Sto passando un periodo di letture "mirate" sugli argomenti che più mi interessano - soprattutto da un punto di vista "macronarrativo" - ed era da tanto che volevo godermi un giallo.
Giallo, crime novel. Si tratta di un genere particolare, con regole proprie - o almeno così sapevo, ma poi ho avuto qualche dubbio.
Assassinio sull'Orient Express è grosso modo una novella (ho contato circa 55k parole; sì, proprio così, le ho contate una ad una!).
Sebbene abbia voluto leggerlo per approfondire la mia infarinatura coi meccanismi del giallo, e dato che è passato un bel po' dagli ultimi gialli che ho letto, mi ha un po' disorientato l'assenza di una vera "strategia" narrativa.
Il principale difetto dell'opera, a mio avviso, è il numero dei personaggi e il loro ruolo. Dato che il lettore deve poter essere in grado di risolvere il mistero, scoprire l'assassino ecc., portare all'attenzione 12 personaggi, ognuno con un ruolo da esaminare (in poche pagine, e in un breve tempo, poi), porta anche tanta confusione.
L'unico modo per tentare di indovinare sarebbe leggere con grandissima attenzione e prendere appunti.
Inoltre, mi risulta che sia meschino creare un colpo di scena basandosi sul non detto, e analogamente per un giallo, il lettore deve avere a disposizione tutti gli elementi per poter risolvere il caso. In Orient Express Poirot svela le sue conclusioni basandosi su informazioni non fornite al lettore (non posso riportarle qui, sennò vi rovino il bello), o comunque assai difficili da intuire senza altre conoscenze pregresse.
Altro elemento "scomodo" (secondo me), l'ambientazione. Si tratta di un treno, e dovrebbe essere delle più semplici da descrivere (cuccette una di seguito all'altra su un solo lato), ma dalla narrazione non mi risulta di aver capito bene la struttura (perché non si parla di un InterCity) se non verso la fine, quando ormai il caso si sta per risolvere.
Dal punto di vista stilistico, la Christie usa POV ballerini a dir poco superflui, e sebbene il ritmo sia abbastanza alto e i periodi concisi, ogni tanto usa tell generici, del tipo di inferenze sugli stati emotivi altrui - in un certo modo li sfrutta per forzare la direzione della storia (per esempio, alcuni personaggi parlano con "tono sincero", e così facendo la Christie obbliga il lettore a crederle, a prescindere che quello che dice sia la verità o una menzogna, giacché un POV di riferimento non esiste).
Tutto sommato, direi che per godere appieno dell'opera sarebbe necessario leggerla in una sola seduta, se possibile, e con grande attenzione. La Christie non è particolarmente abile nel catturare il lettore (Poirot è un personaggio insopportabile, e se lo avessi davanti lo prenderei a ceffoni), sebbene un paio di volte sia stata in grado di strapparmi un sorriso, anche se a modo suo (coi pov ballerini, per esempio in un momento narrativo unicamente for teh lulz).
Gli darei la sufficienza ma oserei dire che, sul versante giallo, Conan Doyle abbia la meglio.
4 commenti:
Io lessi Undici piccoli indiani... F***ing god :V da allora niente riesce più ad incuriosirmi della Christie XD
Ahhh la cara Christie, sono secoli che non leggo qualcosa di suo. L'Orient fu uno dei primi, son passati così tanti anni che lo ricordo a mala pena, per cui meglio che non dico nulla che rischio di parlare a vanvera...!
Però una cosa posso dirla con certezza...Poirot è fantastico, l'ho adorato in ogni libro! :D
Completamente d'accordo: ho avuto le tue stesse impressioni e proprio da questo romanzo è scemato tutto il mio interesse per la Christie. Forse, come Dr. Jekyll, mi sono fregata leggendo prima "Undici Piccoli Indiani", che, al contrario, è stupendo. Ma, insomma: personaggi insopportabili, ambientazione fittizia, modo solito del "sono troppo intelligente per proporvi le congetture prima delle ultime dieci pagine"... Tutte cose che fanno detestare un elaborato, secondo me. Peccato che siano caratteristiche di questo genere di libri.
Anche se mi sono goduta decisamente di più i racconti di Ellery Queen, che era un personaggio almeno simpatico e - se non ricordo male - molte sequenze d'indagine erano proprio mostrate attraverso l'analisi diretta di Ellery. Però, non saprei dirlo con certezza perché ho letto quel volume hai tempi delle elementari.
Ecco qual è il problema: letture simili le rifilano a scuola, quindi uno non può farsi un'opinione personale visto che a scuola ti obbligano a condividere la loro.
Ho appena visto su un libro di antologia proprio un brano della Christie e ho scoperto un mio vecchio libro di narrativa delle medie, di Conan Doyle.
Ma vabe', anche se ultimamente nelle antologie infilano anche King e la Rowling (ciò è bene), da quando un paio d'anni fa ho visto pure un brano della Troisi (ciò è male) ho completamente perso ogni rispetto nei confronti dell'istruzione italiana.
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