Ai nuovi lettori, che non hanno ancora letto Blestemat: grazie per la chance che date al racconto, spero vi piaccia. La vicenda di Marco qui narrata ha un background che si trova nella parte iniziale di Blestemat, ma ho cercato di rendere il racconto quanto più indipendente possibile, o comunque godibile come one shot. Se vi piacerà l’ambientazione e i personaggi, allora potrebbe piacervi anche il romanzo, che chiarisce un po’ di più cosa succede nel mondo slavo del sud Italia, una dura e oscura realtà troppo a lungo trascurata (ed è tutto completamente vero, ovviamente!).
Ai lettori di Blestemat: mi auguro che questo racconto vi faccia rivivere un po’ di quell’atmosfera che ho cercato di infondere nella novella. È passato più di un anno dalla sua pubblicazione, e diversi lettori mi hanno scritto che avrebbe gradito un seguito. Questo è il miglior compromesso che abbia potuto trovare, al momento.
Grazie a Marco per aver curato anche quest’opera, sebbene non fosse tenuto a farlo. E come al solito, la sua cura per ogni cosa è maniacale. Sappiate che buona parte del tempo investito in questo racconto è stato sottratto anche al suo tempo libero.
Bad Trip è inteso come un divertissement di Halloween. Mantiene più o meno lo stesso registro di Blestemat, i toni sono un po’ più leggeri, e dovendosi sviluppare in un range di parole ristretto (poco meno di cinquemila), non poteva che essere una breve serie di scene concitate.
Questo è il mio omaggio per una festa che, al di là delle sue origini o del suo significato, rappresenta per il mondo della fiction un’ottima fonte di ispirazione, un’occasione per poter dare un po’ di spazio a quelle storie assurde e soprannaturali che non sempre riescono a emergere tra gli altri generi di tendenza nelle principali classifiche, come i gialli o i rosa, ma che traggono dalla giornata di Halloween tutta la necessaria magia per poter, anche solo per un giorno, essere accolti con entusiasmo, stupire e incantare.
Buona lettura!
ePub: http://bit.ly/2eKf2Jk
Kindle: http://bit.ly/2ecCCxH
Per chi vuole leggere invece Blestemat:
Amazon (Kindle): https://www.amazon.it/dp/B014GAXPD8/
StreetLib (ePub e Kindle): https://stores.streetlib.com/it/federico-russo/blestemat
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lunedì 31 ottobre 2016
martedì 25 agosto 2015
Blestemat, il mio romanzo breve

Ve l'avevo accennato che stavo scrivendo, ed ecco il risultato. In effetti, questa è una delle ragioni per cui ho trascurato un po' il blog.
Chi mi segue da anni avrà letto una vecchissima versione (cortissima, era un raccontino breve di mille parole) scritta secoli fa.
Nella postfazione c'è qualche informazione di più a riguardo.
Per farla breve: me ne esco a inizio anno con la storia "finita", di circa 25mila parole. Soddisfatto, la faccio leggere al Duca che mi dà una spinta (le sue spinte sono calci in culo, ovviamente) per migliorarla, e ne escono oltre 10mila parole in più, una struttura migliore e sviluppi più soddisfacenti.
Sono molto contento del risultato finale.
Vi riporto la quarta di copertina:
Alessandro vive a casa coi genitori, non ha un lavoro e la sua ragazza gli fa le corna. La sola prospettiva nella sua vita è di laurearsi fuori corso in Filosofia e finire a fare il cassiere al supermercato. Ma potrebbe andare peggio: quando insieme a un amico incontra in un casolare abbandonato due belle rumene conosciute su Facebook, la sua vita di merda ha una svolta inaspettata.Qui il link per reperirlo, sia in ePub che formato Kindle: https://store.streetlib.com/en/federico-russo/blestemat/
In fuga nelle campagne pugliesi, tra ulivi e masserie, Alessandro affronta streghe in grado di portare sfiga con la sola forza di volontà e finisce nel mezzo del mondo nascosto del sovrannaturale slavo. Armato del proprio umorismo nero per sdrammatizzare i disastri e con l’aiuto di un giovane macellaio rumeno dall’italiano non proprio impeccabile, Alessandro dovrà aprirsi la strada verso la salvezza a colpi di ferro da cantiere appuntito e bottiglia rotta.
Blestemat è una commedia nera con elementi fantastici: in realtà il romanzo si evolve in maniera naturale e gli aspetti comici non sminuiscono gli sviluppi o la natura stessa della storia, semmai l'arricchiscono, per cui si può considerare tanto commedia quanto thriller con elementi sovrannaturali (infatti la categoria su Streetlib è "Mistero e investigativo", non è una storia fantastica in stile Harry Potter o Game of thrones, per capirci).
Spero che vi piaccia. Credo che chi mi segue da anni avrà una bella sorpresa e potrà godersi alcune ore intense di lettura appassionata, visto che rispetto alle ultime storie pubblicate qui sul blog, anni e anni fa, nel tempo ho maturato una tecnica migliore, complice il sadismo pedagogico del Duca che, dal 2007, mi ha reso la persona che sono (cioè peggiore).
Blestemat si legge in poche ore e, stando alle comunicazioni personali dei lettori, è una storia che prende e ti induce a finirla senza fare pause. E se qualcun altro mi conferma che questa storia gli ha sottratto qualche ora di sonno pur di finirla subito, mi renderà la persona più felice del mondo.
Considerando che, dall'apertura del blog, Blestemat è di fatto la prima opera che pubblico con una casa editrice, direi che si può considerare un bel traguardo, un evento importante per la storia del blog.
Infatti, oltre alla violenza educativa del Duca, e al contributo fondamentale dei post sui Gamberi e dei commenti sul mio blog di Gamberetta (che col suo spirito critico e la sua razionalità ci ha risvegliati circa aspetti della narrativa che molti ignoravano o simulavano di non conoscere), devo molto a tutti coloro che in questi anni hanno letto non solo i miei deliri sconclusionati sul blog (soprattutto quelli dell'adolescenza), ma anche le storie che ho pubblicato. Grazie per il vostro tempo e per le opinioni che mi avete dato. I vostri nomi, i vostri commenti, sono tutti qui, a testimonianza di un cammino di crescita in cui avete avuto un ruolo centrale. Grazie!
P.S. Sembra una lettera di addio. No, il blog non chiude. È in piedi da 7 anni, e finché posso ammorbarvi con qualche cavolata, lo farò.
venerdì 2 gennaio 2015
Hemingwrite, una "Olivetti eInk" (più un elogio a Google)

In effetti così è stato: la diffusione non ha ancora raggiunto i livelli dei classici display economici, ma l'eInk è stato usato per gli indicatori di stato di alcuni dispositivi, come sostituto di targhette pubblicitarie in alcuni centri commerciali, e ci stanno provando (hanno il mio appoggio) anche con gli smartphone (come display secondario, ma se ne lanciassero uno interamente eInk, che vada oltre il mero prototipo e sfondi nel mass market, lo prenderei subito, al diavolo l'AMOLED e tamarrate simili inutili).
Quando sono passato poi al Kindle 4NT, mi sono reso conto che, con una tastiera collegata, sarebbe potuto diventare una specie di macchina da scrivere eInk. Se l'avessero inventata, l'avrei già comprata.
Due tizi mi hanno ascoltato telepaticamente e hanno inventato la Hemingwrite, una macchina da scrivere eInk. Questo è il sito ufficiale, ma calma: ci stanno ancora lavorando, potete ordinarla da Kickstarter. La ricevereste comunque nell'autunno del 2015.
Sto seguendo questo progetto con interesse fin dalla nascita, perché incontra proprio le mie esigenze, eppure non mi convince.
Partiamo dall'idea.
I due ragazzi hanno pensato a una macchina da scrivere digitale priva di distrazioni.
Ci sono diversi software di scrittura che si occupano di questo, e posso assicurarvi che è roba totalmente inutile. Sono carini, hanno una grafica minimal e accattivante, ma non è il software di per sé che ti permette di concentrarti. Chi crede in questi software si sta praticamente illudendo. Se vuoi scrivere un romanzo ma non ci riesci, ci saranno mille motivi, ma non è colpa del software. Non ti va, punto: Facebook e altre amenità distraenti non ti compaiono come pop up, ci vai di tua volontà, quindi forse conviene cercare l'ispirazione, il momento giusto, la motivazione adeguata, e via discorrendo. Se si ha un deficit di attenzione è tutto un altro discorso, conviene andare da un neuropsicologo per appurarlo.
L'estetica.
Questo arnese è brutto. Non so come faccia a piacere, a certe persone. La tastiera è carina, il suono dei tasti è puro cioccolato per le orecchie dell'hipster a cui interessa, ma diciamocelo, è brutta come la fame. Lo chiamano retro design, ma è un eufemismo. Mi vergognerei di meno a portare la mia vecchia Olivetti Lettera 32 con una risma di fogli in un posto pubblico e mettermici a scrivere (con tanto di clanc clanc clanc dei tasti), piuttosto che una Hemingwrite.
Lo schermo della Hemingwrite è di 6'', ma è dal verso sbagliato. Non so voi, ma io leggo in modalità portrait dagli eReader, e così come leggo in quel verso mi piace anche scriverci. Nello schermo della Hemingwrite non entra nemmeno una decina di righe, stando ai filmati dimostrativi, e da quanto ho capito una parte dello schermo è affondata nella struttura per ospitare unicamente le icone di sistema (Wi-Fi, ecc.), sicché i 6'' potrebbero ridursi ulteriormente? Può darsi.
Pochi giorni fa, per Natale, i ragazzi hanno rilasciato un video dimostrativo piuttosto scarso. È stato ripreso in modalità portrait (ironia della sorte), piuttosto che landscape; il tizio, Patrick, dà indicazioni al cameraman/collega ("allontanati, avvicinati"), e tira su col naso perché evidentemente raffreddato (bello de mamma); usano Windows 8 per mostrare la sincronizzazione, ma com'è ovvio Windows fa schifo e non riescono nemmeno ad aprire un pdf (non ci riescono perché Windows è il peggior OS esistente, com'è ovvio). A parte questo, in pratica è necessario permettere l'accesso dello script di Hemingwrite con relativi permessi di privacy all'account Google, che sincronizzato col pc ti permette di avere nella cartella i documenti in vari formati, o una cosa simile. Non sarebbe più facile scrivere direttamente nel browser? L'idea di "eliminare le distrazioni" incasina il tutto, quando sarebbe stato più facile scrivere direttamente in Google Drive o salvare su pendrive, microSD ecc.
Un altro problema è la formattazione.
L'interfaccia della Hemingwrite trasmette su schermo plain text, testo nudo e crudo, senza formattazione, cioè senza corsivo, grassetto ecc. Per poter formattare il testo bisogna inserire dei simboli, del tipo *così*, ma il risultato lo si vede solo su altri dispositivi. Praticamente come i vecchi word processor via terminale o in DOS, come Wordstar 4.0 a cui è rimasto affezionato quel panzone di Martin.
So che il mio parere vale quel che vale, ma in base alle informazioni che ho raccolto per la realizzazione di un qualcosa come la Hemingwrite, l'opzione più facile e utile sarebbe la seguente: limitarsi a sfruttare lo schermo eInk e ricorrere a un OS del tipo Android, magari molto modificato, alleggerito, con una semplice app di scrittura. Facile, no? Qualcuno ha già fatto una cosa simile sfruttando i Kindle o il Nook (cioè Android su eReader).
Se i ragazzi di Hemingwrite stanno leggendo queste righe, please, fate una cosa come si deve, siete in tempo.
Se chi sta leggendo invece ha anche intenzione di competere con la Hemingwrite e lanciare un prodotto a sé... Beh, buona fortuna, considera le mie opinioni.
Sto per finire.
L'elogio a Google (che non mi paga per scrivere queste righe, ma ehi, Google, se puoi sentirmi, vedi che ricevere un po' di grana non mi farebbe affatto male!). Elogio perché da diversi mesi mi sono completamente convertito a Google Docs per scrivere qualsiasi cosa abbia bisogno di backup istantaneo. Non sono praticamente mai offline, quindi non ha senso nemmeno la sincronizzazione con Dropbox: Google è molto più comodo, salva ogni singola lettera che digiti, e la condivisione di un testo è ancora più facile con altri utenti Google. Non è necessario allegare file, basta condividere il documento con gli utenti delle tue cerchie, e puoi permettere all'altro di visualizzare, modificare o anche solo scrivere annotazioni (e questo, per chi scrive narrativa e fa leggere a editor/beta reader, è essenziale).
Fine della pubblicità.
Buon 2015.
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venerdì 29 novembre 2013
Due parole non richieste sulle opportunità della pubblicità nella narrativa digitale
Questo post vi è offerto da:

Ovviamente son tutte balle. Nessuna industria del tabacco mi ha (ancora) pagato per ospitare annunci pubblicitari sul blog. In Italia, oltretutto, la propaganda di tabacchi lavorati è anche vietata da qualche decennio. Ma il punto è: quanto è bella questa locandina pubblicitaria? Mettendo da parte il tabacco, quanto può infastidire l'immagine pittoresca di un uomo solitario, accampato con un fuocherello vicino a una piramide, che si accende una Camel mentre il sole tramonta dietro la duna?
Alcuni anni fa ho avuto l'opportunità di sfogliare alcuni linus, in particolare i numeri che andavano dagli anni '70 agli anni '90. Sono rimasto affascinato dalle pubblicità, come per esempio quella delle calcolatrici Texas Instruments, della Fiat Panda adatta ai giovani (e in aggiunta gli slogan sulla sua bellezza, letti vent'anni dopo, sono ridicoli), e delle sigarette Camel.
Purtroppo su Google non sono riuscito a trovare quella che mi è piaciuta più di tutte: un presunto esploratore (come quello qui sopra), sdraiato su un'amaca annodata a due alberi in un paesaggio esotico, che con una mano regge un libro e con l'altra si spippetta una Camel.
Vuoi per il gusto vintage, vuoi per il fascino esotico, a mio avviso quella pubblicità era una piccola opera d'arte, impreziosita dal tempo e chi lo sa, probabilmente ha impreziosito, di rimando, anche la rivista che la ospitava.
A prescindere dalle ovvie questioni di salute (fumare fa male), una pubblicità come la suddetta è esteticamente bella, persuasiva nei giusti limiti, e soprattutto permette alla rivista di esistere. Oltretutto la stessa Camel, che dapprima spacciava il suo marchio come il preferito dai medici, dopo l'ignoranza degli anni '40-'50 ha aggiunto quella piccola scritta relativamente al danno del fumo. Sebbene siano caratteri minuscoli, si tratta pur sempre di coerenza e rispetto, al contrario per esempio di pubblicità che affermando che "la cellulite è una malattia" vogliono venderti il loro prodotto inutile, o che quando ti lavi i denti le gengive ti sanguinano e hai bisogno necessariamente del loro dentifricio: questo è terrorismo psicologico basato sulle credenze false delle persone (suggestionabili).
La Psicologia Sociale insegna che per i prodotti di uso pratico, le pubblicità si concentrano sugli aspetti di efficienza e qualità del prodotto, mentre per quei prodotti che essenzialmente non servono a nulla (un profumo, o un whiskey), ci si concentra su fattori di desiderabilità sociale (basandosi sul fatto che persone con alto automonitoraggio, cioè con la tendenza a cambiare a seconda delle richieste dell'ambiente sociale, sono più suscettibili ai tipi di messaggio che riguardano per esempio lo status).
Chiedo scusa per la lunga premessa, ma mi sembrava necessaria per discriminare le pubblicità per così dire "oneste" da quelle "disoneste" (terrorismo psicologico).
Il discorso dell'utilità delle pubblicità l'ho già affrontato con altre persone su vari blog. A mio avviso la pubblicità è un'arma poco sfruttata che farebbe guadagnare tutti.
Per vendere i loro prodotti, le aziende hanno bisogno prima di tutto che la gente li conosca, e per fare ciò hanno bisogno di un mezzo per comunicare che il prodotto (o il servizio) X è in vendita ed è migliore di altri.
Basti pensare alle serie tv (americane, almeno): escludendo i finanziamenti del network o i ricavi per gadget e surrogati, una buona parte del guadagno deriva dallo spazio venduto alla pubblicità (gli ad). Cioè le aziende pagano per piazzare 15-30-60 secondi di spot poco prima della puntata, nel mezzo, o dopo.
Pensiamo alla pubblicità cartacea lasciataci nella cassetta della posta. Non so voi ma da me arrivano certi libretti di carta plastificata, con fotografie a colori vividi di poltrone e arredo: essenzialmente spazzatura di alta qualità. Ma fa ridere pensare poi che un paperback (carta scarsa, completamente bianco e nero) venga a costare 10€.
Ora, io non me ne intendo di marketing, ma appare abbastanza chiaro che la pubblicità si può sfruttare in molti modi per diversi fini, anche quelli quasi filantropici.
Tempo fa pensai: e se i romanzi venissero pubblicati con inserti pubblicitari all'interno? Il libro cartaceo potrebbe venire a costare meno (mi riferisco ai paperback, non alle edizioni da collezione). E sarebbe grandioso se si potesse fare una cosa simile anche con testi didattici, così da poterli rendere economicamente accessibili a tutti.
Alcuni siti piuttosto frequentati ospitano banner che, grazie alla popolarità del sito, possono ricevere un po' di visibilità (e, presumibilmente, incrementare le vendite). Non sarebbe possibile fare una cosa simile con gli ebook? Piuttosto che vendere un romanzo particolarmente popolare sarebbe bello poterne vendere la popolarità stessa: ebook gratuiti in cambio di inserzioni pubblicitarie.
Non mi sembrerebbe così assurdo se in un ebook dovesse esserci la pubblicità - mettiamo - dell'ultimo eReader di Amazon o di Kobo. Considerando che tanti lettori, come me, cercano informazioni sugli ultimi eReader, la pubblicità del nuovo modello Vattelapesca dell'azienda Taldeitali all'inizio di un capitolo non mi darebbe fastidio, anzi: se caratteristiche e prezzo dovessero soddisfarmi, me lo comprerei. E perché no, come già è stato fatto con Kobo, non sarebbe una tragedia avere un eReader più economico in cambio di piccoli banner pubblicitari nella home (a condizioni accettabili).
Se io fossi un'azienda di qualche tipo, valuterei la possibilità di, per esempio, "finanziare" uno scrittore che va forte perché scriva un'opera che la mia stessa azienda provvederebbe a distribuire gratis col mio marchio sopra. Ci guadagnerebbe lo scrittore (probabilmente non uno Stephen King che guadagna sicuramente di più pubblicando dal nulla quello che gli viene in mente mentre fa la spesa), sia in denaro che in maggiore visibilità, sia la mia azienda, che sfruttando un mezzo (la narrativa) potrebbe allargare la fetta di acquirenti.
O perché no, potrebbe essere la stessa azienda che, grazie alla propria popolarità, potrebbe distribuire con un maggiore impatto un romanzo, un certo numero di autori, un genere, una casa editrice indipendente che però pubblica opere meritevoli ecc. Se domani dovesse nascere l'equivalente dell'Eraserhead Press ma con un altro nuovo genere mind-blowing, e se l'alta qualità delle opere non dovesse bastare a renderla famosa, un qualche tipo di sponsor potrebbe, in qualche maniera, tornare utile a farla emergere, o no?
Oppure prendiamo Steam: una piattaforma per ebook (e perché no, anche macro-aggregatrice di altre piattaforme), piuttosto che per videogiochi, sarebbe possibile? Gioverebbe? Farebbe emergere capolavori inaspettati? Molti giochi indipendenti con Steam sono saltati all'occhio e hanno avuto successo (con gran piacere di migliaia di gamer).
Personalmente, troverei grandioso se qualcuno si mettesse a distribuire gratuitamente "episodi" narrativi, avvincenti, di una qualche storia (fantasy, horror, storica, quello che vi pare), il tutto supportato da sponsor pubblicitari, allo stesso modo delle serie tv. Così che quando torni a casa, quel giorno della settimana, invece di mettere a scaricare l'episodio della sitcom preferita, scarichi una puntata "narrativa", il cui andamento potrebbe essere influenzato dall'impatto degli ascolti. Sì, i ritmi di lettura sono diversi da quelli degli spettacoli tv, ma sono convinto che la cosa sia possibile, e non solo: riuscire a scrivere capitoli leggibili per esempio in 30 minuti, che riescano veramente a intrattenere, a sviluppare un climax, che contengano un forte hook e un cliffhanger mangiaunghie, significherebbe essere scrittori davvero abili.
Insomma, non parlo di nulla di nuovo. Mi rendo conto che il discorso non sia originale e che di fatto esistono interi staff di persone qualificate e strapagate per avere idee simili e sicuramente migliori, ma mi rendo anche conto che non ho mai visto iniziative che abbiano veramente provato a dare una svolta in questo senso - nell'ambito dei romanzi/ebook.
Certo, mettere a confronto un pubblico di gamer con uno di lettori è assurdo, e lo stesso vale per film, serie tv o musica. Immagino che si facciano meno soldi con la narrativa. Ma è anche vero che le cose stanno cambiando: se i lettori non fossero così tanti, non ci avrebbero nemmeno pensato a inventare gli eReader e tutto il resto, eppure è successo, e i dati delle vendite fanno ben pensare.
Evidentemente modi nuovi di fare le cose o vivere esperienze ha portato a una più diffusa fruibilità di materiale che prima non godeva della notorietà di cui gode ora.
Ok, forse sto delirando, ma magari c'è qualcuno là fuori che leggerà questo post e che vi troverà spunti utili per poter arricchire l'esperienza della lettura di intrattenimento.

Ovviamente son tutte balle. Nessuna industria del tabacco mi ha (ancora) pagato per ospitare annunci pubblicitari sul blog. In Italia, oltretutto, la propaganda di tabacchi lavorati è anche vietata da qualche decennio. Ma il punto è: quanto è bella questa locandina pubblicitaria? Mettendo da parte il tabacco, quanto può infastidire l'immagine pittoresca di un uomo solitario, accampato con un fuocherello vicino a una piramide, che si accende una Camel mentre il sole tramonta dietro la duna?
Alcuni anni fa ho avuto l'opportunità di sfogliare alcuni linus, in particolare i numeri che andavano dagli anni '70 agli anni '90. Sono rimasto affascinato dalle pubblicità, come per esempio quella delle calcolatrici Texas Instruments, della Fiat Panda adatta ai giovani (e in aggiunta gli slogan sulla sua bellezza, letti vent'anni dopo, sono ridicoli), e delle sigarette Camel.
Purtroppo su Google non sono riuscito a trovare quella che mi è piaciuta più di tutte: un presunto esploratore (come quello qui sopra), sdraiato su un'amaca annodata a due alberi in un paesaggio esotico, che con una mano regge un libro e con l'altra si spippetta una Camel.
Vuoi per il gusto vintage, vuoi per il fascino esotico, a mio avviso quella pubblicità era una piccola opera d'arte, impreziosita dal tempo e chi lo sa, probabilmente ha impreziosito, di rimando, anche la rivista che la ospitava.
A prescindere dalle ovvie questioni di salute (fumare fa male), una pubblicità come la suddetta è esteticamente bella, persuasiva nei giusti limiti, e soprattutto permette alla rivista di esistere. Oltretutto la stessa Camel, che dapprima spacciava il suo marchio come il preferito dai medici, dopo l'ignoranza degli anni '40-'50 ha aggiunto quella piccola scritta relativamente al danno del fumo. Sebbene siano caratteri minuscoli, si tratta pur sempre di coerenza e rispetto, al contrario per esempio di pubblicità che affermando che "la cellulite è una malattia" vogliono venderti il loro prodotto inutile, o che quando ti lavi i denti le gengive ti sanguinano e hai bisogno necessariamente del loro dentifricio: questo è terrorismo psicologico basato sulle credenze false delle persone (suggestionabili).
La Psicologia Sociale insegna che per i prodotti di uso pratico, le pubblicità si concentrano sugli aspetti di efficienza e qualità del prodotto, mentre per quei prodotti che essenzialmente non servono a nulla (un profumo, o un whiskey), ci si concentra su fattori di desiderabilità sociale (basandosi sul fatto che persone con alto automonitoraggio, cioè con la tendenza a cambiare a seconda delle richieste dell'ambiente sociale, sono più suscettibili ai tipi di messaggio che riguardano per esempio lo status).
Chiedo scusa per la lunga premessa, ma mi sembrava necessaria per discriminare le pubblicità per così dire "oneste" da quelle "disoneste" (terrorismo psicologico).
Il discorso dell'utilità delle pubblicità l'ho già affrontato con altre persone su vari blog. A mio avviso la pubblicità è un'arma poco sfruttata che farebbe guadagnare tutti.
Per vendere i loro prodotti, le aziende hanno bisogno prima di tutto che la gente li conosca, e per fare ciò hanno bisogno di un mezzo per comunicare che il prodotto (o il servizio) X è in vendita ed è migliore di altri.
Basti pensare alle serie tv (americane, almeno): escludendo i finanziamenti del network o i ricavi per gadget e surrogati, una buona parte del guadagno deriva dallo spazio venduto alla pubblicità (gli ad). Cioè le aziende pagano per piazzare 15-30-60 secondi di spot poco prima della puntata, nel mezzo, o dopo.
Pensiamo alla pubblicità cartacea lasciataci nella cassetta della posta. Non so voi ma da me arrivano certi libretti di carta plastificata, con fotografie a colori vividi di poltrone e arredo: essenzialmente spazzatura di alta qualità. Ma fa ridere pensare poi che un paperback (carta scarsa, completamente bianco e nero) venga a costare 10€.
Ora, io non me ne intendo di marketing, ma appare abbastanza chiaro che la pubblicità si può sfruttare in molti modi per diversi fini, anche quelli quasi filantropici.
Tempo fa pensai: e se i romanzi venissero pubblicati con inserti pubblicitari all'interno? Il libro cartaceo potrebbe venire a costare meno (mi riferisco ai paperback, non alle edizioni da collezione). E sarebbe grandioso se si potesse fare una cosa simile anche con testi didattici, così da poterli rendere economicamente accessibili a tutti.
Alcuni siti piuttosto frequentati ospitano banner che, grazie alla popolarità del sito, possono ricevere un po' di visibilità (e, presumibilmente, incrementare le vendite). Non sarebbe possibile fare una cosa simile con gli ebook? Piuttosto che vendere un romanzo particolarmente popolare sarebbe bello poterne vendere la popolarità stessa: ebook gratuiti in cambio di inserzioni pubblicitarie.
Non mi sembrerebbe così assurdo se in un ebook dovesse esserci la pubblicità - mettiamo - dell'ultimo eReader di Amazon o di Kobo. Considerando che tanti lettori, come me, cercano informazioni sugli ultimi eReader, la pubblicità del nuovo modello Vattelapesca dell'azienda Taldeitali all'inizio di un capitolo non mi darebbe fastidio, anzi: se caratteristiche e prezzo dovessero soddisfarmi, me lo comprerei. E perché no, come già è stato fatto con Kobo, non sarebbe una tragedia avere un eReader più economico in cambio di piccoli banner pubblicitari nella home (a condizioni accettabili).
Se io fossi un'azienda di qualche tipo, valuterei la possibilità di, per esempio, "finanziare" uno scrittore che va forte perché scriva un'opera che la mia stessa azienda provvederebbe a distribuire gratis col mio marchio sopra. Ci guadagnerebbe lo scrittore (probabilmente non uno Stephen King che guadagna sicuramente di più pubblicando dal nulla quello che gli viene in mente mentre fa la spesa), sia in denaro che in maggiore visibilità, sia la mia azienda, che sfruttando un mezzo (la narrativa) potrebbe allargare la fetta di acquirenti.
O perché no, potrebbe essere la stessa azienda che, grazie alla propria popolarità, potrebbe distribuire con un maggiore impatto un romanzo, un certo numero di autori, un genere, una casa editrice indipendente che però pubblica opere meritevoli ecc. Se domani dovesse nascere l'equivalente dell'Eraserhead Press ma con un altro nuovo genere mind-blowing, e se l'alta qualità delle opere non dovesse bastare a renderla famosa, un qualche tipo di sponsor potrebbe, in qualche maniera, tornare utile a farla emergere, o no?
Oppure prendiamo Steam: una piattaforma per ebook (e perché no, anche macro-aggregatrice di altre piattaforme), piuttosto che per videogiochi, sarebbe possibile? Gioverebbe? Farebbe emergere capolavori inaspettati? Molti giochi indipendenti con Steam sono saltati all'occhio e hanno avuto successo (con gran piacere di migliaia di gamer).
Personalmente, troverei grandioso se qualcuno si mettesse a distribuire gratuitamente "episodi" narrativi, avvincenti, di una qualche storia (fantasy, horror, storica, quello che vi pare), il tutto supportato da sponsor pubblicitari, allo stesso modo delle serie tv. Così che quando torni a casa, quel giorno della settimana, invece di mettere a scaricare l'episodio della sitcom preferita, scarichi una puntata "narrativa", il cui andamento potrebbe essere influenzato dall'impatto degli ascolti. Sì, i ritmi di lettura sono diversi da quelli degli spettacoli tv, ma sono convinto che la cosa sia possibile, e non solo: riuscire a scrivere capitoli leggibili per esempio in 30 minuti, che riescano veramente a intrattenere, a sviluppare un climax, che contengano un forte hook e un cliffhanger mangiaunghie, significherebbe essere scrittori davvero abili.
Insomma, non parlo di nulla di nuovo. Mi rendo conto che il discorso non sia originale e che di fatto esistono interi staff di persone qualificate e strapagate per avere idee simili e sicuramente migliori, ma mi rendo anche conto che non ho mai visto iniziative che abbiano veramente provato a dare una svolta in questo senso - nell'ambito dei romanzi/ebook.
Certo, mettere a confronto un pubblico di gamer con uno di lettori è assurdo, e lo stesso vale per film, serie tv o musica. Immagino che si facciano meno soldi con la narrativa. Ma è anche vero che le cose stanno cambiando: se i lettori non fossero così tanti, non ci avrebbero nemmeno pensato a inventare gli eReader e tutto il resto, eppure è successo, e i dati delle vendite fanno ben pensare.
Evidentemente modi nuovi di fare le cose o vivere esperienze ha portato a una più diffusa fruibilità di materiale che prima non godeva della notorietà di cui gode ora.
Ok, forse sto delirando, ma magari c'è qualcuno là fuori che leggerà questo post e che vi troverà spunti utili per poter arricchire l'esperienza della lettura di intrattenimento.
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venerdì 27 settembre 2013
Duokan: il software che migliora Kindle e gli fa leggere gli ePub

Il mio kindle 4 ha cambiato radicalmente il mio modo di leggere, dapprima abituato al Cybook Opus. Poi l'ho confrontato con altri eReader, come i Kobo, e sebbene per certi aspetti in confronto al kobo touch fosse inferiore, per altri sapeva difendersi (come il refresh, i tempi di reazione e in parte anche il contrasto della pagina).
Il difetto più grande di qualsiasi dispositivo Kindle è che non è in grado di leggere il formato ePub (e qualche altro formato).
Duokan ti permette di farlo.
In sostanza, molti dispositivi consentono il jailbreak, un'operazione che ti permette di accedere alle risorse del dispositivo e sfruttarle per sbloccare nuove o migliori funzioni. Il problema è che jailbreakeare un eReader, o un cellulare, o una console, può comprometterne il funzionamento o addirittura invalidarne la garanzia.
Duokan - per quanto ne so - non funziona così. Per poterlo avere, basta scaricare l'archivio, scompattarlo, copiare due file e una cartella nel Kindle, quindi rimuovere l'eReader dal pc e riavviarlo. Oltre a un paio di selezioni di opzioni, il processo è completamente automatico. Una facile guida è reperibile su questa wiki.
Io ho seguito le istruzioni (ma non riuscivo a scaricare l'archivio, forse per colpa di timeout della connessione: alla fine ho googlato il nome del file e l'ho scaricato da un mirror) e l'ho installato facilmente.
I miglioramenti sono evidenti:
- Lo stato della batteria è espresso in percentuale.
- L'avanzamento nella lettura di un ebook è espresso anche in decimali (invece di 1%, 2%, 3%, compare per esempio 4,86%)
- La libreria dispone di visualizzazioni testuali (solo titoli) o per anteprima (copertina, e questa scelta è molto più bella esteticamente).
- Permette il reflow dei pdf, una caratteristica essenziale per i manuali che non si possono convertire con calibre e che di default il mio Kindle 4 non permette manco per sogno.
- Ottimizza la visualizzazione dei pdf (per esempio, mangiandosi i margini bianchi del documento, mi permette di leggere più comodamente i fumetti che hanno il testo dei baloon troppo piccoli)
- Il margine superiore è leggermente minore, permettendo una maggiore capienza di testo nella pagina. O forse è una mia impressione.
- Funzione "start Auto Next Page": una semplice funzione in cui stabilendo un valore di tempo (in secondi), l'eReader volterà la pagina al posto, in automatico, al ritmo prefissato. Non è il massimo, ma se si ha un ritmo definito e soprattutto le mani occupate, la funzione è una manna dal cielo.
- Permette di definire il numero di pagine dopo le quali effettuare un refresh completo
- Permette di avere la barra del progresso nella modalità lettura sia in modalità standard, che "mini" (una semplice tacca nera attaccata alla cornice dell'eReader, si nota solo se si guarda)
- Screensaver personalizzabili: ce ne sono alcuni di default di Duokan, che io ho eliminato e sostituito con altri, presi per esempio da tumblr.
- Fonts customizzabili
- Possibilità di eliminare un ebook direttamente dal dispositivo.
- Possibilità di avere i dettagli del capitolo che si sta leggendo in apice.
- Tastiera qwerty: ok, non essendo touch l'utilità è quella che è, ma siamo abituati alla qwerty quindi è meno frustrante inserire il testo.
Contro:
- Ho notato che alcuni file, convertiti da Calibre per eliminare lo spazio tra i paragrafi, nell'OS proprietario di Kindle vengono visualizzati bene (cioè come un testo continuo), mentre Duokan sembra ignorare la modifica e mostra paragrafi spezzati l'uno dall'altro, come i file convertiti da pdf a ePub alla buona. Devo ancora controllare se generando nativamente un testo privo di spazi tra paragrafi l'errore persiste, e devo controllare anche se Sigil può identificare un eventuale codice nascosto, colpevole dell'effetto, nei file convertiti che mostrano questo fenomeno.
- L'orologio non mantiene il formato: questa mattina ho preso il Kindle per controllare l'ora (il cellulare ci mette troppo ad accendersi, mi acceca e non uso sveglie), mi segnava le 20.15. Erano sì le 8,15, ma della mattina, e a quanto pare anche se modifico il formato dell'ora (12/24), non mantiene. Ma devo lavorarci su, potrebbe essere un mio errore. In che emisfero siamo?
- La grandezza del testo: tra il valore minimo e il valore successivo c'è uno scarto troppo ampio. Mi piacerebbe leggere col testo di dimensioni tra la 1° e la 2° grandezza, ma non è possibile. Forse l'aggiornamento del firmware potrà aggiustare questi problemi, ma non sono riuscito a scaricarlo da pc (mi cade al 10-20%), e proverò a scaricarlo dall'eReader, sperando che nonostante i fallimenti nella connessione col server (il mio router funziona bene), riuscirà a portarlo a termine.
Per concludere: alcuni handicap, a livello software, del kindle, possono essere eliminati con Duokan. L'installazione è semplice, e se si segue la guida e non si fanno mosse stupide (per esempio, eliminando a caso file di sistema del dispositivo), non si compromette nulla. Di fatto, i ragazzi che hanno sviluppato questo software andrebbero ringraziati e assunti dall'Amazon, ma così non è ("Bisogna comprare solo ebook per Kindle!", tirannia idiota e controproducente, come se non esistesse la pirateria).
Duokan è un progetto che tutto sommato - credo - segue la filosofia di Linux. Funziona meglio del sistema standard ed è gratuito. Se avvertite dei limiti col vostro Kindle, ed è possibile installarci sopra Duokan, vi consiglio di farlo.

Un'aggiunta abbastanza utile è il My Cloud, un cloud accessibile con un account Xiaomi (chi ne sa di più è il benvenuto per spiegarmi/ci il funzionamento). Se fossi nel gruppo di sviluppatori di Duokan, sicuramente punterei molto sull'interazione col web, rendendo l'eReading molto più social direttamente dal dispositivo, un campo che Readmill stava riuscendo ad esplorare su Android/iOS, e che Dropbox ha prontamente fermato reclutandone gli sviluppatori.
Unica vera novità di Duokan 2014 è il web browser, assente nelle versioni precedenti: questo fa guadagnare un punto molto importante per il firmware, che si avvicina sempre di più all'essere un completo sostituto dell'originale. Basti pensare che tra la possibilità di comprare Gli dei di Mosca in ePub (per il mio vecchio Opus da 5'' e per il tablet) o da Amazon per Kindle, ho scelto di comprarlo in ePub per avere l'ex libris personalizzato con la fatina Scintilla, ma l'ho letto sul Kindle proprio grazie a Duokan.
Insomma, a Duokan manca solo il Whispernet di Amazon per poter essere adottato come OS migliore dell'originale in tutto e per tutto.
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mercoledì 10 luglio 2013
Impressioni | Kobo mini, promozione di luglio/agosto 2013

Ho avuto modo di provare il Kobo mini e non ho potuto fare a meno di scattare qualche foto e farmi un'opinione. L'opinione, lo dico da adesso, è abbastanza positiva, per il dispositivo in sé, ma estremamente positiva per la promozione della Mondadori, che lo vende al 50% dal 6 luglio (fino ai primi di agosto, se non sbaglio, ma al momento non riesco a trovare dettagli sulla promozione).
In pratica vi portate a casa un buon eReader a 39€.
Il costo di due copie di Inferno di Dan Brown (in realtà anche meno).
Il Kobo mini in questione non è stato comprato online, ma materialmente da Saturn (è molto più semplice, in caso di dispositivo non funzionante, poterlo riportare e cambiare subito, ma soprattutto si può provare il modello in esposizione e decidere se ti soddisfa o no)
I colori disponibili sono due: nero e bianco, col retro "rigato" a losanghe. La versione bianca ha il retro grigio metallizzato e, sebbene personalmente sia un fan del nero, ammetto che la versione bianca è più figa. In entrambi i casi il colore mi sembra unisex. Ma la parte posteriore si può cambiare, e c'è una varietà di colori tra cui scegliere (un po' come le cover dei Nokia 3310, che gli '80s e i '90s come me ricorderanno)
Veniamo all'aspetto pratico, con le bellissime foto scattate nel mio unico stile di fotografia sismica e decentrata.
All'inizio è necessario settare l'eReader. Via pc o wifi, è necessario aggiornarlo (che senso ha? Non possono venderlo già pronto? Mah). Quindi bisogna mettere in conto almeno 10-15 minuti di download, setting vari e riavvio. Dopodiché bisogna necessariamente creare, se non lo si ha già, un account per lo store.


Ovviamente appena acceso il dispositivo, in primo piano c'è lo Store, non la Libreria.

La visione In Lettura mostra l'anteprima degli ultimi ebook inseriti e ovviamente di quello in lettura (l'anteprima più grande). Per poter vedere tutti gli ebook contenuti nel lettore è necessario pigiare su Libreria, e poi, dal menù a tendina, scegliere eBook (la visualizzazione sarà a elenco [vedi l'immagine successiva], ma è possibile cambiare a una visione ad anteprime, cosa che sul mio kindle 4, per esempio, non è possibile).

Due parole sulla reattività del touch e la velocità del refresh: premettendo che, com'è visibile dalle foto, ho provato l'eReader con tutta la pellicola protettiva sullo schermo, il touch non mi è sembrato ottimale. Sono abituato al Galaxy S2, ma conosco bene anche i tempi di reazione del kindle 4 (non touch) rispetto alle operazioni (menù e setting vari). Di conseguenza, ho notato come il tempo di latenza tra input (tocco) e output (generazione del menù, effettuazione delle modifiche ecc.) sia notevole, rispetto al mio kindle 4. Immagino sia un tipo di tecnologia che necessita di essere sviluppata ulteriormente.

Le Impostazioni, come si può vedere, sono raggiungibili dall'icona in alto - così come la Home, sul lato sinistro. La mancanza di tasti si rimpiange un po' nel momento in cui, per andare alla home o aprire la tendina delle impostazioni, sono necessari due passaggi: se si sta leggendo, un tocco al di fuori delle aree dello schermo dedicate alla funzione avanti/indietro, quindi per esempio la porzione centrale, per far apparire dai margini superiori le icone varie, e un secondo tocco all'icona desiderata.
Quindi, per tornare alla Home, invece di poterlo fare tramite un pulsante apposito è necessario prima toccare e far apparire il tasto in alto sinistra, poi premerlo. Se la reattività fosse immediata, non sarebbe un gran difetto, ma visto i tempi di reazione, un po' scoccia. I tre tasti standard (Home / Impostazioni / Back) si potevano benissimo inserire nel dispositivo, ma tant'è.


Dalla barra inferiore si può accedere alle impostazioni di pagina e lettura, nel caso dell'immagine a sinistra, Font, Dimensioni, Interlinea, Margini e Giustificazione. I parametri si cambiano spostando il "pomolo" ma, al contrario di smartphone e tablet, ho trovato più comodo e veloce toccare direttamente il punto della linea dove si vuole che vada l'indicatore, piuttosto che pigiare sull'indicatore e spostarlo trascinandolo. Tra le Proprietà Avanzate è possibile avere anche un'anteprima dei cambiamenti, prima di applicarli.
Nota positiva: i margini si possono diminuire fino ad eliminarli completamente, così da avere il testo attaccato alla cornice della scocca.
Per ottenere una pagina sufficientemente "capiente" di testo, è necessario eliminare margini laterali e interlinea, e settare la grandezza dei font almeno al 20-30%, a mio avviso.
Nota negativa: non è possibile modificare i margini superiore e inferiore. Questo significa che la pagina assomiglia più a un 4:3 che a un 16:9, per così dire; se fosse possibile eliminare anche questi altri due margini, la capienza della pagina sarebbe migliore e le dimensioni ridotte dello schermo quasi non si farebbero sentire. Questo è un peccato, perché poter sfruttare l'intero schermo fornirebbe un ottimo potenziale per gli usi più disparati del dispositivo.
Presumo che questa "mancanza" sia dovuta al fatto che quello spazio è dedicato alle barre delle applicazioni, ma a mio avviso ciò non ha senso: se si sceglie di andare alle Impostazioni, non si sta scegliendo di leggere, per cui anche ad avere due barre, una in alto e una in basso, che coprono un paio di righe di testo, non è mica una tragedia, anzi.

Le Impostazioni di lettura permettono di personalizzare, tra le altre cose, le aree dello schermo adibite alla funzione volta-pagina e il refresh.

La seconda icona della barra inferiore, quella con le freccine, fa apparire un continuum che indica il progresso sull'intero libro. Anche qui è possibile navigare l'intero ebook col tocco sulla barra, con un riferimento al capitolo, oltre che alla numerazione della pagina.

Infine, tra le Impostazioni abbiamo gli "extra", che comprendono Scacchi, Sudoku, Sketchpad, e il Browser.
Se nel Kindle 4 il browser si trova tra i "prototipi sperimentali" (lol wut? esatto), nel Kobo mini è semplicemente un browser funzionante che, grazie al tastierino touch, ti permette di navigare in maniera credibile, rispetto al supplizio del kindle 4 (che, non avendo alcuna funzionalità touch, ti costringe a muovere coi tasti fisici il cursore su ogni lettera, impiegando quindi secoli per scrivere anche solo "Google"). La cosa che mi ha sorpreso è che nell'inserire la query nella barra di ricerca, sono apparsi anche i suggerimenti di Google "in tempo reale". Quindi direi che anche come browser d'emergenza non è affatto male, tutt'altro.
Conclusioni: il tipo di eReader e l'occasione della promozione danno un ultimatum ai lettori indecisi, che non sanno se provare l'eReading, dubbiosi ma soprattutto non convinti dall'eventuale investimento ingente. Al prezzo di due libri a copertina rigida, il lettore "curioso", senza spendere molto, può avere l'occasione di portarsi a casa un ottimo lettore con cui non solo iniziare l'esperienza di lettura digitale ma, in caso di esperienza positiva, può benissimo continuare a usare comodamente lo stesso lettore senza alcun handicap particolare. Il kobo mini è piccolo, ha tutto e di più, e sebbene non si possa definire adatto a formati .pdf troppo ampi (per esempio, manuali con immagini ecc.), offre un'esperienza completa e soddisfacente per la narrativa digitale.
E per 39€, direi che è soprattutto un'ottima idea regalo.
_________
Nota: Anche quest'anno, purtroppo nessuno mi ha pagato per scrivere questo articolo. Mi chiedo quanto tempo debba passare perché ciò avvenga.
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giovedì 18 aprile 2013
Un anno con Linux
Premessa: non sono un esperto informatico, e nonostante mi sia impegnato a studiare linguaggi di programmazione e compagnia bella purtroppo non ho mai avuto abbastanza tempo per portare a termine l'indottrinamento. Di conseguenza questo post non vuole assolutamente essere geek. Ah, si sappia che di Linux non ci capisco granché, sto imparando. E finora la mia esperienza è ridotta principalmente a Ubuntu (Xubuntu e Lubuntu).
Ho sempre odiato Windows (fino a Win 95 paradossalmente mi ci trovavo abbastanza "bene", poi il Me non mi creava tanti problemi finché dopo qualche mese alcuni programmi crashavano in continuazione e il sistema andava avanti nonostante assurdi bug grafici e dll scombinate).
In realtà la maggior parte delle persone odia Windows, semplicemente perché non obbedisce mai agli ordini. A volte i crash vanno in effetto matrioska (Programma si impalla - clicchi su Termina Operazione programma X - Termina operazione si impalla - clicchi su Termina Operazione di Termina Operazione di programma X). Avevo un pc con XP con cui non potevo assolutamente aprire determinati .exe perché, se lo avessi fatto, avrei provocato una BSOD, ma la cosa divertente è che lanciando determinati programmi dovevo aspettare un minuto o talvolta anche più, affinché si aprissero dopo averci cliccato. È così che ho imparato a suonare la chitarra, esercitandomi nei tempi di "latenza" necessari perché si aprisse, per esempio, Firefox.
Ora, oltre a Windows e Mac OS X il popolino "ignorante" non conosce Linux, principalmente perché non è roba diffusa perché non fa guadagnare nessuno (la roba Microsoft e Apple si paga, ma se compri un computer con sopra per esempio Windows predefinito, puoi benissimo compilare un modulo di rinuncia a tale OS, richiedendone il rimborso; perché sì, a quanto pare comprando il computer compri anche il sistema operativo, nella maggior parte dei casi).
Basta il passaparola a far diffondere la cultura linuxiana.
Una decina di anni fa decisi di passare a Linux (Red Hat), ma a quel tempo io ero una ceppa, troppo spaventato per usare il BIOS, e nonostante in qualche maniera fossi arrivato vicino all'obiettivo, fallii miseramente. E forse scelsi una distro un po' complicata per un principiante assoluto come me.
Ad ogni modo, oggigiorno Ubuntu (una delle distribuzioni più diffuse di Linux) è probabilmente l'OS più facile da installare e da usare. La procedura è completamente grafica e la guida insieme al download gratuito sono disponibili sul sito ufficiale. Tutti dovrebbero usare Ubuntu (Linux), perché è semplice e obbedisce ai tuoi comandi senza problemi, è il sistema operativo che dovrebbero avere le famiglie, i bambini, i programmatori, chiunque. La Cina addirittura pare volere Ubuntu come OS ufficiale.
Ad ogni modo, dato che a noi interessa la scrittura e surrogati, parliamo di questo.
Io uso un netbook, un Asus EeePc 1000-H, praticamente una macchinetta non proprio scarsa ma decente, con Xubuntu (una distribuzione più leggera di Ubuntu). Diventa però una carretta scassata se si usa XP, al punto che a causa di bug di diverso tipo - non per ultimo il maledetto aggiornamento del sistema che se gli dài il consenso ti terrà il pc acceso per mezzora dopo aver scelto di chiudere la sessione, posticipando quindi lo spegnimento - ho dovuto formattare 3-4 volte in due anni perché Windows non partiva.
Non serve un computer potentissimo per poter scrivere racconti/romanzi e simili. Ma nel momento in cui il computer ti frega ingrippandosi e obbligandoti a formattare, se non hai fatto un backup sei spacciato (in questo caso non tutto è perduto: basterebbe per esempio installare su una chiavetta Puppy Linux, una distribuzione leggerissima, e avviarlo live dal BIOS, così da poter recuperare file preziosi e backupparli, prima che il prossimo danno sia a carico dell'hardware).
Di conseguenza, se il pc si usa principalmente per scrivere/navigare (per esempio si vuole scrivere un racconto/romanzo e al contempo cercare informazioni su Google, vedere video su Youtube e salvare documenti come manuali e altro in pdf), si potrebbe benissimo recuperare un qualsiasi vecchio pc (tutti ne abbiamo uno), installarci sopra una distribuzione leggerissima di linux (per esempio Lubuntu), e sarà come avere un computer nuovo, che ti permette di gestire una cosa banale come file di testo in maniera pulita e stabile (non come Word di Office).
Poniamo invece che si disponga di un bel laptop potentissimo su cui giocare cagate fantasy, mmorpg, comprare giochi da Steam ecc. Si può, in tal caso, installare ugualmente per esempio Ubuntu in dual boot, cioè all'avvio si può scegliere con quale sistema operare. Se vuoi giocare scegli Windows, quando hai bisogno di lavorare scegli Linux. Se si giocano invece dei titoli che non richiedono grandi risorse, si può benissimo "emulare" il gioco in questione per Windows in ambiente Linux.
Poi c'è la questione programmi. Qualsiasi cosa esista per Windows o Mac - di solito a pagamento e regolarmente crackata -, esiste anche in open source (gratis) e per Linux. Steam è arrivato anche su linux, per esempio. Rhytmbox è un programma uguale ad iTunes, e ti consente anche di trasferire musica sull'iPod.
Se c'è bisogno di scrivere si può usare LibreOffice Writer, e tutto il pacchetto LibreOffice per presentazioni, database ecc.
Calibre, per la gestione degli ebook, è disponibile anche per Linux.
Se si vuole modificare un ePub malandato per leggerlo in maniera dignitosa sul proprio lettore, o se si vuole editare il proprio romanzo e trasformarlo in un raffinato ePub, c'è Sigil, un programma utile e facile da usare.
Molti programmi si possono scaricare direttamente aprendo l'Ubuntu Software Center, una specie di App store in cui digiti il nome del programma che ti serve e lo scarichi e installi cliccandoci sopra, proprio come si fa con Android o con iOS. Altri programmi sono un po' più "difficili" da scaricare, ovvero dal terminale, ma basta fare il copia-incolla dei comandi indicati per poter ottenere lo stesso risultato.
Per quanto riguarda i driver, invece, nella maggior parte dei casi si può collegare un qualsiasi dispositivo e farlo funzionare senza dover ricorrere a CD/pen drive/download improbabili della ricerca di Windows.
Finora ho avuto un'esperienza più che positiva. Una stampante che mi è stata regalata aveva bisogno del software e dei driver forniti col cd (il mio netbook non ha lettore cd, quindi ho dovuto prendere in prestito un lettore CD USB). Con Ubuntu invece bastava scegliere il modello della stampante: dato che nella lista non c'era il modello preciso, ho scelto quello che ci andava più vicino, e la stampante ha funzionato! Niente CD o pen drive.
Discorso analogo per la configurazione di una Internet Key (non per me). Su un netbook con Windows 7, la pennetta era impossibile da configurare nonostante il driver fosse immagazzinato nella stessa memoria interna. La colpa è della marca, la Onda, o della Wind, o di entrambi. Alla fine è stata configurata. Dopo mesi interi, decido di mettere su quel netbook (non mio) Lubuntu e smetterla con le frustrazioni da Windows, e poi per la pennetta si vedrà. Dopo aver installato l'OS mi informo un po', e scopro che non c'è bisogno di installare nulla: basta cliccare sulle impostazioni di rete (non wifi) e selezionare la Internet Key (già configurata in automatico). E ha funzionato.
Linux è un OS infallibile, stabile e affidabile?
Abbastanza. Inutile dire che una distribuzione "pesante" su un pc scarso può dare problemi a cominciare dalla grafica. Ma una distribuzione adatta al tipo di macchina può garantire una buona affidabilità.
Linux non si ingrippa mai? Di certo non come Windows, nulla è perduto con Linux, eventuali disagi possono durare alcuni secondi, a meno che non ci si metta di impegno a fare casino coi file di sistema accedendo da root (ma a questo punto non si agisce più da principianti).
Linux crasha? Sì, raramente, determinati programmi possono crashare, ma tu clicchi sull'invio della segnalazione, e (a me è successo così con il Bluetooth che dava problemi nel trasferimento dei file) in breve al prossimo aggiornamento disponibile il problema potrà essere risolto (il Bluetooth ha ripreso a funzionare bene, senza che io facessi nulla). O comunque il crash non si ripeterà, a meno che non ci siano problemi seri (che una riconfigurazione rimette a posto).
La community linuxiana è sempre pronta a dare una mano, a sostenere i nuovi utenti e a produrre nuova roba utile per tutti. Basta cercare aiuto su qualsiasi gruppo, forum, canale IRC, per ricevere aiuto. La maggior parte delle volte i problemi sono banali e la soluzione si ottiene facilmente googlandola.
Le ultime versioni delle varie distribuzioni, oltretutto, hanno una grafica accattivante, di gran lunga superiore a quella di Windows, e molto più customizzabile. Offrono un'esperienza davvero soddisfacente.
Uno potrebbe chiedere: e la roba Apple? Non ho esperienza in tal senso, ma dato che si parla di OS UNIX-based, in teoria la iRoba dovrebbe essere piuttosto affidabile, più di Windows. Il problema è che i computer Apple hanno un prezzo superiore al loro effettivo valore, ed essendo il sistema simile a Linux, non ha molto senso scegliere quello a pagamento, se ce ne sono altri uguali gratuiti (a meno che per esempio non si sia costretti per motivi professionali, come per l'uso di software specifici come Photoshop, o se si vuole possedere una macchina con determinate caratteristiche).
Lo scopo di questo post è quello di diffondere la notizia: esistono OS gratuiti, facili da installare e da usare, che facilitano la vita e fanno risparmiare soldi: molte persone buttano il proprio pc perché troppo lento o "pieno di virus", senza sapere che il più delle volte la lentezza non è colpa della macchina ma del sistema operativo, e che i virus li ha solo Windows, in Linux invece non si corre alcun pericolo simile.
Inoltre, ancora, Linux è ideale per lavorare. Le persone "vecchio stile" che usano il pc solo perché costrette dal lavoro e con la repulsione per la tecnologia potrebbero cambiare idea, vivendo un'esperienza positiva e gratificante come quella che potrebbe dare un OS bello, semplice e affidabile come Ubuntu.
Da parte mia non voglio convincere le persone a usare Ubuntu e simili, ma spero con questo post di aver fornito ulteriore materiale, insieme a quello già presente in rete, che permetta alle persone di approfondire e farsi un'idea.
Per quanto riguarda la scrittura, ritengo che Linux sia il miglior sistema operativo (oserei dire ispirante) utile allo scopo, e che ogni scrittore dovrebbe considerare di usare.
Ho sempre odiato Windows (fino a Win 95 paradossalmente mi ci trovavo abbastanza "bene", poi il Me non mi creava tanti problemi finché dopo qualche mese alcuni programmi crashavano in continuazione e il sistema andava avanti nonostante assurdi bug grafici e dll scombinate).
In realtà la maggior parte delle persone odia Windows, semplicemente perché non obbedisce mai agli ordini. A volte i crash vanno in effetto matrioska (Programma si impalla - clicchi su Termina Operazione programma X - Termina operazione si impalla - clicchi su Termina Operazione di Termina Operazione di programma X). Avevo un pc con XP con cui non potevo assolutamente aprire determinati .exe perché, se lo avessi fatto, avrei provocato una BSOD, ma la cosa divertente è che lanciando determinati programmi dovevo aspettare un minuto o talvolta anche più, affinché si aprissero dopo averci cliccato. È così che ho imparato a suonare la chitarra, esercitandomi nei tempi di "latenza" necessari perché si aprisse, per esempio, Firefox.
Ora, oltre a Windows e Mac OS X il popolino "ignorante" non conosce Linux, principalmente perché non è roba diffusa perché non fa guadagnare nessuno (la roba Microsoft e Apple si paga, ma se compri un computer con sopra per esempio Windows predefinito, puoi benissimo compilare un modulo di rinuncia a tale OS, richiedendone il rimborso; perché sì, a quanto pare comprando il computer compri anche il sistema operativo, nella maggior parte dei casi).
Basta il passaparola a far diffondere la cultura linuxiana.
Una decina di anni fa decisi di passare a Linux (Red Hat), ma a quel tempo io ero una ceppa, troppo spaventato per usare il BIOS, e nonostante in qualche maniera fossi arrivato vicino all'obiettivo, fallii miseramente. E forse scelsi una distro un po' complicata per un principiante assoluto come me.
Ad ogni modo, oggigiorno Ubuntu (una delle distribuzioni più diffuse di Linux) è probabilmente l'OS più facile da installare e da usare. La procedura è completamente grafica e la guida insieme al download gratuito sono disponibili sul sito ufficiale. Tutti dovrebbero usare Ubuntu (Linux), perché è semplice e obbedisce ai tuoi comandi senza problemi, è il sistema operativo che dovrebbero avere le famiglie, i bambini, i programmatori, chiunque. La Cina addirittura pare volere Ubuntu come OS ufficiale.
Ad ogni modo, dato che a noi interessa la scrittura e surrogati, parliamo di questo.
Io uso un netbook, un Asus EeePc 1000-H, praticamente una macchinetta non proprio scarsa ma decente, con Xubuntu (una distribuzione più leggera di Ubuntu). Diventa però una carretta scassata se si usa XP, al punto che a causa di bug di diverso tipo - non per ultimo il maledetto aggiornamento del sistema che se gli dài il consenso ti terrà il pc acceso per mezzora dopo aver scelto di chiudere la sessione, posticipando quindi lo spegnimento - ho dovuto formattare 3-4 volte in due anni perché Windows non partiva.
Esattamente quello che succede nella vita quotidiana.
Non serve un computer potentissimo per poter scrivere racconti/romanzi e simili. Ma nel momento in cui il computer ti frega ingrippandosi e obbligandoti a formattare, se non hai fatto un backup sei spacciato (in questo caso non tutto è perduto: basterebbe per esempio installare su una chiavetta Puppy Linux, una distribuzione leggerissima, e avviarlo live dal BIOS, così da poter recuperare file preziosi e backupparli, prima che il prossimo danno sia a carico dell'hardware).
Di conseguenza, se il pc si usa principalmente per scrivere/navigare (per esempio si vuole scrivere un racconto/romanzo e al contempo cercare informazioni su Google, vedere video su Youtube e salvare documenti come manuali e altro in pdf), si potrebbe benissimo recuperare un qualsiasi vecchio pc (tutti ne abbiamo uno), installarci sopra una distribuzione leggerissima di linux (per esempio Lubuntu), e sarà come avere un computer nuovo, che ti permette di gestire una cosa banale come file di testo in maniera pulita e stabile (non come Word di Office).
Poniamo invece che si disponga di un bel laptop potentissimo su cui giocare cagate fantasy, mmorpg, comprare giochi da Steam ecc. Si può, in tal caso, installare ugualmente per esempio Ubuntu in dual boot, cioè all'avvio si può scegliere con quale sistema operare. Se vuoi giocare scegli Windows, quando hai bisogno di lavorare scegli Linux. Se si giocano invece dei titoli che non richiedono grandi risorse, si può benissimo "emulare" il gioco in questione per Windows in ambiente Linux.
Poi c'è la questione programmi. Qualsiasi cosa esista per Windows o Mac - di solito a pagamento e regolarmente crackata -, esiste anche in open source (gratis) e per Linux. Steam è arrivato anche su linux, per esempio. Rhytmbox è un programma uguale ad iTunes, e ti consente anche di trasferire musica sull'iPod.
Se c'è bisogno di scrivere si può usare LibreOffice Writer, e tutto il pacchetto LibreOffice per presentazioni, database ecc.
Calibre, per la gestione degli ebook, è disponibile anche per Linux.
Se si vuole modificare un ePub malandato per leggerlo in maniera dignitosa sul proprio lettore, o se si vuole editare il proprio romanzo e trasformarlo in un raffinato ePub, c'è Sigil, un programma utile e facile da usare.
Molti programmi si possono scaricare direttamente aprendo l'Ubuntu Software Center, una specie di App store in cui digiti il nome del programma che ti serve e lo scarichi e installi cliccandoci sopra, proprio come si fa con Android o con iOS. Altri programmi sono un po' più "difficili" da scaricare, ovvero dal terminale, ma basta fare il copia-incolla dei comandi indicati per poter ottenere lo stesso risultato.
Per quanto riguarda i driver, invece, nella maggior parte dei casi si può collegare un qualsiasi dispositivo e farlo funzionare senza dover ricorrere a CD/pen drive/download improbabili della ricerca di Windows.
Finora ho avuto un'esperienza più che positiva. Una stampante che mi è stata regalata aveva bisogno del software e dei driver forniti col cd (il mio netbook non ha lettore cd, quindi ho dovuto prendere in prestito un lettore CD USB). Con Ubuntu invece bastava scegliere il modello della stampante: dato che nella lista non c'era il modello preciso, ho scelto quello che ci andava più vicino, e la stampante ha funzionato! Niente CD o pen drive.
Discorso analogo per la configurazione di una Internet Key (non per me). Su un netbook con Windows 7, la pennetta era impossibile da configurare nonostante il driver fosse immagazzinato nella stessa memoria interna. La colpa è della marca, la Onda, o della Wind, o di entrambi. Alla fine è stata configurata. Dopo mesi interi, decido di mettere su quel netbook (non mio) Lubuntu e smetterla con le frustrazioni da Windows, e poi per la pennetta si vedrà. Dopo aver installato l'OS mi informo un po', e scopro che non c'è bisogno di installare nulla: basta cliccare sulle impostazioni di rete (non wifi) e selezionare la Internet Key (già configurata in automatico). E ha funzionato.
Linux è un OS infallibile, stabile e affidabile?
Abbastanza. Inutile dire che una distribuzione "pesante" su un pc scarso può dare problemi a cominciare dalla grafica. Ma una distribuzione adatta al tipo di macchina può garantire una buona affidabilità.
Linux non si ingrippa mai? Di certo non come Windows, nulla è perduto con Linux, eventuali disagi possono durare alcuni secondi, a meno che non ci si metta di impegno a fare casino coi file di sistema accedendo da root (ma a questo punto non si agisce più da principianti).
Linux crasha? Sì, raramente, determinati programmi possono crashare, ma tu clicchi sull'invio della segnalazione, e (a me è successo così con il Bluetooth che dava problemi nel trasferimento dei file) in breve al prossimo aggiornamento disponibile il problema potrà essere risolto (il Bluetooth ha ripreso a funzionare bene, senza che io facessi nulla). O comunque il crash non si ripeterà, a meno che non ci siano problemi seri (che una riconfigurazione rimette a posto).
La community linuxiana è sempre pronta a dare una mano, a sostenere i nuovi utenti e a produrre nuova roba utile per tutti. Basta cercare aiuto su qualsiasi gruppo, forum, canale IRC, per ricevere aiuto. La maggior parte delle volte i problemi sono banali e la soluzione si ottiene facilmente googlandola.
Le ultime versioni delle varie distribuzioni, oltretutto, hanno una grafica accattivante, di gran lunga superiore a quella di Windows, e molto più customizzabile. Offrono un'esperienza davvero soddisfacente.
Uno potrebbe chiedere: e la roba Apple? Non ho esperienza in tal senso, ma dato che si parla di OS UNIX-based, in teoria la iRoba dovrebbe essere piuttosto affidabile, più di Windows. Il problema è che i computer Apple hanno un prezzo superiore al loro effettivo valore, ed essendo il sistema simile a Linux, non ha molto senso scegliere quello a pagamento, se ce ne sono altri uguali gratuiti (a meno che per esempio non si sia costretti per motivi professionali, come per l'uso di software specifici come Photoshop, o se si vuole possedere una macchina con determinate caratteristiche).
Lo scopo di questo post è quello di diffondere la notizia: esistono OS gratuiti, facili da installare e da usare, che facilitano la vita e fanno risparmiare soldi: molte persone buttano il proprio pc perché troppo lento o "pieno di virus", senza sapere che il più delle volte la lentezza non è colpa della macchina ma del sistema operativo, e che i virus li ha solo Windows, in Linux invece non si corre alcun pericolo simile.
Inoltre, ancora, Linux è ideale per lavorare. Le persone "vecchio stile" che usano il pc solo perché costrette dal lavoro e con la repulsione per la tecnologia potrebbero cambiare idea, vivendo un'esperienza positiva e gratificante come quella che potrebbe dare un OS bello, semplice e affidabile come Ubuntu.
Da parte mia non voglio convincere le persone a usare Ubuntu e simili, ma spero con questo post di aver fornito ulteriore materiale, insieme a quello già presente in rete, che permetta alle persone di approfondire e farsi un'idea.
Per quanto riguarda la scrittura, ritengo che Linux sia il miglior sistema operativo (oserei dire ispirante) utile allo scopo, e che ogni scrittore dovrebbe considerare di usare.
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lunedì 18 febbraio 2013
La mia Esclusiva Custodia per eReader personalizzata
Appena comprai l'Opus mi è capitato diverse volte, per i primi mesi, di fare sogni in cui mi cadeva e si rompeva.
Non serve una laurea in Psicologia per capire che avevo una paura folle di perdere quell'aggeggino.
Nell'acquisto dell'Opus era inclusa la custodia in neoprene (si veda il vecchio post sull'Opus), una custodia però in cui l'eReader puoi solo infilarlo ed estrarlo, rigida, senza chiusura. Una specie di calzino rettangolare, rigido, aderente. Ovviamente non ti permette di leggere, ma solo di portarlo in giro al sicuro.
Per tutto il tempo in cui ho usato l'Opus andavo in giro con la custodia, per sicurezza. Persino quando leggevo al bagno me lo portavo al sicuro nella custodia, o mentre cucinavo, e ovunque mi trovassi la prassi era: estrarre il lettore dalla custodia, tenere la custodia a portata di mano, leggere, e a ogni interruzione o pausa metterlo in standby e re-inserirlo nella custodia.
Il problema è ovvio: nel momento in cui leggevo, il lettore non era protetto, era a rischio.
Dato che con il Kindle non è compresa alcuna custodia, all'acquisto, ho ben pensato di farmene fare una su misura, secondo le mie richieste specifiche.
Ed è così che ho ottenuto la mia Esclusiva (e un po' megalomane, lol) Custodia Personalizzata.
Le custodie di Amazon sono anche fighe, certo. Ma:
Non serve una laurea in Psicologia per capire che avevo una paura folle di perdere quell'aggeggino.
Nell'acquisto dell'Opus era inclusa la custodia in neoprene (si veda il vecchio post sull'Opus), una custodia però in cui l'eReader puoi solo infilarlo ed estrarlo, rigida, senza chiusura. Una specie di calzino rettangolare, rigido, aderente. Ovviamente non ti permette di leggere, ma solo di portarlo in giro al sicuro.
Per tutto il tempo in cui ho usato l'Opus andavo in giro con la custodia, per sicurezza. Persino quando leggevo al bagno me lo portavo al sicuro nella custodia, o mentre cucinavo, e ovunque mi trovassi la prassi era: estrarre il lettore dalla custodia, tenere la custodia a portata di mano, leggere, e a ogni interruzione o pausa metterlo in standby e re-inserirlo nella custodia.
Il problema è ovvio: nel momento in cui leggevo, il lettore non era protetto, era a rischio.
Dato che con il Kindle non è compresa alcuna custodia, all'acquisto, ho ben pensato di farmene fare una su misura, secondo le mie richieste specifiche.
Ed è così che ho ottenuto la mia Esclusiva (e un po' megalomane, lol) Custodia Personalizzata.
Le custodie di Amazon sono anche fighe, certo. Ma:
- Costano troppo
- Sul web alcuni lamentano danni a carico del dispositivo (rovinano i "contatti"), ma non posso confermarlo perché non ne possiedo.
- La resistenza varia a seconda del materiale.
Mentre altre società che fanno custodie di tutti i tipi:
- Costano troppo pure quelle.
- Impiegano materiali rigidi che alla prima caduta si rompono.
E poi l'incubo hipster, l'incubo no-global ecc., il fattore principale comune a tutti i prodotti sul grande mercato:
SONO FATTE IN SERIE.
Veniamo alla mia Esclusiva Custodia superpuccissima.
L'ho fatta fare su mia richiesta secondo le mie indicazioni precise, che erano sostanzialmente due:
- Protezione assoluta contro eventuali cadute
- Praticità di lettura/cambio pagina/collegamento al pc.
Di conseguenza, la custodia è morbidissima, è come un piccolo piumone invernale, simile quasi agli astucci dei colori che avevamo alle elementari. Solo che quelli erano sagomati e rigidi, mentre la mia Custodia Esclusiva è flessibile: se nonostante le mie cure dovesse cadermi il lettore, sarebbe come se atterrasse su un materassino di salvataggio dei pompieri. Se cadesse in verticale, invece, gli elastici tubulari smorzerebbero l'energia di caduta (almeno spero), e il lettore non risentirebbe di nessun contraccolpo.
Mi spiego meglio con le immagini:
Mi spiego meglio con le immagini:
Dando un'occhiata alle custodie di Amazon e compagnia, ho notato che gli angoli per fissare il lettore erano piuttosto costrittivi e rigidi. Con dei semplici elastici cuciti in maniera tale da coprire la giusta proporzione di angolo, il lettore è più libero (e non assorbe gli urti, secondo il mio parere), ma soprattutto anche estrarlo risulta più facile. Inutile dire che sbatacchiando la custodia aperta in tutte le direzioni (cosa che, com'è ovvio, ho fatto), il lettore rimane fermo, non vola via.
Come potrebbe mai venire sbatacchiato il lettore? direte voi. Non accade, è vero, ma volevo provare.
L'apertura a libro l'ho preferita con la chiusura con bottone. Le fanno anche con la zip, ma - per me - non ha senso. Cioè, non cambia molto, è vero, ma:
- Le zip sono note per incepparsi e/o uscire del tutto dai binari (motivo principale).
- Aprire una zip è più scomodo che slacciare un bottone: la zip richiede due mani, il bottone solo una. Provate a sbottonarvi il jeans o la camicia con una sola mano, e poi provate ad aprire la zip di un astuccio di colori delle elementari con una mano.
In questo caso il bottone non è a pressione (così è più sicuro), ma anche a pressione sarebbe stato ok. La mia richiesta però era che non fosse assolutamente a zip.
Il colore nero era doveroso: mi piace, si abbina con il lettore, è professionale, ecc.
Inoltre - e questa è una cosa a cui nessun uomo indolente come me penserebbe mai finché non gli viene fatto notare - la mia Esclusiva Custodia, essendo fatta interamente di tessuto (cotone, se non sbaglio), fatta eccezione per gli elastici e il bottone, è lavabile. A mano, in lavatrice, non so, ma comunque se il gatto dovesse pisciarci sopra o il coinquilino di merda sbronzo dovesse usarla per vomitarci, non succederebbe nulla (giù con detersivo e ammorbidente).
[Però è consigliabile lavarla senza lettore inserito. Così, per la cronaca.]
Inoltre - e questa è una cosa a cui nessun uomo indolente come me penserebbe mai finché non gli viene fatto notare - la mia Esclusiva Custodia, essendo fatta interamente di tessuto (cotone, se non sbaglio), fatta eccezione per gli elastici e il bottone, è lavabile. A mano, in lavatrice, non so, ma comunque se il gatto dovesse pisciarci sopra o il coinquilino di merda sbronzo dovesse usarla per vomitarci, non succederebbe nulla (giù con detersivo e ammorbidente).
[Però è consigliabile lavarla senza lettore inserito. Così, per la cronaca.]
Si parlava di unicità.
Non sono un hipster, ma ho un'insofferenza innata verso le cose di massa per così dire "senza profitto". Odio l'omologazione distruttiva, in un certo senso le stesse mega-società come Amazon, per il solo essere quello che sono, mi fanno passare la voglia di ingrossare le loro già obese tasche.
Ok, di fatto mi sono fatto fare una custodia su misura, secondo le mie personalissime direttive. E sì, ad alimentare la megalomania in cui affogo ci sono sopra pure le mie iniziali ricamate (like a fuckin sir!). Ma essenzialmente desideravo qualcosa di praticissimo e non ho pensato ad abbellimenti.
E la cosa deve aver fatto mangiare le unghie alla sarta a cui l'ho commissionato, visto che ha un'esperienza decennale nel confezionamento di abiti da sposa. Che per quanto ne so è tipo la massima espressione tecnica della sartoria.
E non mi risulta che le custodie vendute sul web siano fatte da sarti tecnicamente virtuosi. E visti i prezzi a cui le vendono (da 30€ in su), dovrebbero essere dei capolavori, e non prototipi in serie.
Insomma, se bisogna spendere, bisogna investire per il meglio. Così la penso io.
Morale della favola: ci si può accontentare di ciò che propone il mercato e sottostare alle sue imposizioni, oppure si può usare il cervello e non rinunciare alle proprie aspettative.
Con la mia nuova custodia non devo più preoccuparmi che il lettore si frantumi, leggo con più tranquillità e non temo più per il lettore.
In più, con la diffusione che stanno avendo gli eReader, mi piace considerarli dei "compagnoni" (il mio "vecchio" Opus l'ho messo da parte ma non voglio staccarmene, un po' perché è stato il mio primo lettore, ma soprattutto perché mi ha permesso di leggere decine di libri per più di un anno, e sebbene ormai non lo usi più, ci sono comunque affezionato). Di conseguenza non mi dispiacerebbe immaginare un futuro in cui tutti hanno il proprio eReader al sicuro nella propria originalissima custodia personalizzata.
Non sono un hipster, ma ho un'insofferenza innata verso le cose di massa per così dire "senza profitto". Odio l'omologazione distruttiva, in un certo senso le stesse mega-società come Amazon, per il solo essere quello che sono, mi fanno passare la voglia di ingrossare le loro già obese tasche.
Ok, di fatto mi sono fatto fare una custodia su misura, secondo le mie personalissime direttive. E sì, ad alimentare la megalomania in cui affogo ci sono sopra pure le mie iniziali ricamate (like a fuckin sir!). Ma essenzialmente desideravo qualcosa di praticissimo e non ho pensato ad abbellimenti.
E la cosa deve aver fatto mangiare le unghie alla sarta a cui l'ho commissionato, visto che ha un'esperienza decennale nel confezionamento di abiti da sposa. Che per quanto ne so è tipo la massima espressione tecnica della sartoria.
E non mi risulta che le custodie vendute sul web siano fatte da sarti tecnicamente virtuosi. E visti i prezzi a cui le vendono (da 30€ in su), dovrebbero essere dei capolavori, e non prototipi in serie.
Insomma, se bisogna spendere, bisogna investire per il meglio. Così la penso io.
Morale della favola: ci si può accontentare di ciò che propone il mercato e sottostare alle sue imposizioni, oppure si può usare il cervello e non rinunciare alle proprie aspettative.
Con la mia nuova custodia non devo più preoccuparmi che il lettore si frantumi, leggo con più tranquillità e non temo più per il lettore.
In più, con la diffusione che stanno avendo gli eReader, mi piace considerarli dei "compagnoni" (il mio "vecchio" Opus l'ho messo da parte ma non voglio staccarmene, un po' perché è stato il mio primo lettore, ma soprattutto perché mi ha permesso di leggere decine di libri per più di un anno, e sebbene ormai non lo usi più, ci sono comunque affezionato). Di conseguenza non mi dispiacerebbe immaginare un futuro in cui tutti hanno il proprio eReader al sicuro nella propria originalissima custodia personalizzata.
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domenica 3 febbraio 2013
Segnalazioni | Pyrus mini, un eReader puccioso

Proprio ieri, alla Mediaworld, ho scoperto dell'esistenza della versione "ridotta", il Pyrus Mini.
Tornato a casa mi sono informato un po' di più, e a quanto pare si tratta, in effetti, di un prodotto piuttosto recente (dovrebbe avere un paio di mesi, forse tre). Non avendolo provato, vi rimando alla recensione fatta da eBookReaderItalia, che mi pare onesta ed esaustiva.
Riassumendola, in pratica non differisce in nulla rispetto al Pyrus classico, se non per le dimensioni. Ho fatto diverse foto, ma a scatola chiusa, quindi vi suggerisco la galleria di eBookReaderItalia su facebook, ricca di scatti interessanti e sicuramente più chiari rispetto ai miei.
L'unica foto più utile che abbia scattato potrebbe essere questa, dato che mette a confronto il Pyrus mini con due tablet, uno di 7'' e l'altro da 10'' (o comunque qualcosa di simile).
Praticamente ha le dimensioni di un cellulare. Ho fatto un confronto col mio Galaxy S2, e praticamente combaciavano. Per fortuna eBookReaderItalia ha avuto la stessa pensata e l'ha documentato con una foto:

Lo schermo è leggermente più grande, e la larghezza dell'intero dispositivo è naturalmente superiore, ma non di molto. Considerando un Galaxy S3, che è notevolmente più panciuto dell'S2, si potrebbe dire che il Pyrus mini sia una specie di cugino eInk dell'S3.
Veniamo alle riflessioni.
Da un lato, un eReader mini non ha granché senso, perché è come se entrasse in competizione con i cellulari. Questo perché l'esperienza di lettura su un dispositivo così piccolo può essere limitata a brevi periodi di tempo (a me per esempio capita di leggere in buchi di tempo così brevi che a malapena riesco a terminare la pagina - leggo pagine in formato da 34 righe circa), ma a queste condizioni, si può avere comunque uno smartphone con sopra lo stesso romanzo, e la vista non verrebbe compromessa, visto il breve periodo di lettura. A quel punto, sarebbe più saggio avere un solo strumento in tasca, e dato che nessuno esce di casa senza telefono, la scelta ricadrebbe su quest'ultimo. Il Pyrus mini offrirebbe una lettura leggermente migliore rispetto uno smartphone (escludendo la questione luminosità e batteria) solo in virtù dello schermo leggermente più grande, riducendo a 0 i margini interni così da avere qualche millimetro in più di spazio rispetto, per esempio, a un Galaxy S2. (Ma con un S3 il discorso non sussisterebbe.)
Dall'altro lato, in quanto possessore di Cybook Opus (5'') e Kindle 4 (6''), posso affermare che la vera tascabilità si potrebbe trovare proprio in questi 4,3'' del Pyrus mini, dato che il Kindle 4 è relativamente tascabile (con la custodia, poi, non lo è per niente), e l'Opus è abbastanza tascabile (anche con la custodia, ma in tasche abbastanza capienti, altrimenti potrebbe creare forme ambigue, attraverso i vestiti, che attirerebbero gli sguardi della gente, mentre nelle tasche di abiti "non molto casual" sarebbe impensabile).
Di conseguenza, definirei propriamente tascabile un Pyrus mini, piuttosto che un Kobo mini (di 5'').
Tuttavia il secondo gode di maggiori funzionalità.
A parte tutto questo, il Pyrus mini si vende attorno ai 60-70 euro (55,91 euro su Amazon, 69 alla Mediaworld, [prezzi aggiornati a domenica 3 febbraio 2013]).
Considerando il prezzo minore, 55,91 euro, sì, possiamo dire che tutto sommato è un prezzo buono. Ma considerando che per poco meno di venti euro si possono avere dispositivi significativamente migliori, direi proprio che il prezzo non è così buono.
Se lo avessero lanciato con un prezzo veramente conveniente, per esempio 45-50 euro al massimo, allora sì che sarebbe stata una bella sfida agli altri eReader sul mercato.
In ultima analisi, le dimensioni e i colori accesi (oltre al nero, ci sono blu, e un rosa che a me sembra rosso) di questo Pyrus mini lo rendono un eReader pucciosissimo che ti fa venir voglia di comprarlo solo per questo motivo. Perché è piccolo, carino e colorato.
Fossi un genitore, lo terrei presente per attirare l'attenzione dei bambini sulla (buona) lettura, così da staccarli un po' dai tablet e risparmiargli un po' la retina.
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venerdì 25 gennaio 2013
Impressioni | Lettori eBook per Android
Gli ebook reader non sono diffusi quanto smartphone e tablet.
Di fatto, molti ancora non sanno nemmeno dell'esistenza degli eReader e se ne vedono uno lo scambiano per un tablet. In teoria all'apparenza non sono poi tanto diversi.
Difficilmente, comunque, il possessore di un iPad sentirà il bisogno di avere un eBook reader: ha speso già fior di quattrini per il vassoio della Apple che gli fa tutto¹, mica ha altri soldi da buttare in aggeggi che non abbiano la mela incollata sopra. Lo stesso dicasi per i cellulari.
Per i dispositivi con Android e iOS esistono software in grado di leggere epub e mobi (escludo i pdf e altri formati da "ufficio" perché i software per i primi sono più o meno sempre implementati, mentre altri formati come ppt, doc e via discorrendo non sono propriamente preferibili come formati da ebook).
Ne ho scaricati alcuni gratuiti e li ho provati su Samsung Galaxy S2. Pur disponendo di un eReader, per quanto tascabile non si avvicina nemmeno alle dimensioni di un cellulare, quindi può capitare che mi ritrovi senza lettura in momenti di attesa, senza cappotto con tasche abbastanza larghe per il Kindle, o senza la tracolla per i libri, o eventuali zaini ecc.. Per questo motivo, può tornare utile continuare sul cellulare il romanzo che stavo leggendo.
Premessa: la mia personalissima valutazione è basata essenzialmente su quanto l'applicazione funzioni, sull'esistenza di eventuali restrizioni, e sulla comodità di lettura/gestione degli ebook.
Tutte le applicazioni seguenti sono gratuite. Per Android.
Kindle
Così come i lettori veri e propri, Amazon fornisce anche un software di lettura di ebook per dispositivi Android e iOS. Questa, come tutte le altre applicazioni, è gratuita per Android. Non ho idea riguardo ad iPhone e compagnia bella. Non mi stupirebbe se non fossero gratuite, lol.
Siccome io voglio solo un software in grado di decifrare i file epub/mobi così da permettermi la lettura e consentirmi di usare al meglio il mio cellulare, la necessità di connessione è un punto a sfavore. Come se non bastasse, per poter usare l'applicazione si deve disporre di un account Amazon.
Ecco la schermata:
Praticamente non sono stato in grado di usarla. Sì, ho un kindle, ma non ho mai voluto crearmi un account. E non voglio crearlo adesso. E voglio poter leggere senza essere connesso.
Bocciata.
Kobo
Dagli screenshot sembrava un bel software, ma (a parte i libri dai prezzi così stratosferici che ti chiedi se non stiano scherzando) presenta lo stesso problema dell'app di Kindle. Ecco l'unica schermata che ottengo, senza connessione:

Potrei connettermi, ma... Come non detto. Bocciata.
Google Play Books
Google play ha, come unica restrizione, l'accesso con il tuo account Google. E la cosa è fattibile. Fatto ciò, si ottiene la schermata iniziale e... Niente, non puoi importare i tuoi ebook. O per meglio dire, io non sono riuscito a trovare il modo. Immagino che l'unico modo sia comprarli dallo store di Google.
Cool reader
Questa app funziona offline e puoi importarci gli epub (credo anche mobi, non ho provato). L'unico problema - oltre alla grafica un po' scarsa - è lo sfondo della pagina. Non è granché, ostacola la lettura, e le opzioni disponibili per il contrasto, la luminosità ecc. non servono a molto. Invece di riportare la mia schermata, ne riporto una presa da Google. Non so per quale motivo, prima di fare lo screenshot la pagina aveva perso luminosità e non riuscivo a farla tornare allo stato iniziale. Per cui l'immagine che avevo ottenuto era pessima. Pazienza.
Giudizio finale: tutto sommato accettabile.
Aldiko
Aldiko è una buona applicazione. Permette di importare ebook da una cartella del dispositivo, e gli strumenti di lettura sono ottimi. Di default il testo è nero su fondo bianco (non che sia tanto difficile arrivare a pensare che questa sia la soluzione ottimale), ed è possibile con un tocco invertire il contrasto (fondo nero e testo bianco). La grafica è curata, piuttosto carina. Temo che non legga i mobi, visto che sfogliando nel dispositivo, il file mobi nella cartella risulta invisibile.

Ebook Reader
Questa app richiede un account a Ebooks.com per... Non ne ho idea. Quelli che si vedono nello scaffale sono i libri che puoi leggere, ma non ci sono possibilità di importarli dal dispositivo stesso. Cliccando sul tasto in alto a sinistra mi chiede di accedere, ma io non ho l'account richiesto e non ho intenzione di crearmene uno.
Fallimentare.

Moon+ Reader
Moon+ Reader mi è piaciuto da subito perché in primo piano c'è il tasto per importare i file, e interpreta benissimo i metadati (in questo caso ho caricato Uomini che odiano le donne, e mi si presenta con tutta la copertina sia nello scaffale che all'apertura del file). In pratica è uguale ad Aldiko, con la differenza che oltre ad avere diversi temi per la modalità di lettura, l'opzione di inversione del contrasto ecc., Moon+ Reader ha anche un tasto che permette di ruotare lo schermo (l'orientamento dello schermo non è quindi soggetto all'accelerometro, e questo è comodo se si legge a letto, stesi su un lato).

E questo è tutto.
A chiunque abbia un tablet/smartphone posso dire che, ok, ci sono ottimi software in grado di leggere ebook e far assomigliare l'aggeggio a un Kindle, un Kobo, e surrogati. Però, da possessore di eReader & smartphone, posso assicurare che l'eReader è necessario e insostituibile, per il lettore attivo (non dico avido, attivo mi piace di più). Lo so, smartphone e tablet costano tanto e possono fare tante cose, ma, oltre al fatto che la batteria non dura niente, posso assicurare che la vista te la compromettono. Chiariamoci: anche leggere su eInk può far male, nelle condizioni peggiori (luce flebile, stanchezza, occhi secchi ecc.), ma tra eReader e Tablet, senza dubbio considero il primo come miglior sostituto del libro cartaceo.
___
¹ - (E se possiede un iPad, è improbabile che abbia anche il quoziente intellettivo necessario per comprendere a cosa serva un eReader)
Di fatto, molti ancora non sanno nemmeno dell'esistenza degli eReader e se ne vedono uno lo scambiano per un tablet. In teoria all'apparenza non sono poi tanto diversi.
Difficilmente, comunque, il possessore di un iPad sentirà il bisogno di avere un eBook reader: ha speso già fior di quattrini per il vassoio della Apple che gli fa tutto¹, mica ha altri soldi da buttare in aggeggi che non abbiano la mela incollata sopra. Lo stesso dicasi per i cellulari.
Per i dispositivi con Android e iOS esistono software in grado di leggere epub e mobi (escludo i pdf e altri formati da "ufficio" perché i software per i primi sono più o meno sempre implementati, mentre altri formati come ppt, doc e via discorrendo non sono propriamente preferibili come formati da ebook).
Ne ho scaricati alcuni gratuiti e li ho provati su Samsung Galaxy S2. Pur disponendo di un eReader, per quanto tascabile non si avvicina nemmeno alle dimensioni di un cellulare, quindi può capitare che mi ritrovi senza lettura in momenti di attesa, senza cappotto con tasche abbastanza larghe per il Kindle, o senza la tracolla per i libri, o eventuali zaini ecc.. Per questo motivo, può tornare utile continuare sul cellulare il romanzo che stavo leggendo.
Premessa: la mia personalissima valutazione è basata essenzialmente su quanto l'applicazione funzioni, sull'esistenza di eventuali restrizioni, e sulla comodità di lettura/gestione degli ebook.
Tutte le applicazioni seguenti sono gratuite. Per Android.

Così come i lettori veri e propri, Amazon fornisce anche un software di lettura di ebook per dispositivi Android e iOS. Questa, come tutte le altre applicazioni, è gratuita per Android. Non ho idea riguardo ad iPhone e compagnia bella. Non mi stupirebbe se non fossero gratuite, lol.
Siccome io voglio solo un software in grado di decifrare i file epub/mobi così da permettermi la lettura e consentirmi di usare al meglio il mio cellulare, la necessità di connessione è un punto a sfavore. Come se non bastasse, per poter usare l'applicazione si deve disporre di un account Amazon.
Ecco la schermata:

Praticamente non sono stato in grado di usarla. Sì, ho un kindle, ma non ho mai voluto crearmi un account. E non voglio crearlo adesso. E voglio poter leggere senza essere connesso.
Bocciata.

Dagli screenshot sembrava un bel software, ma (a parte i libri dai prezzi così stratosferici che ti chiedi se non stiano scherzando) presenta lo stesso problema dell'app di Kindle. Ecco l'unica schermata che ottengo, senza connessione:

Potrei connettermi, ma... Come non detto. Bocciata.

Google play ha, come unica restrizione, l'accesso con il tuo account Google. E la cosa è fattibile. Fatto ciò, si ottiene la schermata iniziale e... Niente, non puoi importare i tuoi ebook. O per meglio dire, io non sono riuscito a trovare il modo. Immagino che l'unico modo sia comprarli dallo store di Google.
Però posso sempre leggere i sample gratuiti. I Promessi Sposi, EVVAI!

Questa app funziona offline e puoi importarci gli epub (credo anche mobi, non ho provato). L'unico problema - oltre alla grafica un po' scarsa - è lo sfondo della pagina. Non è granché, ostacola la lettura, e le opzioni disponibili per il contrasto, la luminosità ecc. non servono a molto. Invece di riportare la mia schermata, ne riporto una presa da Google. Non so per quale motivo, prima di fare lo screenshot la pagina aveva perso luminosità e non riuscivo a farla tornare allo stato iniziale. Per cui l'immagine che avevo ottenuto era pessima. Pazienza.


Aldiko è una buona applicazione. Permette di importare ebook da una cartella del dispositivo, e gli strumenti di lettura sono ottimi. Di default il testo è nero su fondo bianco (non che sia tanto difficile arrivare a pensare che questa sia la soluzione ottimale), ed è possibile con un tocco invertire il contrasto (fondo nero e testo bianco). La grafica è curata, piuttosto carina. Temo che non legga i mobi, visto che sfogliando nel dispositivo, il file mobi nella cartella risulta invisibile.


Nella schermata a sinistra ho attivato le opzioni per farvele vedere, inutile dire che il testo occupa tutto lo schermo. Margini e dimensioni del testo sono state modificate da me secondo le mie preferenze.

Questa app richiede un account a Ebooks.com per... Non ne ho idea. Quelli che si vedono nello scaffale sono i libri che puoi leggere, ma non ci sono possibilità di importarli dal dispositivo stesso. Cliccando sul tasto in alto a sinistra mi chiede di accedere, ma io non ho l'account richiesto e non ho intenzione di crearmene uno.
Fallimentare.

Moon+ Reader
Moon+ Reader mi è piaciuto da subito perché in primo piano c'è il tasto per importare i file, e interpreta benissimo i metadati (in questo caso ho caricato Uomini che odiano le donne, e mi si presenta con tutta la copertina sia nello scaffale che all'apertura del file). In pratica è uguale ad Aldiko, con la differenza che oltre ad avere diversi temi per la modalità di lettura, l'opzione di inversione del contrasto ecc., Moon+ Reader ha anche un tasto che permette di ruotare lo schermo (l'orientamento dello schermo non è quindi soggetto all'accelerometro, e questo è comodo se si legge a letto, stesi su un lato).


Per qualche assurdo motivo, nonostante l'abbia accuratamente convertito con i parametri giusti, nel testo ci sono spazi tra i paragrafi. Ma posso soprassedere. Ah, e le pubblicità sono un male necessario per le app gratuite, mi sembra scontato.
E questo è tutto.
A chiunque abbia un tablet/smartphone posso dire che, ok, ci sono ottimi software in grado di leggere ebook e far assomigliare l'aggeggio a un Kindle, un Kobo, e surrogati. Però, da possessore di eReader & smartphone, posso assicurare che l'eReader è necessario e insostituibile, per il lettore attivo (non dico avido, attivo mi piace di più). Lo so, smartphone e tablet costano tanto e possono fare tante cose, ma, oltre al fatto che la batteria non dura niente, posso assicurare che la vista te la compromettono. Chiariamoci: anche leggere su eInk può far male, nelle condizioni peggiori (luce flebile, stanchezza, occhi secchi ecc.), ma tra eReader e Tablet, senza dubbio considero il primo come miglior sostituto del libro cartaceo.
___
¹ - (E se possiede un iPad, è improbabile che abbia anche il quoziente intellettivo necessario per comprendere a cosa serva un eReader)
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giovedì 8 novembre 2012
Il mio Kindle
Ho ricevuto in regalo un Kindle (il Kindle semplice, non so se per distinguerlo dagli altri ci sia qualche altro nome, seguendo il Duca possiamo chiamarlo Kindle 4).
Proprio io, scettico nei confronti di Amazon, della sua brama di danaro, nel suo controllo sui dispositivi, sul formato proprietario degli ebook che ci leggi sopra, Amazon che ti mette il Wi-Fi nell'eReader per controllarti in stile occhio di Sauron ("Io ti veeeedo! [...piratare i libri, dannato proletario squattrinato!]").
Ce l'ho, ti pare che non lo uso?
Ecco i pareri sulle caratteristiche, confrontate per una questione di ragionamento empirico col mio eReader precedente, il pucciosissimo Opus. Questa è la pagina del prodotto su Amazon. Ma tanto che ve ne fate, quando avete questa recensione accurata et onesta come questa?
E ora via con la carrellata di dagherrotipi commentati!
Rispetto al mio precedente attrezzino (parlo del lettore, ovviamente), il Kindle (4) ha un pollice in più.
Arrivando così a 6 pollici. Che non sono tanti, se chi legge è un utente casuale arrivato qui con Google in cerca di nuovi quanto inutili aggeggi elettronici touch/wifi/3G/videogame/sottobicchieri/macchine-del-caffè che hanno uno schermo dai 7'' in su. Considerando che 5 pollici sono sufficienti, per leggere, 6 pollici sono un ulteriore guadagno in comodità (e io mi ci fermerei anche, tutto sommato, visto che se aumenti lo schermo aumenta anche il bordo della cornice, e di conseguenza le dimensioni dell'intero arnese; a meno che non riesci ad aumentare le dimensioni dello schermo "mangiando" la cornice, e rimanendo così nella tascabilità, come quelle TV piatte che hanno solo schermo e niente bordo, ma solitamente per simili cose è richiesta una tecnologia più costosa, anche se i nuovi schermi eInk flessibili forse lasciano intravedere un ulteriore passo in avanti, ma io sono 'gnurante e lascio morire qui la questione).
Qualche lettore affezionato si ricorderà delle impressioni che scrissi sul Trekstor Pyrus. Di conseguenza, noterà come il Kindle 4 e il Trekstor Pyrus siano non dico uguali ma molto simili. Ovviamente è il secondo che è simile al primo.
A parte il design approssimativamente uguale del Pyrus, dalla foto non si può notare il materiale, credo comune plastica quella del Pyrus, mentre la "carrozzeria" del Kindle 4 al tocco è fredda e sottile ma solida e leggera. Non vorrei dire una cavolata, non me ne intendo di materiali, però si nota che quello del Kindle è migliore. Anche se, sinceramente, non ci tengo a constatarlo, tipo con un lancio a terra ben assestato.
Inutile dirlo, il Kindle ha un contrasto migliore rispetto all'Opus, grazie all'eInk Pearl, e un refresh rapidissimo, il più rapido che abbia mai visto sui dispositivi che ho provato (Bookeen, Trekstor, Asus, Audiola, questa risma, insomma). Si trasformano solo le righe del testo, senza flash dell'intera pagina (ma il tipo di refresh si può settare).
Una utilissima manna dal cielo, di cui lamentavo la mancanza sull'Opus: i dizionari integrati. La navigazione all'interno del testo col cursore è velocissima, e basta posizionarlo all'inizio della parola per generare, a piè di pagina (o viceversa, all'intestazione, nella direzione opposta alla posizione del cursore, per poter facilitare la lettura del testo, naturalmente), un box con la definizione del termine desiderato (monolingua, sia Italiano che Inglese; il dizionario Inglese-Italiano va scaricato a parte, almeno per il mio Kindle - e si paga; però ne ho trovato uno gratis sul web: è furto? Amazon mi manderà i suoi agenti speciali a casa? Forse il Kindle è una passaporta o un teletrasportatore per questi ultimi?)
I tasti per sfogliare le pagine si trovano sul bordo e sinceramente non capisco perché sono posizionati così, cioè per metà sulla parte anteriore e per metà sul lato. Quando li premi, si spostano un po' dentro ma anche un po' in fuori, all'esterno, al punto che ho paura di staccarli. Sono gli unici tasti che ti consentono di voltare pagina, mentre il piccolo pad circolare di navigazione ha altre funzioni, la parte delle frecce usate in maniera isolata nel testo serve al salto al capitolo successivo. Quindi, per girare pagina poi usare queste due coppie (a destra e sinistra) di tasti: la scomodità si nota quando ti trovi a leggere con il lettore afferrato da dietro, cioè col pollice su un bordo e le altre dita su quello opposto. Nel momento in cui devi cambiare pagina, sei costretto a cambiare impugnatura - stare attento a non farlo cadere - e pigiare il bottone. Idem se lo afferri da sotto: il pollice vicino al pad rotondo non serve a voltare pagina, visto che il tasto adatto è sul bordo.
Invece, nell'Opus, se afferri l'aggeggio da sotto, senza perdere la presa puoi pigiare sulla freccina destra del pad rotonda con il pollice e voltare pagina. Oppure, se lo afferri mantenendo il pollice sul bordo lungo, anche lì ci sono pulsanti per il cambio di pagina.
Uno può dire: Chissenefrega, afferralo nel modo migliore per cambiare pagina e basta. E invece no. Visto che la maggior parte delle persone legge a letto (oltre che al bagno), e visto che gli eReader ti permettono acrobazie di comodità che un libro normale non ti permette (a causa del mattone di pagine, della rilegatura che si stacca se lo maltratti ecc.), un buon connubio presa+cambio pagina è il top.
Mi chiedo perché Amazon abbia limitato le funzioni dei tasti centrali. Mah.
Veniamo al Wi-Fi.
Lo ammetto, il Wi-Fi non l'ho voluto accendere per i primi giorni. Per paura del controllo etereo di Amazon. O controllo telepatico a distanza, stile MK-Ultra, sennò scoprivano che sono uno di quelli che usa il p2p. Poi mi son detto sticazzi, male che vada ho sempre l'Opus, che non mi tradisce e non giudica le mie attitudini corsare. <3 p="p">Ho un'idea vaga di come funzioni l'acquisto di ebook in rete direttamente dal lettore. Il motivo va cercato nel mio delirio di persecuzione che dovrebbe trasparire in maniera evidente da questo post.
Torniamo al Wi-Fi. Il browser è un software "sperimentale", per il lettore (ovvio, ai tempi lo era, i Kindle recenti fanno questo e altro). Ma si comporta bene. Ovviamente si possono visualizzare solo contenuti statici. Il problema è, logicamente, nell'immissione di input testuali. I pulsanti fisici a disposizione sono quelli che si possono vedere sul dispositivo, funzionalità touch non ne ha, quindi il tastierino è virtuale, si genera con l'apposito pulsante fisico, ma per immettere le lettere bisogna navigare sul tastierino stesso, spostandoti di lettera in lettera, per esempio, dalla "w" di "www" al "." e così via. Insomma, un casino.
Diciamo che il browser - o meglio, la connessione, secondo il mio umile e probabilmente inutile parere - è solo un di più. Mettendo da parte la politica amazoniana e tutto il resto, secondo me, potevano risparmiarsene l'implementazione, ottimizzare magari la libreria - che, da quanto ho visto, ha solo un tipo di presentazione dei file, cioè attraverso il titolo, mentre nell'Opus puoi visualizzarli con l'anteprima della copertina. Nel Pyrus invece hai entrambi contemporaneamente.
Io il Wi-Fi lo lascio spento, visto che non lo uso e preferisco avere la batteria sempre fresca. Per questo lascio costantemente attiva la modalità Aeroplano.
E ora la Questione, la più importante: la roba Amazon non legge gli ePub!
Proprio così, mannaggia a loro.
La cosa è davvero stupida, ma non stiamo qui a discuterne. Tanto abbiamo Calibre. E ne abbiamo già parlato altrove (chi è nuovo può andare ai tag, cliccare su "ebook" e spulciarsi gli articoli relativi). Questa era una novità che ignoravo (perché in effetti non mi sono mai curato di informarmi): anche se i Kindle non leggono gli ePub, Calibre ti permette di convertire tutto il mondo nel formato adatto al tuo lettore (tra cui anche .azw e .mobi). E la cosa fantastica è che se non hai idea di quale formato sia adatto al tuo lettore, per esempio il Kindle, basta settare dall'inizio Calibre (o anche dopo, se si vuole) selezionando l'eReader in tuo possesso, e poi se si scarica per esempio il romanzo fantasy dell'amico blogger in formato ePub, lo si mette nella libreria di Calibre e in maniera molto naive lo inviamo direttamente al lettore. Calibre ci dirà che sarà necessario convertirlo, confermiamo e lui fa tutto.
Fantastico.
Conclusioni? Conclusioni.
So che quando ti regalano qualcosa è maleducazione sapere quanto costa (perdonatemi, è per il bene della comunità). Ad ogni modo, questo Kindle è un ottimo lettore a prezzo ridotto (al momento 79€, che non è pochissimo, ma neanche esagerato o fuori portata, e si piazza benissimo come "regalo importante"), tutto ciò che segue un lettore simile (funzionalità touch, non touch, funzionalità come tostapane o saldatrice) è qualcosa che se c'è è ok, se non c'è sticazzi (il buon linguaggio scorre potente in questo post).
Non è un lettore "base", a mio avviso, nel senso che avendo fatto esperienza con altri lettori altrettanto "basilari", mi rendo conto che i 6 pollici, i dizionari integrati, il refresh rapido e il buon contrasto rendono il Kindle (4) un ottimo lettore, superiore alla media.
Per capirci, non è uno di quegli aggeggi buoni "per cominciare". Si tratta di un dispositivo buono e basta, per sempre (non posso ancora, naturalmente, giudicare le prestazioni della batteria sul lungo periodo, ma in più di due settimane non ho mai dovuto caricarlo, l'ho collegato al PC qualche minuto solo per trasferirci dei file).
Una mia amica mi aveva chiesto un parere sugli ebook reader (ti rendi conto dell'impatto che stanno avendo sulla nostra società - dopo anni che sono in circolazione - quando vedi che in TV passano la pubblicità dell'Amazon). Ebbene, se si vuole investire 80€ per un eReader, si ha un computer, una connessione, e le capacità cognitive basilari che dovrebbero avere gli individui della mia generazione per poter usare un software semplicissimo come Calibre, allora sì, l'acquisto del Kindle 4, o insomma, il Kindle base in vendita su Amazon, sarà un ottimo acquisto.3>
Proprio io, scettico nei confronti di Amazon, della sua brama di danaro, nel suo controllo sui dispositivi, sul formato proprietario degli ebook che ci leggi sopra, Amazon che ti mette il Wi-Fi nell'eReader per controllarti in stile occhio di Sauron ("Io ti veeeedo! [...piratare i libri, dannato proletario squattrinato!]").
Ce l'ho, ti pare che non lo uso?
Ecco i pareri sulle caratteristiche, confrontate per una questione di ragionamento empirico col mio eReader precedente, il pucciosissimo Opus. Questa è la pagina del prodotto su Amazon. Ma tanto che ve ne fate, quando avete questa recensione accurata et onesta come questa?
E ora via con la carrellata di dagherrotipi commentati!
Opus (a sinistra) e Kindle, o Kindle 4 (a destra), su un campo di tappezzeria geometrica a rombi verde scuro molto elegante.
Rispetto al mio precedente attrezzino (parlo del lettore, ovviamente), il Kindle (4) ha un pollice in più.

Qualche lettore affezionato si ricorderà delle impressioni che scrissi sul Trekstor Pyrus. Di conseguenza, noterà come il Kindle 4 e il Trekstor Pyrus siano non dico uguali ma molto simili. Ovviamente è il secondo che è simile al primo.
Dagherrotipo tratto da questo articolo. Pyrus (a sinistra) e Opus (a destra), sullo sfondo effettivamente indecente di un lenzuolo colorato di cotone.
A parte il design approssimativamente uguale del Pyrus, dalla foto non si può notare il materiale, credo comune plastica quella del Pyrus, mentre la "carrozzeria" del Kindle 4 al tocco è fredda e sottile ma solida e leggera. Non vorrei dire una cavolata, non me ne intendo di materiali, però si nota che quello del Kindle è migliore. Anche se, sinceramente, non ci tengo a constatarlo, tipo con un lancio a terra ben assestato.
Inutile dirlo, il Kindle ha un contrasto migliore rispetto all'Opus, grazie all'eInk Pearl, e un refresh rapidissimo, il più rapido che abbia mai visto sui dispositivi che ho provato (Bookeen, Trekstor, Asus, Audiola, questa risma, insomma). Si trasformano solo le righe del testo, senza flash dell'intera pagina (ma il tipo di refresh si può settare).
Una utilissima manna dal cielo, di cui lamentavo la mancanza sull'Opus: i dizionari integrati. La navigazione all'interno del testo col cursore è velocissima, e basta posizionarlo all'inizio della parola per generare, a piè di pagina (o viceversa, all'intestazione, nella direzione opposta alla posizione del cursore, per poter facilitare la lettura del testo, naturalmente), un box con la definizione del termine desiderato (monolingua, sia Italiano che Inglese; il dizionario Inglese-Italiano va scaricato a parte, almeno per il mio Kindle - e si paga; però ne ho trovato uno gratis sul web: è furto? Amazon mi manderà i suoi agenti speciali a casa? Forse il Kindle è una passaporta o un teletrasportatore per questi ultimi?)
Visuale dei tasti sul bordo. Leggasi oltre per scoprire cosa vi si cela dietro. E non si tratta della tappezzeria del divano.
I tasti per sfogliare le pagine si trovano sul bordo e sinceramente non capisco perché sono posizionati così, cioè per metà sulla parte anteriore e per metà sul lato. Quando li premi, si spostano un po' dentro ma anche un po' in fuori, all'esterno, al punto che ho paura di staccarli. Sono gli unici tasti che ti consentono di voltare pagina, mentre il piccolo pad circolare di navigazione ha altre funzioni, la parte delle frecce usate in maniera isolata nel testo serve al salto al capitolo successivo. Quindi, per girare pagina poi usare queste due coppie (a destra e sinistra) di tasti: la scomodità si nota quando ti trovi a leggere con il lettore afferrato da dietro, cioè col pollice su un bordo e le altre dita su quello opposto. Nel momento in cui devi cambiare pagina, sei costretto a cambiare impugnatura - stare attento a non farlo cadere - e pigiare il bottone. Idem se lo afferri da sotto: il pollice vicino al pad rotondo non serve a voltare pagina, visto che il tasto adatto è sul bordo.
Invece, nell'Opus, se afferri l'aggeggio da sotto, senza perdere la presa puoi pigiare sulla freccina destra del pad rotonda con il pollice e voltare pagina. Oppure, se lo afferri mantenendo il pollice sul bordo lungo, anche lì ci sono pulsanti per il cambio di pagina.
Uno può dire: Chissenefrega, afferralo nel modo migliore per cambiare pagina e basta. E invece no. Visto che la maggior parte delle persone legge a letto (oltre che al bagno), e visto che gli eReader ti permettono acrobazie di comodità che un libro normale non ti permette (a causa del mattone di pagine, della rilegatura che si stacca se lo maltratti ecc.), un buon connubio presa+cambio pagina è il top.
Mi chiedo perché Amazon abbia limitato le funzioni dei tasti centrali. Mah.
Veniamo al Wi-Fi.
Il Browser del Kindle. La foto l'ho scattata qualche settimana fa. Com'è evidente, il Rifugio ha il suo fascino anche in bianco e nero.
Lo ammetto, il Wi-Fi non l'ho voluto accendere per i primi giorni. Per paura del controllo etereo di Amazon. O controllo telepatico a distanza, stile MK-Ultra, sennò scoprivano che sono uno di quelli che usa il p2p. Poi mi son detto sticazzi, male che vada ho sempre l'Opus, che non mi tradisce e non giudica le mie attitudini corsare. <3 p="p">Ho un'idea vaga di come funzioni l'acquisto di ebook in rete direttamente dal lettore. Il motivo va cercato nel mio delirio di persecuzione che dovrebbe trasparire in maniera evidente da questo post.
Torniamo al Wi-Fi. Il browser è un software "sperimentale", per il lettore (ovvio, ai tempi lo era, i Kindle recenti fanno questo e altro). Ma si comporta bene. Ovviamente si possono visualizzare solo contenuti statici. Il problema è, logicamente, nell'immissione di input testuali. I pulsanti fisici a disposizione sono quelli che si possono vedere sul dispositivo, funzionalità touch non ne ha, quindi il tastierino è virtuale, si genera con l'apposito pulsante fisico, ma per immettere le lettere bisogna navigare sul tastierino stesso, spostandoti di lettera in lettera, per esempio, dalla "w" di "www" al "." e così via. Insomma, un casino.
Diciamo che il browser - o meglio, la connessione, secondo il mio umile e probabilmente inutile parere - è solo un di più. Mettendo da parte la politica amazoniana e tutto il resto, secondo me, potevano risparmiarsene l'implementazione, ottimizzare magari la libreria - che, da quanto ho visto, ha solo un tipo di presentazione dei file, cioè attraverso il titolo, mentre nell'Opus puoi visualizzarli con l'anteprima della copertina. Nel Pyrus invece hai entrambi contemporaneamente.
Io il Wi-Fi lo lascio spento, visto che non lo uso e preferisco avere la batteria sempre fresca. Per questo lascio costantemente attiva la modalità Aeroplano.
E ora la Questione, la più importante: la roba Amazon non legge gli ePub!
Proprio così, mannaggia a loro.
La cosa è davvero stupida, ma non stiamo qui a discuterne. Tanto abbiamo Calibre. E ne abbiamo già parlato altrove (chi è nuovo può andare ai tag, cliccare su "ebook" e spulciarsi gli articoli relativi). Questa era una novità che ignoravo (perché in effetti non mi sono mai curato di informarmi): anche se i Kindle non leggono gli ePub, Calibre ti permette di convertire tutto il mondo nel formato adatto al tuo lettore (tra cui anche .azw e .mobi). E la cosa fantastica è che se non hai idea di quale formato sia adatto al tuo lettore, per esempio il Kindle, basta settare dall'inizio Calibre (o anche dopo, se si vuole) selezionando l'eReader in tuo possesso, e poi se si scarica per esempio il romanzo fantasy dell'amico blogger in formato ePub, lo si mette nella libreria di Calibre e in maniera molto naive lo inviamo direttamente al lettore. Calibre ci dirà che sarà necessario convertirlo, confermiamo e lui fa tutto.
Fantastico.
Conclusioni? Conclusioni.
So che quando ti regalano qualcosa è maleducazione sapere quanto costa (perdonatemi, è per il bene della comunità). Ad ogni modo, questo Kindle è un ottimo lettore a prezzo ridotto (al momento 79€, che non è pochissimo, ma neanche esagerato o fuori portata, e si piazza benissimo come "regalo importante"), tutto ciò che segue un lettore simile (funzionalità touch, non touch, funzionalità come tostapane o saldatrice) è qualcosa che se c'è è ok, se non c'è sticazzi (il buon linguaggio scorre potente in questo post).
Non è un lettore "base", a mio avviso, nel senso che avendo fatto esperienza con altri lettori altrettanto "basilari", mi rendo conto che i 6 pollici, i dizionari integrati, il refresh rapido e il buon contrasto rendono il Kindle (4) un ottimo lettore, superiore alla media.
Per capirci, non è uno di quegli aggeggi buoni "per cominciare". Si tratta di un dispositivo buono e basta, per sempre (non posso ancora, naturalmente, giudicare le prestazioni della batteria sul lungo periodo, ma in più di due settimane non ho mai dovuto caricarlo, l'ho collegato al PC qualche minuto solo per trasferirci dei file).
Una mia amica mi aveva chiesto un parere sugli ebook reader (ti rendi conto dell'impatto che stanno avendo sulla nostra società - dopo anni che sono in circolazione - quando vedi che in TV passano la pubblicità dell'Amazon). Ebbene, se si vuole investire 80€ per un eReader, si ha un computer, una connessione, e le capacità cognitive basilari che dovrebbero avere gli individui della mia generazione per poter usare un software semplicissimo come Calibre, allora sì, l'acquisto del Kindle 4, o insomma, il Kindle base in vendita su Amazon, sarà un ottimo acquisto.3>
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giovedì 18 ottobre 2012
Segnalazioni | The Humble eBook Bundle

Un mio amico mi ha girato quest'iniziativa e io la diffondo di conseguenza.
Questo è il sito.
Per un periodo di tempo limitato (e con questo mi sento molto Mastrota con le pentole Mondial Casa o i materassi Eminflex), potete scaricare da Humble Bundle degli ebook pagandoli quanto volete voi e scegliendo come distribuire l'importo immesso, tra autore/beneficenza. Riporto di seguito una breve presentazione direttamente dal blog:
Here’s a brief primer on this sensational deal: for two weeks, you can pay whatever you want to get these six digital, DRM-free books: Pirate Cinema, Pump Six and Other Stories, Zoo City, Invasion: The Secret World Chronicle, Stranger Things Happen, and Magic for Beginners. If you choose to pay more than the average, you will also receive Old Man’s War and graphic novel Signal to Noise! This fantastic collection of amazing stories has a little something for everyone and comes from an amazing assembly of award-winning authors. Take a look!Non so voi, ma Pirate Cinema di Doctorow mi fa l'occhiolino dallo scaffale digitale.
Iniziativa eccellente. Peccato che per il panorama letterario digitale italiota (combo di tre aggettivi) odierno (tanto per arrivare a Quattro e ottenere il bonus), una simile idea sarebbe impensabile.
lunedì 15 ottobre 2012
TXTR Beagle, eReader a 10€ (con sorpresa?)

A quanto pare, alla Fiera del Libro di Francoforte è stato presentato questo nuovo eReader (eInk, 5 pollici, 8 livelli di grigio) che sul mercato europeo verrebbe a costare solo 10€. Ulteriori dettagli potete trovarli per esempio qui o cercando da voi su Google.
Riassumendo, si tratta di un normalissimo lettore non tanto diverso dal mio adorato Opus (a parte che questo Beagle va a batterie a stilo), ovvero un cosino di 5'' che si limita a leggere i libri senza connettersi in alcun modo ad alcun aggeggio.
Dov'è la fregatura? Come può costare solo 10 sacchi?
Sembrerebbe che quest'affare verrà "annesso" agli smartphone, così ho letto in giro, e nonostante i 4GB di memoria interna, si potranno trasferire solo fino a 5 libri alla volta esclusivamente via bluetooth con un'applicazione dello smartphone.
Quindi: compri uno smartphone, incluso a questo ti danno il Beagle e con un'app trasporti i libri dal cellulare al lettore.
Le informazioni su internet sono contrastanti, a cominciare dalle pile (secondo il link precedente sono 2, secondo altri, come questo, 3), per finire con l'OS compatibile col lettore (secondo il primo link l'app sarebbe un'esclusiva Android, altri post riferiscono che in futuro sarà possibile anche per iOS, cosa a mio avviso improbabile, visto che la Mela di solito fornisce tutto lei, software e dispositivi).
Secondo questo post:
una periferica mono-funzione come sembra essere l'e-reader di casa Txtr potrebbe faticare a imporsi sul mercato. Per questo motivo l'azienda berlinese ha avuto l'idea geniale di commercializzarlo come un accessorio di telefonia mobile, stringendo accordi con i principali operatori che, attraverso la pratica del subsidizing, si dovrebbero far carico di parte del costo del dispositivo.Spero che quel "geniale" sia ironico.
Non c'è granché di geniale (anche se, vedendo le orde di fessi disposti a scialacquare gli stipendi per roba Apple identica alla roba di un anno prima, direi che alcune manovre di mercato non siano poi tanto stupide, ma gli stupidi sarebbero gli acquirenti).
In pratica la tattica è simile a quella di Amazon. Noi ti diamo il dispositivo a poco prezzo, voi però dovete comprarvi i libri dal nostro store, altrimenti il vostro dispositivo sarà inutile.
In pratica, la fregatura.
Questo sarebbe anche giusto e grosso modo conveniente... in un mondo privo di eReader "liberi" e magari con eBook al costo massimo di 1 euro (pur leggendo due romanzi al mese, 24 euro di spesa per file di testo sono sopportabili).
Dato però che esistono eReader liberi di leggere ciò che il loro proprietario decide di caricarci, se davvero questo TXTR Beagle non fosse altro che un ennesimo tentativo di incatenare la cultura, allora il progetto ha tutto il mio disprezzo.
Per il bene dell'umanità, voglio ricordare che è preferibile (a mio avviso) acquistare eReader privi di formato proprietario (quindi escludendo roba Amazon, a meno che non abbiate esperienza con la conversione dei formati, in tal caso allora ok). Con un eReader che legge ePub e qualsiasi formato tu voglia metterci dentro, sei libero di fare quello che vuoi. E ancora, oltre all'uso di Calibre, ricordo questo post di Tapiro, che permette praticamente di avere la propria "fucina" editrice e trasformare i file di romanzi in un formato ePub uguale e migliore di quello venduto dalle stesse case editrici.
Per concludere, fermo restando che le informazioni sono ancora scarse a riguardo, spero vivamente che questo TXTR Beagle a 10 euro vada in porto senza restrizioni dovute all'acquisto di smartphone/formati proprietari.
Vedremo come andrà.
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domenica 16 settembre 2012
eReader e eBook come rappresentazioni sociali

Mettendo da parte la mia opinione, vorrei proporre la mia ipotesi del fenomeno secondo la teoria delle Rappresentazioni Sociali di Serge Moscovici (il tipo nella foto).
Cosa sono le rappresentazioni sociali in sintesi.
In sintesi, Moscovici si rifà alle rappresentazioni collettive di Durkheim e gli si contrappone postulando l'esistenza delle cosiddette rappresentazioni sociali, ovvero - in termini spiccioli - postula l' "esistenza" di una sorta di immaginario collettivo. Le persone che costituiscono la società generano delle rappresentazioni sociali. Per ogni aspetto della società esiste un'immagine condivisa dai suoi membri.
Per esempio, l'uomo, non riuscendo a "contenere" e a elaborare l'idea di Dio, che fa? Gli affibbia degli attributi più semplici, più familiari: Dio = padre. E così la cosa ha più senso ed è meno minacciosa.
Secondo Moscovici, quando in una società spunta fuori un nuovo oggetto sociale (una professione, una tecnologia, una tendenza, quello che volete), ecco che la società gli attribuisce dei significati già conosciuti, fa un'analogia tra il nuovo oggetto e uno/più attributi familiari, e il nuovo oggetto entra a far parte del senso comune.
Altro esempio: all'inizio, la Psicoanalisi - che è nata non molto tempo fa, parliamo di un secolino - non aveva il significato che ha oggi. Il dott. Moscovici ha allora effettuato una grossa ricerca e ha rilevato come la Psicoanalisi veniva paragonata alla confessione (oggetto familiare e già "sistemato" da tempo immemore nella cultura del popolo). Tuttavia, diversi sottogruppi avevano un rappresentazione leggermente diversa (per esempio, i cattolici avevano un giudizio negativo a causa del ruolo della sessualità nella teoria psicoanalitica, il Partito Comunista invece vedeva nell'avanzata della Psicoanalisi l'avanzata della borghesia statunitense, ecc.)
Avete intuito dove voglio andare a parare?
La società usa il cartaceo (sia esso per narrativa, manualistica, saggistica, periodici, o anche solo documenti, burocrazia ecc.) da tempo immemore. Fermo restando che il linguaggio è una componente importantissima che contraddistingue la nostra specie (ergo: è difficile pensare che la narrativa venga soppiantata da altri mezzi, come film o videogiochi), usiamo la carta da secoli.
Abbiamo, insomma, maturato una rappresentazione sociale specifica.
Ci sono metodi statistici per rilevare le componenti semantiche di una rappresentazione sociale - e questo non è un trattato, non ho fatto alcuna ricerca in merito, sia ben chiaro -, ma a occhio e croce il libro cartaceo, nel senso comune, è:
- Fonte di cultura
- Manifestazione di uno status
- Elemento socialmente accettabile
e via discorrendo.
Non sorprende che i supporti elettronici abbiano caratteristiche in (apparente) contrapposizione. La TV ci rincoglionisce, Internet is for porn, Facebook serve a cuccare, i videogiochi bruciano i neuroni ai ragazzi, ecc.
Tutti miti che col tempo si stanno sfatando. Ricordate cosa si diceva dei cellulari nel 2000? "Fanno venire il tumore al cervello" e simili¹. Be', ora nonostante netbook, smartphone e surrogati nessuno si cura più delle radiazioni sul proprio cervello (o dei propri genitali).
Di conseguenza, eReader e eBook costituiscono una rappresentazione sociale che, a prescindere dall'utilità effettiva, sta sgomitando nell'insieme delle rappresentazioni sociale del popolino. Da una parte c'è chi la accoglie a braccia aperte, sostenendone gli aspetti positivi, dall'altra c'è chi, attaccato alla vecchia rappresentazione sociale del cartaceo e dell'elettronico, la respinge, evidenziandone i lati negativi ma, soprattutto, sostenendo la vecchia rappresentazione sociale del cartaceo e sottolineandone i vecchi attributi socialmente accettati (il profumo della carta, la familiare sensazione di fisicità, e tutti gli elementi di status connessi al "Libro").
Ok, questa non è una posizione. Oltretutto, ho già espresso la mia posizione (a favore della completa diffusione della cultura, quindi a favore del digitale - e ora flame tra 3, 2, 1...).
Ad ogni modo, che vogliate o no, il digitale si è già inserito tra le nostre rappresentazioni ed è solo questione di tempo perché si stabilizzi comodamente come parte integrante della società. Questo - lo stabilirsi della rappresentazione insieme alle altre, modificandole ma non necessariamente eliminandole - è lo stesso motivo per cui dubito che il digitale rimpiazzi il cartaceo. Gli LP sono ancora in commercio, e diversi collezionisti li preferiscono. I CD esistono ancora e sono diffusissimi. Gli mp3 non hanno distrutto il mercato della musica, anzi, e così via.
In pratica, stiamo parlando del progresso che - fortunatamente - non si può fermare.
_____
Note:
¹ In Love and other drugs, ambientato in quegli anni, hanno fatto emergere questo aspetto in un dialogo, come riflesso della società del tempo, ancora priva di tutti gli strumenti di cui disponiamo ora.
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