Mettendo da parte la mia opinione, vorrei proporre la mia ipotesi del fenomeno secondo la teoria delle Rappresentazioni Sociali di Serge Moscovici (il tipo nella foto).
Cosa sono le rappresentazioni sociali in sintesi.
In sintesi, Moscovici si rifà alle rappresentazioni collettive di Durkheim e gli si contrappone postulando l'esistenza delle cosiddette rappresentazioni sociali, ovvero - in termini spiccioli - postula l' "esistenza" di una sorta di immaginario collettivo. Le persone che costituiscono la società generano delle rappresentazioni sociali. Per ogni aspetto della società esiste un'immagine condivisa dai suoi membri.
Per esempio, l'uomo, non riuscendo a "contenere" e a elaborare l'idea di Dio, che fa? Gli affibbia degli attributi più semplici, più familiari: Dio = padre. E così la cosa ha più senso ed è meno minacciosa.
Secondo Moscovici, quando in una società spunta fuori un nuovo oggetto sociale (una professione, una tecnologia, una tendenza, quello che volete), ecco che la società gli attribuisce dei significati già conosciuti, fa un'analogia tra il nuovo oggetto e uno/più attributi familiari, e il nuovo oggetto entra a far parte del senso comune.
Altro esempio: all'inizio, la Psicoanalisi - che è nata non molto tempo fa, parliamo di un secolino - non aveva il significato che ha oggi. Il dott. Moscovici ha allora effettuato una grossa ricerca e ha rilevato come la Psicoanalisi veniva paragonata alla confessione (oggetto familiare e già "sistemato" da tempo immemore nella cultura del popolo). Tuttavia, diversi sottogruppi avevano un rappresentazione leggermente diversa (per esempio, i cattolici avevano un giudizio negativo a causa del ruolo della sessualità nella teoria psicoanalitica, il Partito Comunista invece vedeva nell'avanzata della Psicoanalisi l'avanzata della borghesia statunitense, ecc.)
Avete intuito dove voglio andare a parare?
La società usa il cartaceo (sia esso per narrativa, manualistica, saggistica, periodici, o anche solo documenti, burocrazia ecc.) da tempo immemore. Fermo restando che il linguaggio è una componente importantissima che contraddistingue la nostra specie (ergo: è difficile pensare che la narrativa venga soppiantata da altri mezzi, come film o videogiochi), usiamo la carta da secoli.
Abbiamo, insomma, maturato una rappresentazione sociale specifica.
Ci sono metodi statistici per rilevare le componenti semantiche di una rappresentazione sociale - e questo non è un trattato, non ho fatto alcuna ricerca in merito, sia ben chiaro -, ma a occhio e croce il libro cartaceo, nel senso comune, è:
- Fonte di cultura
- Manifestazione di uno status
- Elemento socialmente accettabile
e via discorrendo.
Non sorprende che i supporti elettronici abbiano caratteristiche in (apparente) contrapposizione. La TV ci rincoglionisce, Internet is for porn, Facebook serve a cuccare, i videogiochi bruciano i neuroni ai ragazzi, ecc.
Tutti miti che col tempo si stanno sfatando. Ricordate cosa si diceva dei cellulari nel 2000? "Fanno venire il tumore al cervello" e simili¹. Be', ora nonostante netbook, smartphone e surrogati nessuno si cura più delle radiazioni sul proprio cervello (o dei propri genitali).
Di conseguenza, eReader e eBook costituiscono una rappresentazione sociale che, a prescindere dall'utilità effettiva, sta sgomitando nell'insieme delle rappresentazioni sociale del popolino. Da una parte c'è chi la accoglie a braccia aperte, sostenendone gli aspetti positivi, dall'altra c'è chi, attaccato alla vecchia rappresentazione sociale del cartaceo e dell'elettronico, la respinge, evidenziandone i lati negativi ma, soprattutto, sostenendo la vecchia rappresentazione sociale del cartaceo e sottolineandone i vecchi attributi socialmente accettati (il profumo della carta, la familiare sensazione di fisicità, e tutti gli elementi di status connessi al "Libro").
Ok, questa non è una posizione. Oltretutto, ho già espresso la mia posizione (a favore della completa diffusione della cultura, quindi a favore del digitale - e ora flame tra 3, 2, 1...).
Ad ogni modo, che vogliate o no, il digitale si è già inserito tra le nostre rappresentazioni ed è solo questione di tempo perché si stabilizzi comodamente come parte integrante della società. Questo - lo stabilirsi della rappresentazione insieme alle altre, modificandole ma non necessariamente eliminandole - è lo stesso motivo per cui dubito che il digitale rimpiazzi il cartaceo. Gli LP sono ancora in commercio, e diversi collezionisti li preferiscono. I CD esistono ancora e sono diffusissimi. Gli mp3 non hanno distrutto il mercato della musica, anzi, e così via.
In pratica, stiamo parlando del progresso che - fortunatamente - non si può fermare.
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Note:
¹ In Love and other drugs, ambientato in quegli anni, hanno fatto emergere questo aspetto in un dialogo, come riflesso della società del tempo, ancora priva di tutti gli strumenti di cui disponiamo ora.
5 commenti:
Ottima analisi!
E concordo con te: il progresso non si può fermare e lottare contro gli ebook equivale a lottare contro i mulini a vento. Il digitale si sta stabilizzando e le polemiche sono inutili e sterili.
Anyway, sto condividendo questo post! ;)
Il tuo blog lo leggo in digitale, i libri universitari su carta. Credo l'equilibrio di averlo già trovato :)
Simone
@Michele: magari tra una decina d'anni uscirà un nuovo mezzo, e per gli eReader sarà la fine! xD
@Simone: tu pensa se il mio blog fosse un periodico a pagamento. Qualcosa mi dice che avrei qualche lettore in meno. xD
Tra parentesi, la carta sarà sempre il mezzo preminente per lo studio, questo è poco ma sicuro.
Be'... io certamente lo comprerei. Che non ci credi?!
Per l'appunto comunque penso proprio che ogni contenuto abbia il mezzo più appropriato. Il digitale per blog e contenuti sociali è talmente scontato che nessuno si farebbe nemmeno venire l'idea di portarlo su carta... a parte raccolte e derivati che non sono però la stessa cosa non consentendo aggiornamenti e commenti.
Riguardo allo studio io ho già solo libri di carta ma manuali e riferimenti (tipo il prontuario dei farmaci) in digitale, che poter fare una ricerca col telefono è utilissimo.
Insomma penso che si parla tanto di "futuro" e chissà quali equilibri e sconvolgimenti che devono nascere, ma ripeto che secondo me siamo già in una situazione molto avanzata e la grande innovazione che il digitale "dovrebbe" portare la stiamo usando in realtà già da anni.
Simone
In Corea del Sud e in Giappone vogliono rendere obbligatorio l'uso degli ebook al posto dei libri scolastici cartacei.
Io non riuscirei mai a studiare con un ereader, mi verrebbe scomodo. Il mio ereader lo uso solo per romanzi e racconti. Ma è questione di abitudine. Se fossi stato abituato fin da piccolo a studiare con gli ebook molto probabilmente ora non avrei problemi.
Comunque conosco gente che studia con gli ebook e che ha libri universitari caricati sull'ereader. Alla fine è una questione soggettiva...
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