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venerdì 10 aprile 2009

Viaggi e terremoti


Durante questi giorni sono stato in viaggio in Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia, e ho visitato Auschwitz.
Il viaggio è stato infernale, per il semplice fatto che per arrivare fino a Tarvisio son passate 16 ore di viaggio, in un pullman a due piani, dove non si respirava - non capisco ancora perché l'autista ogni tanto spegnesse l'aria, mah.
Vorrei poter dire che i paesi dell'est Europa sono interessanti, belli, e consigliare a tutti di visitarli.
Ma non è così.

Bratislava è una città orribile. Mi spiace dirlo, ma è così. La gente non sa parlare inglese (in tutti i paesi slavi sembra essere così), e coi loro occhietti chiari e il viso scavato e squadrato sembrano architettare qualcosa di brutto. L'albergo in cui sono stato, a tre stelle, ne valeva 1½. La gente del luogo sembra criminale, e l'unica parola che quei tipi conoscevano, mentre camminavamo per la strada (di sera), era "Fuck you", e lo dicevano ridendo. Mah. Qrwa mac.
Campagna polacca. La casa più lussuosa che ho visto.

Le case in periferia sono delle baracche: le assi di legno sono tutte storte e si capisce che sono state montate alla bell'e meglio, una ad una. Sembra che con un calcio crollerà tutto. E davanti alle case c'è un orticello, terra scura, delimitato da una staccionata, anche questa instabile e approssimativa. In quelle campagne sperdute, deserte, ho visto più di qualcuno che zappava la terra del suo orticello, e qualche bambino seduto sul terreno. Dicono che in Ucraina c'è più miseria.
Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia non sono molto diverse. La Polonia sembra più "avanti", ma non di molto. O almeno, solo Cracovia sembrava una specie di Roma, con meno turisti.
Brutta esperienza coi taxisti. Tutti stronzetti cogli occhi azzurri, malvagi, che per fare un paio di kilometri ti facevano sborsare 30 zloty. Uno di questi mi è sembrato che stesse taroccando il tassametro, allungando un dito furbetto dalla mano poggiata sul cambio. E facevano tutti finta di non capire quello che dicevo. Non sarò un asso in inglese, ma ho cercato di esprimere un concetto in mille modi. "Is it near?", "Is it far?", "Does it need much time?". Insomma, mi so' arrangiato, ma loro mi guardavano ebeti e borbottavano qualcosa nella loro fottuta lingua, come per dire: "Boh, non ho la più pallida idea di cosa tu voglia dire, guido e basta".

Auschwitz. Potrei dire tante cose, ma a che serve? Posso solo mostrarvi alcune foto.
Il paesaggio di quelle regioni.

Auschwitz Birkenau, ingresso. Ridere non fa, soprattutto se immagini che come tu ci stai andando per visitarlo come turista, qualcun altro, da quei binari, lo vedeva avvicinarsi e sotto sotto sapeva che ci sarebbe rimasto. Morto.
Quelle recinsioni elettrificate facevano un certo effetto. E anche gli edifici, nati per essere "tranquillizanti", non lo erano affatto. E neanche il mio brutto muso lo è tanto.

Ebrei che ostentano la stella di David, seduti sul terreno su cui sono morti migliaia di altri loro fratelli. La guida ha detto che effettivamente non apprezzava molto questi ebrei che vanno ad Auschwitz avvolti in quelle bandiere. In effetti la cosa è sembrata fastidiosa anche a me. Non so spiegarmelo, però.
C'era una strana atmosfera, e avevo deciso di scattare una foto al sole nascosto. In quel momento la guida ha alzato la mano. Non ricordo cosa stesse dicendo, ma la foto che ne è uscita è strana. Inquietante.

L'Austria è un paese del tutto diverso. Vienna, ricca di arte, persone educatissime e rispettose, che sanno parlare inglese. Era un piacere chiedere informazioni, anche solo per parlare con qualcuno della città.
Chiedo perdono, ma non ricordo il nome di quell'enorme monumento. Questo è un particolare che mi ha colpito. Comunque sia, si trova nei pressi di Shmerling Platz.

Guarda su.
Idem.

La notte del terremoto io ero sveglio, in camera con amici. Ho passato almeno tre notti senza dormire. E le altre tre notti ho dormito sì e no 3 ore. In pullman mi addormentavo mentre la gente mi parlava, e sognavo o avevo le visioni, non saprei. Di sicuro lucido non stavo.
Ad ogni modo, vediamo sul notiziario internazionale la notizia, "Earthquake in Italy", "Some victims reported", "Epicentre in l'Aquila". Allora decidiamo di rompere le scatole e svegliare gli altri amici. Non sapevamo che la cosa fosse così grave.

martedì 24 marzo 2009

Il cammino di Santiago?


Ho un file, insieme ai racconti, chiamato Quaderno.odt. È un documento in cui scrivo quello che penso, una specie di diario. Visto che quello che volevo esprimere in questo post si trova lì, lo riporto di seguito - omettendo solo alcune cose private che riguardano me o altri.

Lunedì 23 marzo 2009

Quest'idea del cammino di Santiago mi ha preso e mi ha ritardato il sonno ieri notte. Non facevo altro che pensare a come potrebbe essere vagare per la campagna ispanica in un cammino così antico.

Sto leggendo Il cammino di Santiago di Paulo Coelho, e per profondo è profondo. Oggi pomeriggio ne ho letto una trentina di pagine e ho cominciato a sentirmi stanco. Mi ha dato tranquillità, questo è sicuro. Mi sono messo a letto con il plaid addosso, ho continuato a leggere e dopo ho chiuso gli occhi [ detto in questo modo sembra che il romanzo non fosse così emozionante, lol!]

Ora anche dal punto di vista artistico mi sento come vuoto, ho qualcosa da esprimere ma devo prima viverla, questa cosa. Domenica ho visto Into the wild: probabilmente quel film, più tutte le informazioni sul cammino di Santiago, insieme, mi sono entrate in testa senza lasciarmi. La cosa strana è che non era proprio in programma, fare il cammino quest'estate. La molla è scattata non appena io stesso ho detto (in una conversazione con ***):


[13.37.04] - Federìco'l: invece, chennesò, il belgio, che è un posto bellissimo dal punto di vista naturale, è ultra moderno autostrade, super strade tutto perfetto, tecnologico mi attira di più il cammino di santiago, a sto punto sisi_
[14.36.04] ***: anzi andare a san cosimo [santuario a un paio di kilometri dalla mia città, meta di "pellegrinaggio" durante il periodo estivo]
[14.36.10] - Federìco'l: ahahahah

(...)

E invece l'idea è nata ed è germogliata. (...)

Ora mi aspetta il viaggio in Polonia (Repubblica Ceca, Austria, Slovenia, tutti bei paesi...). Eppure qualsiasi posto sia, se si viaggia mi attira. Ah, se potessi viaggiare sempre! Sarebbe magnifico poter prendere zaino e borsa e andarsene in giro, pochi soldi, tanto tempo.

Dopo tutto, quello che ha fatto Chris MacCandless io lo comprendo benissimo. È la stessa cosa che farei anche io, sbrigare tutti gli impegni e poi partire, senza mappe o denaro, ma con un quaderno, dei libri e il necessario.

Tutto il resto, paragonato a una vita girovaga, perde senso. Se penso a me sul cammino di Santiago, sudato e stanco in mezzo alla campagna, mentre a *** si divertono in spiaggia, ai locali, o in giro, mi rendo conto che quella che viviamo non è vita, ma una pseudo-vita. Una specie di pausa, di sala d'attesa, finché non viviamo realmente viaggiando, facendo un'esperienza diversa che rompa la routine o tutto ciò che in noi è, in un certo senso, saldo – come le idee, le sicurezze, il modo di pensare.