venerdì 20 agosto 2010

Carrellata estiva 2010

Estate, esami finiti, occasione per leggere e scrivere.

Con l'offerta Oscar Mondadori 3x2 ho comprato tre classici (I viaggi di Gulliver, Ventimila leghe sotto i mari, Notre-Dame de Paris). Nella veloce scampagnata a Milano per il concerto dei Muse, dovendo aspettare in piazza Duomo, ho comprato dalla Mondadori (non sto passando al lato oscuro di Lord Mondador, ve l'assicuro!) Il dominio della regina e L'ombra della profezia di Martin, che ancora non avevo letto.

Letture abbastanza diverse tra loro. Offrono un ottimo spunto di riflessione sulla scrittura.


Il dominio della regina, di Martin. Appena uscì Il portale delle tenebre, decisi di non comprare subito i seguiti, perché volevo aspettare la pubblicazione di tutto il ciclo.

Ma alla fine ho ceduto.

Ho sempre esaltato Martin per il suo modo di scrivere e di intendere Fantasy.

Mi ritrovo ora esterrefatto dinanzi a particolari che tempo fa non avevo notato – questo avvalora la credenza per cui non si finisce mai di imparare e migliorare, rompere i pregiudizi, abbracciare nuove idee.

Il principale difetto di Martin è che viene pagato per quanto scrive. E la prolissità non va affatto a braccetto con la buona scrittura. Martin trova una via di mezzo accettabile, ma essenzialmente da ciò che leggo giungo alla conclusione che Martin non ha idea di cosa accadrà, nella storia, se non a grandi linee: questo lo porta a “riflettere ad alta voce”, con la voce e i pensieri dei personaggi. Può risultare una buona mossa, per rendere credibile la psicologia dei personaggi, ma fino a che punto? Mi ha dato l'impressione di non sapere nemmeno lui dove andare a parare. Un conto è sapere esattamente come far muovere la storia e delineare la psicologia dei personaggi, un altro è delineare la storia attraverso le proprie riflessioni messe in bocca (o in testa) ai personaggi.

Da lettore voglio il prodotto finito, non il prodotto in corso di produzione.

E anche le scene “rilevanti” scarseggiano. Ci sono capitoli di interi dialoghi e pensieri, che si svolgono in uno o due scenari, e che contribuiscono poco e niente alla storia.


Ventimila leghe sotto i mari, di Jules Verne, chi non lo conosce? Ricordavo poco Viaggio al centro della terra, letto da piccolo, e mi entusiasmò, sebbene abbia dimenticato tutto. Con lo stesso entusiasmo ho letto Ventimila, e mi son trovato abbastanza deluso. Non è un romanzo, è un elenco di pesci. È un insieme di coordinate, cronache di storia navale. Infine, per qualcosa come il 10-20% è prosa.

La storia del Nautilus è interessante, ma ancora di più la storia segreta della sua ciurma e quella ancora più misteriosa di Nemo. Quando le cose si fanno più interessanti, Verne che fa? Termina il romanzo.

Una buona idea iniziale buttata nel cesso. Da leggere qualora vi trovaste in vacanza e non aveste nessun altro libro a portata di mano. È inutilmente pesante e il poco interesse che suscita non giustifica la lettura di numerose pagine di elenchi ittiologici.


I viaggi di Gulliver, di Swift, un classico. La prima metà è stupenda. Non che la seconda sia brutta, ma la prima è insuperabile. C'è la sospensione dell'incredulità, il narratore/protagonista ironizza rimanendo allo stesso tempo serio e più che credibile. La storia è interessantissima da leggere, lo stile è ottimo. È raro trovare classici di questo genere.


Queste sono solo le mie impressioni. Ditemi le vostre!

Una nota rilevante: tra settembre e ottobre comprerò il Cybook Opus e la smetterò con questa tendenza fastidiosa di spendere soldi per libri di narrativa. Diventa anche una scelta saggia, visto che la Mondadori non solo vende dei classici facilmente scaricabili (aggratis) da Internet, ma alza anche il prezzo pian piano. I libri di Martin, fino al Portale, ricordo che li pagavo 8€ circa. Ora stanno a 10€. Ventimila leghe ha il bollino del prezzo di 11€ che copre il prezzo originario stampato sul retro. Se volessi leggere altri classici, mettiamo altri 10, dovrei spendere 100€. Su Internet trovo questo e molto altro. Ha più senso, quindi, spendere anche 180-190€ e “riprenderli” sulla lunga distanza. Considerando che ogni estate leggo una decina di libri, in due estati recupero i soldi spesi e mi trovo avvantaggiato per tutti gli eventuali acquisti.

Spero che ai responsabili della Mondadori cada un vaso di fiori in testa per ogni euro che aggiungono al prezzo d'origine.

10 commenti:

Spirito Giovane ha detto...

Caro Taotor,
sono curioso su Martin, vorrei leggere A Game Of Throne quando ho tempo. Me lo consigli?

Nel frattempo ho concluso il secondo di Erikson, La Dimora Fantasma, e devo dire che mi ha entusiasmato, ma non quanto il primo. Ora mi appresto a prendere il terzo, dove si dice si apra tutta la saga (anche se l'editore l'ha diviso in due libri -.-'').


Poi ho fatto l'errore di spendere 20€ per The King, un cartonato con le pagine dipinte in nero ai margini stile smemo: orribile. Scritto male. La storia sconclusionata: sembra quasi che siano le raccolte in sunto di serate passate a giocare a D&D. T'appoggio a pieno la mozione lettore e-book: io non leggo tanto quanto te ma quei libri li pago cari e a volte ingiustamente. Perciò mi sa che mi guarderò attorno anche io per un lettore...

A presto!

Umilmente,
Spirito Giovane a.k.a. Daniele

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Daniele!
Martin te lo consiglio vivamente. Lo pongo sullo stesso piano di Erikson, perché i pregi e i difetti di entrambi si bilanciano.
Erikson è mitico. Ma a un certo punto dei Giardini della Luna mi son trovato offeso dalla pessima scrittura, da dilettante. Non capisco il perché di questa differenza abissale da una metà all'altra del libro. Però appena avrò tempo, continuerò il ciclo.

Per gli dèi! Giammai io spenderei 20€ per un libro! A meno che non sia proprio sicuro della qualità...

Io non leggo tantissimo, anzi. Spero infatti di poter riprendere a leggere come una volta con l'acquisto dell'ebook reader...

Spirito Giovane ha detto...

Si, io ho trovato un pessimo esempio di scrittura all'inizio del secondo volume: un pelo di infodump e, forse anche a causa della traduzione, delle frasi sghembe o comunque strane. Sai, quando rileggi più di tre volte una frase potresti essere tu a non capire ma dopo un po' ti accorgi che è veramente contorta.

Martin m'incuriosisce molto proprio perchè ho letto qua e là e molti lo paragonano a Erikson come hai detto tu.

Io mi son fatto tentare perchè ero in vacanza, avevo finito Erikson e NECESSITAVO letture. Ci penserò tre volte la prossima volta. Anche quattro.

Umilmente,
Spirito Giovane a.k.a. Daniele

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Erikson è fantasy, Martin è hard fantasy. Ma quando lo rivela, il fantasy di Martin è coi controcazperi.
Erikson ha creato un background pazzesco per il suo mondo. Intendo proprio tutto, dalla concezione religiosa a quella magica, a quella militare ecc.
Martin a volte è prolisso. Ma grosso modo, rimane sempre sulla linea della buona scrittura.
Erikson ha una narrazione eccelsa, ma ogni tanto mi cade di brutto con infodump e scene da D&D, che mi fanno venir voglia di buttare il libro dalla finestra e bestemmiare.

M.T. ha detto...

Per quanto riguarda Ventimila leghe sotto i mari, ho buoni ricordi, tenendo conto che è una lettura fatta da bambino: l'idea è buona e la trama ben sviluppata. Per quanto riguarda lo stile bisogna tenere conto del periodo in cui è stato scritto. Se vuoi, prova a leggere L'isola misteriosa, che in un qualche modo si allaccia alla storia di Ventimila leghe: l'ho trovato più coinvolgente. Tieni però sempre conto che è l'impressione di ricordi passati e che il livello critico di allora non è quello attuale.

Capitolo Erikson. I Giardini della Luna è l'esordio di Steven e presenta qualche pecca; nonostante questo il mondo e la caratterizzazione dei personaggi sono ben fatta. Il meccanismo andava solamente regolato e nei libri successivi questo avviene. Ma non è la grandezza del mondo o l'intreccio delle trame che rende questo scrittore valido: è la sua profondità nel mostrare sia la grandezza della storia, intesa come serie di eventi, sia la grandezza dei personaggi: li senti vivi. Come non parteggiare per Coltaine, dopo essere passati dal timore per questa figura così granitica all'ammirazione per l'abnegazione per chi deve proteggere (toccante, direi spirituale e trascendente l'ultima parte del libro La dimora fantasma che lo riguarda); come non rimanere affascinati dal carisma oscuro di Anomander Rake? E ce ne sono tanti altri.
Merita continuare la lettura di Erikson: ogni libro trasmette qualcosa di nuovo e diverso. Maree di Mezzanotte poi è di una lucidità esemplare sul fare il quadro di un'intera società.

Se si cerca una lettura più immediata, ma valida, Mistborn-L'ultimo Impero, di Brandon Sanderson: merita veramente.

Mirco

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Mirco, mi fido! :D Leggerò il ciclo sull'eBook reader, così sarà un buon battesimo per lo strumento. :D
Su Verne sì, ho dimenticato di menzionare il fattore tempo. Diciamo che è "una buona scusa" che lo giustifica, ma non del tutto. Se penso ai Viaggi di Gulliver, ben più vecchio, mi rendo conto che si possono avere storie incredibili e satira sociale allo stesso tempo, mentre Verne può essere giustificato solo dall'approccio "scientifico", che lo induce nell'infodump continuo.
Ed è davvero un peccato, visto che la storia prometteva bene.

M.T. ha detto...

Come stile, e magari anche come struttura, oggi può apparire come superato.
Ma di certo per l'epoca, le sue opere erano visionarie: per alcuni può essere stata una persona con la testa fra le nuvole, per altri un genio; di certo era una persona attenta ai mutamenti e che aveva capito che le possibilità di evolvere dell'uomo, nel bene e nel male, erano infinite.

AryaSnow ha detto...

Dunque...

- "A Feast for crows" (=Dominio della regina + Ombra della profezia) è senza dubbio il libro peggiore di Martin, e "Il Dominio della Regina" la metà peggiore di esso.
Non ho assolutamente la sensazione che l'autore metta i suoi pensieri nella testa dei personaggi. Anzi, uno dei pregi di tutta la saga sono proprio i PdV belli solidi.
Più che altro, in questo libro succedono meno cose e il brodo è allungato più del solito :-P

- "20000 Leghe sotto il mare" non ho intenzione di leggerlo perchè già avevo sentito com'era fatto...

- Di Erikson sto finendo le Memorie di Ghiaccio (seconda parte) e per il momento questo volume non mi entusiasma come speravo... "La Dimora Fantasma" mi era piaciuto molto.
Però mi sembra che proprio i personaggi non siano affatto il punto forte di questo autore.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Senza dubbio (per quanto riguarda Martin) i libri precedenti sono migliori. Succedono più cose interessanti, sì. Bisogna notare, oltretutto, che - come ho avuto modo di osservare nei libri precedenti - quando i libri vengono divisi, succede che il primo libro risulti lento, e si riprenda alla fine, il secondo invece sia pieno di eventi interessanti. Mi pare ovvio: l'inizio del secondo corrisponde al cuore dell'originale!
Ma potrebbe essere una mia impressione.
La sostanza rimane la stessa: i Pdv sono solidi. Anche in Terry Brooks, per esempio, lo sono. Con la differenza che quando fa comodo all'autore [Martin], pensano a lungo a come potrebbero andare le cose. Prendiamo Cersei: finora, in A feast for crows, si muove dalla sala del trono al cortile, dal cortile alla sala dei banchetti, tutto qui. Parla con la gente, dà ordini, ma in sostanza il suo ruolo è poco rilevante: serve solo a mostrare intrighi o evoluzioni di personaggi diversi [SPOILER!] Tommen, plagiato dalla mogliettina, Jaime, divenuto insensibile al suo fascino, la corte, che non la rispetta come il padre, le Casate, che vogliono una fetta della (regale) torta.
In sostanza, Cersei è un burattino, una donna acida, coi suoi pensieri sempre cattivi verso tutti. Diventa quasi pesante.
A mio avviso, attraverso di lei (come anche attraverso la ricerca di Brienne) Martin decide come far muovere tutti gli altri personaggi sparsi in tutto il mondo. Infatti, si ha quasi l'impressione di trovarsi in un salotto, mentre fuori il mondo va a fuoco - ma non viene mostrato più di tanto.
In Terry Brooks, per completare il paragone, ci sono pagine intere dedicate a monologhi interiori, che approfondiscono la psicologia dei personaggi, li rendono più veri. Lo spessore dei pg quindi aumenta, ma la storia ne risente. E viene voglia di saltare quelle pagine.
Questo non rende Martin un pessimo autore. Ma dimostra che è difficile trovare la perfezione, anche nei migliori.

AryaSnow ha detto...

Cersei per me è un ottimo personaggio, però i suoi capitoli in AFFC sono davvero troppi. Poi sì, è un po' troppo cattiva, mentre io preferisco personalità che si mantengono più intorno al grigio.
Anche i capitoli di Brienne sono troppini, anche se sono una dei pochi a cui il personaggio in sè piace molto (no, non è granchè grigia, ma ci sono sempre le eccezioni che confermano la regola :-P).

In linea generale, i personaggi sono la cosa che guardo di più nei libri quindi tra una trama veloce e dei pg approfonditi, scelgo decisamente la seconda opzione. Sarà anche per questo che mi piacciono quei classici ottocenteschi che a te hanno annoiato XD
Però in questo libro era meglio stringere in ogni caso.

Di Brooks ho letto solo "La spada di Shannara", che francamente mi ha fatto proprio schifo.