venerdì 2 gennaio 2015

Hemingwrite, una "Olivetti eInk" (più un elogio a Google)

hemingwrite eink typewriter macchina da scrivere inchiostro elettronicoAppena comprai il mio primo ebook reader (il Cybook Opus), pensai che sarebbe stato bellissimo applicare la tecnologia eInk ad altri contesti.
In effetti così è stato: la diffusione non ha ancora raggiunto i livelli dei classici display economici, ma l'eInk è stato usato per gli indicatori di stato di alcuni dispositivi, come sostituto di targhette pubblicitarie in alcuni centri commerciali, e ci stanno provando (hanno il mio appoggio) anche con gli smartphone (come display secondario, ma se ne lanciassero uno interamente eInk, che vada oltre il mero prototipo e sfondi nel mass market, lo prenderei subito, al diavolo l'AMOLED e tamarrate simili inutili).
Quando sono passato poi al Kindle 4NT, mi sono reso conto che, con una tastiera collegata, sarebbe potuto diventare una specie di macchina da scrivere eInk. Se l'avessero inventata, l'avrei già comprata.
Due tizi mi hanno ascoltato telepaticamente e hanno inventato la Hemingwrite, una macchina da scrivere eInk. Questo è il sito ufficiale, ma calma: ci stanno ancora lavorando, potete ordinarla da Kickstarter. La ricevereste comunque nell'autunno del 2015.
Sto seguendo questo progetto con interesse fin dalla nascita, perché incontra proprio le mie esigenze, eppure non mi convince.

Partiamo dall'idea.
I due ragazzi hanno pensato a una macchina da scrivere digitale priva di distrazioni.
Ci sono diversi software di scrittura che si occupano di questo, e posso assicurarvi che è roba totalmente inutile. Sono carini, hanno una grafica minimal e accattivante, ma non è il software di per sé che ti permette di concentrarti. Chi crede in questi software si sta praticamente illudendo. Se vuoi scrivere un romanzo ma non ci riesci, ci saranno mille motivi, ma non è colpa del software. Non ti va, punto: Facebook e altre amenità distraenti non ti compaiono come pop up, ci vai di tua volontà, quindi forse conviene cercare l'ispirazione, il momento giusto, la motivazione adeguata, e via discorrendo. Se si ha un deficit di attenzione è tutto un altro discorso, conviene andare da un neuropsicologo per appurarlo.

L'estetica.
Questo arnese è brutto. Non so come faccia a piacere, a certe persone. La tastiera è carina, il suono dei tasti è puro cioccolato per le orecchie dell'hipster a cui interessa, ma diciamocelo, è brutta come la fame. Lo chiamano retro design, ma è un eufemismo. Mi vergognerei di meno a portare la mia vecchia Olivetti Lettera 32 con una risma di fogli in un posto pubblico e mettermici a scrivere (con tanto di clanc clanc clanc dei tasti), piuttosto che una Hemingwrite.
Lo schermo della Hemingwrite è di 6'', ma è dal verso sbagliato. Non so voi, ma io leggo in modalità portrait dagli eReader, e così come leggo in quel verso mi piace anche scriverci. Nello schermo della Hemingwrite non entra nemmeno una decina di righe, stando ai filmati dimostrativi, e da quanto ho capito una parte dello schermo è affondata nella struttura per ospitare unicamente le icone di sistema (Wi-Fi, ecc.), sicché i 6'' potrebbero ridursi ulteriormente? Può darsi.

Pochi giorni fa, per Natale, i ragazzi hanno rilasciato un video dimostrativo piuttosto scarso. È stato ripreso in modalità portrait (ironia della sorte), piuttosto che landscape; il tizio, Patrick, dà indicazioni al cameraman/collega ("allontanati, avvicinati"), e tira su col naso perché evidentemente raffreddato (bello de mamma); usano Windows 8 per mostrare la sincronizzazione, ma com'è ovvio Windows fa schifo e non riescono nemmeno ad aprire un pdf (non ci riescono perché Windows è il peggior OS esistente, com'è ovvio). A parte questo, in pratica è necessario permettere l'accesso dello script di Hemingwrite con relativi permessi di privacy all'account Google, che sincronizzato col pc ti permette di avere nella cartella i documenti in vari formati, o una cosa simile. Non sarebbe più facile scrivere direttamente nel browser? L'idea di "eliminare le distrazioni" incasina il tutto, quando sarebbe stato più facile scrivere direttamente in Google Drive o salvare su pendrive, microSD ecc.
Un altro problema è la formattazione.
L'interfaccia della Hemingwrite trasmette su schermo plain text, testo nudo e crudo, senza formattazione, cioè senza corsivo, grassetto ecc. Per poter formattare il testo bisogna inserire dei simboli, del tipo *così*, ma il risultato lo si vede solo su altri dispositivi. Praticamente come i vecchi word processor via terminale o in DOS, come Wordstar 4.0 a cui è rimasto affezionato quel panzone di Martin.

So che il mio parere vale quel che vale, ma in base alle informazioni che ho raccolto per la realizzazione di un qualcosa come la Hemingwrite, l'opzione più facile e utile sarebbe la seguente: limitarsi a sfruttare lo schermo eInk e ricorrere a un OS del tipo Android, magari molto modificato, alleggerito, con una semplice app di scrittura. Facile, no? Qualcuno ha già fatto una cosa simile sfruttando i Kindle o il Nook (cioè Android su eReader).
Se i ragazzi di Hemingwrite stanno leggendo queste righe, please, fate una cosa come si deve, siete in tempo.
Se chi sta leggendo invece ha anche intenzione di competere con la Hemingwrite e lanciare un prodotto a sé... Beh, buona fortuna, considera le mie opinioni.

Sto per finire.
L'elogio a Google (che non mi paga per scrivere queste righe, ma ehi, Google, se puoi sentirmi, vedi che ricevere un po' di grana non mi farebbe affatto male!). Elogio perché da diversi mesi mi sono completamente convertito a Google Docs per scrivere qualsiasi cosa abbia bisogno di backup istantaneo. Non sono praticamente mai offline, quindi non ha senso nemmeno la sincronizzazione con Dropbox: Google è molto più comodo, salva ogni singola lettera che digiti, e la condivisione di un testo è ancora più facile con altri utenti Google. Non è necessario allegare file, basta condividere il documento con gli utenti delle tue cerchie, e puoi permettere all'altro di visualizzare, modificare o anche solo scrivere annotazioni (e questo, per chi scrive narrativa e fa leggere a editor/beta reader, è essenziale).
Fine della pubblicità.
Buon 2015.

4 commenti:

Simone ha detto...

È brutta oltre l'inverosimile. L'e-ink non ha avuto sta gran presa, e quando il mio lettore mi ha chiesto i drm pure per aprire i miei ebook l'ho mandato affancuore e consiglio a tutti caldamente di fare lo stesso. :)

Simone

Federico Russo "Taotor" ha detto...

In quel caso la colpa è dei DRM! xD

Nicholas ha detto...

Google ti sta leggendo, stai tranquillo ;)

Cmq i gdoc sono una gran figata, talmente fighi che perfino alcune aziende italiane li stanno scoprendo, ed è tutto detto.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Non ho mai nascosto di essere un grande fan di Google, sebbene sarebbe stupido pensare che non agisca, come le altre aziende, in maniera malvagia (per esempio, pare che Apple, Microsoft e Google avessero un tacito accordo sul non assumere dipendenti rivali, ma comunque hanno pagato).

Però Google offre un sacco di servizi gratuitamente (la posta, il cloud, il backup gratuito di foto da Android ecc.), e non posso che esserne grato.
Ho quasi finito una novella, tutta completamente scritta nel browser via Google docs. Non ho mai avuto modo di scrivere da offline, quindi il servizio, secondo le mie esigenze, si è rivelato perfetto.

P.S. Se è vero che Google mi sta leggendo, perché non mi ha mai fatto offerte? T_T Anche un pensierino, tipo i nonni/zii che ti regalano soldi, Google potrebbe dire "vatti a comprare un caffè", con un assegno da 1000€. Non sarebbe male!