mercoledì 2 novembre 2011

Sui concorsi letterari

coppa concorsi letterari taotorStranamente, in tutti questi anni (4 e più) non ho mai parlato di concorsi letterari in un articolo. Ho accennato qualcosa, ne ho parlato nei commenti, ma mi pare di non aver mai discusso la cosa in maniera indipendente. Questo è il momento.
Desideri trovare un concorso letterario, parteciparvi con un vecchio racconto (o scriverne uno nuovo), dare il tuo meglio e sperare di competere con altri autori e spiccare per il tuo genio creativo? Speri di qualificarti con una buona posizione e di "crescere" tecnicamente, di imparare dagli errori che ti vengono riconosciuti?
Allora non partecipare ad alcun concorso.
Non che io abbia questa grande esperienza. Avrò partecipato sì e no a 15-20 concorsi in tutto. Ma chiunque bazzichi nell'ambiente, o meglio, quelli con un po' di giudizio, potranno confermarvelo.
Non esistono veri e propri concorsi letterari. Persino il Premio Strega è ampiamente criticato.
Stando a quanto ho "esperito", il problema principale dei concorsi letterari è la giuria. Ma prima di arrivare alla giuria, c'è altro da considerare.

Anzitutto, chi organizza i concorsi? E perché?
I concorsi che potete trovare in giro, per esempio su concorsiletterari.net, vengono organizzati in maggior parte dalle svariate associazioni culturali, alias gruppi no-profit legalmente riconosciuti dallo stato, enti di vario tipo, talvolta da scuole pubbliche, spesso dai comuni stessi, ma anche da piccole case editrici. Insieme a questi ci sono i Premi Letterari "propriamente" detti, ognuno con la sua edizione numerata (accompagnati o meno da case editrici o associazioni varie).
Quando un concorso letterario non è un'iniziativa del comune o di qualche altra associazione volta alla promozione di qualche tema, diritti, valori ecc., si tratta di business. In realtà si può trattare di business anche nel primo caso, ma non voglio essere disfattista.
Non è difficile organizzare un concorso. Chiami un paio di amici, un paio di sponsor, scrivi un regolamento, metti un premio (esempio: una coppa o una targa, dal costo di circa 10€) e una quota di partecipazione (esempio: dai 5 ai 20€). Pubblicizzi il concorso e incassi le quote. Se partecipano 50 persone con 10€, sono 500€ solo di iscrizioni. Gli sponsor possono provvedere al resto.
Ecco a voi un metodo per fare soldi facili.
Appurato come sia facile e legale organizzare un concorso, c'è la questione tecnica.
Il regolamento. Ogni concorso ne ha uno. Un regolamento dovrebbe essere breve e chiaro. Si divide in articoli. Presentazione del concorso e dei partecipanti ammessi (nazionale, internazionale, in lingua ecc.), tema (se ce n'è uno) del racconto/romanzo/poesia, lunghezza (in cartelle), modalità di invio dell'opera e del contributo di partecipazione, dettagli vari (penalizzazioni, invio, scadenza) , giuria, premi in palio.
L'80% dei concorsi letterari dimostra incompetenza nel settore della narrativa a partire dal regolamento. Non so se di recente le cose siano cambiate, ma fino a poco tempo fa diversi Premi recitavano:
Il testo non deve superare le 5 cartelle (formato pagina A4, carattere Times New Roman, grandezza 12)
Sebbene la cartella editoriale sia una convenzione, non significa che ogni concorso debba utilizzare delle convenzioni a sé e non rispettare l'originale. E se quella specificazione è diretta a chi una cartella non sa cosa sia, tanto peggio: significa che non c'è un minimo di criterio di selezione delle opere.
La fantomatica giuria non sempre viene presentata. Comunque ricorre sempre la frase: "Il parere della giuria è insindacabile". A volte però la giuria è un insieme di nomi, talvolta seguiti dal titolo "poeta", "scrittore", o "giornalista". Bisogna precisare, a questo punto, che non basta affibbiarsi il titolo di "scrittore" o "poeta" per incarnare le competenze implicate (per fortuna per essere giornalisti c'è un lungo cammino da intraprendere). Ogni paesino ha il suo scrittorucolo o poeta, pubblicato dalla casa editrice del paesino stesso, con una tiratura di 1000 copie (comprate da parenti, cugini e pseudo-intellettuali che seguono le presentazioni nelle librerie e comprano i libri per dare un motivo alla loro presenza lì), copie distribuite addirittura in un paio di comuni limitrofi.
Questo non significa che lo scrittore/poeta sia necessariamente un incompetente. I geni isolati esistono (ne dubito). Ma ognuno può farsi due conti da sé.
Infine, il premio. Non so come funziona, esattamente; ho qualche dubbio su eventuali imbrogli o raccomandazioni. Mi risulta, piuttosto, che coerentemente con l'incompetenza delle giurie il vincitore sia l'autore di una porcata. Nel migliore dei casi, il vincitore è scelto in maniera totalmente casuale.
A volte il premio è una coppa, un attestato o una targa (i premi che io preferisco). Altre volte (Iddio ce ne scampi) il premio consiste nella pubblicazione del proprio racconto in un'antologia (a volte non te la regalano nemmeno). Oppure, "vinci" un contratto editoriale con la casa editrice sfigata del paesino sopracitato (contratto del tipo: tu paghi metà delle spese, e in più ti compri 300 copie, e al resto ci penso io, così se mi va male non ci perdo niente, e se va bene arraffo tutto).

La prospettiva è assai squallida, è vero. Io sono convinto che molti scrittori che partecipano a questi concorsi lo facciano per mettersi alla prova, e non c'è niente di più giusto. Non conta il premio in sé, quanto il riconoscimento, se c'è, o un feedback sulle proprie capacità, in maniera tale da migliorarsi.
Tutto questo però non esiste, o è quasi impossibile da trovare.
Ma non bisogna scoraggiarsi.
Se si vuole davvero scrivere e migliorare, si possono mettere da parte i soldi, sgranchirsi le dita, (leggere qualche manuale di scrittura), e partecipare ai concorsi indetti sul web dagli appassionati. Quando non ci sono interessi, di mezzo, le cose sono spesso più genuine. La fregatura può stare anche qui, è normale. Ma prima di tutto raramente c'è del denaro di mezzo, e poi ci si può benissimo informare sull'ambiente con un paio di click, e valutare se la giuria è composta da gente competente, se il concorso è un'idiozia o una buona iniziativa, ecc.
Un ambiente stimolante si riconosce subito dall'interesse dei partecipanti, e dall'attenzione che si dà al singolo individuo. Ovvero, nei concorsi letterari vogliono principalmente i tuoi soldi; nelle iniziative online si collabora per un bene superiore.

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Link utili:
Concorsiletterari.net, un portale che offre molti concorsi di narrativa, poesia e saggistica.
Concorso per racconti Steampunk, un concorso indetto dal Duca. Rispetta tutti i requisiti di un concorso onesto e costruttivo.
Parlare di narrativa in modo vago, un post del Duca dedicato all'incompetenza dei più quando si tratta di narrativa, e del degrado generale che ammorba la comunità di pseudo-intellettuali.
Interpretazione e gusti, un mio vecchio post riguardo alla critica letteraria discutibile.

6 commenti:

Spirito Giovane ha detto...

Che dire, stai mettendo ben in guardia la gente! Spero che non siano tutti di questa risma i concorsi. So che forse ti appaio troppo naive, ma credo che alcuni si salvino. Pochi magari.

Per quanto riguarda il miglioramento della propria scrittura relativamente ai concorsi, non so che dire. Ho scritto qualcosa recentemente per un concorso e credo di non aver sprecato tempo. Al contrario avevo provato questa sensazione con un'altro concorso a cui, infine, non aveva partecipato. Dire che conta più come lo scrittore si pone nei confronti del concorso è troppo? Non saprei.

- S.G.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Gli ultimi concorsi buoni a cui ho dato un'occhiata erano comunque online (per organizzazione, sviluppo e tutto il resto).
La coppa nell'immagine a inizio post è quella che ho vinto per un concorso del 2006. Il primo concorso a cui partecipavo. Il mio racconto non era malissimo, ma a rileggerlo ora più che aggiustarlo lo cestinerei e basta, roba da dilettante. In più pensavano addirittura che non l'avessi scritto io (per questo dal 3° posto mi avevano messo al 4°). Questo mi ha fatto capire quanto fossero "esperti" quelli nella giuria.
Ho imparato molto di più leggendo, imitando i miei modelli e facendo leggere le opere alle persone giuste. Dai concorsi non ho mai ottenuto alcuna crescita.
Non escludo che le cose siano cambiate (il mio ultimo concorso risale al 2009 credo). Anzi, lo spero, ma ormai fatta la gavetta, non me ne curo più.

Simone ha detto...

I concorsi li fai se vuoi vincere il premio, tipo la pubblicazione su Urania o qualche altro (raro) editore interessante.

Poi se non vinci mai ci vuole poco a dire che le giurie sono scarse... cioè, psicologicizzati da solo, no? Io invece da bravo medico mi prendo qualche farmaco e ai concorsi non ci penso più, che sono GUARITO ahah ^^.

Simone

Federico Russo "Taotor" ha detto...

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I concorsi li fai se vuoi vincere il premio, tipo la pubblicazione su Urania o qualche altro (raro) editore interessante.
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Quelli non li ho presi nemmeno in considerazione. :D La mia esperienza è basata sui concorsi per "poveracci". :)

Ti appoggio per quanto riguarda i farmaci. Anche perché se si vuole un po' di relax, tra lo spacciatore e la Farmacia, meglio scegliere la seconda. Almeno è mutuabile!

Matteo ha detto...

Bisogna fare un sacco di distinguo quando si parla di concorsi letterari. Quelli che tu descrivi benissimo io li chiamerei SAGRE letterarie. Questi paesini di pastori il cui sindaco decide di indire un concorso letterario nazionale e convoca il maggiore esperto del paese che è quasi sempre è il dottore, che stabilisce che possono partecipare tutti basta versare la quota di X dindi e il vincitore si becca la targa di plastica a cui facevi riferimento tu. Dall'altra parte c'è tutta una serie di concorsi importanti. Mi viene in mente il Calvino o il Campiello Giovani (per gli sconosciuti) o per esempio quelli indetti da Perrone Editore, casa editrice distribuita a livello nazionale, che mettono in palio una pubblicazione invidiabile. Fare di tutta l'erba un fascio non è giusto né obiettivo. Detto questo io ai concorsi ho scelto di non partecipare più, proprio perché non sono capace di estrarre dal fascio l'erbetta interessante. :) Un abbraccio abruzzese.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

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Detto questo io ai concorsi ho scelto di non partecipare più, proprio perché non sono capace di estrarre dal fascio l'erbetta interessante. :)
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Esatto! Lo penso io anch'io. Un po' per sfiducia, un po' per mancanza di voglia... :D