Non c'è niente di peggio di una donna che ha le sue cose.
A me le donne piacciono - eccome -, ma se c'è una cosa che non sopporto sono gli sbalzi emotivi mensili. Cristo! Che odio!
Non puoi dire niente, niente, perché qualsiasi cosa tu dirai susciterà un'istantanea reazione satanica-retorica-aggressiva sparata a diecimila decibel.
Roba da far impallidire persino gli Slayer.
Ma ci sono donne e donne.
Alcune tengono a bada gli ormoni, altre li sguinzagliano con l'ordine di attaccare.
E gli scrittori?
Gli scrittori sono sempre uguali, ma quello che li differenzia è lo stadio mestruale a cui sono arrivati. Una volta passati allo stadio successivo, però, non si torna indietro, per fortuna. Più si va avanti, più si migliora! Provare per credere!
- Stadio 1a. Conosciuto anche come "Lo scrittore timido che scrive solo per sé". È uno scrittore che potrebbe scrivere da un mese come da anni, ma ha un tratto caratteristico: umiliazione e panico da masturbazione. Lo Scrittore di Stadio 1a è terrorizzato all'idea che qualcuno possa leggere i suoi racconti. Nasconde eventuali blocchetti o agende nei posti più impensabili. Sotto il materasso, come fossero riviste pornografiche, o sul fondo dello scatolone più nascosto nell'angolo più buio della cantina oscura. Fare l'elicottero col pisello davanti a tutto uno stadio sarebbe preferibile all'idea che occhi estranei possano leggere le sue schifezze. Codesto scrittore produce soprattutto roba introspettiva, ma non mancano storie strutturate.
Un'eventuale critica è impensabile! Lui non vuole che si leggano le sue cose, e se questa disgrazia si verifica, allo scrittore non rimane che fare un falò con tutti i suoi scritti, cospargersi di benzina e morire con loro. - Stadio 1b. Conosciuto anche come "Lo scrittore timido che scrive per sé ma anche no." Non si discosta dall'1a, se non dal fatto che non sente umiliazione: tra invece godimento dal panico. Trae piacere nel masturbarsi vicino alla finestra, così da rischiare di farsi vedere dalla vicina che raccoglie il bucato sul balcone. Costui scrive per sé ma anche per intervalla insaniæ. La sua insania è costuita dalla trasgressione che più lo eccita: l'idea che qualcuno possa dare uno sguardo alla roba che ha scritto. È convinto, in realtà, che la critica sarà più che positiva: sa di essere un genio nascosto.
Non sa che la vicina, oltre a raccogliere il bucato, chiamerà anche la polizia. - Stadio 2. Conosciuto anche come "Lo scrittore che sta imparando a scrivere". È l'individuo che scrive per essere letto.
Una specie di prostituta, sì, una mezza puttana. Vuole farsi fottere, ma quando ti avvicini e gli parli, lui ti lega le mani dietro la schiena, ti ficca un morso sadomaso in bocca, ti sbatte a pancia in giù sul letto e ti sodomizza. "La tua critica? La tua critica? Ecco che torna da dove è uscita, la tua fottuta critica!" urla, cavalcandoti.
Lo scrittore di Stadio 2a non ama le critiche. I suoi racconti sono belli e perfetti così come li ha scritti. Le critiche non servono: lui ha una spiegazione per ogni "apparente" incoerenza o errore.
"Perché Tizio viene colpito al braccio e due righe dopo sanguina dalla gamba?
"Perché sì."
"Ma non ha senso!"
"Sì che ne ha, è Fantasy!" - Stadio 3a. Conosciuto anche come "Lo scrittore che scrive per il bene maggiore dell'arte." Costui scrive un racconto non proprio da buttare - semmai tutto da riscrivere. È scritto male, ci sono un bel po' di scene che non hanno senso, i personaggi parlano tutti allo stesso modo...
Lui è l'uomo ipersensibile che non dà alla donna assetata di sesso quello che vuole. Prepara le candele, mette su i Radiohead, getta rose sul letto, accende una dozzina d'incensi, la camera è un (fumoso) paradiso onirico. Dal letto a baldacchino calano tende rosse trasparenti. Lei vuole semplicemente sesso. Appena lei entra, lui le legge una poesia che ha scritto guardando il tramonto mentre la pensava. Lei si spoglia, lui la ferma e, commuovendosi cita aforismi di Gibran e di altri poeti. Si sdraiano sul letto, lei ha le guance avvampate, vuole solo una cosa, ma lui dice: "Restiamo abbracciati tutta la notte... ♥"
Insomma, a questo qui non gli si alza.
Lo scrittore 3a non vuole ammettere che il suo racconto fa schifo, per cui maschera la cosa con la tiritera dell'arte, della licenza poetica. Nello Stadio 3a, lo scrittore non tromba: ci gira attorno senza andare al sodo, per nascondere la sua eclatante impotenza. Non narra una storia, fa finta di narrare. Con le sue forme poetiche e raffinate malriuscite crea un magnifico niente che non racconta nessuna storia, ma una nebbia confusa che alla fine non lascia nessun gusto.
Egli rosica, perché sa. Sa che le critiche sono fondate, sa che ha fatto una cazzata nello scrivere ciò che ha scritto, ma è una cazzata a cui non può più rimediare, perché sennò ci rimette la faccia. E perché non si sente in grado di fare nient per rimediare.
E preferisce continuare a nuotare nel suo artistico mare di merda. - Stadio 3b. Conosciuto anche come "Lo scrittorucolo tanto gentile che nasconde un pugnale nei pantaloni." Non è tanto diverso dallo scrittore di tipo 3a, con la differenza sostanziale che questo, il 3b, è contento. È cosciente di scrivere stronzate, perché le legge quelle dei suoi amici, e se ne rende conto. Sa di essere come loro, ma finché nessuno gli dice niente, lui sorride con gli altri e tutti sono felici.
In sostanza, i 3b si calano i pantaloni e si osservano i piselli. Nessuno ce l'ha di dimensioni notevoli, per cui tutti fanno spallucce. Sono in realtà contenti di essere sullo stesso piano - e dicono: "In fondo non sono le dimensioni, che contano, ma come si usa..." - Stadio 4. Quattro.
- Stadio 5. Conosciuto anche come "La puttana senza scrupoli", è il livello più alto a cui dovrebbe aspirare uno scrittore. Indica la più-che-decenza, ovvero una produzione di narrativa che, letta, non ti fa pentire di aver perso tempo. Oltre questo livello, ci sono solo miglioramenti, tutti basati però sulla base di "puttana senza scrupoli".
Come puttana senza scrupoli, lo scrittore 3b si offre al pubblico, si scopa tutti senza guardare in faccia a nessuno, cavalcata dopo cavalcata, arraffa avido i soldi per le prestazioni e non si ferma mai. È sempre al lavoro, si parli di opere complete o di brevi servizietti.
Carpisce i consigli di ogni lettore e li assimila, valuta ogni suggerimento donandosi senza se e senza ma, prestando attenzione a ogni commento. Il suo obiettivo è migliorarsi, e per riuscirci deve necessariamente confrontarsi, ponderare i pareri dei lettori, scegliere quelli giusti e applicarli.
In assenza di partner, lo scrittore puttana-senza-scrupoli apprende. Si dà al porno, nella sua buia cameretta, rischiarata solo dalla luce del monitor su cui ballano tette e piselloni.
In assenza di lettori cui proporre i propri racconti, lo scrittore 3b ripiega sull'approfondimento mediante i consigli dei migliori, sulle antiche esperienze di scrittori (veri artisti) che hanno raggiunto il Nirvana della prosa ed elargiscono le loro massime a chi ha orecchie per ascoltarle.
Le turbe degli scrittori
Non è "normale" che uno scrittore si lamenti quando gli viene mossa una critica. Lo scrittore prima di tutto deve ringraziare che qualcuno abbia letto un suo racconto. Leggere vuol dire perdere tempo, tempo non retribuito. Quando leggono un tuo racconto, è come se ti regalassero soldi.
In secondo luogo, lo scrittore deve ringraziare eventuali consigli e pareri. È altro tempo sprecato. Il lettore si sofferma addirittura per trasformare le sue fatiche di lettura in qualcosa di concreto: un aiuto allo scrittore.
Prima di tutto, bisogna assolvere questi doveri. E tutto dovrebbe andare per il verso giusto.
Sennò...
Se i giudizi sono negativi? Molto negativi. Distruttivi.
Lo scrittore riceve frecciate da destra, da sinistra, da tutte le parti. Chinare la testa e dire a tutti "sì, ho sbagliato, faccio schifo" non è il massimo. Voi lo fareste?
Non c'è da stupirsi se uno scrittore non riesce a reggere le pressioni ricevute da tutte le parti, l'essere messo su un palco, giudicato... Ok, forse non si è comportato bene nei confronti dei lettori. Sì, probabilmente se l'è meritato. Ma fatemi spezzare una lancia in favore degli scrittori-vittime.
Qui nessuno vuole difendere i cattivi scrittori, né questo è il Centro d'Accoglienza Taotor per Poveri Scrittori Sotto Pressione.
Ma bisognerebbe tener conto anche di questo. Le cose stanno così, siamo tutti esseri umani, fallaci, e con sentimenti (vabe', chi più chi meno).