lunedì 8 settembre 2014

Impressioni | Carrellata letteraria estiva 2014 - Parte I

Non aggiorno il blog da due mesi ma ho i miei perché: laurea/tirocinio/vacanze. Ho anche imparato a suonare l'ukulele (in realtà è bastato un paio di giorni).
Nel frattempo però non ho smesso di leggere, ed ecco a voi una carrellata delle cose che ho letto da più o meno luglio a ora. Divido la lista in due parti perché mi sento molto la Mondadori coi romanzi di Martin, ma anche perché dopo due mesi di assenza posso garantire un altro post prima del panico su cosa scrivere dopo.
Via.

Joseph Conrad, I romanzi del mare
Avevo letto tempo fa (10 anni fa) Tifone, e mi son detto ok, voglio leggere altra roba di mare, proviamo con questa raccolta, che comprende Il negro del Narciso, Tifone, Un colpo di fortuna, Freya delle Sette Isole. At first I was like wow, è vekkiume ben fatto, questo! But then I was all like come non detto, andrebbe bene una sola lettura per togliersi lo sfizio della storia di mare, ma lo stile costituisce un ostacolo non irrilevante. Se qualcuno conosce romanzi di mare accattivanti e sorpattutto ben scritti, suggerisca pure.

Arthur Conan Doyle, Tutto Sherlock Holmes
Sir Conan Doyle ce lo fanno leggere a scuola, alle medie, e poi ce ne dimentichiamo, ma sa il fatto suo (e non dimentichiamo i suoi romanzi di fantascienza, col mitico professor Challenger!). È una buona dimostrazione di vekkiume ben fatto, e la fama raggiunta da Sherlock Holmes su schermo mi auguro avvicini alla lettura dei romanzi, e da qui al vekkiume in generale, che ci piace tanto (il nostro piano segreto è far tornare il mondo all'estetica, alla morale e alla filosofia dell'800, sapevatelo)

Susanna Clarke, Jonathan Strange & Mr. Norrell
Lo ricorderà chi una decina d'anni fa era appassionato di fantasy e abbastanza grande da saper leggere (quando il romanzo uscì, nel 2004, io avevo 14 anni, ora ne ho 24, cioè parliamone). I punti di forza della storia sono diversi: è ambientato nell'800, c'è la magia, e l'atmosfera cerca di essere un po' fiabesca e un po' spiritosa: oserei dire che ricorda vagamente lo stile della Rowling dei primi Harry Potter. Il problema è che lo stile è pessimo, un fiabesco fallimentare, inutilmente prolisso, che non suscita il minimo interesse e non ingrana mai, per cui l'ho abbandonato e non lo riprenderò mai più.

James Mendrinos, The complete idiot's guide to comedy writing
Cercavo informazioni sulla comicità, su come produrla e via discorrendo. Ho scoperto questo manuale. Devo essere sincero: non è servito a molto. Sicuramente gli esercizi suggeriti possono essere utili, e anche un po' di teoria su alcuni aspetti della comicità (il twist, la tempistica ecc.), ma non è il tipo di manuale che cercavo. Forse probabilmente non ne esistono. Se c'è una cosa che ho imparato (non è vero, è una cosa scontata che sanno tutti), è che la comicità è roba seria, ci si può improvvisare ma o si ha l'attitudine innata o la si sviluppa con un potente allenamento. Non c'è niente di peggio della comicità stiracchiata e forzata. Anzi sì, c'è: il dramma forzato.

Alessandro Scalzo, Caligo
Ne avevo già parlato qui, quindi non mi ripeto. Perla italiana. È uno dei romanzi che voglio assolutamente rileggere, insieme al magistrale Soldati a vapore (attenzione! È uscito un racconto gratuito dello stesso autore! Qui il post relativo). C'è molto da imparare da queste fiction, per chi scrive. E molto da gustare, per chi legge.

Arturo Pérez-Reverte, Purezza di sangue
Pérez-Reverte non è un autore eccezionale, ma è molto bravo e mi fa piacere leggerlo. A parte la prima opera, Capitano Alatriste, che ricordo come un piccolo capolavoro, gli altri romanzi dell'autore non mantengono lo stesso "tenore", l'andamento è variabile (ricordo l'infelice caso de Il giocatore occulto, infelice perché prolisso e oltremodo infodumposo). Ad ogni modo, mi è piaciuto leggere Purezza di sangue e proseguirò con gli altri titoli. Piano piano.

Gabriel Garcia Marquez, Memoria delle mie puttane tristi
È cinico da dire, lo so, ma non prendiamoci in giro, gli editori stappano champagne e ballano sulle scrivanie quando un loro autore bestseller muore. Un po' come le opere d'arte, se quel dipinto vale 10, dopo la morte dell'artista varrà 100 e continuerà a valere sempre di più. Avevo già cominciato a leggere Memoria delle mie puttane tristi un anno o due anni fa, dopo aver cominciato e abbandonato Cent'anni di solitudine. L'ho ricominciato e finito quest'anno (è abbastanza breve). Ne è valsa la pena, merita il riconoscimento che ha avuto.

Mykle Hansen, HELP! A bear is eating me!
Tapiro lo consigliò ben 3 anni fa, io l'ho letto solo quest'anno. Effettivamente è meno "bizzarro" rispetto alla roba della Eraser Head, e forse è proprio per questo che mi è piaciuto molto. La bizarro fiction mi piace così e così, dipende. HELP! A bear is eating me! è un capolavoro. È divertente, ben scritto, breve, suscita emozioni, praticamente perfetto. Se insegnassi Psicologia (ehm, ne approfitto per comunicare la mia disponibilità in merito a chiunque volesse offrirmi un posto di lavoro come docente, chiusa parentesi), se insegnassi Psicologia Generale o Clinica, dicevo, userei diversi pezzi di questa novella come esempi utili: si imparerebbe molto di più da un commento specialistico a questo romanzo che dalle classiche lezioni frontali con slide.

Fine prima parte.
Ora creo il cliffhanger per la seconda parte: ci sarà un romanzo i cui diritti cinematografici sono già stati acquistati dalla Warner Bros mesi fa, un'altra opera di bizarro fiction, e ben DUE bestseller fail tedeschi, e molto altro (non troppo, in realtà, sono solo promesse da campagna elettorale).

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