venerdì 22 maggio 2009

Impressioni - Black Clouds & Silver Linings

Black Clouds & Silver Linings è l'ultimo album dei Dream Theater, ed esce il 23 giugno in anteprima mondiale.
Tuttavia, dopo l'uscita del singolo estratto dall'album, A rite of passage, su internet circolava, oltre al singolo, un altro brano, A nightmare to remember.
Come si spiega? Personalmente, dubito che un hacker sia riuscito a entrare nell'hard disk dei Dream Theater per rubare due canzoni. Ritengo probabile che i DT stessi abbiano rilasciato online, da finti pirati, la traccia extra. Magari per sapere le impressioni del pubblico.
Tuttavia, da qualche giorno si trova online l'intero album. A un mese prima dall'uscita. Allora mi dico: è probabile che i DT abbiano rilasciato l'intero album per avere dei pareri completi, sapendo che i fan compreranno comunque il loro album, e che comunque i loro fan li seguiranno a migliaia nei concerti che organizzeranno. Ergo: da questo episodio, da questa fuga di album, loro non ci perdono niente.
Io ho ascoltato l'album (comprerò non il cd, ma l'edizione speciale) e ho voluto scriverne le mie impressioni.

La prima canzone, A nightmare to remember, è ispirata a un incidente d'auto che Petrucci ha avuto da giovane.
Si sentono già dall'inizio le tastiere (dalla massiccia presenza per tutto il cd) di Rudess con effetti da film horror. Si ha quindi un riff duro in palm muting per la prima strofa, segue un breve assolo con l'effetto wah, ricorre quindi il tema principale, per così dire, e si sente il suono di una frenata e uno schianto. Si ha una parte acustica, un arpeggio, che poi diventa il riff per la strofa successiva, quindi si ha una "svolta" nella melodia, un ritornello, torna il riff arpeggiato ma questa volta con distorsione. Torna la voce di LaBrie, il riff continua in palm-muting. Dopo il ritornello, c'è un assolo di Rudess affiancato da uno di Petrucci. Abbastanza "banali", entrambi: con certi capolavori alle spalle, come Scenes from a memory, possiamo definirli tali. Dopo il turno di Petrucci torna Rudess con un assolo di continuum. Piccola nota: in questo album l'uso del continuum è maggiore rispetto a tutti gli altri, a mio avviso.
Dopo questo "stacco" strumentale di assoli, interviene un doppio pedale frenetico e la voce di Portnoy (affiancata da Petrucci o Labrie, o forse affiancata da una seconda voce di Portnoy, semplicemente overdubbata). La voce in questione è dura: non è un growl, ma l'atmosfera gothic, il doppio pedale "black", e il tono incavolato di Portnoy colora di nero questo album - che, in effetti, è stato definito piuttosto Gothic, dalla band. Dopo un altro ritornello, si ha il riff di chitarra e continuum e la canzone termina.
Mentre la distorsione va quasi in feedback verso la dissolvenza, si ha il secondo brano, A rite of passage (brano che non ha nulla a che vedere con le esperienze dei membri della band, ma tratta genericamente della massoneria), che invece comincia con quella distorsione in crescendo. Parte un riff dal gusto orientale, e per il resto della canzone si ha una normale successione di strofa-ritornello, il ritornello scandito dai cori Portnoy-LaBrie. Verso i 5 minuti c'è la classica "svolta" che i Dream Theater sfruttano in molte delle canzoni relativamente lunghe (in effetti questa dura "solo" 8.31 minuti, 5 minuti circa nella versione per le radio e le tv.) Anche per A rite of passage, gli assoli sono notevoli ma non particolarmente epici. Personalmente, apprezzo la potenza dei cori nel ritornello e della melodia stessa. Ma la canzone può "passare" come un brano da svago. È ben lontano dai brani di gran lunga più impegnativi dei Dream, e anche da quelli semplici ma toccanti.
Il terzo brano, Wither, scritta da Petrucci, tratta del blocco dello scrittore (una sensazione familiare... :D). Si apre con un breve arpeggio che, personalmente, ricorda molto One dei Metallica. Dopo 10 secondi entra LaBrie. La canzone è lenta, sentimentale, classico schema strofa-ritornello. Anche questa traccia non può rappresentare l'essenza dei Dream Theater. Essenzialmente, credo che sia perché riprende sonorità già sentite. Sonorità marcate Dream Theater. Quindi, si potrebbe asserire di buon grado che è un'ottima canzone Dream Theater, ma non ha nessun particolare elemento che la renda indimenticabile, per così dire. Rich Wilson la paragona a Vacant. Vacant è assai più triste di Wither: non so cos'abbia in mente costui. Ma da un certo punto di vista, il paragone è azzeccato. Nessuno si filava Vacant, forse una delle canzoni più "insulse" di Train of Thought. E nessuno si filerà Wither, forse? Scherzi a parte, il brano passa così come viene: ha una melodia facile da ricordare, rispetto alle variazioni degli altri brani, che ti confondono in un primo momento. Tuttavia, non aggiunge gran prestigio all'album.
In un crescendo parte The Shattered Fortress, quatro brano, ultimo capitolo della twelve-step-suite di Portnoy, ovvero la suite degli Alcolisti Anonimi, ideata da Portnoy ispirandosi alla sua esperienza personale (da cui ne è uscito nella miglior maniera, e con un tatuaggio sulla mano: un triangolo racchiuso in un cerchio: Stay sober!). Il brano parte con una melodia quasi familiare suonata da tastiere, chitarra e basso (credo anche il basso: il povero Myung è sempre in disparte, e suona uno strumento che di sicuro non è noto per spiccare, letteralmente, nelle band rock... Eccetto Primus e compari.) Questa melodia è familiare, e s'intuisce a cosa rimanda... a 1.38 si sente il tema di This dying soul, e all'improvviso (1.52) cambia e si sente il riff di chitarra della parte finale di The Glass Prison, quindi il riff varia in una melodia che riterrei ex-novo, per poi riprendere il riff di The Glass Prison (d'ora in poi: "TGP"), con aggiunte dark, "tastiere-horror" del malvagio Rudess, verso 3.30 circa parte il riff iniziale di The Root of all evil (d'ora in poi: "TROAL"). A questo punto sembra di ascoltare un vero e proprio medley, in cui cambia solo il testo dei brani (ma non sempre, temo!). A 4.56 circa parte Repentance con lo stesso testo. Quindi a 5.23 parte la melodia iniziale di This dying soul (d'ora in poi: "TDS"), che dopo due secondi si trasforma in un riff ex-novo. Segue assolo di Rudess. La canzone, ora si capisce che è potente. A 6.09 cambia tempo e riff, e si capisce che il brano è proprio forte, da headbanging, altroché! A 6.55 si placa tutto e comincia un arpeggio acustico, una voce distorta parla, quindi LaBrie attacca con dei versi di TDS, "It's time to take that step into the kingdom"; quindi la melodia si trasforma, diventa la parte finale di TROAL, cui segue un assolo di Petrucci, in linea con la melodia, che si mantiene sempre sul dark, e su duri toni metal. Si ha poi un'altra melodia ex-novo, e a questo punto non si capisce se sei tu a non riconoscere un altro richiamo alle canzoni precedenti o se invece si tratta di una melodia nuova. A 11.43, a un minuto dalla fine, si può sentire la parte iniziale di TGP, che conclude la canzone. O meglio, effettivamente, a pochi secondi dalla fine, c'è qualche accenno di TROAL.
Il brano è a mio parere molto potente: impossibile arrestarsi, una volta partito, si deve ascoltare con tutto l'impeto che porta. Può essere definito un "misero" medley: a mio avviso, è un'ottima canzone punto e basta.
Abbiamo poi una drammatica quinta traccia, The best of times, scritta in onore del padre di Mike, Howard Portnoy, morto di cancro il 4 gennaio di quest'anno. Il brano inizia con le note di un piano, accompagnato poi da un triste "violino", e poi ancora da un lento assolo di chitarra in acustico. A quasi tre minuti si sente un'assai frenetica (e allegra) melodia di chitarra elettrica in crescendo. A 3.54 LaBrie inizia a cantare. L'inizio può avere un gusto di Hollow Years, ma la canzone si evolve in maniera diversa. Il tema principale di The best of times viene spesso reso dalle tastiere, in "orchestrato". Il brano però si mantiene abbastanza lento, con note suonate da pennate "da spiaggia" sulla chitarra in acustico. Verso i 10 minuti, Petrucci suona il tema principale della canzone in assolo, con qualche variazione, scale, sweep, e mi ricorda molto - nello schema in cui si svolge - The ministry of lost souls, in cui, nella parte finale, il tema veniva riproposto con tonalità leggermente diverse fino alla fine, occupando alcuni minuti. Idem qui.
Ahimè, anche The best of times può passare così come viene. Con tutto il rispetto verso Portnoy, forse questa è la canzone che meno mi ha "ispirato", di tutto l'album.
L'ultima, la sesta traccia, è The count of Tuscany, scritta da Petrucci, riguardo a una sua esperienza personale. A suo dire, un conte che lo aveva terrorizzato mentre visitava la Toscana.
Il brano inizia con un arpeggio e con un assolo di Petrucci. Dopo l'intro, l'arpeggio varia, entra l'orchestra di Rudess, e la batteria di Portnoy, che come sempre tiene il tempo seguendo e "battendo" fedelmente sulle note di Petrucci e Rudess, come se Mike stesso suonasse le note senza musica ma con le bacchette. Una serie di assoli si svolge fino ai 3.30 circa, dopodiché l'atmosfera si fa più tesa. Il ritmo diventa più frenetico, la batteria va in controtempo, l'atmosfera è oscura, parte la strofa e poi un ritornello:
I wanna stay alive
Everything about this place
Just doesn't feel right
Ha inizio quindi una parte strumentale. Ricomincia la strofa, e l'atmosfera è oscura, e questo Conte della Toscana mi ricorda molto Dracula. Quindi la parte strumentale si srotola fino a 10.20 circa, in cui si ha un svolta con un assolo lento di Petrucci, quindi tutto si ferma, e Rudess ci regala un momento di paradiso con un assolo di continuum con echo e sottofondo di tastiere, simile a Octavarium, ma ancora più leggero. Si interrompe, e qui c'è la parte che probabilmente amo di più, di tutto il disco. Semplici pennate su chitarra acustica, quattro accordi, Sol#m, Si, Fa#, Mi. Quindi LaBrie canta: "Could this be the end?/Is this the way I die?/Sitting here alone?/No one by my side/I don't understand/I don't feel I deserve this/What did I do wrong?/I just don't understand". Gli accordi vanno poi in distorsione, entra la batteria, e il brano è ormai in apoteosi. Si conclude con la voce di LaBrie in eco e in dissolvenza, per poi lasciare spazio alle cicale, alla notte.
Quest'ultimo brano a mio avviso è il migliore dell'album.
Molti fan dei Dream Theater già storcono il naso, sentendo le nuove tracce. Una cosa è certa: Black Clouds & Silver Linings ha un tono dark, gothic, che nessun altro album dei Dream Theater aveva. C'è un maggior uso del continuum, e una sperimentale tendenza all'uso di suoni black metal. Sicuramente non raggiunge vecchi capolavori della band, ma non è assolutamente da sottovalutare, anzi. È sperimentando, innovando, che si migliora. E a mio modesto avviso, i DT continuano su una linea giusta. Basta avere una mentalità più aperta per accogliere tutta la bellezza del nuovo album.

24 commenti:

Spirito Giovane ha detto...

Ciao Taotor!
Prima di tutto, iniziando a leggere il tuo post, mi è saltato in mente di dirti questo: anche prima di Systematic Chaos girava un album completo di tracce. Si rivelò essere una bufala. Io ho ascoltato A Rite Of Passage e concordo con il tuo giudizio, anzi, mi è sembrata una traccia più commerciale e meno progressive di quanto possano fare i DT. Ma il resto, soprattutto la recensione dell'ultima parte del step-by-step, mi ha fatto pensare che possano essere parti tagliate e incollate da altre persone. Mi fido del tuo giudizio e quindi credo che il cd sia quello che verrà venduto il 23 Giugno. Ma non vorrei che fosse accaduto che così come il CD di Labrie fu scambiato per quello dei Dream, qualcuno abbia voluto scherzare e mettere A Rite Of Passage, rilasciata dalla band, e altre tracce non dei Dream dentro una cartella chiamata Black Clouds & Silver Linings.
Detto ciò, mi fido del tuo orecchio (XD) e posso solo dire che avendo ascoltato solo A Rite Of Passage, non posso che concordare su ciò che dici di questa traccia.

Umilmente,
Spirito Giovane a.k.a. Daniele

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Be', anche io l'ho pensato.
Tuttavia, su youtube c'è il video di un tale che suona una parte di tastiera di The count of Tuscany - e coincide con quella da me sentita. Inoltre, sempre su youtube c'è un brano di un minuto rilasciato ufficialmente, credo, in cui hanno ammucchiato tutti i brani del cd, per farne un'anteprima. E coincidono anch'essi.
Lo stile delle tracce è tipicamente DT, nonostante le innovazioni. Che io sappia, solo Rudess usa il continuum, tra le band conosciute - e no.
Inoltre, racimolando informazioni sulle caratteristiche dei brani, ho visto che il testo delle canzoni e la melodia stessa coincidono.
Insomma, credo proprio sia quello originale. :D
Da qui si può scaricare l'album intero, pare. Da qui l'intero album senza la 5° traccia.

Jim ha detto...

Ciao, ho appena ascoltato piuttosto massicciamente la decima fatica dei DT e son venuto su internet cercando già opinioni e commenti.

In cima alla lista c'è il tuo blog.

Leggendo il modo piuttosto completo con cui hai descritto l'album, mi permetto di dissentire un po' sul fatto che i Dream siano sulla "linea giusta".
A parte "The shattered fortress" che ha gli ovvi ricollegamenti alla saga (musicalmente un po' a salti, secondo me, in The Root of All Evil eran stati fatti molto meglio ed in modo molto più fine, pur essendo una canzone pompatissima), direi che tutto l'album è un rimescolamento generale di cose già fatte. Portnoy già annunciava che si sarebbe sentita tutta la storia dei DT in questo cd, ma davvero qui ho visto un po' di re-impasto di roba vecchia. Alcuni testi son simpatici, ma non son più quei testi un po' ermetici, un po' psicopatici/psicologici di un tempo e già da Systematic Chaos i DT eran crollati (se non già un po' in Octavarium). Per il resto ho sentito tanto sound non proprio completamente autentico, diciamo preso un po' lì e un po' qua e ri-firmato Dream Theater che ovviamente si sente. Ma ascoltando a fondo si sentono un po' di Metallica da Black Album, un po' di Nightwish degli ultimi tempi, un po' di Opeth dell'ultimo album... ci sento persino il sound degli Evanescence, mischiato agli Europe e ad altri ancora... intervallato con vecchi riff e armonie DT un po' rielaborate...
Insomma, di pesante questo cd non ha molto. Più cercano di andare nel 'dark within' (come Petrucci definì lo stile dei DT mentre stavano preparando Systematic Chaos), più ottengono cose da ragazzini. E sì che comunque con ToT o SDoIT avevano toccato apici in quell'ambito. Ora c'è molto meno prog o sperimentazione musicale. Molta meno fantasia, testi sconnessi dai contesti musicali...

Non so... forse è colpa anche della RoadRunner. Non so proprio... l'idea che mi sto facendo è che stiano tentando un po' di stare a galla, quando proprio loro non ne avrebbero bisogno.

Per ora salvo degli 'sprazzi' in tutti e 6 i brani.

Spero di non aver sparato troppe cavolate.

Buona notte!

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Ciao!
Senza dubbio tutte le mie opinioni possono essere discutibili, difatti in questo campo più che altro si parla di gusti, non può esserci un'oggettività assoluta.
Un mio amico, fan dei Dream Theater, è del tuo stesso parere. Credo che un po' tutti quelli che hanno amato i primi DT siano di questo parere, in realtà.
È vero, c'è un (bel) po' di già sentito, in questo album. E sta a noi decidere se la cosa è buona o no.
Io la apprezzo, perché da ToT in poi è come se il filo musicale dei DT sia uno solo, e mi fa piacere sentire melodie familiari in altre brani o album. Principalmente, lo apprezzo perché pur suonando "in uno stesso modo", diciamo, sanno comunque essere interessanti. Non potrei dire la stessa cosa, invece, dei Mötorhead, per esempio, che a me suonano uguali per tutti gli album.

Sicuramente questo album non è all'altezza degli altri, ben più epici. E, sì, i DT potevano fare di meglio. XD
Principalmente, io confido nella loro volontà di innovazione. È bene, a mio parere, che cambino. E probabilmente la divisione del pubblico è il prezzo da pagare per una "deviazione" dal percorso, se così si può definire quest'ultimo album (e il penultimo, Systematic Chaos, anche). :)

Dave ha detto...

ciao,
ma non capisco cosa si va cercando dalla musica. I DT sono musicisti nati con lo strumento tra le mani. conoscono la teoria musicale come pochi che finiscono a causa delle loro lacune d plagiarsi da soli e nessuo sembra accorgersene! I DT studiano e mettono in pratica cosa imparano perchè a loro piace suonare...loro adorano suonare!! più si impara e più opzioni melodiche si hanno. ovvio che non si avranno remake di awake, scenes from a memory o images and words. loro non sono più quelli d una volta! sono maturati e come tutti sono influenzati da nuove sonorità. consiglio d essere aperti mentalmente quando si intende ascoltare un nuovo album di una qualsiasi band. nessuno è obbligato a comprare un album dei DT se non gli piace. io sono dell'idea che non mi deluderanno mai. album come train of thoughts che è stato criticato allo sfinimento io lo ritengo un lavoro coi fiocchi. incisivo e ben suonato. poi chiaramente una o due tracce meno belle in ogni album la si trova (es: the dark eternal night di systematic chaos è oscena. non si capisce niente!!! eppure a molti piace ehehe)
vabbè...si critica ora anche la tecnica dei DT e qui si va davvero in basso. ma il paradosso è he quando un lavoro è eccessivamente tecnico si fiisce per criticarlo perchè troppo freddo. se invece è troppo poca si finisce per dire che è poco pensato e che son stati frettolosi. potevano pagare un altro milioncino di studio di registrazione!! magari altri 30 anni!
a rite of passage non è da buttare. è piacevole all'udito e scorre. a nightmare to remember contiene un arpeggio sognante. e voi vi attaccate ai solo poco sviluppati. the ministry of lost souls contiene un solo finale bellissimo ma semplicissimo!!! lo stesso vale per octavarium. la più bella dei theater a detta di molti. la tecnica deve essere al servizio della musica e non viceversa.
non voglio essere polemico cmq.
buona musica a tutti!!

Livio ha detto...

Ciao a tutti!
Ho letto con vivo interesse la tua recensione e mi trovo in gran parte d'accordo con te.
Ho solo una cosa da dire: Queso album ti cattura. Se riesci ad entrarci dentro, te ne innamori e per chi, come me, ama andare a correre con in cuffia le canzoni dei Dream, non può che sentirsi ancora piu' carico con le entrate dell'orchestra in Whiter, The Best of times e Count of Tuscany...
A mio parere, è un vero capolavoro.
Credevo che con Systematic Chaos i Dream fossero morti, invece mi rendo conto che sono vivi, magici ed ancora una volta, veri Maestri della musica.
Accetto il loro cambiamento, continuo a seguirli e mi affascinano sempre di più!

Ciao a tutti!!!

Marcy ha detto...

Siamo alle solite...anche questo album è una accozzaglia di plagi e di ripetizioni.
Molti riff sono facilmente prevedibili anche al primo ascolto e si ha una forte sensazione di dejavu.
Buona parte della produzione DT deriva da "rielaborazioni" di artisti anni 70 (più o meno conosciuti). Sicuramente sono dei grandissimi strumentisti, ma nella composizione molto ripetitivi e facilmente "influenzabili".
Ad esempio...provate ad ascoltare i Kansas e sicuramente mi darete ragione.
Un saluto.
Marcy

Rocky ha detto...

Song "Wither" minuto 6.12--->
Adrianaaaaaa!
Troppo mitici.

Anonimo ha detto...

Ma perchè Portnoy non ritorna all'alcolismo e la smette di farcelo a fette con la "saga degli alcolisti anonimi"? Ci ha già riempito 4 o 5 album....

Anonimo ha detto...

Su count è G#m non G#.
:)

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Giusto! :) Avevo considerato solo il tricorde. Grazie. ;)

Rocky II ha detto...

Errata corrige
Song 5 the best of times minuto 6.12->
Adrianaaaaaaa!

Pisuch ha detto...

Bella recensione,unico appunto(da tastierista,ma potrei sbagliarmi):
L'assolo di Rudess in The COunt Of Tuscany non credo sia di continuum,ma bensì di lap steel guitar(come nell'ultima parte dell'intro di Octavarium per intenderci).

Concordo sul fatto che The Best Of Times sia veramente banale(anzi per me è proprio anonima),Wither mi sembra tratta dall'album di La Brie con i Winter Rose(anche se la parte orchestrale è da brivido),troppo sound ottantiano..e sono contento che sia finito sto sbattimento degli alcolisti anonimi(come lo è Portnoy,s'era rotto pure lui).C'è da dire che A Nightmare To Rimember e The Count Of Tuscany più le ascolto e piu son spettacolari(pur avendo dei momenti di buio anch'esse).

A mio parere Roadrunner sta dando il colpo di grazia ai DT,e mi si spezza il cuore..

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Pisuch, essendo io uno pseudo-chitarrista, e non intendendomi di tastiere e compagnia, mi fido ciecamente di te. :D Purtroppo, per chi come me non ha l'orecchio allenato verso certi strumenti, è difficile riconoscerli. Oltretutto, se devo essere sincero, è difficile anche riconoscere la chitarra dalle tastiere, nei DT, perché entrambi hanno effetti simili, distorsioni, e non si capisce facilmente quando uno fa la base e l'altro fa gli assoli e viceversa. :D

Anonimo ha detto...

Cari ragazzi. Ho 31 anni ed ho sempre pensato che ogni disco successivo a Mt pt 2 fosse un “errore” dei DT (con errore intendo un disco NON nelle corde dei DT). Ma adesso mi rassegno. Era Images & Words ad essere un “errore”, ad essere un qualcosa di irripetibile. I DT di adesso SONO i veri DT e pertanto, se cosi è, non posso piu considerarli come la mia band preferita.
A me NON piace questo genere. A me piacciono dischi come I & W, Awake, Acos, e si, anche Falling into infinity…tanta roba per MTV, ma almeno è gradevole. Capisco i giovani, ma uno della mia età NON PUO’ FARSI PIACERE QUESTI DT dopo aver assimilato I&W. Rudess è eccezionale senza dubbio ma…I HAVE A DREAM (Theater): rivorrei Kevin Moore e la sua vena artistica.

Ottavino ha detto...

Finalmente il teatro dei sogni ha dato alla luce l'ennesimo capolavoro, ultimo capitolo di una discografia sempre brillante e mai scontata.
Canzoni epiche che mettono in risalto le straordinarie doti compositive dei nostri beniamini d'oltre oceano.
Come non sottolineare la maestosa conclusione della saga che ha visto protagonista la tormentata storia personale del fenomenale Portnoy, per redimersi dal male e sfuggire al demone dell'alcol.
Notevole anche il primo videoclip, con atmosfere da brivido...maestoso!
Ogni pezzo è una perla che si và ad incastonare nella preziosa produzione dei nostri Maestri!
Continuate su questa strada...è quella giusta!

Metalo ha detto...

Mah! Inizio così,ed è per tutti coloro che criticano i DT...come fate a spacciarvi per amanti di questo gruppo e genere,se non riuscite ad apprezzare i CONTINUI cambiamenti? Anche ai tempi d'oro(definiti così da voi,quindi images e awake),loro cambiavano sempre. Non hanno mai avute sonorità uguali...i DT sono questo. Ti aprono a qualsiasi genere. Fatevi un riassunto di TUTTI gli album prodotti,e vedrete che in 20 anni di musica e più,hanno fatto qualsiasi genere.
Come si fa a criticare un gruppo simile? Ho ascoltato e già so a memoria l'intero album nuovo.
Mi ha colpito,come mi ha colpito systematic...unico album dove ho avuto pesanti crisi(ho pensato alla loro fine) è stato octavarium...ma alla fine,apprezzo anche quell'opera...opera non cd.
Sono completi,tecnica e creatività,petrucci che si è distaccato un pò dalla pennata alternata,aprendosi maaggiormente ad altre tecniche,rudess si sa quanto cambia.
Unico neo per me di questo gruppo,è il cantante...troppo chiuso in quel range vocale che ha.
I veri cantanti secondo me,sono quelli che possono cantare di tutto,o suonare di tutto rispettivamente per i musicisti.
Daniel Ginderlow ne è un esempio.
I DT musicisti possono suonare tutto.
Metallica,Iron,qualsiasi gruppo citiate,è ripetitivo.
Pensate che palle,se avessero fatto 10 album tutti sulla linea di Images.
Ma stiamo scherzando...sono persone,e il loro prodotto quindi non è perfetto,e lo riconosco.
Ma dire che non è roba da DT,non ci sto.
Ci vuole molto orecchio per questi gruppi,e vedo che non molti ce l'hanno.

Unknown ha detto...

ciao

Non vorrei sparare una baggianata, ma sinceramente l'assolo intermedio in the count of tuscany mi smbrava fatto dalla chitarra e non dalla tastiera, col pedale del volume, in stile Trial Of Tears (soprattutto se fai riferimento all'ultimo live). Ripeto, non ne sono assolutamente sicuro, e può benissimo darsi che sia stato fatto da Rudess, ma a me sembrava Petrucci..

Anonimo ha detto...

E' petrucci infatti;)

Anonimo ha detto...

Io sono uno di quelli che a parte pochissime cose ha decisamente bocciato "Systematic Chaos". Questo disco l'ho sentito un paio di volte, ovvero un cinquantesimo di quanto ho ascoltato tutti gli altri dischi prima di comprenderli e apprezzarli a fondo....e devo dire che lo strascico che mi lascia è entusiasmo puro. In alcuni passaggi, specie grazie ai cori, è assolutamente maestoso. Portnoy è tornato ad essere il valore aggiunto, cosa che non era stato in SC, finalmente le tastiere fanno un tappeto melodico. E non ultimo i Dream hanno ripreso a fare anche un pò di progressive stile "Liquid Tension Experiment". Temevo un secondo flop ma sono felice che non sia stato così.

Niko XIV ha detto...

Non me la sento di dire se siano o meno sulla strada giusta.. quando pubblicarono Scenes From a Memory molti metallaracci storsero il naso ma dovettero ricredersi.. io so solo che questo quintetto fa solo musica di prima classe... e questo disco contiene musica strafighissima ed è strafigo come gli altri :D:D spesso sono i muri che ci autocostruiamo che ci impediscono di apprezzare le cose... a me piace tutta la musica e se questo è un album piu cupo... ben venga :D almeno non si ripetono e nn stufano come invece hanno fatto molte band:D è una delle loro doti più grandi la versatilità e perchè non dovrebbero mostrarla? si possono permettere di fare musica prog in chiave pop, rock e metal e lo fanno stramaledettamente bene :D

Anonimo ha detto...

Ma scusate, di che muri parlate?!...perchè dovrei aprire la mente?!...per favore non fate troppo i fanatici...non sono mica nel metal da ieri....come ve lo devo dire?...quando ho ascoltato I&W ho provato A IPMATTO emozioni che per i DT da Six Degrees non provo piu...tutto qui...se invece di riascoltarmi BC&SL mi ascolto i Symphony X, i Pain of Salvation, o gli Shadow Gallery sono piu' contento perchè ritrovo almeno in parte quelle emozioni. MA NON CONDANNO I DT!!!...dico solo che non posso piu annoverarli come la mia band metal prog preferita...POSSO?!

Niko ha detto...

Guarda che non c'è assolutamente fanatismo in quello che ho detto... e tu sei liberissimo di pensare cio che vuoi.. riguardo la questione dei muri non è che debba essere x forza il tuo caso quindi nn sentirti attaccato in nessun modo perchè comunque non sto attaccando nessuno... Io dico semplicemente che spesso per noi gli artisti hanno una sorta di fotografia ben precisa che deriva dai primi lavori... gruppi come i Dream Theater sono in continua evoluzione e dei lavori come Images and Words non ce li regaleranno più semplicemente perchè quelli erano i DT del 1992... i DT del 2009 sn Black Clouds & Silver Linings... se fanno un album più cupo è perchè hanno dei motivi per farlo, hanno voglia di farlo così ed è giusto k la loro espressività venga soddisfatta nel modo k ritengono migliore... e in questo mi associo anche a quanto ha detto Dave...
Tutto qui :)

Anonimo ha detto...

constato solo che dall'arrivo di rudess non sono stati in grado di produrre un tubo di originale. Sottolineo che metropolis 2 che è bello non si può considerare una creazione visto che molti riff sono riarrangiamenti (anche non banali) di stralci di metropolis 1. Avrebbero più successo come cover band- i cervelli bolliti là dentro sembrano più d'uno cmq