Io con Palahniuk sono come Tapiro con Dick. Quindi abbiate pazienza.
Gang bang è il titolo italiano di Snuff. Sinceramente: ottima scelta. I titoli sono una brutta bestia: Gang bang ricorda il porno, è un titolo "coraggioso" (modalità aggettivi random per recensioni lettterarie: ON), nel senso che colpisce l'attenzione in maniera più adeguata rispetto a Snuff.
Uno snuff movie è un filmato, di solito amatoriale, in cui viene ripresa la morte di una persona.
Gang bang tratta di un film che sta girando Cassie Wright, regina del porno, che vede appunto le prestazioni di 600 uomini con una sola donna, al fine di stabilire un record storico. Vista l'entità dell'impresa, si teme che Cassie possa morire durante le riprese, e ciò nonostante tutti gli attori entrerebbero nella storia, il figlio segreto dell'attrice erediterebbe una fortuna e la stessa Cassie avrebbe la redenzione per il tipo di vita che ha avuto. La storia è situata in una salone d'attesa in cui si trovano i 600 uomini, ed è narrata nella solita prima persona, con quattro POV: il n° 600, il 72, il 137 e Sheila, la coordinatrice.
Dei romanzi di Palahniuk che ho letto finora, mi sembra quello con più colpi di scena.
Su Anobii l'ho votato 5 stelle, ma a metà romanzo lo stavo valutando 4 (è approssimativo dare un voto a un romanzo, ma se proprio si deve, preferirei farlo in decimi).
Quello che "non mi piace" di Snuff è che lo stile di Palahniuk per questo romanzo è lo stesso degli altri. Mi spiego: i personaggi sono quattro, ma la differenza tra uno e l'altro è minima nello stile. Da un lato questo è giustificabile con l'Io sommerso di Palahniuk, che senza usare verbi di senso ficca dritto dritto nel cervello del lettore le immagini e le sensazioni del personaggio (lo stile quindi come mero veicolo del significato, e non come elemento formale a sé). Ad ogni modo, nella lettura riuscivo a identificare tutte le indicazioni che Chuck dà nei suoi saggi (come lo scandire il tempo con unità originali, per esempio il numero di film passati sugli schermi nello stanzone d'attesa o i fiocchetti di forfora caduti dalla testa di Sheila). Il che va bene, secondo me, quando il narratore non coincide col personaggio.
Altra cosa che mi è piaciuta poco: le svariate informazioni. Anche questo fa parte del "vademecum" palahniukiano, e lo capisco. Si vede che Chuck si è informato non poco riguardo a tutto il mondo dell'industria pornografica. Ma, a mio avviso, per quanto ben presentate, certe informazioni costituiscono comunque un leggero infodump, e il romanzo sarebbe stato bello anche senza di esse, o almeno, in misura minore.
Non fraintendetemi, Palahniuk non fa infodump gratuito. Qui intendo suggerire ipotetici "miglioramenti" a una narrazione di per sé perfetta. Cadiamo insomma nel gusto personale, in pratica (figuriamoci se vado a dire a Palahniuk come scrivere).
Ad ogni modo: il ritmo è ottimo e il romanzo non si sbrodola. Sono 208 pagine (mi pare 150-180 secondo il mio lettore, mistero) che si leggono con grande interesse e senza annoiare.
La "satira" c'è sempre, in Palahniuk, e come ho avuto modo di dire altrove - credo per Survivor -, il secondo fine "sociale" è una conseguenza, del romanzo, non il nucleo centrale, che rimane sempre e comunque la storia.
Un romanzo deciso, una narrazione con carattere, un autore cazzuto. Palahniuk è sempre una garanzia.
Dato che la copertina originale è un piccolo capolavoro, mi sembra giusto condividerla:
sabato 13 ottobre 2012
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