Quelli di questo mese in realtà li ho "letti" il mese scorso, ma non mi sembrava cool scrivere aprile nel titolo, fa troppo old.
Credetemi, non è facile soddisfare la propria voglia di fantasy classico senza scontrarsi contro la prosa pessima che praticamente lo contraddistingue. Il più delle volte bisogna fare delle scelte: o ti becchi la brutta scrittura, o cambi genere. True story.
Le cinque stirpi, di Markus Heitz.
Faceva parte dei cicli che non avevo ancora toccato e che, pur sapendo che sarebbe stata una roba oltremodo tamarra, volevo comunque leggere, col beneficio del dubbio.
Una parte di me vorrebbe lasciar perdere, non sprecare energie e saltare direttamente al prossimo libro. Ma è mio dovere far sapere.
Questo è uno strano caso. I pareri positivi sono ovviamente ingiustificati, ma la cosa straordinaria è che ho trovato qualche commento negativo un po' confuso.
silvia (02-10-2008)Curioso. Davvero. Perché un altro utente dice:
Un bel libro, letto velocemente e piuttosto coinvolgente. I personaggi sono approfonditi il giusto per far si che ci si affezioni qule tanto che basta per portare avanti la lettura con piacere. Lo consiglio!
Voto: 4 / 5
Elisa (25-02-2011)
Il peggior fantasy degli ultimi anni: zeppo fino all'orlo di cliché triti e ritriti, noioso oltre ogni limite, con personaggi inverosimili e vicende poco credibili... persino per un fantasy. Ed è un peccato, perché l'inizio prometteva qualcosa che al giorno d'oggi è materia rara: l'originalità. [lol, ma DOVE?] Purtroppo tale originalità comincia ben presto a scarseggiare. Ad un certo punto c'è persino un albo (= elfo cattivo) che, anziché uccidere subito il protagonista come avrebbe *dovuto* fare, cade nel solito errore dei cattivi troppo pieni di sé. Sto parlando del classico "... Ma prima di ucciderti, c'è una cosa che voglio che tu sappia". *sob* In poche parole, di questo libro non salvo nulla, perché tutto è scontato e prevedibile. E la cartina, naturalmente, fa schifo. :(
Voto: 1 / 5
Grassetto mio.
La seconda lettrice sostiene l'opposto della prima, ma ci tiene a dire l'inizio prometteva bene, sebbene prima e dopo riconferma che è tutto un cliché.
Figliola mia, cara, tesoro, che ca**o dici, l'inizio non promette affatto bene. Si capisce che puoi ritornare in libreria e fartelo sostituire (o cancellarlo dal lettore) già da metà della prima pagina, a essere buoni. In realtà l'andazzo è chiaro già dalle prime parole:
La seconda lettrice sostiene l'opposto della prima, ma ci tiene a dire l'inizio prometteva bene, sebbene prima e dopo riconferma che è tutto un cliché.
Figliola mia, cara, tesoro, che ca**o dici, l'inizio non promette affatto bene. Si capisce che puoi ritornare in libreria e fartelo sostituire (o cancellarlo dal lettore) già da metà della prima pagina, a essere buoni. In realtà l'andazzo è chiaro già dalle prime parole:
La bruma candida colmava le gole e le valli dei Monti Grigi.Le vette della Grande Lama, della Lingua di Drago e delle altre montagne si ergevano caparbie tra la nebbia, protendendosi verso il tramonto.
Quel ramo del lago di Como...
E consentitemi di riportarvi un'altro po' di brano:
Glandallin del clan Colpo di Martello si appoggiò ansimando al muro rozzamente sgrossato della torre di guardia e, con la mano destra sopra le folte sopracciglia nere, si schermò gli occhi da quell'insolita luminosità. La salita l'aveva lasciato del tutto senza fiato, e il peso dello scudo, delle due asce e della cotta di maglia fittamente intrecciata gravava sulle sue vecchie gambe.Tuttavia, non era rimasto nessuno più aitante di lui.La battaglia che i nove clan della Quinta stirpe avevano combattuto tutti insieme nelle gallerie qualche giorno prima aveva mietuto numerose vittime. La morte si era portata via soprattutto i più giovani e inesperti. Ma il loro sacrificio non era stato vano: il nemico sconosciuto era stato annientato.
Questo supplizio dura circa 8-9 pagine. In questo tempo, valanghe di informazioni, perfette per un'ambientazione di D&D (si fa per dire), si accavallano. L'emblema dell'infodump. Non succede assolutamente nulla, l'autore è un maestro nel far scappare la gente, ma è ancora più bravo ad incarnare il classico scrittore fantasy cognitivamente ipodotato, regalandoci perle come questa:
Vraccas, il Fabbro divino, aveva circondato la Terra Nascosta con una cinta di monti per proteggere la popolazione dai mostri del dio Tion. La convivenza pacifica era pertanto compito esclusivo degli elfi, dei nani, degli uomini e delle altre creature.
Ho un'idea: facciamo che esiste anche un anello magico! Dài, scriviamo un fantasy!!
Barbara Hambly non mi risulta sia molto conosciuta. Comprai L'assedio di Vorsal da un mercatino del libro usato, otto anni fa. Era il terzo di una trilogia, ma si poteva leggere come storia a sé. Avevo 13-14 anni, e non mi dispiacque affatto.
Visto che ero rimasto abbastanza contento, mi ero ripromesso di leggere altro della Hambly. Ho scovato questa trilogia (sigh).
Il romanzo inizia con un sogno confuso, come confusa e mediocre è la prosa. Ecco il testo:
Gil sapeva che si trattava di un sogno. Non c'era alcuna ragione di aver paura. Sapeva che il pericolo, il caos, il cieco terrore nauseabondo che riempivano la notte gonfia di voci, non erano reali. Quella città, con la sua cupa architettura sconosciuta, quella folla senza meta di uomini e donne terrorizzati che si accalcavano intorno a lei ciecamente, erano soltanto i residui di un subconscio sovraccarico, fantasmi che la luce del giorno avrebbe fatto svanire.
Ho lasciato correre: si tratta di un sogno, non è che ci siano modi adeguati per descrivere qualcosa di astratto come sono i sogni.
Primo problema: la narrazione mediocre, abbinata a una scena confusa e incomprensibile, che per giunta dura 5 pagine, non fa guadagnare neanche un punto.
Secondo problema (personale). A meno che non vi siano dietro buone ragioni o meglio ancora, buone strategie, io odio i Fantasy che partono dal nostro mondo per poter giustificare poi la storia che si svolge in un altro mondo. Come il Ciclo di Landover, per fare un esempio. Al contrario, per esempio, non mi dispiace la scelta del muro di Gaiman in Stardust.
Questo secondo problema mostra chiaramente che ci troviamo nella nostra epoca, moderna, con orologi ecc., e si ricollega poi al terzo. Il secondo "problema", lo ripeto è una personale questione di gusti, ma il terzo è proprio una pugnalata in uno sfintere a vostra scelta. Vi riporto la terribile doppietta:
Le mani le tremavano tanto che riuscì a malapena ad accendere la lampada sul comodino. L'orologio sul tavolo accanto al letto segnava le due e mezza. Madida di sudore e gelata come un cadavere, Gil si strinse al cuscino mormorando freneticamente a se stessa che si trattava solamente di un sogno... doveva trattarsi solamente di un sogno...
E poi:
«Ho ventiquattro anni, sono una studentessa laureata in Storia Medioevale e conseguirò la Laurea in Filosofia tra meno di un anno: è stupido aver paura di un sogno! Ora è tutto finito, e niente di quello che mi è parso di vedere era vero... È stato soltanto un sogno!»
UCCIDETEMI. Peggio di questo c'è soltanto la tecnica dello specchio per fare il ritratto di un personaggio. Siamo a quei livelli, alta tecnica narrativa, davvero. Ho avuto i miei 3 buoni motivi per non continuarlo.
Il raccoglitore d'anime, di Alan Campbell.
Tempo fa chiesi al Duca qualche consiglio per letture ad ambientazione steampunk. Mi consigliò Campbell - con le dovute precauzioni.
Ho cominciato con Il raccoglitore d'anime. Il prologo non è tremendissimo, e nonostante tutto si fa leggere. Dal primo capitolo mi sono scocciato. Comincia così:
Il crepuscolo sorprese la città di Deepgate pesantemente adagiata sulle sue catene. Case e stamberghe si abbandonavano sulle intricate ragnatele diferro, tetti e camini oscillavano sulle stradine sinuose. Le catene si tendevano e si allentavano attorno a vie lastricate e giardini pensili. Torri in rovina si piegavano sui tetri cortili, come a prendere atto della rispettiva decadenza. Labirinti di vicoli affondavano nelle pozze di oscurità crescente; il tutto cucito assieme da innumerevoli ponti e passerelle che ondeggiavano, gemevano, scricchiolavano.
Descrizioni simili non sono pennellate, sono schizzi. Con gli schizzi non è facile dipingere qualcosa di chiaro, e di fatto questa ambientazione, che vuole essere originale, per me perde di significato. In questa descrizione vuota c'è molto generale, e manca il particolare.
Se fosse un film, si potrebbe spendere un minuto per inquadrare le diverse visuali della città, i particolari che la rendono così speciale, ecc. Ma qui parliamo di narrativa, e se non ci metti le parole, non puoi far capire al lettore cosa stai immaginando.
Ho interrotto la lettura al momento dell'ingresso del ragazzo con le ali. Non so, mi sembrava tanto manga/bimbominkia. Forse mi sbaglio, sicuramente non ho letto abbastanza per dare un giudizio oggettivo.
Ma non bastano buone idee, ci vuole la maniera adatta per presentarle.
Ad ogni modo, però, chi vuole può sempre accontentarsi.