Mentre ascoltavo attentamente gli Abney Park per il post dedicato, una loro canzone, omonima del film in questione, mi ha spinto a vederlo.
Il film originale è un film muto del 1920. Quello del 2005, diretto da David Lee Fisher in maniera indipendente, è un remake uguale in tutto e per tutto all'originale.
Ci troviamo nella città di Holstenwall, 1830. Il protagonista, Francis, insieme al suo amico Alan, si recano alla fiera della città dove incontrano il Dr. Caligari. Nella sua tenda, rinchiuso in una cassa di legno, c'è Cesare, un sonnambulo, nonché attrazione dello spettacolo, in grado di prevedere il futuro alle persone. Alla richiesta di Alan su quanto a lungo vivrà, Cesare risponde: "Until tomorrow's done". Il giorno successivo il ragazzo viene trovato morto: da qui comincia il delirio di Francis, accentuato da altri avvenimenti, come lo sconvolgimento misterioso della fidanzata.Il film è considerato l'emblema del cinema espressionista.
Gli attori sono truccati in maniera evidente, hanno volti pallidi e matita sulla palpebra inferiore, si muovono su un set che è come un palcoscenico: scenografie di cartapesta con sfondi dipinti, inquadrature fisse e claustrofobiche. Le strade serpeggiano e si piegano angoli aguzzi, tutto è storto e instabile.
A uno spettatore moderno questo tipo di ambientazione non può che ricordare i mondi di Tim Burton. In The cabinet of Dr. Caligari persino le finestre sono storte, insieme alle architetture improbabili, i lampioni...
Nonostante i suoi 90 anni, il film - o meglio, il remake, giacché l'originale muto non l'ho mai visto - è assai godibile. La trama basata sul confine tra razionalità e delirio psicotico la ritroviamo anche in film recentissimi come Shutter Island, twist ending incluso. O in Stay. O persino nel cinema spazzatura, come Sucker Punch.
Del film ho apprezzato molto l'atmosfera onirica e allucinata. Più da un punto di vista estetico che altro: l'uso del blue screen si evince da come le sagome dei personaggi sfumino rispetto allo sfondo, mentre gli scenari di cartapesta sono evidenti, per cui vanno presi così come andavano presi nel 1920. Un incentivo alla sensazione d'irrealtà e di claustrofobia psichica, prigione mentale del delirio.
Probabilmente un remake "non fedele" sarebbe stato, a mio avviso, anche migliore, dato che per quanto bello potesse essere il film dell'epoca, i gusti della gente cambiano, ed è anche normale che un film davvero vecchio possa far schifo ai più. Persino il film d'avanguardia per eccellenza, come Metropolis (1927), classico del cinema, può vantare una specie di pseudo-remake d'animazione giapponese (ispirato al manga ma più simile al film).
Credo che con The cabinet of Dr. Caligari si sarebbe potuto fare un bel remake con inquadrature dinamiche e fondali virtuali - non di cartapesta. Sarebbe stato un ottimo equivalente moderno. Ma questo è solo un mio parere.
Mi è piaciuto molto anche il modo in cui viene dipinto il Dr. Caligari: uno psichiatra sadico che gioca con la saluta della gente. Proprio come nella realtà!
Che dire, nel 1920 avevano già intuito come la Medicina e la Farmacologia avrebbero stuprato la Psicologia per generare una pseudo-scienza corrotta chiamata Psichiatria.
Approfondimenti (area Ducale):
Data la natura dell'argomento, mi sento in dovere di rimandarvi a un post del Duca dedicato, seppur in piccola parte, al cinema del secolo scorso.
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