mercoledì 20 gennaio 2010

Impressioni: Avatar (e il cine-3D)


È il fenomeno di questo periodo.
Non è ben chiaro il perché di tutta questa notorietà. Me lo sono chiesto prima di vederlo, e me lo hanno chiesto dopo che l'ho visto.
Non è un brutto film, anzi. Ho letto qualche recensione in giro per il web, e tutto sommato il giudizio sul film si può risolvere così:
Ha una trama abbastanza banale, simile a Pochaontas o L'ultimo samurai. Però è reso bene ed è figo. Va visto.
La trama.
Siamo nel 2154, i marines sono diventati "mercenari" più che soldati, e si sono insediati sul pianeta Pandora per estrarre un minerale prezioso. Jake Sully, il protagonista, un ex marine disabile, viene svegliato dal criosonno per rimpiazzare il fratello - assassinato - nella guida del suo Avatar, un corpo d'aspetto alieno "coltivato" in laboratorio e comandato dall'esterno. L'Avatar consente all'esercito di entrare in contatto con gli abitanti del pianeta, conoscerli e convincerli ad abbracciare la civiltà (terrestre).
Tuttavia gli indigeni rifiutano l'aiuto umanitario, e combattono i terrestri che, arrivati sul loro pianeta, distruggono tutto per l'estrazione delle risorse, il cui maggiore giacimento, purtroppo, si trova proprio sotto al loro villaggio, nella zona sacra.
Il compito di Jake Sully è quello di apprendere i loro costumi e convincerli a spostarsi prima dell'arrivo delle macchine, evitando lo sterminio.
Tuttavia...

Sì, la trama non è il massimo. Anzi. Costituisce però un bel pretesto per mostrare Pandora, che in pratica è una sorta di mega foresta equatoriale, fitta e ostile, sebbene ricca di flora e fauna assai pittoresche.
Una nota di merito va all'estetica. Animali bizzarri, piante fantasiose bioluminescenti, montagne sospese nel vuoto. Purtroppo non viene spiegato nulla di tutto ciò, ma apprezziamone comunque il risultato finale.
Interessante è l'idea dei collegamenti sinaptici tra piante e indigeni, nonché l'idea del grande Albero-computer che trasferisce dati (i ricordi degli avi immagazzinati in pratica nella flora del pianeta). Così come l'estremità dei capelli degli abitanti di Pandora, che presenta dei pistilli che si legano a un po' tutto. Ho trovato un po' squallida questa cosa - si badi bene, io l'ho trovata poco emozionante, non dico che lo debba essere -; cavalcano i cavalli collegando la propria treccia con un tentacolo dell'animale, e dirigendoli col pensiero. Idem con gli ikran, una sorta di draghetti (piccola nota: "Non sei tu che devi scegliere il tuo ikran, è lui che sceglie te" dice un personaggio del film. Non vi ricorda niente? E se dicessi ippogrifo?)
Scorcio bucolico

Meno credibile è la colonizzazione di un pianeta abitato da alieni umanoidi già nel 2154. Non che la cosa sia impossibile. Dopo tutto, la tecnologia che ci viene presentata non è così alta. Si vedono mezzi che probabilmente possono essere costruiti oggigiorno, lavagnette a pseudo-ologrammi e simpatici mech da combattimento.
Insomma, visto il livello tecnologico raggiunto dai terrestri secondo il film (coerente per l'epoca indicata), mi sembra difficile compiere simili viaggi intestellari.
Il film è da vedere, tutto sommato. È divertente, interessante e commovente, e chi ama ricavare letture filosofiche-sociali inesistenti in un prodotto meramente commerciale credendosi critico può farlo senza difficoltà e con gran piacere, giacché il film offre vari spunti di pensiero.

L'ondata del 3D.
Da un po' di tempo molti cinema mettono a disposizione spettacoli 3D, per una visione su differenti piani, e per un'immedesimazione maggiore (cui si aggiungono le divertenti trovate, come la neve o le foglie che cadono direttamente "nella sala", o il fucile di un personaggio puntato proprio davanti al proprio naso).
Io ho visto Avatar in 3D.
Il 3D è un'ottima trovata. Esiste da tempo, in realtà, ma sembra che solo ora sia stato sviluppato in modo decente e credibile (non come le immagini sfocate in alcuni giornalini per bambini, dove ti davano in dotazione gli occhialetti con una lente blu e una rossa e vedevi i dinosauri uscire dalle pagine).
In Avatar, mentre la telecamera si muoveva tra le felci, ti sembrava di avere davanti un cespuglio; mentre pollini e foglie cadevano, ti sembrava di vederli davvero nella sala; la posizione dei personaggi, degli oggetti, era ben distinta rispetto a un normalissimo film.
Ma... Sembra che il cinema 3D sia un neonato deforme.

1. Non ho visto centinaia di film in 3D per poterlo assicurare al 100%, ma una cosa è certa: in Avatar (così come in tutti i film credo) il 3D è stato aggiunto in un secondo momento, applicato sulla pellicola a riprese terminate. Ma, allora, a cosa serve rendere 3D le foglie che cadono e farle apparire reali in un momento, quando in un altro momento solo il protanogista è a fuoco, e tu mi sbatti in faccia roba 3D sfocata? Mi spiego meglio. Un'immagine vale più di mille parole:
(due diversi livelli di messa a fuoco - clicca per ingrandire)

Vedete la prima immagine? Ecco, invece dei palazzi metteteci un tale. La telecamera è tutta per lui: tutta la sua persona è ben chiara, il resto del mondo non conta. All'improvviso arriva una specie di pianta eterea, bianca, che galleggia nell'aria (in Avatar). Ne abbiamo viste anche prima, ed è stato fantastico. Ora però che il tale è a fuoco, vediamo sì uscire la pianta eterea dallo schermo, ma sfocata! È una maledetta macchia bianca che ci galleggia davanti al naso!
Noi abbiamo pagato 2€ in più per il 3D, abbiamo indossato gli occhialetti tamarrissimi - un martirio se, come me, siete dei quattrocchi e dovete mettere gli occhiali 3D sopra a quelli da vista -, e ora vogliamo vedere questa fottuta roba cadere nella sala come fosse vera. Altro che macchie bianche!
Immaginate di vedere il gattino e l'elefantino della foto uscire dallo schermo. Però sfocati. Credibilità zero.
Questo mi fa capire che l'effetto 3D non è altro che una stupida modifica nei colori fatta sulla pellicola - se vi togliete gli occhiali vedete come due immagini sovrapposte laddove con gli occhiali vedreste un piano di profondità aggiuntiva).
Soluzione: invece di trasporre la pellicola in 3D là dove capita, perché non aggiungere col computer particolari 3D ex novo? Voglio dire, se è un'esperienza diversa, e se proprio bisogna perdere tempo nel modificare la pellicola, tanto vale farlo seriamente, no? Appiccicare dei dettagli che nella pellicola non-3D non ci sono.
2. La luminosità dello schermo del cinema è scarsa. È l'effetto cinema, appunto. Ed è anche uno dei motivi per cui preferisco vedere un film al computer. Ma il fascino misterioso del cinema consiste anche in questo. Compare l'avviso: dobbiamo indossare gli occhiali. Ci fregano, parte una pubblicità. Ce li togliamo, torna l'avviso, li rimettiamo, parte il film e... che succede? La proiezione, già scura di per sé, perde altra luminosità attraverso le lenti 3D.
Soluzione: niente luminosità scarsa nelle proiezioni 3D. Aumentatela, perdiana! Tanto gli occhi bruciano lo stesso alla fine del film, tanto vale...
3. Gli occhi bruciano un po' durante la visione, già.
4. Quat... wait for it... tro.
5. Durante la visione, cose che sarebbe bello fossero in 3D non lo sono. E viceversa. Vediamo su più piani personaggi che dialogano, e poi arriva un'inquadratura pazzesca di un paesaggio e niente 3D. Eddai!
6. Il prezzo per il 3D non ha senso. L'aumento che paghi credo corrisponda al lavoro fatto sulla pellicola per l'aggiunta del 3D. Ma non ha senso. Le due proiezioni dovrebbero essere uguali, quanto a dignità. Il privilegio di avere degli affari sul naso e gli occhi che bruciano non credo valgano più di una comodissima visione standard.
Al cinema dove ho visto il film - Multiplex di Chieti, ecco l'ho detto, ora voglio essere pagato per la pubblicità - il biglietto costa se non erro 6.50€. Un furto ignobile. Per fortuna in certi giorni, in certi orari, e per certi sessi in certi giorni (non sto scherzando), il biglietto costa di meno. 4.00-4.50€. Quindi, vedere un film in 3D costa 6.50€ se rientri in una delle categorie precedenti. Altrimenti costerebbe 8.50€.
Ora, io non vado al cinema perché so che la maggior parte dei film che dànno non mi esalteranno più di tanto, per cui è preferibile vederli con calma in casa, in streaming o scaricati da megaupload/rapidshare (SIAE beccati questo!). Se vado al cinema e scopro che il film non mi piace, e ho speso 8.50 per avere un'esperienza incredibile con un viaggio 3D, cosa faccio? Mi metto a piangere? Chiedo indietro i soldi?
O mi compro un quadratino di LSD e ho un'esperienza di euforia e allucinazioni di 12 ore? Non so quanto costi l'LSD, ma ammesso che costi il doppio di un biglietto per uno spettacolo 3D, sarà sicuramente un investimento migliore. O no?

sabato 2 gennaio 2010

[post-parodia] Steam-Condom e aggiornamenti

Dopo l'eccitante articolo sulle viti quadrate prussiane del 1845 in sincronia col famoso impianto manovellare a ingranaggio multiuso Van Damme, su richiesta oggi vedremo il condom steampunk. Ho atteso che la mia amata Gamberetta trattasse l'argomento prima di me: non volevo precederla, sebbene avessi l'articolo pronto da un mese ormai. Gamberetta ti amo! ♥

In realtà l'uso del condom a vapore non è una prerogativa degli inizi del XX secolo: se ne trovano tracce già prima del 1850. L'ebreo naso adunco Baruch Alon, rubando il progetto dell'impianto tubistico pneumatico londinese, creò un prototipo di steam-condom. Sebbene la struttura iniziale comportasse qualche difficoltà nei rapporti, da giudeo malvagio qual era riuscì a specularci, ottenne un gran numero di vendite e brevettò l'articolo.
Baruch Alon sulla prima pagina del Der Stürmer. Guardate il suo ghigno malefico: compiaciuto, vuole conquistare il mondo avvelenando gli ariani uccelli attraverso gli steam-condom, cospargendoli di spore giudaiche.

In seguito, il modello di steam-condom venne migliorato con un sistema idraulico, schede perforate, sospensioni a molla e un comignolo per gli scarti della carburazione.
Un modello quasi definitivo di steam-condom. Il foro sulla destra è la cavità in cui andrà a finire il comignolo.

E ora, un po' di teneri coniglietti.


Ultimi aggiornamenti sugli ebook.
L'ultimo trimestre ha segnato un record notevole rispetto a quello precedente, nella vendita egli eBook. Dai 50 milioni di dollari del mese scorso, il mercato americano degli eBook ha totalizzato 58 milioni di dollari. Un record significativo, con un incremento del 240,25% rispetto ai risultati di due trimestri fa, e del 75,4% rispetto alla seconda settimana del secondo trimestre dell'anno scorso.
Vediamo l'andamento di quest'ultimo periodo con un po' di grafici di cui non si capisce un cazzo.

Secondo le mie previsioni:
1. Entro un anno, tutti possiederanno un supporto su cui leggere eBook e file di testo.
2. Fra un paio d'anni, l'editoria morirà, gli scrittori scarsi pure, e l'eBook sarà l'unico mezzo di diffusione culturale esistente, mentre noi daremo fuoco ai libri e danzeremo attorno ai falò.
3. In meno di dieci anni, tutti avranno una barba rossa, la passione per le idee imperialistiche ottocentesche e l'oplologia, il feticismo per i conigli e un interesse morboso per i dati statistici degli eBook.
4. Quattro.

Novità sugli accessi al sito:
Dalle 200 visite giornaliere del primo anno, e le 350 del secondo, secondo php-stats sono arrivato a quota 24102. E per la mezzanotte prevedo almeno 30000 visite. Secondo i referer le keyword più ricercate sono:
  1. Oplologia
  2. Mutandine
  3. Tette
  4. Quattro
  5. Baionette
Ho come lo strano presentimento che il 60% dei visitatori arrivi qui per quelle sparute immagini di Hentai, Jenna Jameson e figate steampunk e non leggano nemmeno quello che scrivo. Ma chi se ne fotte. Meglio di niente.
Datemi un euro, che sto col culo a terra.



Il Duca attende ansioso le mutandine di giovani, bagnate fan dello steampunk e delle baionette. È tuttavia preferibile ricevere le mutandine di Gamberetta, che indosserò. Gamberetta, I ♥ you!


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