sabato 19 gennaio 2008

Racconto | In cammino con la strega


Ecco finalmente l'attesissimo racconto... XD
Sebbene l'indirizzo per leggerlo sia questo, Altervista dà problemi, quindi dovete andare prima su Taotoria all'elenco dei racconti, qui, e cliccare su In cammino con la strega, ovviamente non quello con l'aggiunta di "(prologo)".
Per ora è in formato pdf, appena avrò tempo provvederò a renderlo disponibile in html.
Buona lettura a tutti, aspetto commenti! (positivi XD)

14 commenti:

Il Duca di Baionette ha detto...

Per quanto mi riguarda, come ti avevo già scritto, lo stile è buono (ma perfino troppo sintetico in alcuni punti), ma la "storia" è pressoché assente.

Inoltre il primo capitolo, con la "strana coppia" (il fabbro stupratore e il monco bigotto) ricattata dalla strega, fa pensare a un'avventura scanzonata dai toni grotteschi (vi ho mangiato i capelli, siete in mio potere! ah-ah!), ma già al capitolo 2 si vede che il genere non è quello. E' un peccato.
Le peripezie di due poveracci minacciati da una (forse) strega avrebbero potuto avere lo spirito scanzonato di "Brancaleone" o de "I Picari": sarebbe stato molto divertente da leggere.

Per il resto non credo sia Fantasy. Il fatto che il mondo sia inventato non basta a rendere un'opera Fantasy dato che l'elemento fantastico non solo NON è determinante, ma è addirittura assente.

La stessa storia con poche modifiche di nessun rilievo per la trama poteva essere ambientata nell'Italia dei Comuni, durante un qualche conflitto tra famiglie, oppure all'epoca delle signorie nel Rinascimento.

Tra parentesi si possono scrivere avventure e storie NON Fantasy in mondi che di per sé sono creati per il Fantasy: basta ignorare l'elemento fantastico.
Se prendi la Terra di Mezzo e scrivi la storia di un contadino che non ha di che pagare le tasse al suo signore (un piccolo nobile, proprietario terriero in Rohan) e quello gli porta via la figlia attraente per scoparsela, come puoi notare la storia sarà tutt'altro che Fantasy anche se il mondo è nato per il Fantasy. ;-)

Glauco Silvestri ha detto...

Scaricato! :D

LucaCP ha detto...

Molto bello. La storia scorre rapida, anche se non ho apprezzato alcune scelte stilistiche (ma qui si va comunque sul gusto personale). Ancora complimenti.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Duca: Vi ringrazio nuovamente per la lettura e i commenti. Però questa storia del fatto che non sia fantasy perché non ci sono elfi e magie mi è già capitata di sentirla per un altro racconto, ancora più breve, che scrissi tempo fa. Non ha alcun senso, non vi trovo basi valide. Avrò modo di discuterne in un altro post, magari. Nel frattempo, chiamate pure i miei racconti Fantasy Mondani o Bucolici, ché non m'offendo.

@Gloutchov: Bene, grazie!

@lucacp, ciao, grazie per averlo letto! Mi farebbe piacere sapere quali scelte stilistiche non hai apprezzatto, sebbene si tratti di gusti. È sempre utile per migliorare. :D E ancora grazie per i complimenti. ;)

Il Duca di Baionette ha detto...

Io dico una sola cosa, che nasce dalla semplice applicazione logica della definizione: fantasy (o fantastico, secondo la traduzione italiana) indica qualcosa in cui l'elemento impossibile/mitico/irreale è fondamentale alla storia.

Se non si è d'accordo su questo (cioè sulla definizione logica) e quindi, come pare che tu sostenga, si possa ritenere fantasy qualunque cosa a cui "arbitrariamente" (anche per puro motivo pubblicitario) si dia l'etichetta di fantasy allora le cose non hanno senso.

"Il De Bello Gallico" per la tua visione del fantasy è fantasy: in fondo qualunque cosa può esserlo, anche senza elementi fantastici.
E il De Bello Gallico ha tanti elementi fantastici quanto il racconto che hai prodotto, forse perfino di più: i Germani ad esempio sono temuti come mostri giganti e si accenna ad uri alti come alberi... molto più "fantasy" di quanto lo sia "in cammino con la strega".

"Fantastico" (che è la traduzione italiana di fantasy) e "di Fantasia" (nel senso di "inventato"( o di "finzione") sono due cose distinte nettamente. Un thriller sarà sempre un'opera di fantasia/finzione, ma non sarà automaticamente un fantasy.
E non c'entrano le squallide battutine su elfi e magia: il fantasy richiede l'elemento fantastico che NON è per forza le cazzate alla Tolkien.

Se, come tu pari sostenere, qualunque racconto in un'ambientazione inventata (in quanto il tuo racconto, a parte qualche nome, poteva benissimo essere avvenuto sul nostro mondo), ma del tutto privo di qualunque elemento fantastico è Fantasy allora ti posso facilmente elencare come Fantasy qualunque storia ambientata nella seconda guerra mondiale o anche i romanzi su Richard Sharpe di Cornwell.
E' ovvio il motivo: se NON è l'elemento fantastico a determinare il fantasy, ma solo l'ambientazione alternativa allora chiunque vanti un'ambientazionr alternativa è fantasy. Semplice logica.
E' palesemente un'idea folle, ma sto cercando di seguire quello che mi pare sia il tuo ragionamento.

In tal caso i romanzi ambientati nella seconda guerra mondiale (come quelli di Sven Hassel) SONO fantasy: quelle vicende non sono mai accadute, quindi il mondo non è il nostro, quindi è fantasy. Q.E.D. (per definizione il nostro mondo contiene solo gli eventi che contiene, ma nessun altro evento inventato dai romanzieri)

Idem i romanzi di Richard Sharpe: quelle vicende non sono mai accadute così, perfino alcuni eventi storici sono diversi quindi NON è il nostro mondo, ma uno "alternativo" e quindi per la tua definizione -che mi pare di aver intuito- è fantasy.

Non applicare la semplice definizione comunemente accettata che "il fantasy ha alla sua base l'elemento fantastico" (che poi è una definizione di puro buon senso!) significa aprire la classificazione come fantasy a "tutto ciò che NON ha alla sua base l'elemento fantastico", ovvero fondamentalmente tutti i romanzi esistenti dato che NESSUN romanzo racconta precisamente (ovvero che non si discostino nemmeno di una virgola dall'esatta realtà) eventi realmente accaduti e quindi per "definizione" non stanno avvenendo sulla nostra Terra (che è un luogo dove sono accaduti solo gli eventi che vi sono accaduti, ovviamente), ma in un luogo alternativo.

Mi pare un'idea priva di senso. Più comodo pensarla in modo più sensato: il fantasy è il fantasy, quel che non è fantasy non è fantasy.
E' più logico.
E' inutile e, francamente, senza senso dire che il fantasy possa essere qualcosa completamente privo di elementi fantastici.

Se prendi Giulio Cesare e lo chiami Xorr e poi racconti la sua storia chiamando Roma col nome di Qburr non sarà fantasy solo perché gli hai cambiato i nomi: è la storia di Giulio Cesare col nome cambiato.
Non sono le etichette a cambiare i prodotti, mi pare ovvio.
Un storia priva di elementi fantastici alla sua base puoi chiamarla fantasy quanto vuoi, ma non lo diventerà, come un cavallo non diventa un asino solo perché lo si chiama asino e un thriller non diventa un romanzo rosa solo perché lo si chiama rosa.

Le etichette sono solo etichette, ma i fatti sono quelli che contano.
Prendi l'etichetta delle banane Chiquita e mettila su una pera: ora mangiala e dimmi se sa di banana!

Non c'è nulla di male nello scrivere una commedia o un romanzo di guerra in un mondo alternativo privo di elementi fantastici (perlomeno all'interno della storia narrata): non vedo perché si cerchi di forzare per puri motivi pubblicitari la parola "fantasy" per applicarla a tutto.
Ci posso vedere solo una mania dettata dalla moda.

E' forse meno dignitoso dire pane al pane e vino al vino? Una bella storia è meno bella se non ha l'etichetta di "fantasy"?
Non mi pare proprio: mi sembra solo coerenza dire le cose come stanno.

Gamberetta ha detto...

Premessa: puoi dire quel che vuoi ma non è fantasy. È un racconto d’avventura. Lo dico più che altro per te: non credo che i lettori fantasy abbiano problemi a leggere avventura, viceversa parecchia gente storce il naso di fronte al fantasy. Perciò presentandolo come tale per me escludi del potenziale pubblico che invece lo leggerebbe volentieri. Però fai come vuoi. Tanto non è fantasy! ^_^

Mi è piaciuto a due terzi. I primi tre capitoli sono ottimi. Quello con il ladro lascia il tempo che trova e probabilmente può sparire senza danno, i successivi hanno qualche problemuccio da sistemare ma scorrono, però ho trovato davvero brusco e insoddisfacente il finale.
D’accordo che la “strega” in quanto donna ha un “cervello marcio” (...), ma rinunciare alla vendetta solo per stare con un monco con figli a carico? Capisco il colpo di fulmine di lui, ma lei?

Andando con ordine. Niente di particolare da dire riguardo i primi capitoli, trovo sempre esagerata la reazione di Herd nel proteggere la strega, ma è nell’ambito del possibile. Non ho ben capito perché la strega si sente male, tanto più che il mattino dopo è di nuovo in salute.

Il ladro invece mi ha lasciata perplessa. C’è addirittura una parte narrata dal suo punto di vista, questo lo identifica subito come un personaggio importante (ancor più della strega), però poi sparisce senza mai più far ritorno nel racconto. Onestamente mi pare un episodio inutile (senza contare che quando Herd lo colpisce con il sasso in piena notte tirando a caso è troisiano).

Quando incontrano i gialli, la reazione della strega è eccessiva. Non è scema (mi rifiuto di accettare personaggi femminili scemi! ^_^) perciò non credo infilzi il soldato solo perché la sta palpeggiando, sapendo bene che dopo ammazzeranno lei e gli altri. Una reazione così feroce dev’essere giustificata (per esempio l’Avido che ha confiscato la bottega al padre l’ha violentata sul serio, questo spiegherebbe anche perché la strega in generale ha reazioni sempre così brusche vicina agli uomini). Oppure basta solo che la strega sfoderi il coltello senza infilzare nessuno.
In ogni caso, la frase “Qualcuno, a cavallo, si stava avvicinando. Il rumore degli zoccoli si
faceva più forte.” va tolta o spostata più avanti, perché a me pare ovvio che appena i soldati sentono gli zoccoli non si preoccupano più né della strega, né delle monete.

Un altro punto che va elaborato un po’ più è la fuga. C’è almeno un soldato a piedi e i prigionieri occupano due cavalli: perché? Bren si tasta la faccia, dunque ha le mani legate con i palmi vero l’alto. Mi sembra strano dato che è a cavallo, pare più naturale legarlo con i palmi verso il basso in modo che possa appoggiarsi alla sella. E comunque mordersi a sangue il moncherino del mignolo con le mani legate la vedo abbastanza difficile, soprattutto senza farsi accorgere né da Bren né dai soldati.
Ma quello che non mi piace è quando parlano, persino con tono concitato: perché i soldati non sentono? E dovessero sussurrare, dovrebbero chinarsi uno verso l’altro, possibile che i soldati non sospettino?
Io farei sedere Bren e Herd sullo stesso cavallo. Herd dietro. Così possono bisbigliare con più calma e Herd può mordersi, di sicuro senza farsi vedere da Bren, e con il vantaggio che la schiena dello stesso lo protegge in parte alla vista dei soldati. Ah, e il soldato a piedi avrebbe il suo cavallo!
C’è anche da lavorare sulla conversazione tre i due. È buona l’idea di Herd che spaventa l’altro con la storia della stregoneria, ma, non so, dovrebbe promettere a Bren di tornare a salvarlo, perché se Bren l’aiuta nella fuga, poi l’impiccano di sicuro.
È assurdo che Herd mentre scappa si metta a contrattare sul prezzo della palandrana. È anche parecchio irrealistico che abbia con sé ancora soldi: avesse avuto poche monete è un conto, ma ha con sé i risparmi di un anno. I Valorosi non saranno Avidi, ma per me gli portano via tutti i soldi lo stesso!

Il finale. Come detto non mi ha convinta. È brusco e non rispetta le premesse del racconto. Non viene preparato che la strega a) non sia di sicuro una strega, b) voglia vendicarsi con il padre già morto, c) sia innamorata cotta di Herd (nota l’a te la sei cercata tu definendo il racconto “fantasy”, se fosse avventura nessuno penserebbe che la “strega” sia una vera strega).
Io farei andare avanti la storia: Herd incontra la strega e insieme progettano di liberare il padre di lei e il povero Bren. Come poi prosegua ovviamente è a tuo piacimento.
Cioè, così com’è il finale è, in una frase: “non sei una strega ma mi hai stregato lo stesso!” (km sn karini!!!)

Una considerazione. Ho paura che i nomi e le professioni non siano stati una grande idea. Herd/Bren falegname/fabbro sono coppie di termini forse troppo simili. Ogni tanto leggendo passaggi tipo: Herd fece questo. «Ecco» disse il falegname. «Come non detto» rispose il fabbro, ho dovuto rileggere per seguire i personaggi. Proverei a togliere il soggetto quando è lo stesso dell’azione precedente. Cioè se è Herd continuerei a ripetere Herd o saltare il soggetto, piuttosto che inserire un “falegname”. Oppure far diventare uno dei due, non so, maniscalco? Tanto la loro professione non ha importanza.

Qualche refuso di cui mi sono accorta:
“Si è avvicinato e mi ha proposto di cedermi a lui...” pag. 10. Credo sia “concedermi” a lui.

“la strega si alzò dal suo giaciglio e, stabe sulle gambe,” pag. 16. “stabile” non “stabe”.

“Vi era serie di cappi che” pag. 34, manca “una”, Vi era una serie di cappi che...

“Infine, scortati da alcune guardie coi mantelli rossi, una fila di prigionieri sfilò, polsi legati, e salì sul palco lugubre.” pag 35. O sono scortati i prigionieri con i polsi legati e sfilano e salgono. O se è la fila, è scortata e non ha i polsi legati.

Giudicando il racconto come racconto d’avventura (perché non è fantasy!). Mi piace lo stile, è fluido ed essenziale. Mi piacciono i personaggi come “stampo”, meno come si comportano. Ho seguito la vicenda volentieri (ladro escluso), ma il finale non mi ha ripagata. Ho avuto la sensazione di un viaggio che prometteva di giungere in qualche bel posto e invece si è fermato nel bel mezzo di un qualche anonimo prato incolto. In Gamberi credo -1 (-2?).

P.S. Visto che hai messo una licenza che impedisce le opere derivate, ti chiedo il permesso. Posso (ri)scrivere la stessa storia (o quasi) in chiave cyberpunk? Mi è venuta in mente mentre scrivevo il commento!

Federico Russo "Taotor" ha detto...

@carraronan, hai frainteso tutto. Le cose stanno che se decido di scrivere un racconto utopico e ucronico ma voglio mettere da parte alcuni elementi, sono liberissimo di farlo: ho scelto così, e la cosa che io trovo insensata è voler imporre di stravolgere una storia solo perché il gusto che dà è troppo realistico; quindi accetto l'idea che hai espresso, come pura ipotesi, ma nient'altro. Nel mondo in cui si svolge la storia succedono anche altre cose, meno realistiche, solo che accadono fuori da questo racconto.
Quello hai scritto riguardo alle etichette però lo condivido, in generale.

@Gamberetta, wow, mi hai fatto notare alcune cose che mi erano proprio sfuggite - ed erano sfuggite anche al Duca, a quanto pare. I refusi sono frutto della conversione da .doc a .pdf, credo, perché nel .doc non ci sono. Provvederò a riconvertire il file.

Riguardo a tutte le altre cose che hai messo in evidenza, hai ragione; a parte alcune, che forse ti sono sfuggite durante la lettura (esempio: Herd piglia manciate di pietre con entrambe le mani, non un solo sasso: le probabilità si motiplicano. Ecc.)
Ti ringrazio dell'attenta analisi, degli ottimi commenti, e di tutto il resto. -1 Mi pare un voto eccellente, per i Gamberi! Perdinci, nunc est bibendum!

Ho scritto questa risposta in due round, a 6 ore di distanza. Quindi forse avrò saltato qualcosa, ma non ho voglia di stare a rileggere e controllare. Magari una risposta unica per le opinioni riguardanti cosa è fantasy e cosa no: rigiro il carme di Catullo, e ai versi impudichi aggiungo la mia irremovibile convinzione sul Fantasy che scrivo. Giudicatelo come volete, sarà sempre più fantasy e avrà più dignità di altre opere pubblicate e no. Sennò, «In bocca e in culo ve lo ficcherò» disse Catullo. :D

Federico Russo "Taotor" ha detto...

P.S. No. :D Ovvio che se la mia storia è servita solo come spunto, e tu usi questo spunto per fare qualcosa di nettamente diverso allora sì, sei libera di farlo e io non c'entro proprio niente.

Simone ha detto...

Ho letto il primo capitolo e non è male. I personaggi sono ben differenziati e interagiscono molto bene tra loro, cosa che si legge raramente nei racconti degli autori "giovani" (sto parlando anche di me, capito? ^^)

Un consiglio puramente tecnico e inutile: io preferisco il punto . fuori dai caporali « ».

«Il punto mi piace di più fuori dai caporali» disse Simone. «Anche se l'importante è metterlo sempre allo stesso punto».
«Ma il punto esclamativo no!» aggiunse. «E dopo il punto esclamativo o interrogativo non metto la maiuscola, anche se questo mi pare che già lo fai».

Insomma bravo e continua così!

Simone

Spirito Giovane ha detto...

Scaricato...appena ho tempo leggo - sia il racconto che i commenti - e posto qualche osservazione...

Spirito Giovane a.k.a. Daniele

Anonimo ha detto...

Lo scarico e poi ti dico che ne penso.^^

Gamberetta ha detto...

“Riguardo a tutte le altre cose che hai messo in evidenza, hai ragione; a parte alcune, che forse ti sono sfuggite durante la lettura (esempio: Herd piglia manciate di pietre con entrambe le mani, non un solo sasso: le probabilità si motiplicano. Ecc.)”

Se piglia “manciate” di pietre in una volta non riesce a buttarle troppo lontano. Comunque questo ulteriore commento è solo ribadire che il tuo racconto non è fantasy! ^_^
Ciao.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

@Simone, grazie! ^_^ «Io preferisco così,» dico, «perché in questo modo riesco a controllare il "tempo" sia dentro che fuori dal dialogo. La virgola dopo il ! o il ? la metto perché non è sbagliato, e rende meglio l'intonazione e la pausa che voglio intendere. Grazie per la lettura. :D

@Gamberetta, accidenti, considerato che spacciano per fantasy anche le Winx, speravo di passarla liscia e vendere a palate il mio racconto gratuito. *snap* mannaggia. XD Mettendo da parte le speculazioni sul fantasy, la vera cosa che m'interessa è che il racconto piaccia. Potete considerarlo anche comico o erotico, basta che il tempo impiegato per leggerlo non sia stato del tutto inutile.

@Daniele, non preocuparti, fai con calma. Il racconto non scappa, e io manco. ;) Non farti influenzare dai commenti, però, voglio che tu sia davvero sincero! XD Anche se il parere di Gamberetta mi lusinga non poco. ^^

@Bartimeus, grazie, leggi con calma. ;)

Glauco Silvestri ha detto...

Letto!
Concordo con quanto detto da Carraronan e Gamberetta, non è un fantasy. Ad ogni modo è un racconto piacevole e... beh, la recensione completa l'ho pubblicata sul mio blog :-)

http://31ottobre.blogspot.com/2008/01/in-cammino-con-la-strega.html