giovedì 24 aprile 2008

Tornato in patria

Sono tornato!
Sembra ieri, che scrivevo il post d'addio. E invece sono tornato, intatto. Difatti, dopo alcune turbolenze, appena l'aereo ha toccato il suolo e ha frenato fino a fermarsi, non ho potuto non gridare «Sani e salvi!» Ma continuiamo.
Il Belgio è un gran bel paese. Certo, non si può metterlo a confronto con l'Italia. Ma ciò che qui manca, lì c'è. Esempio: lì rispettano le regole, tutti. Salgono sul tram col biglietto - che fessi, tanto il controllore non c'è mai. Non passano col rosso, nemmeno i pedoni, anche quando non c'è una macchina a chilometri di distanza.
Tuttavia si fanno pagare anche l'aria. Tutto costa un sacco, e per pranzo mangiano panini (surgelati) "imbottiti" - si fa per dire - con mortadella (surgelata) e formaggio (surgelato) e qualsiasi altro ingrediente (surgelato), inumidito di nutrientissima maionese o ketchup. 3.90 € per un Chicken Cajun, un panino che mi sembrava raccomnadabile...: sapere che kip è pollo e kaas formaggio basta per sopravvivere. Ho molto apprezzato un brodo particolare con cipolla, verdure (che in verità non avevo neanche notato), e pezzi di pollo (kip, kip, kiiip!).
Un giorno ho chiesto dove fosse la fontana più vicina per poter riempire la bottiglia, e mi hanno risposto: «Hai intenzione di bere l'acqua delle fontane...?» alludendo ai monumenti. Mi hanno poi spiegato che se vuoi l'acqua, in Belgio, vai e la compri. Manco quella del rubinetto. Sob.
Un po' un problema per un tirchio come me.

Dire che i nordici sono freddi è scontato. In realtà è vero fino a un certo punto. Non gesticolano, non urlano e non danno pacche come noi italiani, ma è solo questione d'influenza. L'ultimo giorno addirittura ho trasportato uno di loro (abbastanza timido) a cantare al karaoke (addirittura!). Agli altri, invece, ho dimostrato l'affetto italiano - pacche, prese in giro e abbracci.
Mi mancano già tutti; le quattro ore di filmati, con la mia instancabile handycam, non sono state abbastanza. Spero di poter tornare.

Un fatto curioso.
Mi trovavo in una piazza, a Bruxelles, con gli altri amici. Uno di loro va a chiedere da accendere a un gruppo di ragazzi seduti contro la statua al centro della piazza. Torna da noi e dice che sono svedesi, hanno perso l'aereo e stavano aspettando lì... Erano in viaggio, stavano facendo il giro dell'Europa.
Credo sia una cosa tanto folle quanto geniale, il giro dell'Europa. Dal gusto un po' bohemien...
Ci sto facendo un pensierino.

domenica 13 aprile 2008

La via prosegue senza fine, lungi dall'uscio dal quale parte...

Arrivederci! Me ne vado in Belgio! - "e non tornare mai più!", dirà chi mi vuol male, tie' tie', vi faccio tutte le corna che meritate, bastardi!
Come avevo accennato tempo fa, vado per 10 giorni in Belgio. Non porto la macchina digitale - perché è rotta, principalmente -, ma sto portando la videocamera (evvai!), così farò ore e ore di filmati. Se ce ne sarà qualcuno interessante, perché no, potrei anche metterlo qui, chi lo sa?
Ci andrò in aereo, e per questo motivo lascio questo post con una canzone che, al limite, se dovesse accadere qualcosa... (corna e toccate a più non posso...) sarà almeno gradevole come ricordo di me. XD
Ho voluto bene a tutti voi che avete commentato, chiedo scusa a chi mi è capitato di offendere, se ho offeso, e perdono chi mi ha rotto i coglioni con commenti trollici. Pace e amore per tutti! Volèmose bbene!

The spirit carries on, Dream Theater


Il testo:

Nicholas:
Where did we come from?
Why are we here?
Where do we go when we die?
What lies beyond
And what lay before?
Is anything certain in life?

They say, life is too short,
The here and the now
And youre only given one shot
But could there be more,
Have I lived before,
Or could this be all that weve got?

If I die tomorrow
Id be allright
Because I believe
That after were gone
The spirit carries on

I used to be frightened of dying
I used to think death was the end
But that was before
Im not scared anymore
I know that my soul will transcend

I may never find all the answers
I may never understand why
I may never prove
What I know to be true
But I know that I still have to try

If I die tomorrow
Id be allright
Because I believe
That after were gone
The spirit carries on

Victoria:
Move on, be brave
Dont weep at my grave
Because I am no longer here
But please never let
Your memory of me disappear

Nicholas:
Safe in the light that surrounds me
Free of the fear and the pain
My questioning mind
Has helped me to find
The meaning in my life again
Victorias real
I finally feel
At peace with the girl in my dreams
And now that Im here
Its perfectly clear
I found out what all of this means

If I die tomorrow
Id be allright
Because I believe
That after were gone
The spirit carries on

mercoledì 9 aprile 2008

Tecniche di scrittura: Punti di vista (& personaggi)


Per Punto di vista, pdv, (Point of view, per gli anglofili, abbreviato pov), s'intende di solito il "modo di vedere" la storia attraverso gli occhi di un personaggio (alla volta). In questo modo generalmente il narratore scompare, come personalità, dicendo solo ciò che accade, senza commenti, e in modo molto distaccato, lasciando il posto ai pensieri e al modo di vedere del personaggio.
Pregi: il narratore può limitarsi a rivelare solo ciò che vedono i personaggi: se Tizio entra nella città X, il narratore potrà dire che Tizio ammira l'arco d'entrata, il burrone alla sua destra, la montagna alla sua sinistra, ma nient'altro che non sia nel campo visivo/mentale del personaggio: il narratore onnisciente con la smania di raccontare tutto, invece, dirà anche che in passato la città X era appartenuta al Re Caio, che l'aveva chiamata così per questo e quel motivo, ma che in seguito un esercito di orchi-vampiri-draghi-assassini è penetrato distruggendo tutto ecc. In realtà, anche attraverso il pdv del personaggio si possono fornire queste informazioni, solo che bisognerà farle cadere dall'alto, centrando i personaggi adatti a dirle e il contesto giusto.
Difetti: sembrerà strano, ma è difficile che ciò che il narratore onnisciente direbbe a ruota libera si possa trovare nelle parole dei personaggi. Se voi entrate in una città/paesino poco lontano da dove abitate, non credo che il primo che passa vi dirà le origini, la storia ecc. Parlo, insomma, di coerenza e verosomiglianza. Ammesso che lo scrittore riesca a inserire nelle bocche giuste queste informazioni, è difficile, per verosomiglianza, che un certo personaggio ne incontri un certo altro che gliele fornisce. Mi spiego: se bisogna dare a tutti i costi delle informazioni sulla città X, affinché il lettore possa collegarle con ciò che avverrà dopo, nella trama, è molto facile incappare in situazioni assurde e inverosimili, perché il narratore non sapeva come diamine raccontare le origini della città.

Per questo problema c'è una soluzione semplice: stendere una scaletta degli eventi, in modo che non si scriva bloccandocisi proprio nel punto in cui costringiamo Caio a dire a Tizio dell'esercito di orchi-assasini ecc. Vedendo la situazione dall'alto, possiamo gestire meglio dialoghi, personaggi, eventi e tutto.

Da qui, eccomi alla ragione per cui volevo scrivere questo post. :)
La storia intera dipende dai personaggi. Mi spiego: Tizio può essere un pazzo assassino che sbava e grida, o un pazzo assassino furbo e scaltro: le due cose determinano lo svolgersi degli eventi, e non è mica una bazzecola. Ma, a meno che non si abbia già un'idea matura di tutti i personaggi del racconto/romanzo, è impossibile determinare il carattere dei personaggi senza averli prima "conosciuti". Una fredda scaletta non ti permette di descrivere un personaggio, né ti costringe a farlo parlare. Lo scrittore, insomma, il più delle volte conosce i personaggi facendoli interagire sul posto, improvvisando, in una specie di teatrino. Per questo, io suggerisco, quando si è in dubbio coi personaggi (o con la storia), di scrivere una scena inutile ai fini della trama: in questo modo si dipingono i personaggi, si fa un po' di chiarezza storia affrontandola coi loro pensieri, e via discorrendo. Se poi la scena non fa tanto schifo e può tornare utile, ben venga, la si potrà inserire tra le altre, magari arricchendola.

In linea di massima, questo è ciò che può accadere ad alcuni nello scrivere. Non mi sento di assolutizzare niente, perché le vie della scrittura sono infinite. :)

domenica 6 aprile 2008

L'Eremo di Taotor


Non so se qualcuno se n'è accorto, ma ho appena aperto un nuovo blog, parallelo al Rifugio.
Si chiama l'Eremo di Taotor. Ogni spiegazione è lì.
Questo è il link: http://eremoditaotor.blogspot.com/. Non è un sostituto né per Taotoria né per il Rifugio, è semplicemente un approfondimento. Tratterò argomenti più "profondi". Non preoccupatevi, se questo vi sembra un blog costantemente aggiornato (lol) potete stare tranquilli: l'Eremo non lo sarà - dico così, ma sono certo che lo sarà più del Rifugio, sob.
Se volete, fateci un salto. Ciao! ;)

P.S. Nell'immagine: un monastero delle Meteore, fantastiche formazioni rocciose della Tessaglia. Se non ci siete mai andati, andateci ora, quest'estate, al più presto. Cosa non darei per passare un mese lì. Peccato che è vietato addirittura filmare e fare foto.

venerdì 4 aprile 2008

Come preferiresti un fantasy?


Come preferiresti un fantasy?
Con una storia a sfondo morale. (7%)
Con una bella storia e basta.(46%)
L'importante è che ci siano gli elfi e/o i nani e altre creature. (7%)
Deve essere epico, come minimo una trilogia. (7%)
Un solo romanzo autoconclusivo, basta che mi attiri. (15%)
Una storia piena di cose strane, tecnologie, razze, magie, ecc. (30%)

Ecco i risultati del sondaggio.
Mi aspettavo che a vincere fosse la Storia bella e basta, il Romanzo singolo e la Trilogia o le Creature.

Una bella storia e basta: mi sembra scontato. L'unica cosa che il lettore vuole è divertirsi, quindi a prescindere dal tipo di storia, vuole solo aver speso bene i suoi soldi e il suo tempo. Niente generi letterari ecc., conta solo il risultato finale, e nessun corso di scrittura né alcun grande scrittore possono insegnarlo. È il fattore C.
Un solo romanzo singolo è la filosofia con cui tiro avanti da quando ho cominciato a scrivere. Una storia troppo lunga può scocciare, una troppo corta lascia insoddisfatti (ma spesso è meglio una corta, come diceva un aforisma di Oscar Wilde: La sigaretta è il modello perfetto del piacere perfetto: è squisita, eppure lascia insoddisfatti. Ecco, la stessa cosa col racconto breve XD). La virtù sta in mezzo.
Una storia piena di cose strane, tecnologie, razze, magie, ecc.: l'avevo scritta in modo abbastanza ironico, ma è arrivata seconda. Il mio primo romanzo, quello pieno di idee meravigliose che prima o poi (abbastanza presto, in realtà) riscriverò, seguiva più o meno questa linea. È interessante scoprire che il pubblico abbia voglia di un tale rinnovamento.
Deve essere epico, come minimo una trilogia. Una trilogia è, in termini di spazio, ragionevole, per ospitare una storia di una certa portata. Non indispensabile, però.
L'importante è che ci siano gli elfi e/o i nani e altre creature. Mah, era una scelta abbastanza sempliciotta, mi pare strano sia stata biffata. Sarò sincero, mi pare un po' riduttiva.
Con una storia a sfondo morale. Non necessario, certo, un po' datato, ma... ma niente. I lettori di oggi voglio l'amoralità: la società ama trasgredire, e trasgredisce: cibarsi di trasgressione fa sentire più accomunati, probabilmente - hm, di dieci miei amici, 8 fumano: dovrei farlo anch'io! Come siamo trasgressivi! Spero solo che la gente prima o poi capisca che la bellezza del mondo risiede nella "normalità", nella legge, nell'ordine, e nella tranquillità. E non sono né simpatizzante fascista né socialista pacifista.


P.S. Perché ho messo quell'immagine? Lo so, non c'entra molto col sondaggio, se non col fatto che è un'elfa. Ma, diamine, ha un corpetto sgambato e due tettone! Lo so che è solo un modello, ma andatelo a dire a tutti i visitatori che mi ritroverò ora...! XD

giovedì 3 aprile 2008

Svago musicale: Shine on you crazy diamond


«Remember when you were young, you shone like the sun»

È da un po' che mi sono fissato con questa canzone. Chiunque si sia trovato negli anni settanta senza dubbio la ricorda. Chi invece è nato trent'anni dopo, come me, l'avrà sicuramente sentita da qualche parte, in tutta la sua (misera XD) vita. Senza dubbio è storica, amatissima, eccetera eccetera, ma cavolo, è fantastica da ascoltare, ed bello andare a dormire con in testa le note di questa canzone - roba da far sbavare sul cuscino, in preda all'estasi.
Per avere ulteriori informazioni riguardo alla canzone, ecco il link per wikipedia. Ho scelto mio malgrado la versione inglese perché ha più informazioni rispetto all'italiana. Se qualche brav'uomo (o donna) non ha niente da fare, la traduca per la versione italiana. Facciamo valere la nostra lingua, ovviamente superiore rispetto a tutte le altre, con questi piccoli passi.

Ecco la canzone (presa da un video qualsiasi su youtube); buon viagg ascolto! :)



P.S. Purtroppo ho trovato solo il live, su youtube. La canzone "originale" (essendo più ordinata e "pulita") è ancora meglio!