Ai nuovi lettori, che non hanno ancora letto Blestemat: grazie per la chance che date al racconto, spero vi piaccia. La vicenda di Marco qui narrata ha un background che si trova nella parte iniziale di Blestemat, ma ho cercato di rendere il racconto quanto più indipendente possibile, o comunque godibile come one shot. Se vi piacerà l’ambientazione e i personaggi, allora potrebbe piacervi anche il romanzo, che chiarisce un po’ di più cosa succede nel mondo slavo del sud Italia, una dura e oscura realtà troppo a lungo trascurata (ed è tutto completamente vero, ovviamente!).
Ai lettori di Blestemat: mi auguro che questo racconto vi faccia rivivere un po’ di quell’atmosfera che ho cercato di infondere nella novella. È passato più di un anno dalla sua pubblicazione, e diversi lettori mi hanno scritto che avrebbe gradito un seguito. Questo è il miglior compromesso che abbia potuto trovare, al momento.
Grazie a Marco per aver curato anche quest’opera, sebbene non fosse tenuto a farlo. E come al solito, la sua cura per ogni cosa è maniacale. Sappiate che buona parte del tempo investito in questo racconto è stato sottratto anche al suo tempo libero.
Bad Trip è inteso come un divertissement di Halloween. Mantiene più o meno lo stesso registro di Blestemat, i toni sono un po’ più leggeri, e dovendosi sviluppare in un range di parole ristretto (poco meno di cinquemila), non poteva che essere una breve serie di scene concitate.
Questo è il mio omaggio per una festa che, al di là delle sue origini o del suo significato, rappresenta per il mondo della fiction un’ottima fonte di ispirazione, un’occasione per poter dare un po’ di spazio a quelle storie assurde e soprannaturali che non sempre riescono a emergere tra gli altri generi di tendenza nelle principali classifiche, come i gialli o i rosa, ma che traggono dalla giornata di Halloween tutta la necessaria magia per poter, anche solo per un giorno, essere accolti con entusiasmo, stupire e incantare.
Buona lettura!
ePub: http://bit.ly/2eKf2Jk
Kindle: http://bit.ly/2ecCCxH
Per chi vuole leggere invece Blestemat:
Amazon (Kindle): https://www.amazon.it/dp/B014GAXPD8/
StreetLib (ePub e Kindle): https://stores.streetlib.com/it/federico-russo/blestemat
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lunedì 31 ottobre 2016
martedì 25 agosto 2015
Blestemat, il mio romanzo breve

Ve l'avevo accennato che stavo scrivendo, ed ecco il risultato. In effetti, questa è una delle ragioni per cui ho trascurato un po' il blog.
Chi mi segue da anni avrà letto una vecchissima versione (cortissima, era un raccontino breve di mille parole) scritta secoli fa.
Nella postfazione c'è qualche informazione di più a riguardo.
Per farla breve: me ne esco a inizio anno con la storia "finita", di circa 25mila parole. Soddisfatto, la faccio leggere al Duca che mi dà una spinta (le sue spinte sono calci in culo, ovviamente) per migliorarla, e ne escono oltre 10mila parole in più, una struttura migliore e sviluppi più soddisfacenti.
Sono molto contento del risultato finale.
Vi riporto la quarta di copertina:
Alessandro vive a casa coi genitori, non ha un lavoro e la sua ragazza gli fa le corna. La sola prospettiva nella sua vita è di laurearsi fuori corso in Filosofia e finire a fare il cassiere al supermercato. Ma potrebbe andare peggio: quando insieme a un amico incontra in un casolare abbandonato due belle rumene conosciute su Facebook, la sua vita di merda ha una svolta inaspettata.Qui il link per reperirlo, sia in ePub che formato Kindle: https://store.streetlib.com/en/federico-russo/blestemat/
In fuga nelle campagne pugliesi, tra ulivi e masserie, Alessandro affronta streghe in grado di portare sfiga con la sola forza di volontà e finisce nel mezzo del mondo nascosto del sovrannaturale slavo. Armato del proprio umorismo nero per sdrammatizzare i disastri e con l’aiuto di un giovane macellaio rumeno dall’italiano non proprio impeccabile, Alessandro dovrà aprirsi la strada verso la salvezza a colpi di ferro da cantiere appuntito e bottiglia rotta.
Blestemat è una commedia nera con elementi fantastici: in realtà il romanzo si evolve in maniera naturale e gli aspetti comici non sminuiscono gli sviluppi o la natura stessa della storia, semmai l'arricchiscono, per cui si può considerare tanto commedia quanto thriller con elementi sovrannaturali (infatti la categoria su Streetlib è "Mistero e investigativo", non è una storia fantastica in stile Harry Potter o Game of thrones, per capirci).
Spero che vi piaccia. Credo che chi mi segue da anni avrà una bella sorpresa e potrà godersi alcune ore intense di lettura appassionata, visto che rispetto alle ultime storie pubblicate qui sul blog, anni e anni fa, nel tempo ho maturato una tecnica migliore, complice il sadismo pedagogico del Duca che, dal 2007, mi ha reso la persona che sono (cioè peggiore).
Blestemat si legge in poche ore e, stando alle comunicazioni personali dei lettori, è una storia che prende e ti induce a finirla senza fare pause. E se qualcun altro mi conferma che questa storia gli ha sottratto qualche ora di sonno pur di finirla subito, mi renderà la persona più felice del mondo.
Considerando che, dall'apertura del blog, Blestemat è di fatto la prima opera che pubblico con una casa editrice, direi che si può considerare un bel traguardo, un evento importante per la storia del blog.
Infatti, oltre alla violenza educativa del Duca, e al contributo fondamentale dei post sui Gamberi e dei commenti sul mio blog di Gamberetta (che col suo spirito critico e la sua razionalità ci ha risvegliati circa aspetti della narrativa che molti ignoravano o simulavano di non conoscere), devo molto a tutti coloro che in questi anni hanno letto non solo i miei deliri sconclusionati sul blog (soprattutto quelli dell'adolescenza), ma anche le storie che ho pubblicato. Grazie per il vostro tempo e per le opinioni che mi avete dato. I vostri nomi, i vostri commenti, sono tutti qui, a testimonianza di un cammino di crescita in cui avete avuto un ruolo centrale. Grazie!
P.S. Sembra una lettera di addio. No, il blog non chiude. È in piedi da 7 anni, e finché posso ammorbarvi con qualche cavolata, lo farò.
martedì 24 gennaio 2012
Agenzia Duca: un assaggio pratico

Come ormai saprete, il Duca ha aperto un'agenzia - Agenzia Duca - di valutazione testi, editing, consulenze e vero e proprio insegnamento alla scrittura in prosa per narrativa di genere.
Non starò qui a "presentarla". Potete cliccare sul link e leggere direttamente tutto ciò che volete sapere a riguardo.
Non esiste niente di simile in Italia, e ho seri dubbi che esista qualcosa di simile in Europa.
Conosco il Duca (virtualmente, ahimè; non ci siamo ancora visti di persona) da qualcosa come sei o sette anni, forse qualcosa di più. La sua passione per scienza, storia e letteratura non ha eguali - per non parlare di politica, economia, fiction e tutto il resto. Sa quel che fa e quel che dice, e per questo motivo è degno di fiducia. Se si mettono tutte queste qualità all'interno di una professione, allora si può star certi di essere nelle mani giuste.
La narrativa, per i più, è un po' come la politica o la psicologia. La gente ne parla e paradossalmente crede di saperne di più di chi l'ha studiata. D'altronde tutti votiamo, tutti facciamo inferenze su atteggiamenti e comportamenti altrui, e questo ci fa sentire esperti, al punto da ignorare la voce di chi è davvero esperto in materia.
L'Agenzia Duca in pratica consiste nella conoscenza acquisita da anni di studi teorici ed empirici in ambito letterario, il tutto condensato in un prodotto di altissima qualità (la valutazione, l'editing e via discorrendo) che non si limita alla "raffinazione" di un elaborato grezzo (Il mio mitiko racconto fentesi!!!1), ma in un vero e proprio corso rapido di formazione.
Ma mettiamo da parte la "promozione"; c'è chi la sa fare molto meglio di me.
Veniamo al post in questione.
Tanti anni fa, il Duca cominciò praticamente a farmi da Mecenate (o meglio, da Cicerone, o entrambi). Ero un giovanissimo scrittore fantasy che scriveva... be', come tale. Male. Inviai al Duca alcune pagine di un racconto che stavo scrivendo (avevo 15 o 16 anni) e lui me le restituì con modifiche, cancellature e "insulti" (lol). Le correzioni erano del tipo: "Perché mai un ufficiale di quel grado si reca di persona su quell'isola senza una scorta per ascoltare un nano che spiffera delle informazioni segrete sulla situazione politica del suo regno?" O ancora: "Non si capisce niente dai termini che usi per indicare le parti della nave: impara i termini adeguati o lascia perdere!"
Sono esempi banali, ma ricchi di significato. Lo scrittore fantasy (e non solo) standard, privo di un'educazione adeguata, si rifà talvolta a fiction di scarsa qualità che, unite a una mancanza di senno e di cultura, danno luogo alle schifezze che vediamo sugli scaffali delle librerie.
Il Duca, allora, era un ottimo editor (parliamo di 7 anni fa, eh!), ma al tempo stesso era lettore appassionato, cinefilo, videogiocatore e tanto altro. Grazie alla sua pazienza, al suo interesse, e alla sua fiducia, ho goduto, in questi anni, di suggerimenti e talvolta anche di piccoli editing (si noti che ho pubblicato solo racconti, in questi anni).
Il trucco sta nel saperli cogliere.
Ammetto di aver fatto spesso di testa mia. Qualche volta ho ignorato alcune sue correzioni o ho riscritto peggio di prima certe parti.
Ma tutto sta nella presa di coscienza che scrivere non equivale a buttare giù ciò che ti viene in testa (e pretendere di ricevere lodi). Scrivere bene significa informarsi e imparare per tentativi ed errori, cercando di applicare delle norme che altri hanno stabilito allo stesso modo, per tentativi ed errori.
Ignorare tali norme significa voler "riscrivere la scrittura" da zero. Un po' come voler imparare regole già note della Fisica partendo non, per esempio, da Newton, ma prima ancora, dai greci. Una follia, uno spreco di tempo e di forze, per non avere alcun risultato.
Ora, con l'approvazione del Duca, vi propongo la bozza di un racconto che ho scritto 4 anni fa. Sarà superfluo dire che da quel racconto a ora ci passa un abisso, non tanto di tempo quanto di maturazione tecnica. Le regole indicatemi dal Duca le ho apprese e applicate, ma soprattutto assimilate, al punto da non incappare più in particolari errori.
Così com'è il racconto non è affatto tremendo, ciò nonostante la correzione del Duca dimostra come un racconto accettabile possa migliorare di molto.
Inoltre, le correzioni stilistiche del Duca, motivate e contestualizzate, insegnano a non commettere più gli errori fatti (in pratica, un investimento per tempo ed energie future).
Ho convertito il file in un pdf, raggiungibile cliccando qui.
Buon divertimento.
domenica 23 ottobre 2011
Impressioni | Le porte di Anubis, di Tim Powers

Le Porte di Anubis può non piacere come tipo di Steampunk (a me piace pochissimo) ma è Steampunk per definizione perchè la definizione di Steampunk è NATA per indicare quel libro e un paio di altri. Il fatto che sia science-fantasy non retrofuturistica invece di fantascienza retrofuturistica lo rende diverso, ma anche quello è Steampunk. E perlomeno quel libro ha lo spirito delle opere Steampunk, a differenza delle porcate che gli editori sfornano ora.
La sottolineatura è mia.
Gamberetta lo ha citato spesso. Di recente, nell'intervista fatta da Lega Nerd, Chiara dice:
D: Vorrei provare a fare un tuo ritratto basato sui tuoi gusti: scrittori fantasy preferiti?R: Se si parla di fantasy, i miei preferiti sono: Cuore d’Acciaio di Michael Swanwick, Le Porte di Anubis di Tim Powers, e Un Americano del Connecticut alla Corte di Re Artù di Mark Twain.
Sottolineatura mia, di nuovo.
Con queste premesse, mi aspettavo un gran bel romanzo.
Le aspettative sono state un po' deluse, e sono rimasto sorpreso da questi giudizi nei confronti del romanzo. Ecco perché.
Stilisticamente, il romanzo è appena sufficiente. Lo sviluppo della storia è scontato. L'originalità dei temi casus belli è ottima, ma più che ottima oggettivamente, diciamo che io l'ho ritenuta tale (cos'è originale? Un tema che statisticamente ha una frequenza inferiore rispetto ad altri topoi, in pratica. Non esiste quasi più nulla di nuovo, sicuramente non del tutto: l'originalità sta ormai nella composizione finale dei fattori singoli).
Ammetto che di Steampunk ci vedo assai poco, ma non essendo un esperto del genere alzo le mani e mi fido di quanto detto dal Duca. Appoggio invece la classificazione fantasy data da Gamberetta.
Le porte di Anubis è un romanzo di viaggi nel tempo e magia. Il primo topos è affidato a principi di fisica quantistica illustrati dal personaggio di Darrow in maniera un po' infodumposa (As you know, Bob...), il secondo invece è il motore per tutto il resto del romanzo.
Di steam c'è principalmente l'ambientazione - il salto nel tempo riporta nell'800, e non solo -, e alcuni personaggi storici come Coleridge e Byron.
La magia è l'elemento centrale che fa muovere gli eventi, in quanto sottende vincoli che costituiscono, in toto, il conflitto che ostacola il protagonista fino alla fine. Elementali, evocazioni, ingegneria magico-genetica, e incantesimi più "banalmente" S&S rendono il romanzo prettamente fantasy (o fantastico, come si preferisce).
Lo sviluppo degli eventi è irrilevante. Posti i "misteri" a monte del romanzo, si intuisce tutto, ogni colpo di scena: è una serie di plot twist che non sconvolgono. Io mi reputo un lettore abbastanza distratto, sia perché leggo a intervalli molto lunghi, sia perché talvolta distolgo l'attenzione verso altro, soprattutto se il romanzo mi induce a farlo (leggasi: disinteresse). Ciò nonostante, la mia attenzione fluttuante mi ha permesso senza difficoltà di sciogliere tutti i "nodi", con un po' di rammarico invero. Aspettavo qualcosa di sorprendente che non è arrivato. Solo il twist ending, forse, è arrivato leggermente inaspettato. Ma intuibile ben prima della fine totale.
Nota a margine poco spoilerosa: la donna-camuffata-da-uomo-con-baffi-posticci mi ha fatto cadere i testicoli.
Parliamo dello stile.
Io ho letto il romanzo in italiano: potrebbe essere stato stravolto rispetto all'originale, e in questo caso vergogna al traduttore. Altrimenti, le cose stanno così.
Gli avverbi fiottano copiosamente. Ma a parte questo, nel romanzo spicca un SdT super strambo. A tratti, per esempio, Powers racconta in maniera distratta:
Si vedevano ovunque uomini e donne elegantemente vestiti.
O ancora:
I Lord Ladri stavano entrando in fila, adesso, con i loro abiti di un'eleganza affettata che producevano una nota macabra in quell'ambiente
In alcuni casi, addirittura, il narratore - che mentre leggevo non capivo a quale Pov si riferisse, ammesso che non stesse momentaneamente facendo la parte dell'onnisciente - inferisce lo stato dei personaggi, la situazione, le relazioni, il tutto in un tell assai squallido poetico.
Al di là di essi, e volutamente ignorati, c'erano gruppi di uomini ancora più poveri e oppressi da deformazioni fisiche e psichiche. Stavano accovacciati sulle lastre di pietra negli angoli bui, ognuno da solo nonostante fosse in mezzo agli altri, e farfugliavano e gesticolavano per abitudine piuttosto che per desiderio di comunicare qualcosa.
Ogni tanto compaiono delle similitudini strambe, troppo lunghe e fuori posto:
Romany si accasciò, e la sua già esile fiducia svanì bruscamente come inchiostro fresco lavato via da una pagina da un getto d'acqua gelata.
Non avendo preso appunti durante la lettura, mi è difficile citare tutti gli esempi necessari. Fatto sta, però, che Powers ricorre spesso a lunghe e inutili subordinate che fanno perdere il filo della lettura.
E non è solo lo stile, quanto la lentezza della narrazione ad annoiare. Dipinge scenari che però, nella mente, risultano sbiaditi, perché racconta in maniera approssimativa, più che dipingere schizza, e invece di descrivere oggettivamente si lascia andare in generalizzazioni grossolane.
Ma non è un autore che non sappia proprio mostrare. Nel raccontare in sunto un duello, sa essere tutto sommato chiaro:
Il pupillo di Angelo, il pluripremiato spadaccino noto come il Mirabile Chinnie, aveva ripetutamente eseguito una cavazione dopo un attacco simulato con una parata esterna di sesta sull'altro lato della lama del suo avversario, e questi aveva ogni volta parato con facilità, nonostante non fosse mai riuscito a mettere a segno una risposta su Chinnie.
Ottimo per l'uso di termini tecnici, un po' meno per gli avverbi e per la gestione della frase. Leggete ad alta voce: "aveva ripetutamente eseguito una cavazione dopo un attacco simulato con una parata esterna di sesta sull'altro lato della lama del suo avversario".
Spesso ci si imbatte, durante la lettura, in show dedicati a sottigliezze, per poi perdercisi nel tell approssimativo della narrazione.
Altro punto a sfavore è l'uso dei Pov. Non è coerente. Sebbene sul mio eReader la conversione in ePub potrebbe aver apportato modifiche nei paragrafi che separano le scene, è lampante il fatto che Powers dà i Pov a chi non dovrebbe. Togliendo i Pov ai cattivi, per esempio, il romanzo sarebbe meno prolisso, più efficiente, e soprattutto lineare. L'intervallo tra la narrazione di un Pov e gli altri non è ordinata: l'autore li sfrutta quando ne ha più bisogno, talvolta anche in maniera pittoresca più che utile.
Il tema dei viaggi nel tempo è affascinante. Nelle Porte di Anubis ci sono paradossi da viaggio nel tempo forzati, che però, tutto sommato, sebbene non abbiano motivo di esistere, solleticano l'interesse nello svolgimento della storia. L'aspetto storico non è marginale ma quasi. Ci sono accenni, riferimenti, nel caso del massacro dei Mammalucchi una vera e propria scena d'azione ma, a parte questo, il romanzo si caratterizza più come Avventura-Fantasy, che per ucronia o generica rivisitazione storica.
Ma la zavorra che il romanzo si porta appresso, a mio avviso, è lo stile. Un bel taglio alle parti inutili, una revisione del raccontato e del mostrato, e ne verrebbe fuori un ottimo romanzo.
Ma ha vinto il premio Philip K. Dick del 1983, quindi chi sono io per parlare?
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venerdì 9 settembre 2011
Favola NIE - Sergente Baffino e la frittura gnomica

Ecco la storia si spera all'altezza del New Italian Epic (Fail).
Sergente Baffino e la frittura gnomica
Era novembre, e i conigli di Colle Granturco avevano riposto le armi giacché gli gnomi della valle, dopo la sconfitta nel Bosco di Centopigne, erano stati costretti a gettare lo scudo, recando seco il Comandante Grunko il Gigante.Si festeggiava, a Colle Granturco, con lattuga fresca, erbetta, sedano e carotine da rosicchiare.Con le terre prive della gnomica minaccia, Baffino e i suoi amici decisero di lasciare i festeggiamenti per inoltrarsi nella boscaglia e tirare alle fatine con le rivoltelle in dotazione. Così acchiapparono un po' di fuochi fatui dal cimitero fuori città, li infilarono nelle lanterne e vagarono per il bosco.«Facciamo a chi prende più fatine alla fine dell'alba!» propose Baffino.«Sì sergente!» risposero in coro gli altri.Saltellarono ognuno in una direzione diversa, come piccole lucciole nell'oscurità.Sulle loro teste, un allocco - con la pancia piena e spaventato dalle rivoltelle - disse: «Attenti! Ci sono dei briganti gnomici nei dintorni!»Ma alle orecchie dei coniglietti giunse solo un richiamo vago, perché non parlavano l'allocchese.
“Pazienza” pensò l'allocco, mentre girava la testa in tutte le direzioni per seguire con lo sguardo i leporidi.
La serata non si stava rivelando delle migliori. Al calar del sole, mentre sorvolava la valle degli gnomi in cerca di topi temerari, una gazza era comparsa dietro di lui, gli occhi malvagi scintillanti, e l'aveva costretto a scendere in una picchiata estrema.Si era rifugiato nell'insenatura del fusto di un grosso tiglio secco. La gazza v'infilava il becco ma lui era fuori portata. Se l'era fatta sotto. Fortuna che nell'albero c'era qualche ragnetto da sgranocchiare, finché la gazza non se ne fu andata.Baffino mirò e sparò. Sentì un tonfo sommesso. Andò a raccogliere la fatina priva di testa che spruzzava sangue dal collo. Aprì il sacco di tela e la buttò insieme alle altre dieci. Fece tremolare il musetto all'odore di fragola, muschio e cannella che veniva dall'interno del sacco.«Undici!» gridò. Ma guardandosi in giro vide che solo tre lanterne dondolavano nell'oscurità. Poi due. Poi una.Infine rimase da solo.Sei gnomi comparvero alla luce della sua lanterna, circondandolo.
“Sono fritto!” pensò Baffino con un fremito.
Calarono su di lui.
Da dilettante WuMing spaccaculi, alfiere dell'innovazione, messaggero della rivoluzione prosastica, arsore di regole, ho cercato di seguire il memorandum, o anche no, a partire dall'assolutamente inviolabile condicio sine qua non il romoanzo NIE non potrebbe (o potrebbe?) esistere, ergo del rifiuto del tono distaccato e "gelidamente ironico" predominante nel romanzo postmoderno, e lupus in fabula, il connubio dell'ironia e del dramma corale si proietta su una dimensione zoologica attraverso lo sguardo obliquo dell'allocco, effige, simbolo, emblema, araldo dell'ineluttabilità umana distorta dal fato meschino che, ceteris paribus, dirama la complessità narrativa unita a un'attitudine “pop” che spesso porta al successo di pubblico, o anche no, ma forse sì; indi, onde restringere la potenzialità degli eventi, il racconto svolge la narrazione di storie alternative e probabili ipotetiche “ucronie potenziali” poiché, etiam capillus unus habet umbram suam, è la possibilità dell'allocco di essere cacciato dalla gazza a scatenare la possibilità del ritorno di quest'ultima al nido, o di non tornare affatto, e via dicendo, ἀπ' αἰῶνος.
WuMing ispiratori:
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mercoledì 12 maggio 2010
Racconto - La casa nella nebbia

Ho ricordato di aver scritto un racconto particolare tempo fa. Un anno fa, su per giù. Non ricordo però perché non lo pubblicai.
Lo faccio ora. Eccolo. Alla fine del racconto c'è una nota. Non ho modificato niente: è interessante rileggersi dopo così tanto tempo. Era cambiato qualcosa, quando l'ho scritto, e ora che lo pubblico sono cambiate tantissime altre cose.
Vi ricordo la pagina con la lista dei racconti, nel caso qualcuno volesse dare un'occhiata alle altre opere.
Buona lettura. :)
giovedì 27 agosto 2009
Racconto: "In alto, nella pioggia"

Questo è un racconto che ho scritto verso maggio, mi pare.
È un bel racconto, mi piace. L'ambientazione è sempre la stessa, cambia solo il continente e l'epoca in cui è ambientata. Ma è del tutto irrilevante.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va. Questo è il link. Buona lettura. ;)
martedì 16 dicembre 2008
Racconto - Bufera di neve

Chiedo scusa per il ritardo con cui aggiorno il blog, ma, davvero, è un periodo molto intenso, sotto ogni punto di vista.
Alla fine non ho modificato questo racconto più di tanto. Dovevo migliorarlo ulterioriormente, ma quando ho avuto il tempo, non c'era la voglia, l'ispirazione, avevo altro per la testa e così via...
Ecco finalmente il racconto, dunque. Magari potrei dire "ecco il racconto al 90%", ma è inutile rimandare. Dovevo aggiungere qualche scena, ma anche così non sarà tanto male, credo. Quindi diciamo pure che in realtà il racconto è finito al 100% ma non modificato come avevo intenzione di fare (aggiungendo magari un 10% di qualità in più :D). E questo per prevenire qualche giudizio che potrebbe aggrapparsi all'ipotetico 10%. XD
Se avete voglia di leggerlo, potete cliccare direttamente qui, o andare alla (nuova) Lista dei racconti. Lo spazio che mi ospita si chiama ilbello, quindi non interpretate il link come una mia deviazione narcisistica! Il nuovo sito su cui sto mettendo i racconti ha sempre la forma di blog, ma le ho imposto la forma statica di sito, e così rimarrà - modificherò poco, giusto qualcosina.
Se vi va, non esistate a farmi sapere se vi è piaciuto o no.
Buona lettura. :)
P.S. Il racconto è di genere fantasy utopico con elementi steamfantasy. Ma se a vostro parere è un racconto post-moderno simbolico, decostruzionista, strutturalista, o che ne so io, a me va bene uguale, l'importante è che piaccia... XD
P.P.S. [mi censuro, a quanto pare non tollerano nemmeno un minimo riferimento a quella cosa. Non si sa mai... XD]
lunedì 8 settembre 2008
Racconto - Un vero affare

Novità: altervista non mi riconosce più come utente (perché accedevo al database direttamente da un server ftp...), per questo ora, dovrà uploadare in un modo diverso che un po' mi scombina quello che avevo programmato. Ma i racconti potete leggerli sempre e comunque! Gaudio! Birra e balli per tutti nel Rifugio di Taotor - o, come ha suggerito un amico, al Rifugio di Taotor birra alla spina e pizza a 5€!
Potete leggere il nuovo racconto andando qui, alla Lista dei racconti, e cliccare il primo in cima, Un vero affare. Un ringraziamento al Duca che ancora una volta mi ha aiutato nell'editing del racconto, e a Davo, che mi ha dato qualche consiglio.
Godetevi il racconto - sperando vi piaccia. :)
lunedì 16 giugno 2008
Racconto breve: High Air

Ecco un racconto fresco fresco, High Air.
Penso si possa definirlo un racconto "d'azione", ma non ne sarei sicuro. Di sicuro non è fantasy - o sì? XD
Ringrazio il Duca per l'ennesima lettura (e commenti in rosso), i suggerimenti e il suo aiuto di lettore-acido pronto ad insultare lo scrittore che ha scritto una porcata - con tutto il diritto.
Potete leggere il racconto in pdf o in html. Per il pdf, dovete andare alla Lista dei racconti e cliccare sul primo racconto (ovvero l'ultimo pubblicato), High Air. Per leggere la versione html, basta cliccare qui. L'html però fa decisamente schifo, rispetto al pdf. È mille volte più leggero, da caricare, sì, ma senza impaginatura e raffinatezze varie... io consiglio il pdf. L'importante però è che si legga.
Buona lettura! ;)
sabato 19 gennaio 2008
Racconto | In cammino con la strega
Ecco finalmente l'attesissimo racconto... XD
Sebbene l'indirizzo per leggerlo sia questo, Altervista dà problemi, quindi dovete andare prima su Taotoria all'elenco dei racconti, qui, e cliccare su In cammino con la strega, ovviamente non quello con l'aggiunta di "(prologo)".
Per ora è in formato pdf, appena avrò tempo provvederò a renderlo disponibile in html.
Buona lettura a tutti, aspetto commenti! (positivi XD)
sabato 15 dicembre 2007
Primo capitolo
All'inizio di dicembre ho cominciato a scrivere un racconto lungo , e avrei dovuto già finirlo da un pezzo, visto che avevo la scaletta pronta e le idee chiare. Tuttavia mi sto dilungando un po', e dopo aver fatto leggere un pezzo a qualcuno (come l'esimio Duca, per fare un esempio), o l'intero capitolo a qualcun altro, costoro mi hanno incoraggiato a continuare sulla buona strada. Per far sapere a tutti che, seppur un po' in ritardo, sto finendo di scrivere il racconto - dato che a ogni Natale scrivo un racconto mediamente lungo -, oso pubblicare il primo capitolo, sperando qualcuno lo legga e pregando che piaccia.
Buona lettura :)
Ecco il link per accedere al capitolo: http://taotorofficial.altervista.org/racconti/strega1.pdf
Siccome altervista ha problemi, se non riuscite a raggiungere il racconto, andate alla pagina di Taotoria, qui.
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