso il 20% spuntano idee interessanti che mi convincono a proseguire nonostante lo stile pessimo.
Perché è lo stile che davvero rappresenta un ostacolo alla lettura. Non so se sia corretto definirlo naïf, ma è quello stile che di solito io personalmente chiamo "romanzese" o "scrittorese": alcuni autori, di solito quelli alle prime armi, nel narrare usano un lessico che secondo loro è quello "tecnico", il linguaggio che va usato quando stai raccontando una storia.
"Era una notte buia e tempestosa".
Lo stile di Swanwick in Stations of the tide è come se fosse a un livello superiore dello "scrittorese": i cliché vengono rimpiazzati direttamente con le forme "auliche", come literary fiction da studiare a scuola e farci poi gli esercizi "Vedete, ragazzi, come l'autore ha usato una metafora in cui quel personaggio viene identificato con quell'animale, e ciò indica la natura meschina di Taldeitali, ecc. ecc. capolavoro, capolavoro, genio assoluto per aver pensato a una cosa simile, imparate a memoria".
In realtà dovevo aspettarmelo. Tapiro mi aveva già avvertito dello stile "intellettualoide" adottato nel romanzo, ma dovevo testimoniarlo di persona.
Certo, l'ambientazione è affascinante - laddove si capisce di cosa si sta parlando -, e sicuramente sarebbe bello approfondire. Ma ci troviamo di fronte a questo:
- Ciò che mi lascia perplesso - disse per mascherare il suo sospetto - è che...Il narratore che svela le intenzioni dei personaggi in maniera palese.
Chu non fece finta di non capire.Spiegazione delle intenzioni di un personaggio + doppia negazione: addirittura combo! Non nascondo di non apprezzare questa forma.
Era preoccupantemente facile ubbidire a quel mostro, poiché era molto decisa nei suoi ordini.Tralasciando il resto: gli avverbi in -mente. Per di più inutili, non solo brutti, ma proprio del tipo che se li ometti non solo non ci perdi, ma ci guadagni. Ce ne sono a iosa.
- Be'... - I denti dell'uomo erano rotti e ingialliti, le sue gengive erano violacee, e il suo alito aveva il puzzo della corruzione.Il consueto "puzzo della corruzione". Queste sono le forme "auliche" che capita di trovare nelle opere di quegli autori che magari ci provano, così, gli scappa, "come uno starnuto" (Cit.), oppure tentano di fare Alta Narrativa da studiare al liceo (stile Wu Minghi).
Il burocrate percepì la presenza ronzante ed encefalica delle venti sibille, che facevano parte del sistema, nel retro del suo cervello.Fantascienza o no, la "presenza encefalica" è un'affermazione che non significa assolutamente nulla.
Il burocrate fissò meravigliato quei fantasmi silenziosi e pensò: "Non esistono creature simili". Anche se, in verità, non riusciva proprio a immaginarsi per quale motivo non dovessero esistere. Immerse fino alle cosce, si muovevano silenziose come sogni e alte come dinosauri, sonnambule eppure sicure come un desiderio.(Anche qui tralasciamo il resto) Ad essere sincero a me le similitudini evocative, efficaci, piacciono. Lo so, magari non sono il mezzo più indicato per narrare, ma in alcuni romanzi ne ho trovate di efficaci, che mi avevano colpito.
Queste appena citate, però, no. Che diavolo significa "silenziose come sogni" e "sonnambule eppure sicure come un desiderio"? Perché usare mille parole quando ne basta una, o due?
Di fatto il romanzo non era così difficile da leggere, ma spesso e volentieri lo stile pessimo mi ha fatto cadere le braccia, e a quel punto dovevo scegliere se continuare qualcosa che comunque fino a metà opera non mi aveva convinto granché o cercare qualche altro romanzo.
Alla fine ho optato per chiudere.
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sabato 7 settembre 2013
Impressioni fulminanti | La scimmia pensa, la scimmia fa, di Chuck Palahniuk
Il titolo originale è Stranger Than Fiction: True Stories, e la scimmia io me la sarei risparmiata benissimo, fossi stato il traduttore.
Non si tratta di un romanzo, ma di una raccolta di interviste, racconti brevi, saggi, vita privata di Palahniuk. In pratica è un po' come leggere dei post di un blogger scrittore che mette impegno narrativo pure nei post e produce piccole opere da fatti personali.
Sarò sincero, certi racconti avevano quell'impronta palahniukiana troppo pesante, che non funziona sempre (su di me, almeno). Certi racconti puoi narrarli con stile e farli funzionare, altri racconti non vale la pena narrarli, o comunque non lo fai sempre nello stesso modo.
C'è ben poco da dire, in realtà.
I racconti sono brevi e se ti annoiano, ci vuole poco a finirli (oppure salti al prossimo e via, non ti perdi niente). Gli eventi di vita che racconta Palahniuk sono interessantissimi, e da psicologo in formazione e scrittore "amatoriale" non posso che essere affascinato da ciò che ha affrontato questa persona (alcuni stralci della sua vita si possono leggere nei suoi Essays), del modo in cui ha affrontato tali eventi, e del modo in cui li racconta.
Per quanto riguarda le lezioni di stile, per così dire, o meglio gli omaggi ai suoi maestri, come ho già detto, si ha un déja-vù se hai già letto i suoi saggi sulla scrittura. Di fatto sono tutte indicazioni valide, ma non posso fare a meno di chiedermi se lo stesso stile sia efficace con qualsiasi storia.
Io ne dubito.
Ad ogni modo, se non ti piace Palahniuk, dubito che abbia senso leggere Stranger than fiction. Altrimenti, rappresenta una buona occasione per approfondire un po' il suo mondo.
Non la reputo comunque un'opera indispensabile.
Non si tratta di un romanzo, ma di una raccolta di interviste, racconti brevi, saggi, vita privata di Palahniuk. In pratica è un po' come leggere dei post di un blogger scrittore che mette impegno narrativo pure nei post e produce piccole opere da fatti personali.
Sarò sincero, certi racconti avevano quell'impronta palahniukiana troppo pesante, che non funziona sempre (su di me, almeno). Certi racconti puoi narrarli con stile e farli funzionare, altri racconti non vale la pena narrarli, o comunque non lo fai sempre nello stesso modo.
C'è ben poco da dire, in realtà.
I racconti sono brevi e se ti annoiano, ci vuole poco a finirli (oppure salti al prossimo e via, non ti perdi niente). Gli eventi di vita che racconta Palahniuk sono interessantissimi, e da psicologo in formazione e scrittore "amatoriale" non posso che essere affascinato da ciò che ha affrontato questa persona (alcuni stralci della sua vita si possono leggere nei suoi Essays), del modo in cui ha affrontato tali eventi, e del modo in cui li racconta.
Per quanto riguarda le lezioni di stile, per così dire, o meglio gli omaggi ai suoi maestri, come ho già detto, si ha un déja-vù se hai già letto i suoi saggi sulla scrittura. Di fatto sono tutte indicazioni valide, ma non posso fare a meno di chiedermi se lo stesso stile sia efficace con qualsiasi storia.
Io ne dubito.
Ad ogni modo, se non ti piace Palahniuk, dubito che abbia senso leggere Stranger than fiction. Altrimenti, rappresenta una buona occasione per approfondire un po' il suo mondo.
Non la reputo comunque un'opera indispensabile.
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