giovedì 18 settembre 2014

Impressioni | Carrellata letteraria estiva 2014 - Parte II

Ecco l'attesissima seconda parte della carrellata letteraria.

Cartlon Mellick III, The Haunted Vagina
Avevo da diverso tempo alcuni titoli di bizarro fiction, alcuni iniziati e rimasti incompleti (Satan Burger: andava forte all'inizio ma poi mi ha stancato lo storia di questi punk perditempo), altri mai cominciati. Volevo espandere un pochino le mie letture del genere e mi sono affidato ai gusti dei colleghi blogger, soprattutto al parere del Duca. Tra parentesi, The haunted vagina uscirà in italiano sotto l'etichetta di Vaporteppa, gaudio in tutto il regno.
Il romanzo mi è piaciuto. Probabilmente la forza delle opere di Mellick III risiede anche nella brevità con cui viene sviluppata l'idea di base (King avrebbe molto da imparare, lui le stesse idee le svilupperebbe in triliardi di pagine). The haunted vagina alla fine risulta più profondo di quanto non sembri. E parla di una ragazza che ha la vagina infestata (dai fantasmi) e del ragazzo che deve scoprire che succede là dentro. Se ne parla in maniera più estesa in questo post di Vaporteppa.

Hugh Howey, Wool
Questo è il romanzo di cui hanno acquistato i diritti (è la 20th Century Fox, non la WB, mi correggo) per un film che, dalla regia, mi dicono sarà diretto da Ridley Scott. Nelle librerie e persino nei supermercati hanno fieramente esposto per alcuni mesi questo mattone. Mi aveva dato un'ottima impressione, nonostante lo stile scarsino e alcuni punti dubbi (del tipo il"sapore metallico dell'adrenalina", come se l'adrenalina si potesse assaporare, o a un tratto della storia un personaggio cancella un file di testo compromettente ricevuto via mail, spostando il file nel cestino e addirittura svuotando il cestino: l'autore deve avere conoscenze informatiche pari al tipico utente Windows/Apple, cioè nulle). La storia migliora, si arricchisce di elementi interessanti al punto da assomigliare a Lost, con idee meno wtf che spuntano dal nulla. Ma poi la fine è gestita male, non c'è una risoluzione degna, e molto rimane inspiegato.
Mi auguro che la sceneggiatura del film corregga tutto lo "sporco", così chi è interessato alla storia potrà risparmiarsi decine di ore di lettura e godersi al massimo due ore di film.

Zerocalcare, La profezia dell'armadillo
Capolavoro, non c'è nient'altro da aggiungere.

François Garde, Il ritorno del naufrago
Come ho già scritto nel post precedente, a me le storie di mare piacciono molto. Ho trovato questo romanzo per puro caso, l'ho cominciato sul Kobo Aura fresco di regalo, ma ero preso dalla frenesia ed essendo scritto abbastanza male l'ho interrotto, poi alla fine ad agosto l'ho ripreso e finito. È sostanzialmente quello che dice il titolo. Il ritorno di un naufrago francese, in un'ambientazione ottocentesca. L'intero romanzo alterna la forma epistolare di un geografo che scopre il naufrago, e lunghi flashback della storia del naufrago narrati in terza persona. Lo stile è bruttino, in pratica il mostrato è ridotto a 0, è tutto raccontato. Si può anche tollerare, se a uno piace il tipo di storia. Ma si conclude con questioni irrisolte, lascia insoddisfatti. Un finale davvero pessimo (praticamente mozzo).

Frank Schatzing, Limit
Adoro i mattoni, e ho visto spesso i romanzi di Schatzing in giro. Ho cominciato Limit, mi ha intrigato, poi passata l'introduzione, si apre il primo pov, e lo stile è un pugno in faccia. L'ho chiuso e poi ho provato a riprenderlo. L'ho ri-abbandonato.

Carlo Taglia, Vagamondo
C'è poco da dire, è un diario di viaggio. Carlo Taglia ha vinto il Narcissus Monthly Award, è un autopubblicato con Ultima Books. Ha un blog. Ha fatto il giro del mondo in 528 giorni senza aerei. Non è un romanzo, ma appunto un diario di viaggio un po' intimo e un po' aperto al pubblico (l'impresa, per quanto solitaria, non può non avere una risonanza mediatica! Mi ricorda con nostalgia le belle vecchie imprese ottocentesche).

Terry Pratchett, Mort
L'ho accennato già altrove: Terry Pratchett può essere anacronistico, se letto ora. Il colore della magia è bellissimo, poi gli altri libri variano per stile e tematiche. Alcuni hanno un tono fiabesco che proprio non mi piace. Altri, invece, sono geniali e ancora divertenti. Mort è uno di quelli da cui trapela sia la vena umoristica che quella filosofica di Pratchett.
Dicevo: può essere anacronistico, l'umorismo di Pratchett (non per tutti i versi, però), perché è uno dei primi. La parodia del Fantasy fatta quando il Fantasy era all'apice (all'apice della suo degrado, potrebbe dire qualcuno, ma non è che poi sia migliorato voglio dire dopo è venuto tipo Twilight e altre cose simili cioè rendiamoci conto) poteva essere originale, divertente, o comunque adeguato ai tempi (Il colore della magia è del 1989). Ma negli anni le parodie hanno in un certo senso esaurito la materia da beffare. Si pensi agli Scary Movie: funzionavano finché non hanno cominciato a stancare, il che è avvenuto dopo pochi anni (e parodie di horror se ne facevano già da anni! Si pensi al mitico Frankenstein Junior, del 1974, ancora oggi attualissimo; dello stesso anno Monty Python e il Sacro Graal, che però parodiava il ciclo arturiano e in qualche misura anche il fantasy).
Con questo non voglio dire che le idee si esauriscono e non si può fare più parodia. Molte idee di Pratchett sono originalissime, ma al di là di questo, a mio avviso quando lo si legge si mette in conto, da un certo lato, che risale a due decine di anni fa, e ciò che poteva far più ridere all'epoca, può far meno ridere ora (o fa ridere in maniera diversa: si veda Korgoth of Barbaria, in cui ciò che fa ridere non è poi così direttamente collegato con l'heroic fantasy in sé, come si può vedere nel Colore della magia, ma con altri trope portati all'estremo).
O forse mi sbaglio e semplicemente Pratchett alterna genialate a freddure.

Frank Schatzing, Il quinto giorno
Della serie, perservare è malvagio. Perché ho messo da parte uno Schatzing e ne ho preso un altro? Ripeto, perché i mattoni mi piacciono. Scherzo, nel caso del Quinto giorno mi è stato consigliato per la storia e il suo sviluppo (e conclusione), e mi son messo di impegno. È vero, l'idea di base della storia è interessante (l'ho già detto che mi affascinano le storie di mare e il mare di per sé?), e sono riuscito a leggere fino al 20%, il che è incredibilmente tanto per un mattone di qualcosa come mille pagine: lo stile è un calcio nei testicoli. Schatzing perde più tempo di King e lo fa anche peggio. Infodump come se piovesse, sempre, continuamente, soprattutto quando non serve a niente. Durante la lettura ero arrivato a una scena di tensione, in cui l'infodump grazie a dio era stato accantonato, ma lo stile era ancora pessimo, c'era molto raccontato e il mostrato era confuso. Alla fine l'ho abbandonato.
Come fanno certi romanzi a diventare best seller?

Stephen King, Mucchio d'ossa
È stata una lettura totalmente casuale.
Leggere King è sempre come rivedere un vecchio amico. All'inizio. Poi ricordi perché è passato così tanto tempo dall'ultima volta. Mucchio d'ossa non è assolutamente uno dei suoi migliori romanzi. È scritto abbastanza bene (parliamo di King, fa le cose come al solito, un po' funzionano e un po' no, è migliore di molti altri ma il suo amore per il brodo annacquato è noto), e devo ammetterlo, l'evoluzione della storia mi ha un po' spiazzato: sembra risolversi a metà opera, ma a ben pensarci poteva finire poco dopo, riducendo di molto la seconda metà. Su goodreads gli danno circa 3 stelle e qualcosa su 5. Direi che è il voto che si merita.

Chuck Palahniuk, Pigmeo
Pigmeo è un romanzo molto particolare.
Inizialmente mi sembrava troppo faticoso da leggere e l'avevo accantonato. Google può esservi più utile di me, ma in breve: Pigmeo è un romanzo in forma di report fittizio di un bambino-terrorista proveniente da un paese fittizio a regime dittatoriale, che va in America per un gemellaggio. Di conseguenza questi "dispacci" sono scritti in un italiano (non ho controllato la versione inglese) approssimativo con coniugazioni sbagliate e similitudini molto esotiche e originali. Prendo un estratto (in realtà ho trovato questa recensione di gelostellato, che in gran parte condivido, l'estratto lo prendo dal suo post):
Prossimo poi, questo agente approccia femmina negroide caratterizzata con cranio di forma mesocefalica, ampia apertura nasale e zigomo indietreggiato. Mano di operativo me estende, apre verso femmina. Questo agente dice: «Esemplare femminile, permette effettua danza di accoppiamento precedente generazione di embrione umano?».
Bocca di operativo me assicura che equipaggiato con adeguato cromosoma, così che non appesantisce società con cura di mostruosa prole deformata.
In realtà sì, può stancare, ma basta entrare nella visione di Pigmeo e ci si può gustare completamente l'opera, disseminata di perle geniali: alcune fanno davvero ridere, altre sono una palese denuncia alla cultura occidentale, e se da un lato può sembrare anche snob/scontato, dall'altro non si può non riconoscere che le immagini sono davvero efficaci (come il dollaro rubato, sporco di sperma del carnefice e sangue anale della vittima dello stupro).
Lo avevo sottovalutato, invece potrebbe addirittura essere il mio romanzo preferito di Palahniuk.

E questo è tutto.
Prossimamente,  brevi ma intense impressioni su steampunk nostrano ed estero.

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