Il buonsenso esiste a dispetto, e non a causa, dell'istruzione. (Victor Hugo)
Per quanto importanti possano essere, la forma e il lessico non sono i fattori da cui dipende la qualità di un (buon) racconto.
Durante un racconto, rapito nella furia della narrazione, lo scrittore viene trascinato dal flusso creativo, e tutti gli eventi si srotolano sotto le sue dita finché non arriva un ostacolo. La trappola della verosimiglianza, che lo scrittore si è creato con le sue stesse mani. Ma quest'ostacolo non va aggirato: bisogna affrontarlo.
Parlo di quei momenti della storia in cui interviene un fattore che contrasta, per colpa solo nostra, col nostro volere narrativo. Esempio:
Stiamo scrivendo un thriller (parlare sempre di fantasy scoccia :P): il protagonista ha recuperato l'amuleto egizio perduto che andava cercando, e ora scappa dalla villa, ma si trova di fronte un cancello, e le guardie dietro.Ora, poniamo una via: scavalca il cancello.
Mette l'amuleto in tasca, si aggrappa alle grate di ferro (ammesso che il cancello sia di ferro e con grate), arriva fin su e si getta dall'altra parte.
È una via plausibile, ma bisogna, prima di scrivere, analizzare certi aspetti: a) Il protagonista è ciccione e impacciato o magro e agile? Non ci vuole una laurea per scavalcare un cancello, ma non ci vuole nemmeno una laura per capire che la gente grassa tende ad essere poco agile. b) Il cancello, abbiamo posto di ferro, ha solo grate verticali? È più difficile scavalcarlo se non ci sono grate orizzontali in cui incastrare e poggiare i piedi. c) Le guardie quanto sono lontane? Sono armate? Ci sono ostacoli sul loro percorso? Se sono armate, spareranno. Se sono lontane, hanno più probabilità di sbagliare mira. Se ci sono ostacoli, perderanno più tempo e spareranno peggio. Ovviamente, è possibile che un colpo sparato a caso prenda in piena nuca il protagonista, così com'è anche possibile che il protagonista riesca a scavalcare e buttarsi dall'altra parte per poi slogarsi una caviglia e restare a terra.
Avremmo potuto porre altre vie. Il protagonista potrebbe essere armato, e per questo provare ad affrontare le guardie (se ci sono ostacoli dietro cui proteggersi, se è un discreto miratore, e se è scemo...)
Tuttavia, qualsiasi via scegliamo, ci saranno sempre ostacoli da affrontare. In realtà, è difficile che uno scrittore renda il proprio racconto davvero verosimile. Mi spiego: l'autore ha già una storia in mente, sa come procede e come finisce, dunque non c'è libero arbitrio per i personaggi, nell'universo da lui creato - ecco perché valuto utile scrivere solo parte della scaletta: una volta creati, i personaggi prendono vita e agiscono da sé.
Dunque, fissato il circolo entro cui l'azione del racconto si svolgerà, l'autore dovrà dare l'impressione che ciò che avviene sia ovvio e consequenziale alle azioni dei personaggi.
Tuttavia: se l'autore non ha una scaletta precisa, ma ha un'idea vaga di come si evolverà la storia, una volta trovatosi di fronte a ostacoli di coerenza non può aggirarli. Dare una padellata in testa non fa svenire manco un vecchio rimbambito: è un luogo comune e un non-uso di buonsenso. Così come le azioni al limite compiute da parte dei personaggi nel 90% delle storie, le azioni impossibili, come il salto del burrone verso la fine del film, o la donzella scema che spara a occhi chiusi e salva il buono dal cattivo che stava lì lì per freddarlo: tutto questo si chiama Idiozia nel primo caso, Deus ex machina nel secondo - ma è un'altra cosa, sebbene non molto distante da questa.
Quando s'incappa in queste situazioni, è sbagliato forzare la storia e farla andare così come avevate in mente. Questi ostacoli, quindi, devono necessariamente cambiare il procedere degli eventi, forse di poco, forse di molto, ma devono cambiarlo.
Lo stesso discorso degli avvenimenti vale per particolari più "tecnici". Per esempio (e qui entra un po' di fantasy), non ci vuole arte a capire che tagliare teste non è facile. Ricordo che stavo scrivendo un racconto, quando ero giuovane e scemo, e un personaggio si trovava a uccidere l'avversario, e pensai: "quanta forza ci vuole a tagliare via una testa?" Così, incredibilmente, usai un po' di buonsenso, e continuai a pensare: "Le ossa sono resistenti, mettiamo che un braccio sia resistente quanto un ramo d'albero: per tagliare il collo bisogna attraversare muscoli e nervi, tutti abbastanza elastici, arrivare all'osso con abbastanza forza da dividerlo in due e continuare per la metà rimanente; considerato che se prendi un'ascia e provi a staccare di netto un ramo dall'albero non ce la fai, perché mai un individuo normale dovrebbe riuscire a staccare la testa al nemico?" Così, il personaggio uccise il nemico senza staccargli la testa.
Un altro esempio: se il protagonista della scena thriller precedente avesse cominciato a sparare, avremmo dovuto tener conto di quanto è bravo a maneggiare le armi da fuoco, del rinculo, e del tipo di arma che impugna. Ma visto che non è normale usare armi da fuoco tutti i giorni, e quindi non si può parlare di esperienza empirica, ci si affida al buonsenso e all'esperienze di diversa natura: film (possibilmente realistici), videogiochi, e soprattutto questi ultimi sono imitazioni abbastanza fedeli della realtà, mondi metafisici che, in un certo senso, non sono più falsi di quello in cui viviamo - ma questo è uno sproloquio che non c'entra.
È anche vero, però, che non sempre il buonsenso basta a rendere coerente il racconto, e che spesso ci vuole quella che io chiamo "impulsività (narrativa)", di cui parlerò in futuro.
È tutto, grazie dell'attenzione. :)
25 commenti:
Il buon senso ti fa male. Se cominci a usarne troppo troppo poi finisci per scrivere Hard Fantasy estremo (che ho scoperto oggi non essere la stessa cosa del Fantasy Hard) invece delle solite zozzerie. Sai, potresti perfino finire a produrre quel genere di storie dove le cose sembrano avere un senso e un motivo di esistere proprio in quel modo per "ottime ragioni" e non solo perché l'autore aveva "poca voglia di impegnarsi".
^___^
Interessante. Probabilmente bisogna trovare un compromesso tra buon senso, verosimiglianza e necessità narrative.
Se tutto fosse super realistico, poche storie sarebbero possibili e tutte piuttosto noiose.
Simone
Ciao Federico. Prima di tutto complimenti per lo sfondo [il bordeaux fa molto chic, come dimostra anche l'insistenza di quel colore sul mio blog ;)].
Volevo spezzare una lancia in favore di Federico: non si dice di usare troppo realismo, altrimenti che Fantasy sarebbe? Federico dice solo che un pizzico di realtà renderebbe le cose meno "americanate" [aggettivo che indica risoluzioni delle azioni alla Deus Ex Machina o alla Chuck Norris].
Io concordo in pieno con lui, soprattutto quando alla fine da equilibrio all'intervento accennando all'impulsività.
E volevo anche sottolineare un punto in particolare dell'impulsività, ovvero che è alla base di moltissime opere a carattere Fantasy e non solo, come ad esempio i Manga. Molti manga e molti anime iniziano in modo rocambolesco e con un tocco di originalità proprio perché tendono a perdere o volutamente a non contemplare il realismo. Tuttavia molti di quegli anime e di quei manga diventano poi inguardabili proprio perché, anche dopo un incipit veloce, immediato e spiazzante, non riescono ad avere un continuum logico e ben strutturato.
Umilmente,
Spirito Giovane a.k.a. Daniele
@Carraronan eccellentissimo, per fare fantasy giusto, provvederò a usare meno buonsenso. Altrimenti, potrebbe uscirne fantasy credibile! Mai sia! Lungi da me! XD
@Simone, è vero, ma è anche vero che in alcuni casi le storie "super realistiche" piacciono anche di più. "Come dio comanda" ne è un esempio. :D
@Daniele: già, ci sono personaggi davvero belli, tra gli anime, che sono tali solo grazie all'impulsività che gli autori donano loro per vivacizzare le puntate. Un esempio banale: Onizuka, di GTO, in una puntata raggiunge, ex machina, i suoi alunni che stanno per essere picchiati da una banda. Invece di difenderli subito, comincia a comportarsi in modo incomprensibile, imitando prima Ken il guerriero, poi Doraemon... X°D Un altro personaggio interessante perché impulsivo è Bo-bo-bo, ma quel manga/anime è un caso del tutto a parte. :)
mi permetto di aggiungere una cosa: le idiozie sono anche un ottimo modo per valutare gli editor o gli "amici che leggono il tuo testo per darti dei consigli": tutti possono dire che i dialoghi non sono ben scritti (ma guarda, secondo me, qui i dialoghi non funzionano proprio...), che una descrizione è noiosa o che una scena d'azione "non prende"; e magari è anche vero, ma sottoponendo in giro magari anche solo frammenti dei testi dei miei autori ho imparato a considerare a metà le opinioni dei lettori che non riescono a individuare i bachi nella risoluzione di scene idiote.
Oh, Dio, quante volte lo leggo questo "Gli mozzò la testa con un sol colpo[...]" e giuro che mi ha fatto quasi venire la nausea.
Ora ho comprato un libro: La notte di Roma(A notte de Roma, mortacci!) scritto da Emma Pomilio. Non sembra tanto male, a prima vista, ma giuro che se becco di nuovo frasi del tipo "Aveva una muscolatura poderosa, ma non era tanto forte" getto il libro in pasto ai miei cani.
Poi, però, mi arrivò un'illuminazione!
Il fantasy=lotta.
Lotta=morte/i(o ferito/i).
Morte/i=lettore appassionato!!!
Quindi, con un semplice calcolo, deduciamo che il lettore medio vuole carneficina!!! E noi, da bravi scrittori, dobbiamo dargliene a camionate.
Fantasy.
Magia+Forza+Spada=Testa mozzata!!!
Testa mozzata=lettore soddisfatto!!!XD
Fantasy+America+Chuck Norris=Testa mozzata con un braccio solo!!!
Testa mozzata con un braccio solo(!!!)=lettore MOOOLTO contento!!!
Ecco ora la pianto con questi calcoli "matematici" che mi fanno venire l'emicrania!XD XD
Dimentichi il Pelo, Sparviero. Magari la morte piace, ai lettori, ma ai lettori come si deve piace anche il Pelo.
Oso dunque citare la famigerata frase di un grande anonimo, che fa più o meno così:
"W la Foca, e che Iddio la benedoca".
Oh, cavolo! Hai perfettamente ragione!
Ho dimenticato di considerare anche l'Hard Fantasy! Che errore madornale.
Rimedio subito:
Fantasy+Hard=Hard Fantasy!!!
Hard Fantasy=Lotte(ma anche sesso!!!! Tanto sesso!!!)
Sesso=Irrigidimento duraturo del... ehm... membro del lettore!!!
Irrigidimento duraturo del membro=lettore molto sessualmente migliorato!!!
Lettore sessualmente migliorato=Incremento demografico!!!(ma che cazzo vuol dire?)
Incremento demografico aumentato=Meno "fichi fichi"-_-
Meno "fichi fichi"=lettore mooolto MENO contento(come me).
Ecco dimostrato che l'Hard Fantasy non porta a nulla di buono(purtroppo).
N.B: Gli ipotetici trombatori degli esempi sopra elencati non usano i preservativi perché nell'Hard Fantasy, essendo ambientato in mondi pseudomedievali, i preservativi(detti anche cappucci) non esistevano. Solo sesso! Sesso selvaggio Wroarrr!!!XD
Spero di non aver dimenticato nulla.
@sparviero: nella tua catena di connessioni logiche possiamo introdurre la variante
Lettore sessualmente migliorato=Incremento vendite anticoncezionali
con la quale si ottiene un risultato diverso.
Ma siamo sicuri-sicuri su questa storia delle teste mozzate? Ho sentito dire che una delle prove che venivano fatte sulle katane giapponesi per valutarne la bontà era tagliare un cadavere in due con un colpo. Sempre in Giappone, se decidi di fare seppuku il tuo migliore amico ti taglia la testa con un colpo di spada non appena ti sei aperto lo stomaco.
Tagliare un ramo è un'altra faccenda: lì colpisci il legno in senso perpendicolare alle fibre, dove offre la maggiore resistenza. Le ossa del collo non sono un pezzo monolitico, in mezzo alle vertebre ci sono spazi molli. Insomma, secondo me non è così difficile come sembra. Poi ovviamente è diverso se parliamo di Lady Oscar che maneggia un rapier o Conan con uno spadone a due mani...
La questione della decapitazione è storicamente accertato che non sia facile. Il fatto che servissero lame pesanti (asce o le grosse spade da esecuzione usate per le donne), esperti del settore in grado di colpire al meglio -si presume centrando i punti deboli tra le vertebre-, corpi immobili in posizione ideale per non "sfuggire" durante il colpo ecc... per ottenere decapitazioni pulite è una prova più che sufficiente.
E nonostante tutto gente come Guillotin ancora vedeva "difficoltà" nell'ottenere una decapitazione davvero pulita e indolore da dover proporre una macchina in grado di fornire un colpo così forte con una lama così pesante da assicurare che il lavoro andasse in porto.
Se ne era parlato parecchio all'epoca sul forum di Gurps per convertire al meglio la cosa, se riesco a ritrovare la discussione (o le discussioni) posso provare a postare eventuali affermazioni interessanti.
Cito comunque da wikipedia:
"If the headsman's axe or sword was sharp and his aim was true, decapitation was quick and was presumed to be a relatively painless form of death. If the instrument was blunt or the executioner clumsy, however, multiple strokes might be required to sever the head. The person to be executed was therefore advised to give a gold coin to the headsman so that he did his job with care. Not getting their proper money's worth, Robert Devereux, 2nd Earl of Essex and Mary, Queen of Scots required three strikes at their respective executions. But compared to Essex and Mary, James Scott, 1st Duke of Monmouth required at least five strokes before the executioner used a knife to complete the execution."
Il singolo colpo pulito che taglia le vertebre (o, con precisione chirurgica, tra le vertebre) come niente è una mera leggenda metropolitana.
Quanto al Seppuku dei giapponesi, beh, si parla forse di "tagliare la testa senza difficoltà in un colpo solo"? O si parla solo di tagliare la testa, ovvero colpire sul collo un numero necessario di volte (1 o 2 o 3...) l'amico che è già in posizione chianata, con la testa in avanti esponendo le vertebre in modo da favorire un colpo ottimale?
Ricordando comunque che nel seppuku la testa non va mozzata dal partner, anzi, sarebbe disdicevole farlo! Il colpo deve "tagliare" lasciando però abbastanza tessuti da farla pendere in avanti senza rotolare via.
Tra un uomo in piedi, in grado di muoversi spinto dal colpo, ed uno inginocchiato costretto dal suolo a offrire resistenza alla lama c'è una differenza enorme. La stessa che c'è tra spaccare la lama di una spada poggiata immobile tra due supporti o spaccare una lama in mano al nemico con un colpo. :-)
In Arabia Saudita la decapitazionee avviene con l'uso di una spada pesante, ricurva, con un solo filo, come da tradizione.
Avviene di venerdì di fronte alla Moschea principale della città interessata.
Voglio spezzare una lancia a favore del taglio della testa. È difficile ma non fuori dall’impossibilità fisica, secondo me in un fantasy ci può stare.
Esempio:
Giorgio Batuffolo è cresciuto all’epoca della Guerra degli Zombie, e come tutti è stato addestrato a tagliare teste nella maniera più veloce ed efficiente possibile, perché è l’unica maniera per fermare i morti viventi. Ora che Giorgio è mercenario alla corte del Re degli Elfi Grigi, usa la sua abilità anche per decapitare i vivi.
Una persona come Giorgio, con diciamo vent’anni di esperienza nel tagliare teste in combattimento, probabilmente se la caverebbe egregiamente.
Su bersagli in movimento, ovvero non immobili grazie alla reazione del suolo e della postura inginocchiata con il capo chinato?
Bersagli in cui la vertebra, estremamente dura, non viene tagliata, ma spinta dal colpo in assenza di vincoli che la immobilizzino?
Mai provato a tagliare il prosciutto tenendolo appeso a una corda? Non c'è qualche differenza rispetto a tagliarlo steso sul tavolo? Non serve molta più forza in assenza della reazione data dal tavolo che immobilizza il prosciutto?
Se hai un foglio spesso 2 mm in acciaio a medio livello di carbonio che resiste a 175 J con un impatto di freccia perfetto (perpendicolare), o fornisci almeno 175J o i 40 mm di penetrazione desiderati non li farai mai e non importa che a fare quel tiro ideale a perpendicolo sia Robin Hood o un arciere qualsiasi.
La Fisica è democratica: ignora il nome delle persone o il loro status sociale e si interessa solo dei requisiti.
Un bersaglio in condizione di combattimento non ha nulla a che vedere con uno predisposto al taglio al fine di limitare al minimo l'inefficienza del colpo (che comunque rimane un tipo di bersaglio con cui, storicamente, non è possibile essere sicuri della decapitazione nemmeno se si è professionisti del settore -ovvero se si è abituati a farlo-)
Se anche escludiamo il taglio della vertebra, eccessivamente dura, prova un po' a centrare proprio lo spazio tra una vertebra e l'altra (che non è visibile all'occhio né sempre disponibile in base al moto del collo) su un bersaglio in movimento che magari ti sta aggredendo.
Ci vuole un livello di abilità sovrumano, tanto grande da essere semplicemente ridicolo per poter sperare di ottenere un simile colpo a piacimento.
Siamo a livelli del pistolero che colpisce tutti i cavalieri nella fessura della visiera a cinquanta metri mentre schiva le frecce.
Certo che se parliamo di un fantasy e quindi si ritiene che dire cose dementi sia lecito, allora si, certo, è tutto approvabile (anche le ragazzine che tagliano l'acciaio delle corazze con la spada o i duelli di spada sui draghi).
Aggiungiamo anche che è possibile sparare un 7,62x51 nella spalla di qualcuno a bruaciapelo e considerarla una ferita di striscio, come nei film di hollywood, invece di una spalla esplosa. Tanto è "fantasy" quindi chissenefrega perché il pubblico non merita serietà.
Se è questo il messaggio che si vuole dare, ci si accomodi pure.
Per aggiungere un esempio reale noto, nel video della decapitazione di Nick Berg i jihadisti usano un lungo, grosso e spesso coltello (e basta l'esperienza quotidiana e comune del tagliare i blocchi di speck o il prosciutto per sapere quanto la massa della lama influisca nella facilità del taglio) e tengono il ragazzo immobile al suolo. Uno dei "jihadisti" lavora per 30 secondi circa di video tirando la testa con la sinistra e segando con il coltello con la destra. Un secondo jihadista, per favorire il lavoro, tiene fermo il corpo evitando che si muova troppo a causa degli strattoni dati alla testa durante il taglio.
(Chi fossero poi i reali decapitatori non è sicuro, data la famosa questione della mano destra e della voce fuori campo... ma non è questo che ci interessa ora)
Considera che siamo in una condizione ottimale: si taglia il punto debole di giuntura tra le vertebre (non sognarti neppure che stessero tagliando una vertebra!), si sega tutto attorno favorendo l'apertura dello spazio tra le vertebre strattonando la testa, si può usare il suolo come punto per immobilizzare il corpo mentre si spinge con tutta la massa della lama e del braccio...
...e nonostante tutto è un duro lavoro di mezzo minuto circa, il che può far ben pensare (come già si sa) che nemmeno muscoli, tendini e fasci di nervi dentro la spina dorsali sono bersagli tanto cedevoli! E Nick non è certo un ragazzone dal collo taurino gonfio di muscoli!
Pensavo che la discussione avrebbe continuato in campo satirico-sessuale, fortunatamente invece ha preso un'ottima svolta.
Perché, straordinariamente, si sono sviluppati due punti di vista che ovviamente seguono il buonsenso: lo scrittore, non sapendo, 1. usa il cervello, o 2. si documenta.
Angra e Gamberetta hanno rispettivamente tenuto conto di notizie a loro note e provato a ragionare. L'egregio Duca, invece, ha alle spalle una certa esperienza, in campo militare. Ha studiato molto, il ragazzo.
La tesi di Angra non è del tutto "farina del suo sacco", quanto più un 2 + 2 farcito di buonsenso - è cosa buona e giusta.
Gamberetta ha provato a usare il ragionamento che, certo, non fa una piega, ma non risolve con certezza la situazione.
Carraronan, invece, ha affrontato la situazione da un punto di vista "reale" (ovvero: se fosse uno scrittore sul punto di narrare un duello, si sarebbe alzato dalla sedia e avrebbe speso soldi e mesi per leggere manuali adatti), arrivando così alla soluzione più probabile. Dico "più probabile" perché, ovviamente, in una finzione tutto è probabile ma nulla è sicuro.
Mi soffermo sul ragionamento di Gamberetta.
Principalmente, si basa sull'idea dell'allenamento: più ti eserciti, più bravo sarai in quel compito specifico. Ma effettivamente, non è proprio corretto - lo è matematicamente, sillogisticamente. Ci sono persone che suonano la chitarra da tantissimi anni, ma non sono diventati Malmsteen o Petrucci.
Il ragionamento del Duca, invece, più che ragionamento è una raccolta di informazioni, impeccabile. Tuttavia, l'uso del buonsenso, nel suo caso, è consistito nella ricerca di informazioni (che, alla fine, è la cosa principale che ogni scrittore dovrebbe fare, la cui alternativa è, appunto, il corretto uso di buonsenso.
mi sto per guadagnare una scomunica ducale.
stimato duca, lei ha ragione su tutto, ma nel caso specifico di una spada magica (chessò la mitica arma di ghemon in lupin III che non può tagliare solo la purea), tutto e possibile. e, in fondo, non è necessario che l'esistenza di armi simili squalifichi il romanzo fantasy in cui compare: al contrario, se la presenza di detta arma è adeguatamente contestualizzata e sfruttata narrativamente può rappresentare un bel motore fantasy.
nb: evidentemente la spada deve avere un fodero rivestito di purea o di natura ugualmente magica.
Negli esempi precedenti non si è parlato di armi magiche o di condizioni che non fossero legate strettamente alla nostra realtà proprio per evitare che l'argomento si spostasse dal "conoscibile" all'"inventabile".
E relativamente alla realtà andava la mia critica sulle spade che tranciano le corazze... non ho mica detto "spade magiche"! LOL.
E' naturale che se si modificano le premesse cambiano anche le conseguenze.
Ad esempio se ci fosse una spada magica dalle incredibili "doti di taglio" simili a quelle della lightsaber di Star Wars allora sarebbe possibile decapitare gli zombie senza difficoltà (a parte quella di mirare al collo "in generale").
Piuttosto il problema si sposterebbe su un altro piano: è davvero necessario perdere tempo a cercare il colpo al collo?
Se con un colpo ben più facile (ad esempio un fendente al corpo) puoi segare a metà gli zombie rendendoli molto meno pericolosi, perché perdere tempo a cercare proprio il colpo che mozza la testa in combattimento?
Puoi tranciargli il corpo a metà in fretta, per sbarazzarti di tutti gli zombie presenti, e poi proseguire a mozzare le teste dei mostri "invalidi" che arrancano trascinandosi malamente sulle braccia.
Sai, quando ci sono venti zombie per volta meglio fenderli a caso tutti senza cercare il "colpo da maestro" per la spettacolare decapitazione...
:-D
Rimango convinta possa essere reso verosimile il taglio della testa, con un adeguato lavoro sull’ambientazione. Purtroppo per Carraronan in questo caso gli esempi storici servono solo fino a un certo punto, perché mai nella storia è sorta la necessità di dover uccidere nemici velocemente e in tale esclusiva maniera. È molto difficile estrapolare quali tecniche e tecnologie potrebbero svilupparsi sotto la spinta di tale necessità. E questo anche senza scivolare nella “magia” (comunque in qualche misura necessaria per un fantasy, se tutto è razionalmente/scientificamente spiegabile è fantascienza).
Inoltre Carraronan sembra convinto che il taglio della testa debba avvenire “al volo”: nessuno vieta di atterrare, costringere lo zombie/nemico in posizione adeguata prima di assestare il colpo al collo (sempre rimanendo una priorità la velocità d’esecuzione).
"Rimango convinta possa essere reso verosimile il taglio della testa, con un adeguato lavoro sull’ambientazione."
Cioè rimani convinta di quanto ho detto io nel post precedente. E allora?
Interessante un commento "fumoso" come "adeguato lavoro sull'ambientazione". Cosa intendi dire? Parliamo di cose concrete, non di fumose possibilità prive di concretezza. Qual è la specifica e particolare differenza che si vuole discutere?
Provo io a elencarne qualcuna.
Se crei un mondo dove il collo degli zombie è di marzapane è più facile tagliarlo.
Se crei un mondo dove l'eroe ha la forza di dieci uomini potrà mozzare le teste molto più facilmente!
Se crei un mondo dove ci sono spade magiche stile lightsaber è ovvio che volendo puoi tagliare teste senza problemi (era nel post precedente che pare tu abbia ignorato prima di rispondere).
Ci sono tanti SE possibili, ma se non specifichi esplicitamente ci si aspetta per logica e buon senso che si stia parlando del mondo reale o di un mondo pesantemente vincolato alle sue leggi e particolarità.
O ti pare che quando Wallerstein parla dell'economia-mondo moderna si occupi automaticamente di quella dell'Europa alternativa nel mondo di Puffolandia?
No, parla del mondo reale e dell'europa reale, altrimenti lo specificherebbe. Ti pare?
Dici anche:
"È molto difficile estrapolare quali tecniche e tecnologie potrebbero svilupparsi sotto la spinta di tale necessità."
E allora? Che cavolo ci azzecca questo con il discorso?
Dato che si parlava della Realtà ho commentato la Realtà. Se uno ha un caso specifico di cui parlare se ne parla a parte con le sue specificità. Come spiegato prima con i vari "se" di esempio.
Non ho forse fatto l'esempio della lightsaber proprio nel commento precedente al tuo? Ti pare fosse la nostra realtà?
Non lo hai letto quel commento?
Se ho detto da qualche parte che "in qualunque contesto tecnologico, di armi, di conformazione delle vertebre, ecc... non è possibile" allora citami il punto altrimenti evita di fingere che io abbia negato tutto questo. Non è una pratica utile per la discussione ne è particolarmente intelligente.
Cito Gamberetta di nuovo:
"Inoltre Carraronan sembra convinto che il taglio della testa debba avvenire “al volo”"
Scusa, ma questa affermazione è veramente fuori dal mondo.
Puoi citare le frasi ESATTE che ti hanno fatto venire in mente una cosa simile? O forse non hai letto i commenti?
Per gran parte del tempo si è parlato di un taglio in condizioni ideali come quello a cui hai appena accennato (dichiarando che è molto difficile, ma non impossibile) e si è fatta la differenza tra colpo "al volo" (come dici tu) e colpo in posizione (questione della spinta e della reazione, l'esempio col prosciutto appeso ecc...)
E' questo secondo te il mio "essere convinto che il colpo debba avvenire al volo" e non in condizioni ideali?
Qui la questione si sta spostando dalle meccaniche della decapitazione (come era a partire dall'utile post di Angra) alla semplice comprensione testuale.
Tanto per cominciare, mi ritengo ufficialmente offeso per il fatto che i miei commenti siano stati definiti solo "satira sessuale".
In secondo luogo, mi lavo bene le mani dicendo che non ho asserito in alcun modo che mozzare una testa sia impossibile. Il mio commento, se riassunto in poche parole, esprime solo il fatto che io non sopporto il fatto che molti "scrittori" usino e STRA-usino il decapitazione per togliere di mezzo un personaggio(indipendentemente dal fatto che esso sia buono o cattivo, ma questo è ovvio).
Insomma! Per uccidere una persona di modi ne esistono eccome!
Per esempio sul collo c'è un'arteria che se recisa conduce alla morte in pochi secondi.
Inoltre, esercitando una determinata pressione su alcune zone degli arti inferiori o superiori si può ottenere la loro temporanea paralisi(sono centri d'energia).
Tagliare il legno non è che poi sia così difficile. Mai sentito parlare della leggenda del Buddah e del bandito? Per la precisione quando egli chiede a quest'ultimo, come ultimo desiderio, di taglire il ramo di un albero.
Il ladro esaudisce con un SOLO COLPO DI SPADA la richiesta... poi forse la storia la sapete.
Ok, ok: è una leggenda. Ma è anche vero che in ogni leggenda c'è una parte di verità.
Ho scherzato un po' con le possibilità di Fantasy e l'Hard Fantasy e, ovviamente, ho esagerato, ma possibile che la vostra vena d'umorismo si sia già esaurita? Avete perso la voglia di scherzare? Bisogna essere sempre seri?
Sparviero, guarda che a fare satira sessuale ho cominciato io, tu non hai nessuna colpa, anzi! XD
Sì, concordo, si usa troppo il taglio della testa. Ma si usa anche il taglio della gola, e sì, non ci vuole necessariamente un taglio chirurgico, ma basta beccare la giugulare. Anche se, d'altronde, sarebbe più facile dare un taglio netto piuttosto che cercare la giugulare. XD
Un altro modo di uccidere molto usato ma ambiguo è la penetrazione col pugnale. Scene spesso narrate nei racconti sono diventate un cliché del cinema: eroe e antagonista, si avventano l'uno sull'altro, l'antagonista ha un coltello, gridano, si zittiscono, e tutti e due assumono un'espressione stupita, ma poi a cadere e schiodare è il cattivo.
Non dico che non sia possibile, ma in alcuni romanzi se un personaggio utile viene pugnalato se la cava sempre colla scusa che era un colpo di striscio o non troppo profondo, ecc. Quando in realtà, si può inciampare in una buccia di banana e morire qualche giorno dopo per un embolo - tanto per dirne una.
Ancora una cosa: ho sempre avuto il dubbio: ma in una battaglia, se uno continua a combattere con ferite aperte e sanguinanti, quante centinaia di infezioni si prende, ricevendo polvere, sporcizia e sangui altrui addosso? E poi, come fa a continuare a combattere se gli manca una mano? Nei romanzi/racconti/film, tutto passa via e il combattente ferito-mutilato è un grande eroe che si rimetterà presto. Noi ci caghiamo sotto per il tetano, se ci graffiamo con un chiodo arruginito.
Per chiarimenti medici chiesi a mio padre, e disse che difatti nel medioevo la gente moriva di ste cose, ma era anche "abituata" ad infezioni ecc., e che comunque il sangue altrui deve entrare in circolo, per poter farti morire. Il prof, invece, mi disse che i cavalieri combattevano pure senza un braccio a causa dell'adrenalina. O_O Mah. Credo sia possibilissimo per ferite più o meno gravi quali profondi tagli di striscio o con un proiettile (o un affondo di lama) nella spalla. Ma continuare a combattere senza un braccio... vada per un orecchio, per il naso, ma una mano, un braccio, una gamba...
L'adrenalina in effetti può fare molto...anche aiutare il tuo ciccione a saltare il cancello! Non è impossibile. E' molto probabile però che lui dopo si senta male :D
Nel fantasy mi aspetto (anzi, pretendo!) di trovare avvenimenti soprannaturali e stranezze, ma certo devono essere volute e ben studiate, non certo scemenze scritte per errore!
Comunque alla fin fine se l'autore, all'interno di un lavoro ben fatto e coinvolgente, si lascia scappare una piccola svista su un particolare secondario, magari a proposito un argomento estremamente specifico (d'accordo documentarsi, ma non si può diventare esperti di tutto), si potrà dire "peccato per questa piccola svista", non certo che tutto il libro fa schifo per questo.
@Auletride, concordo con te. Una svista non distrugge il romanzo intero, purtroppo però ci sono lettori molto rigorosi, a riguardo... Ovviamente, noi cerchiamo sempre di dare il meglio! ^^
cercherò di riunire le due anime di questo thread: tagliare una testa è difficile e, a certe condizioni, impossibile (si consideri pure che se il taglio avviene con la spada, la cosa è tanto più improbabile: o è una spada particolare -- katana, stocco -- ma la spada medievale aveva il filo solo nel debole della lama, cioè la parte terminale, sulla quale si può esercitare una forza tutto sommato ridotta).
!MA! -- e qui la chiusura del cerchio -- se uno è una testa di cazzo...
Dipende molto dalla massa della lama "dietro il colpo".
Le spade medievali spesso non erano molto affilate (non nel senso di "le tocco e mi taglio") perché è inutile rendere così delicato e sottile il filo. Una lama che può essere sfiorata senza mozzarsi il dito taglia benissimo se la spingi con forza dentro qualcuno, non è una clava.
Come i coltelli da cucina: anche se il filo non è mostruoso, basta una bella massa (anche solo 100 grammi di coltellaccio che non è granché...) per tagliare la carne senza quasi sforzo.
Lame molto affilate, ma leggere invece possono flettersi e avere difficoltà ad affondare nella carne.
Tipo i miei schifosi coltelli nuovi: se li tocco mi taglio un dito (sigh), ma se si tratta di tagliare un blocco di prosciutto sono delle porcherie e devo usare quelli vecchi e pesanti (ma ormai privi di affilatura) su cui posso spingere maggiormente.
Questo per le spade in generale (per quanto sia difficile fare un discorso generico anche solo limitandosi alle cut-and-thrust, come le definisce Clements).
Scendendo nel particolare, per correggere due piccole inesattezze del post precedente: se con "stocco" intendiamo l'Estoc o il Tuck, allora sono armi del tutto prive di filo, spesso con lama a sezione triangolare o quadrangolare terminanti in una punta acutissima atta a scivolare più agevolmente negli spazi scoperti dell'armatura a piastre. Anche una striscia senza filo, da solo colpo di punta, con una lama molto stretta (o uno spadino, immagino) può entrare più facilmente negli spazi stretti. Però lo stile con cui si usa la striscia non favorisce le tecniche più adatte a ottenere questo vantaggio, come le prese strette a due mani su lama ed elsa...
La "spada medievale" con solo il debole affilato, che era una delle spade a una mano e mezza tipiche di manuali come flos duellatorum, è probabilmente il modello Oakeshott XVa (diffuso tra '300 e prima metà del '500) studiato per il colpo di punta (un po' come il Tuck, ma di forma diverso) e non per il fendente dato lo squilibrio di pesi che, probabilmente, fa spostare in modo ancora più svantaggioso il punto di percussione.
Alcune XV e XVa che ho visto hanno un "forte" enorme perfetto per le parate, un medio molto angolato e stretto (ma ancora adatto a parare) e un debole lungo e acutissimo.
Spero di essere stato di aiuto. :-)
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