giovedì 27 dicembre 2007

Parere su "Le colline hanno gli occhi"


L'ho visto ieri a casa di un amico (fuori pioveva e non avevamo alternative).
Citando culturalmente Fantozzi su La corazzata Potiomkin:
(Questo film) è una cagata pazzesca!
Certo, c'è di peggio. Ma ciò non toglie che sia una cagata.
Ora dovrei dirvi "spoiler!" ma, siamo seri, è un "horror" tra le dovute virgolette, si sa come va. La trama (se trama la si può chiamare) in breve: Un'allegra famigliola (padre, madre, figli, una nipote ecc..) passa nel deserto (non ricordo quale, e non voglio sparare nomi, ci sono così tanti schifosi deserti rocciosi in America... uno vale l'altro), ebbene questa combriccola, col camper, attraversa il deserto colla scusa che il padrefamiglia vuole ammirarlo. Ricorre il giorno dell'anniversario di quest'ultimo colla moglie.
Prima forzatura. Se la tua meta si trova da tutt'altra parte, e tu per giunta stai festeggiando il tuo anniversario d'argento, che fai? Te ne vai da tutt'altra parte?? È come se io dovessi andare in Romania ma, per svago, prima faccio un salto in Grecia per vedere Delfi. Mah.

Su tutto il deserto sconfinato, che copre - come dice uno dei personaggi - il 3% del territorio non coperto dalla rete telefonica, la famiglia arriva alla benzina di un tipo che li conduce proprio sulla strada diretta verso la tana dei mutanti, senza trarne alcun beneficio, d'altronde; difatti nel film non è ben spiegato perché lo fa, visto che non lo fanno vedere né il poveraccio lo dice espressamente o lo dimostra. Ma se lo vedrete, capirete che il film è un po' sconclusionato di suo. C'è da aggiungere, inoltre, che l'asso nella manica del film è il fatto che esistano mutanti, in quella zona, nati dalle radiazioni test atomici effettuati nel deserto.
Mi sorge più di qualche dubbio: 1. Se fanno i test nel deserto, come fanno ad esserci state delle persone, lì? E ammesso che queste fossero giunte più tardi, visto che nel film non si vedono abitazioni, se non quelle costruite apposta per i test atomici (arredate e con tanto di manichini dentro) e la casa del benzinaio: dove sono andate ad abitare, lì, queste persone, se non c'è manco acqua da bere e il negozio più vicino si trova nell'altro stato? 2. Che io sappia, le mutazioni avvengono anche naturalmente, e le radiazioni (anche i raggi del sole) possono influire pesantemente sui geni. Ma i geni, che determinano, ad esempio in un fiore, il colore dei petali, la forma ecc., e varie caratteristiche negli un esseri umani, ad esempio l'attaccatura dei capelli, le lentiggini ecc., che io sappia non influiscono sulla forza o la malvagità di certi individui. Mi spiego: a Chernobyl, per quanto ne so, i bambini sono nati con malformazioni, non sono diventati mostri malvagi assetati di sangue (nel film i mutanti bevono sangue, di tanto in tanto: vi sembra coerente? Vi sembra normale?). Faccio un esempio di mutazione: (foto trovata su google immagini sotto la ricerca "Chernobyl", chiedo scusa alle persone sensibili)



Con queste premesse, penso sia inutile commentare il resto del film. Si svolge come tutti gli horror, muoiono prima i personaggi inutili, e così via nella corsa tra la vita e la morte. Sì, ho visto film peggiori, come Occhi di cristallo (puah), ma certamente anche migliori, come Saw o The Grudge.

Un consiglio: se avete voglia di affittare un film, escludete gli horror. Andate sul comico. Alcuni attori a mio avviso davvero bravi e divertenti: Aldo Giovanni e Giacomo, Fabio De Luigi, i Fichi d'India, Ale e Franz, Ben Stiller, Adam Sandler, Jim Carrey, Rowan Atkinson, e altri che ora non ricordo.
Fate la scelta giusta, puntate sul comico. Parola di Taotor. ;)

P.S. Stasera non piove: posso aandare a fare un giro cogli amici ed evitare qualche film spazzatura.

lunedì 24 dicembre 2007

Buon natale a tutti! :)


Colgo l'occasione per tenervi aggiornati e farvi gli auguri allo stesso tempo.

Il racconto della strega è in fase di ultimazione. Lo ammetto, non ho combinato quasi niente in questi giorni - ma posso spiegare perché! -, e al più presto lo finirò. Spero di poter accompagnare il racconto con le illustrazioni di una bravissima amica - ma ancora devo chiederglielo, quindi meglio non fare conclusioni. ^^ Se riesco, un mio amico potrebbe anche provvedere per una piccola melodia...

Il mio pc si è fottuto, perdonate la volgarità ma non v'è altro termine più preciso. Ieri, giornata maledetta, mentre leggevo i commenti al post precedente, se n'è andata la corrente, il monitor ha risucchiato l'immagine, due-tre flash e buio assoluto. Quando la corrente è tornata, il pc non si avviava più. Vi spiego cosa succede esattamente, ma se non volete sciropparvi sta noia mortale, passate avanti. Ebbene, mi parte tutto, solo che mi dà la schermata da cui posso decidere come avviarlo (provvisoria, dall'ultima impostazione, normalmente ecc..). Le ho provate tutte ma niente, sembra andare e all'ultimo si riavvia. C'è un file d'avvio che non riesce a caricare. Se provo ad avviarlo normalmente, esce la schermata colla barretta che si muove (la bandierina di Windows Xp ecc...), poi finisce, esce in un lampo una schermata blu, non faccio in tempo a leggere nemmeno una lettera che già s'è riavviato. Sob: o, come ha detto il Duca Carraronan, mi tocca far passare da hdd a hdd i dati e formattare, o boh, reinstallare windows sulla partizione libera (chissà che casino... due windows contemporaneamente per il mio Baracca V... l'ho già fatto una volta, mobbasta).

Buon Natale a tutti! Oggi è lunedì 24 dicembre dell'anno del Signore 2007, scrivo da un altro pc, nel freddo di una cantina... accogliente sì, arredata e bella, ma fredda XD. Fra qualche minuto vado a suonare. Stasera festeggio cogli amici. Spero vi divertiate pure voi; anzi, se fate qualcosa di originale, suggerite pure!, così prendo spunto. Buon Natale a tutti! :)

P.S. So che è la vigilia, ma non credo proprio che domani avrò tempo per scrivere un post. :P

venerdì 21 dicembre 2007

Nova Era del fantasy - ma io non me n'ero accorto

L'altro giorno - forse ieri, boh - do un'occhiata alla mia pagina iniziale, Fantasy Magazine, ahimè l'unico porto per il fantasy e fantastico italiano, e tra gli articoli ne vedo uno in risalto, che mi sembra succulento:

La Gran Dama della Fantasy italiana: Fabiana Redivo [perdinci! mica scherzi!]

Per gli dèi!, mi dico, dev'essere una nuova autrice promettente! (sono sempre ottimista) Clicco e leggo. Vi riporto parte dell'articolo coi relativi (e famigerati) miei commenti in rosso.
Piccola nota: non aspettatevi cattiveria e scarcasmo a palate. Magari sì, ce n'è un bel po', ma ben distribuito.

"

Che dire di Fabiana Redivo? [Non so, fai un po' tu...] Sicuramente che la fantasy italiana ha iniziato ad avere una certa risonanza quando, nel 2000, per la casa editrice Nord, l’autrice dette alle stampe il suo primo lavoro: Il Figlio delle Tempeste. [Uhm...] Da allora il genere nel nostro paese ha conosciuto una vera e propria primavera. [Adirrittura?] E Fabiana Redivo è stata di certo una fautrice di questa nuova età. [Uhm, non me n'ero accorto, non so manco chi è. Vabe', leggiamo, va'.]

Nata a Trieste [Uh, come il mitico D'Angelo! Evvai, forse promette bene!] , dove risiede tuttora, l’autrice è stata finalista al Concorso Letterario Nord con il racconto Il Sigillo dei Due Mondi. È tuttavia giunta alla notorietà grazie alle due trilogie [ cosa? quale notorietà? Aspé, mi sa che solo voi che vivete trai i monti la conoscete, qua tra l'Africa e la Grecia non ne sappiamo niente] ambientate in un mondo controllato dai quattro elementi [Gli elementi?... Ancora?... Come i Power Rangers?]: Afra la terra [hm...], Hydara l'acqua [oddio, dal greco hydor... che scarsa fantasia...], Pyrxos il fuoco [eh, da pyros] e Harj l'aria [bello! ed helektryon, il quinto elemento, non lo metti? -.-'] . A ognuna di queste entità divine è legato un popolo [wow... '¬_¬], e a ogni popolo una vicenda e una cultura particolari [maddai?]. Protagonista incontrastato del ciclo, tanto da dare il titolo alla saga intera, è il carismatico mago Derbeer. [sì, dicesi eroe eponimo, e non è una novità... l'Eneide per esempio... Ma, aspetta un momento: un mago?! Wow ke forza!!!!!!!111 m piacciono 1 kasino i maghi e anke i draghi e i vampiri!!!!!!!1111uno]
I romanzi che compongono le trilogie, pubblicati dall'Editrice Nord sono: [Beh, dopo quest'eccitante introduzione del grande Luca Azzolini, credo proprio che premerò il pulsante Cancella, sulla tempia, per dimenticare l'ennesimo autore scontato, banale, noioso e chi ha altri sinonimi proponga pure] "



O logos didaskein che, ahimè, è facile che i giornalisti (ma non diamo la colpa a loro, poveretti, il danno parte dagli autori) rendano banale un'opera, come in questo caso. Ma, peggio ancora, il danno più grosso è che alcuni autori, non avendo fantasia, o volendola impiegare in altri modi perversi, si avvalgono di luoghi comuni. Non parlo di Fabiana Redivo - che, pur non conoscendola, penso sia sicuramente un'ottima persona e probabilmente una brava scrittrice che s'impegna, come tutti noi -, ma di tutti quegli scrittori che, prima di scrivere una quadrilogia di romanzi "fantasy" (tra le dovute virgolette, si noti), dovrebbero perlomeno informarsi, prima di cominciare la loro saga ambientata in Europia tra mille unicorni magici e maghi colla barba. Sarà che il nostro fantasy, come tutta l'arte italiana, muore e si umilia a causa di queste persone?

martedì 18 dicembre 2007

Svago: The bard's song

Visto che lo svago domenicale di quest'ultima domenica è andato, mi rifaccio con uno svago settimanale. Una canzone fantastica: The bard's song, dei Blind Guardian. È bella, non c'è niente da fare. Non potete dire che avete gusti diversi o chessoìo: se non vi piace, non capite niente! XD

sabato 15 dicembre 2007

Primo capitolo


All'inizio di dicembre ho cominciato a scrivere un racconto lungo , e avrei dovuto già finirlo da un pezzo, visto che avevo la scaletta pronta e le idee chiare. Tuttavia mi sto dilungando un po', e dopo aver fatto leggere un pezzo a qualcuno (come l'esimio Duca, per fare un esempio), o l'intero capitolo a qualcun altro, costoro mi hanno incoraggiato a continuare sulla buona strada. Per far sapere a tutti che, seppur un po' in ritardo, sto finendo di scrivere il racconto - dato che a ogni Natale scrivo un racconto mediamente lungo -, oso pubblicare il primo capitolo, sperando qualcuno lo legga e pregando che piaccia.
Buona lettura :)
Ecco il link per accedere al capitolo: http://taotorofficial.altervista.org/racconti/strega1.pdf

Siccome altervista ha problemi, se non riuscite a raggiungere il racconto, andate alla pagina di Taotoria, qui.

venerdì 14 dicembre 2007

Fantasy da strada

Ci sono due motivi per cui alcuni si mettono in testa di scrivere fantasy: 1. Si tratta di persone nate tra il '70 e l'80, che sono state cresicute tra Prince Valiant e fantasy pulp di tutti i tipi, e un po' per amorevole nostalgia, un po' perché gli hanno fatto il lavaggio del cervello, vogliono scrivere di CCC, castelli, cavalieri e creature magiche. 2. Si tratta di persone che hanno letto e amato il Signore degli anelli, si innamorano del fantasy (e poi si dimenticano di Tolkien) e continuano sulla loro "via".
Perché fantasy da strada? Perché col tempo il concetto di fantasy si è corrotto alla grande, e come succede colla lingua, è accaduto che il fantasy corrotto sia ora diventato il fantasy ebbasta.
Gli elementi del fantasy da strada sono i seguenti, a mio parere:
  1. Il mago colla barba lunga che impugna un bastone, un incrocio tra l'eremita dei Led Zeppelin, Gandalf e Babbo Natale. (riferimento classico: Gandalf, appunto) Sa lanciare palle di fuoco dalle mani, ma usa il bastone perché è figo.
  2. La spada magica, che può essere usata all'occorrenza come parafulmine e fucile. (riferimento classico: Gurthang, la spada di Túrin nel Silmarillion, è maledetta e gli parla)
  3. La pietra (o le pietre) del potere, o un amuleto qualsiasi di cui l'eroe dispone o che l'eroe deve cercare. (rif.c.:L'unico anello di Tolkien, ma anche le Pietre Magiche di Shannara, di Terry Brooks)
  4. Il cavaliere intelligente, forte e coraggioso, l'eroe. Non è mai un contadino (rif.c.:se come esempio escludiamo Frodo e prendiamo Aragorn), ma è un macho che non ha problemi ad andare in giro sempe con un'armatura completa addosso. Come fa a lavarsi? Chissà quanto puzza.
  5. Il drago che spesso parla (rif.c.: Smaug in Lo hobbit, di Tolkien ovviamente). In casi assurdi come Eragon, il drago è anche telepatico, ma solo col ragazzino.
  6. Il tremendo signore oscuro. È sempre nero, per forza. Ha una forza incredibile, ha degli scagnozzi, possiede qualcosa che lo rende invincibile, e che costituisce anche il suo punto debole. (rif.c.: Sauron del Sda, ma anche il Cavaliere del Drago di Eragon di cui non ricordo il nome, o quello di Shannara, Brona...)
  7. La guerra che ha ridotto il regno in miseria, rende gli abitanti disperati, e sta per condurre il mondo alla rovina, se non fosse per l'eroe che sconfigge il Signore Oscuro.
  8. La mappa del regno, poco realistica, se ne frega di tutte le altre terre, l'intero mondo consiste in un territorio esteso come dalla Spagna alla Grecia, per forza circondato dai monti, e suddiviso in: I. territori dei buoni, comprendenti aree composte da sole montagne, solo boschi o solo fiumi, II. il Regno Malvagio del Signore Oscuro, e III. lande desolate - perché l'autore non sa che cacchio invetarsi. (rif.c.: Tutti i fantasy che conosco. Solo che in Tolkien, perlomeno, è tutto realistico, e Mordor diventa il Regno Malvagio solo dopo che Sauron vi si rifugia in seguito alla caduta di Numenor e instaura il suo regno del terrore. Insomma, pensate alla Russia, o alla Cina.)
Ora può sembrare che questo post sia una denuncia (ed effettivamente lo è, sta anche tra i tag), ma non lo è del tutto. Il messaggio è il seguente: Tolkien è il maestro del fantasy, lo vogliate o no, e ha gettato le basi del genere. Tutti gli altri lo hanno seguito, talvolta riuscendo e talvolta dimostrandosi ridicoli. Ma questi elementi non sono affatto banali, sono un insieme di fattori che dànno vita a sentimenti e atmosfere bellissime. L'abuso e il cattivo sfruttamento di questi hanno portato alla rovina.
Se un autore, però, tenta di essere originale, per me non è un poveraccio che prende le sue idee da un generatore automatico (nome eroe...: Gismondo - arma...: Merluzzo), ma è qualcuno che vuole uscire da quei canoni che sa di non poter rispettare decentemente.
Un autore che vuole sfondare nel mercato sforzandosi di essere originale può solo lasciarsi andare in un'aerofagia. Chiunque non si senta in grado di seguire i canoni fantasy, sia originale per passione, non per anticonformismo! E i critici riflettano bene, nel giudicare!

P.S. Ho trovato l'immagine in alto cercando: "dragonlance" - immagini medie. Mi chiedete se sono contro Dragonlance? Sì. Un'altra cosa: la canzone del Principe Valiant è davvero forte! Non la sentivo da secoli! Ah, che bei ricordi!

martedì 11 dicembre 2007

Pecore invisibili

Mi avvalgo del titolo dello scritto più importande di Kant per esprimere (non dimostrare, tanto sono sicuro che parlerò al vento XD) quanto la scienza (quella "approfondita") sia illogica e inutile. La mia sarà una Critica della scienza pura.

La base della scienza non è la ragione, ma la matematica. Spesso la matematica si camuffa da ragione, come avviene coi sillogismi (kant era brutto, kant era un filosofo, i brutti sono filosofi, esattamente come "se a = b, e b = c, consequenzialmente a = c". È consequenzialmente una cazzata.Vi sembra ragione? No! È matematica!).
Si sa che la matematica (che è scienza) deve aiutare l'Uomo nella vita, quindi si intuisce che il suo studio debba interessare le attività umane - contare i giorni rimamenti per il compleanno, le galline, i soldi da restituire... -, ergo, attività utili.

Esempio. Tra le tante diavolerie della matematica, una cosa mi ha colpito: i numeri immaginari. D'accordo, è meschino prendere come esempio qualcosa che già di per sé si prende in giro, ma fingiamo di essere seri. Ora: l'unità immaginaria è un numero che non appartiene all'insieme R dei numeri reali. Cioé: è un numero che non esiste. Che senso ha allora calcolare numeri che non esistono? Un pastore cosa fa? Conta 100 pecore invisibili? Logicamente non sta contando niente.
Nel medioevo, difatti, non si tollerava il concetto di zero, che apparteneva alla cultura araba. Ovvio. Come può un numero rappresentare il nulla? Il nulla per definizione non esiste, lo sostenne pure Parmenide, che aveva la barba! E accostando lo zero, il nulla, a un numero, come poteva questo diventare dieci volte più grandi? Cento? Mille?

Ammettiamo però che i calcoli logicamente inutili possano essere proficui. A cosa servono? La scienza utilizza radici quadrate, logaritmi e assurdità simili per costruire... edifici, automobili? Uno spreco di calcoli, ma è probabile. Si potrebbero costruire edifici normali, come quelli che si costruivano fino al '700, che di sicuro non crollano. Le auto? Inquinano, ammazzano la gente sia cogli incidenti sia non facendole fare attività fisica, ma tornano utili. Certo, senza auto non ti darebbero un lavoro a 20km di distanza da dove abiti; se usassimo i cavalli saremmo costretti a spostarci di meno - e così sì che il viaggio diventerebbe davvero tale, e ognuno troverebbe lavoro nel proprio paese, falegname, fabbro, contadino, mercante al limite.

Ma ecco il progresso della scienza: la medicina. Questo lo riconosco. Certo, non siamo più nel campo della matematica, ma della biologia. Quello è uno studio affascinante e pieno di sentimento. È vita nella vita, fantastico. Non mi sembra, però, sia affetta dal terribile morbo dei calcoli corrotti e inutili.

Un altro campo della scienza: la fisica. Esempio: Il moto dei corpi, il movimento.
In fisica il moto è il cambiamento di posizione di un corpo in relazione al tempo, misurato da uno specifico osservatore e da un determinato sistema di riferimento.
[da Wikipedia]
Andando sullo specifico con parole povere (parole che si trovano sui libri): Se tu stai fermo alla stazione e un treno ti passa a fianco, lui si muove in riferimento a te, dunque entrambi i corpi si muovono, benché tu non ti sia mosso di un millimetro. Questo ragionamento (sillogistico) è matematico e assurdo. Pretende di negare una realtà di fatto, una realtà valida sia per chi si trova nel treno, che sa di muoversi e sa che tu stai fermo, sia per chi sta fermo, poiché sta fermo e basta, rispetto al treno ma anche rispetto alla stazione e anche rispetto alla Terra, che si muove e se lo porta appresso, poiché pur muovendosi porta appresso un individuo, appunto, fermo.

La scienza che si occupa dell'universo, invece, è puro divertimento, spreco di soldi e fatica, per non ottenere nulla di concreto. Le stelle sono belle, sapere che esistono i buchi neri e altri pianeti fa sognare gli scrittori si fantascienza, ma... a cosa serve? Per mandare i satelliti in orbita, certo. Questo può anche andare. Ma perché spendere soldi per costruire telescpoi che facciano vedere cose lontane anni luce? Fra 5 miliardi di anni il sole esploderà, dobbiamo cercare un pianeta su cui continuare a vivere. Fra 5 miliardi di anni non solo saremo morti, resuscitati e rimorti, ma probabilmente potremmo non esistere più come razza. Gesù Cristo e Dio saranno già venuti per il Giudizio Universale, staremo tutti a Giosafat, al sole non bada nessuno.
Magari le auto e le industrie avranno inquinato abbastanza da distruggerci, i numerosissimi satelliti mandati in orbita pioveranno, infuocati, sulle nostre teste, o un meteorite gigante si schianterà sulla terra - i dottissimi film insegnano che non si può fare niente per evitarlo, visto che quando appuri il pericolo è troppo tardi.
Allora ci sarebbe da chiedersi: a cosa sono serviti tutti quei calcoli inutili, a cui oggigiorno tutti dànno una tale importanza? A cosa serve contare le pecore invisibili? Forse sarebbe il caso di togliere alla scienza questa maschera di estrema necessità che molti vogliono affibbiarle. No?

Una pecora invisibile

domenica 9 dicembre 2007

Svago domenicale: Immigrant song


Per lo svago domenicale di questa settimana: Immigrant song, dei Led Zeppelin. Magari qualcuno, leggendo questo titolo, dirà: "E chi la conosce, sta canzone?". E invece no. La conoscono tutti, fa parte di quelle canzoni storiche di cui la gente non ricorda il titolo né il compositore. Vi incollo il testo della canzone, ché è legato stretto stretto al fantasy, in un certo senso, dal punto di vista storico. :)


Ah  ah
We come from the land of the ice and snow
>From the midnight sun where the hot springs blow.
The hammer of the gods
Will drive our ships to new lands
To fight the horde singing and crying:
Valhalla I am coming!
On we sweep with threshing oar
Our only goal will be the western shore.
Ah ah
We come from the land of the ice and snow
>From the midnight sun where the hot springs blow.
How soft your fields so green,
Can whisper tales of gore,
Of how we calmed the tides of war.
We are your overlords.
On we sweep with threshing oar,
Our only goal will be the western shore.
So now you'd better stop and rebuild all your ruins,
For peace and trust can win the day
Despite of all your losing

sabato 8 dicembre 2007

L'importante è crederci

Quest'oggi il Duca mi ha inviato il link di questo articolo. Ho letto un po' distrattamente, poi però leggendo leggendo ha attirato la mia attenzione. Insomma, state per leggere un posto ad alto livello di sarcasmo, vietato ai minori, e se siete fan sfegatati della Troisi, vi prego, non leggete.

L'articolo è tratto da Donna Moderna. Si parla della Troisi. L'articolo è di Antonella Trentin.

Capelli neri cortissimi, da maschietto. Uno stile minimalista, easy, di chi non perde tempo a truccarsi e usare il phon. [e di chi dovrebbe cominciare a farlo] Ha la testa troppo occupata a studiare le stelle e lasciare galoppare liberi i pensieri. Licia Troisi, 27 anni, astrofisica di giorno (lavora all'Agenzia spaziale di Frascati) e scrittrice di notte o nei lunghi viaggi in treno, è così: essenziale. [magari per scrivere libri apprezzati da tutti potrebbe cominciare scrivendo di giorno, alla scrivania] Non una scrittrice qualunque, ma la regina del fantasy made in Italy, 600 mila copie vendute, sei libri in quattro anni. L'ultimo, il terzo episodio della saga Le guerre del mondo emerso: Un Nuovo Regno (Mondadori), appena uscito in libreria e già avidamente letto da una schiera di adolescenti, ha spazzolato 80.000 copie in una settimana. ["da una schiera di adolescenti", avete letto bene] Il successo di Licia è un mix di bravura e fortuna [molta fortuna], un po' com'è accaduto a J.K. Rowling, madre separata che, scrivendo libri per la figlia, ha creato Harry Potter, o Christopher Paolini che a 15 anni, nella solitudine di una vallata nel Montana, ha immaginato le peripezie di Heragon e le ha riversate in un bestseller. [Già paragonarla alla Rowling è azzardato, ma poi mi scrivi Heragon... Hai preso l'acca in prestito da Arry Potter?]

Nel suo caso, Licia, com'è andata?
"Ho cominciato a scrivere da piccolissima, a otto anni avevo già realizzato il primo romanzo [brava la pampina] e i miei genitori me l'hanno fatto rilegare. Ora è in quello scaffale, [quale?] là in alto [aspè che non lo vedo] nella libreria [ah eccolo, trovato]. Poi al liceo ho tenuto un diario, ho buttato giù qualche poesia. Ma ero sempre alla ricerca di una trama complessa, che tardava a manifestarsi [tardava? Devo supporre che poi è arrivata?].

Quando è accaduto?
"Avevo 21 anni, ero iscritta a fisica, e finalmente nella mia mente ha preso vita il mondo delle terre emerse, una saga dove si consuma l'eterna lotta tra il bene e il male [madò, che storia, mai letta], e l'eroina è una donna, Nihal. Ho impiegato un anno e mezzo a scriverlo, alla fine ho partorito 1.200 pagine [eh già , l'aborto è peccato... ma in questo caso sarebbe stato un atto di misericordia, credimi]".

Caspita [ti sta prendendo per il culo, Licia, attenta!]. E cosa ne ha fatto?
"Come ogni scrittore giovane e ingenuo l'ho spedito a una grande casa editrice. Nel mio caso, la Mondadori. E, con enorme sorpresa, Sandrone Dazieri, editor della letteratura per ragazzi, quattro mesi dopo mi ha telefonato per incontrarmi". [ha sbagliato numero, secondo me]

È vero che lei ha iniziato a scrivere per stupire il suo fidanzato? [si commenta da solo]
"Non esageriamo. [ci vuole ben altro per stupire il fidanzato di Licia Troisi!!] È vero che lui è sempre stato il primo lettore delle mie opere. Oggi è mio marito ed è astrofisico come me".

Che c'entrano pianeti e stelle con il fantasy? [Me lo chiedo anch'io]
"Tra scienza e letteratura esistono molti punti di contatto: in entrambe servono intuizioni, capacità di cogliere il nesso tra eventi diversi e metodo, molto metodo. Io m'impongo di scrivere un certo numero di pagine ogni giorno, faccio degli schemi per organizzare con coerenza la trama". [Eh, d'accordo, ma che c'entra col fantasy?]

Come mai i protagonisti-eroi dei suoi romanzi sono sempre donne: Nihal e Dubhe?
"Perché in ognuna metto dentro una parte di me stessa. Forza fisica e fragilità di carattere, per esempio". [...]

Via, lo racconti a qualcun altro! [Brava Antonella!]
"E invece è proprio così. Sembro una donna forte a prima vista [davvero?], invece ho le mie debolezze. Nihal rappresenta la mia adolescenza [per gli déi, che brutta infanzia hai avuto], una certa tendenza ad autocommiserarmi [...], a piangermi addosso [...]. Dubhe esprime la mia indecisione: ogni tanto mi impantano nelle difficoltà delle vita e non reagisco subito con vigore".

Fragili ma combattenti vittoriose?
"Esatto. Perché ciascuna attraversa un percorso educativo, cresce, si irrobustisce dentro". [qui l'unico (valoroso) combattente è il tuo fidanzato]

E lei: scrive di fantasy per evadere dal grigiore della realtà? ["ne avrebbe bisogno", aggiungilo, Antonella!]
"Per nulla. [Mannaggia] So che alcuni lettori del genere sono mossi da questo bisogno [questo impellente bisogno]. Io no [Mangia meno frutta cruda o usa Duphalac!]. Cerco di rendere credibili le vicende esistenziali dei miei personaggi, ma se dalla trama si tolgono draghi e mezz'elfi, i miei romanzi potrebbero svolgersi anche adesso". [ma anche no]

Da uno a dieci quanto ama il suo mestiere di astrofisica?
"Dieci. Il cielo ti regala un senso di meraviglia e di smarrimento che ti costringe a indagarlo. Ti sembra di perderti in un altro universo mentre invece è proprio questo qui, il nostro. È un po', spero, quello che accade ai lettori delle Guerre del mondo emerso". [... L'importante è crederci.]

*Piccola nota al post: Non ho nulla contro Licia Troisi, che sicuramente è una bravissima persona. :)

mercoledì 5 dicembre 2007

Pubblicare online


Qualcuno ha la malsana idea che i racconti pubblicati su internet siano o brutti, o di scrittori che non sono riusciti a farsi pubblicare. Aho! Macché! Di solito non prendo una posizione precisissima, nei post, per lasciar spazio al dialogo costruttivo piuttosto che al litigio (tuttavia quest'ultimo, visto come esercizio lessicale, è sempre produttivo! :).
Metto in chiaro come considero e cosa penso della pubblicazione online: la pubblicazione online è essenziale. Anzitutto uno scrittore a 360°, secondo me, dovrebbe saper dare importanza alla propria personalità e alle proprie opere. Farsi un sitarello o un blogghetto, pure brutti, è già un ottimo inizio. Diffondi i tuoi lavori, se sei fortunato leggi dei commenti, se sei strafortunato ricevi commenti costruttivi, e così ti fai conoscere. Quasi in ogni casa c'è un computer, e oramai, uno dopo l'altro, tutti si collegano a Internet (altre bollette e soldi da sganciare, mannaggia a sto governo di vecchi scemi!): così è molto più facile farsi conoscere.
Dato che alcuni scrittori, pubblicati e anche famosi, hanno pure loro un sito/blog/quellochemin**iahanno, noi scrittori inpubblicati abbiamo l'opportunità di visitarli, di scambiare opinioni, e anche di poter ricevere, un giorno, una visita da parte dello scrittore!
Penso che tutti gli scrittori (artisti in generale, musicisti, poeti...) dovrebbero avere un loro spazio web, aggiornato e commentabile.

Perché non pubblicare on line? Perché noi scrittori che perdiamo tempo ad aggiornare blog e scrivere racconti per questo o quel sito o forum, dovremmo essere "scrittori frustrati che non hanno mai pubblicato"? Non sarà magari che chi ci (e dico ci) affibbia questo epiteto altri non sono che rosiconi nullafacenti, privi di fantasia e volontà di scrivere, apertura mentale e applicazione informatica per farsi conoscere e scambiare idee?
Sarà forse che pubblicare online ciò che si è scritto con passione e per amor dell'arte, senza quei fini editoriali che si pensano secondari, sta scomodo a chi, invece, un vero scrittore non è?

lunedì 3 dicembre 2007

Sulla scaletta e altre diavolerie

Per scrivere un romanzo ci vogliono due cose: fantasia e un minimo di conoscenza linguistica. La prima non è necessaria visto come va il mercato (ma io sono anticonformista e moralista, quindi se non avete fantasia andate a quel paese e dimenticate di scrivere racconti! via! via!), la seconda è indispensabile. In aggiunta a questi due elementi essenziali, c'è una cosa che agevola grandemente la scrittura di un racconto/romanzo: la scaletta.
Un esempio di organizzazione, direttamente dal sito di Andrea D'Angelo (per rimanere in tema fantasy, ma vale anche per tutti gli altri generi, che il fantasy in realtà controlla a vostra insaputa).
I pregi e i difetti della scaletta.

Pregi
. In verità la scaletta è molto utile. Consiglio di farla prima di cominciare a scrivere. Createvene una e non cominciate a scrivere finché non l'avete ultimata. Nell'organizzazione del racconto, potete inserire la trama per esteso, commentata, un elenco dei personaggi, in modo da conoscerli meglio, e una cronologia degli eventi. Quest'ultima è utilissima: quando scrivete, seguendo la cronologia non rischiate (gravi) nodi nella trama. Nel complesso, avrete l'impressione di aver creato l'impalcatura del racconto. Ed è già una grandiosa sensazione.

Difetti. Primo, la sola idea di creare una scaletta vi fa crescere una barba biblica (donne incluse). Secondo, se avete molta voglia di scrivere, per Giove, scrivere, avrete un'emorragia generale che comprenderà tutti gli orifizi. Perché la fantasia viene scrivendo e vivendo gli eventi coi personaggi, non programmando tutto prima. Questa è roba da ingegneri malati. Inoltre, se nella scaletta programmate, per esempio, tre eventi principali in una scena, è probabile che vi ritroviate a scrivere senza sapere come cominciare, pur avendo un'idea precisa di cosa dovrebbe accadere.


Ho iniziato proprio ieri o avanti ieri un nuovo racconto lungo. Per evitare di scriverne metà e poi fermarmi per paura di fare errori o incappare in incoerenze e altri incubi, ho preparato la tremenda scaletta (3 pagine), ciò messo massimo due ore. E ho scritto dieci pagine in una giornata. Non male, conoscendo i miei tempi!

domenica 2 dicembre 2007

Svago domenicale: War Inside


Lo svago domenicale di questa settimana, ancora una volta musicale, mi rende anche mecenate! Si tratta di una canzone degli Overcharge (questo è il loro spazio, c'è qualche foto e due canzoni). Gli Overcharge sono una garage-band, ma fanno progressive metal (chi vuol farsi un'idea del prog vada qui), e non solo le loro canzoni mi piacciono un casino, ma sono tecnicamente rispettabili, superiori di gran lunga alla musica che passa la tv o la radio (pensate alla merda che c'è in giro, per gli déi!).
Citando le info sul video: "Esibizione degli OVERCHARGE al 5° South's Cheyenne dove hanno presentato 2 pezzi inediti." Cliccate play e sentitevi la canzone. Se poi siete così disgraziati da voler abbandonare la pagina, almeno pensate alle gnocche che ballano sulla pedana durante il brano. :P