lunedì 19 dicembre 2011

Impressioni | Soffocare, di Chuck Palahniuk

soffocare choke chuck palahniuk romanzoSoffocare (Choke) è un romanzo di Chuck Palahniuk, l'autore di Fight Club - gran film. Come succede spesso, Palahniuk, sebbene sia famoso, è ricordato principalmente per il film Fight Club. Non che non gli sia riconosciuto il genio narrativo, ma sembra che prima venga il film cult, poi lui.
Palahniuk è un autore geniale. Mi dispiace constatare che su internet ci sono aforismi in stile Fabio Volo o Oscar Wilde, non so se avete presente, quella roba vuota che vuol essere piena di significato, che la gente prende e ci fa i link su Facebook per sentirsi profonda e complessa come se l'avessero inventata loro, per crogiolarsi un po' nella gloria altrui.
Dicevo, Palahniuk è geniale. Non si possono fare aforismi o particolari citazioni, non per Soffocare, almeno, perché fuori dal contesto suonano a mio avviso frasi insulse, come l'ennesima banalità alla Volo.
Questo romanzo è un'opera bellissima che secondo me non può essere analizzata se non in maniera olistica - niente frammenti, brani, aforismi.

I pregi del romanzo sono diversi. Non ho trovato nemmeno una pecca, niente. Potrei sbagliarmi, potrei aver preso un abbaglio, ma così, su due piedi, al pieno (o almeno credo) delle mie facoltà mentali, posso dire che è un autore difficile da eguagliare: in alcuni punti mi affliggevo nel realizzare che trovate simili io non le avrei mai avute. O almeno, non così tante e in un solo romanzo.
Palahniuk è asciutto e chiaro. Le parole presenti nelle pagine sono essenziali, mai superflue, ma riescono a spiegare tutto in maniera precisa, con metafore, personificazioni.
C'è umorismo, ironia. Tutto ben riuscito.
Il narratore è il protagonista, quindi prima persona, al presente, che si alterna con flashback in terza persona. Libero di un narratore estraneo (sebbene, nei flashback, divenga un narratore intrusivo ma decisamente coerente col resto), Palahniuk dà il massimo, riesce a mostrare in maniera vivida e allo stesso tempo discutere di problemi umani, esistenziali, il nichilismo dell'uomo moderno, il tutto senza risultare noioso, ma coinvolgente e credibilissimo.
C'è da dire che un asso nella manica di Palahniuk sta nell'affrontare queste tematiche presentandole come i pensieri naturali del protagonista, che fuoriescono in maniera coerente in base agli eventi della storia. Molti di questi eventi riguardano il sesso, quindi l'attenzione del lettore è molto alta e così anche il coinvolgimento.
Il romanzo presenta anche una serie di nozioni mediche e psicologiche, ed è evidente che l'autore si è informato, fosse anche su un manuale di patologia, su Wikipedia, da un amico.
Il romanzo incarna tutto ciò che un autore dovrebbe essere e fare (onesto e informarsi).

Piccola parentesi sull'autore.
Palahniuk (potete leggerlo su Wikipedia) non faceva lo scrittore di professione, ha avuto diversi lavori, e la scrittura non c'entrava nulla. Ha seguito per puro interesse un corso di scrittura (è stato fortunato ad avere un insegnante bravo, e non il classico ciarlatano che scrive un manuale di scrittura senza avere idea di cosa stia facendo e credendosi un bohemien del '900). Ha buttato giù qualcosa, ha preso la mano e ha sfornato dei best seller coi controcavoli. La cosa divertente è che in un periodo ha scritto à la Stephen King, tale era la sua influenza su di lui, ma paradossalmente, al momento, nella mia classifica di geni letterari Palahniuk e King stanno seduti sullo stesso trono con mezza chiappa. Non credo che Chuck se lo sarebbe mai aspettato.
Chuck Palahniuk a scritto il suo primo romanzo a 30 anni (non a 13). Questo significa che geni si diventa, ma bisogna volerlo. E sfanculare tutti e gridare all'Arte Suprema senza apprendere la tecnica migliore non è la maniera esatta.

motivator manga writing you're doing it wrong

Un altro caso di scrittore attempato - e qui gli editori rabbrividiscono: se non ha 12 anni e non scrive fantasy non lo pubblico! - è quello di Sam Savage, l'autore di Firmino, unico romanzo che abbia pubblicato, per quanto mi risulta, ma che ha avuto un successo incredibile. Non si sa molto su quello che ha scritto in privato, io sinceramente non ho ancora letto Firmino, ma la morale è: non importa quanti anni tu abbia, non c'è limite all'apprendimento: impegnati e quanto meno non potrai fare schifo; nella migliore delle ipotesi potrai sfornare un capolavoro.
E non esito a dire che Soffocare è un capolavoro.

5 commenti:

Tapiroulant ha detto...

Ti faccio tre considerazioni.
Primo: hai postato due volte lo stesso articolo.
Secondo: preferivo la vecchia grafica.
Terzo: per motivi misteriosi non ho mai letto Palahniuk, ma tra te e il Duca mi sta venendo voglia.

Anonimo ha detto...

Preferivo anch'io la vecchia grafica, ma pure questa mi piace :)

Anyway, sto leggendo di Palahniuk "Dannazione". La traduzione italiana lascia a desiderare, ma nel complesso mi sta piacendo molto. Come se Stephen King e Carlton Mellick III si fossero fusi, ecco. Mi sono procurato anche "Soffocare", "Cavie" e "Invisible Monster". E già, mi sta piacendo davvero tanto Palahniuk :D

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Davvero era meglio l'altra? :-| Con le modifiche scrause che avevo fatto mi sembrava un pessimo collage. >.<
Grazie per la segnalazione, Tapiro. L'interfaccia nuova di blogger è pessima, ma la "classica" mi perplime ogni volta sulla modifica dell'orario del post, che altrimenti risalirebbe alla data di creazione (lontana da quella del completamento). Un po' rimpiango WP, ma blogger è indicizzato meglio.

Michele, bravo, anche io ora voglio leggere altro. Pensavo a Guts, pare che una ventina di persone fossero svenute a una lettura pubblica di Chuck, per l'atrocità del contenuto. Sono curioso! :D

Il Guardiano ha detto...

se volessi leggere un libro di Palahniuk, con quale dovrei iniziare?

Anonimo ha detto...

Invisible Monsters