mercoledì 16 maggio 2012

Impressioni | Il castello errante di Howl

Il castello errante di howl howl's moving castle hayao miyazaki anime filmOk, non è recentissimo - parliamo del 2004 -, ma si parla comunque del maestro Miyazaki.
Il castello errante di Howl è tratto dall'omonimo romanzo di Diana Wynne Jones. I romanzi di quest'ultima pare abbiano ricevuto una notorietà piuttosto discreta, dal momento che sono stati paragonati a quelli di Harry Potter senza però avere avuto un simile impatto. La Jones sarebbe stata amica anche di Gaiman, e avrebbe assistito a delle lezioni di C. S. Lewis e Tolkien. Roba da... Kaboom!
Purtroppo non ho ancora avuto l'occasione di leggere niente di suo, ma pare che avesse uno stile "favolistico", If you know what I mean.
Mi riservo il diritto di opinione quando leggerò qualcosa. Se qualcuno lo ha già fatto, esprima la sua opinione.

Miyazaki è il solito vecchio romanticone. Gli piacciono tre cose:
1. l'Europa
2. volare
3. le storie con la stessa trama
Nel romanzo, la storia si svolgerebbe in un'Europa alternativa. Nel film non è dato saperlo, tant'è che, forse per quello spirito giapponese di mescolare le cose in maniera incoerente ma esteticamente ineccepibile, si nota nel film un manifesto propagandistico scritto in tedesco, poi in un'altra scena casse di legno con la scritta "Ciliegie" in italiano. WTF?
La trama del film ha più o meno le stesse caratteristiche di altre opere di Miyazaki. Per esempio, il già precedente oscar, la Città incantata. Protagonista femminile, una ragazzina, dall'altra parte un bel ragazzo misterioso che fa le magie ed è in grado di volare, poi una vecchia strega, e una maledizione.
Sia chiaro, questa magari è la firma del maestro, un po' come architetture spigolose e occhi cerchiati di nero hanno il marchio Tim Burton. Io apprezzo molto le opere di Miyazaki, ma a prescindere dai disegni (la strega della Città incantata e la Sophie del Castello errante sono praticamente uguali), non è esaltante il fatto che sia la trama che i temi di fondo di due opere siano gli stessi.

Ad ogni modo. Dal punto di vista grafico non si può dire nulla. Bellissimi paesaggi, colori, scenografie davvero dettagliate, realistiche.
Ho notato che talvolta questo film viene indicato tra le produzioni steampunk o quelle che comunque vi si avvicinano. Se lo è, mi sembra anche evidente che si tratti di un tipo piuttosto "confuso" di steampunk. I mezzi, treni a parte, sembrano più dieselpunk. Le navi volanti con le bombe in piena vista sotto la pancia del velivolo sono un tocco di genio; le "pinne" sulle fiancate che si muovono non è chiaro come facciano a mantenerlo in volo, né è chiara un'altra ipotetica funzione.
Da questo punto di vista - fermo restando che non sono nemmeno lontanamente un conoscitore di steampunk o di ingegneria aeronautica - il film mi sembra un buon esempio di estetica-senza-logica. Temo che molti amanti dello steampunk non si facciano troppe domande: occhialoni, zeppelin, e chìssenefrega, tanto è steam!
A mio modesto avviso, Il castello errante di Howl, nonostante i punti di forza, rimane una visione godibile ma non arriva lontanamente al livello della Città incantata, più pittoresca, più fantasiosa e credo anche più poetica.
Piccola nota personale: il film mi ha incuriosito riguardo ai romanzi di Diana Wynne Jones. Prima o poi una lettura ci scappa.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Quoto in toto :)

Simone ha detto...

Sto film è noioso e non ch'io capito una mazza. Però insegna che si può scrivere ciliegie o ciliege e allora lo salviamo.

Simone

Siobhán ha detto...

Guarda, io il libro l'ho letto e non mi è dispiaciuto. È stato un po' di tempo fa e non mi ricordo lo stile, ma di sicuro la trama è molto migliore di quella del film, e molto diversa.
Sì, l'ha modificata perché fosse uguale a quelle degli altri film. Un genio.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

@Michele: Evvai! xD

@Simone: è comprensibile, in effetti può risultare abbastanza noioso, Miyazaki è il tipo che se la prende comoda. Oltretutto, a prescindere dal fatto che sia un film d'animazione, è evidente che sia adatto soprattutto a un pubblico giovane.

@Shò: Mi hai fatto ricordare ora un'altra genialata simile fatta per un altro film d'animazione, Metropolis del 2001. Ricordo che era abbastanza bello, ma è passato molto tempo. Di contro, era ispirato un po' a un manga omonimo e un po' al film di Fritz Lang del '27, praticamente un ibrido non meglio definito - sebbene, per quanto ricordo, sembrava voler spingere più verso il secondo.
Ah, mi lasci una speranza per la Jones - Wikipedia mi aveva suggerito premesse negative. Magari poi si scopre che ha una potenza immaginifica pari a quella della Rowling e di Lewis messi insieme.

Hendioke ha detto...

Sul film del Maestro: Miyazaki fa sempre varianti sul tema dello stesso film o quasi ma è, secondo me, uno dei suoi punti di forza. Chi vede un film del Maestro una volta ha la certezza di vedere un bellissimo film e uscire dalla sala soddisfatto, un suo amatore può vederseli tutti e, dopo il terzo-quarto perdersi meglio nei dettagli e nella poesia che rendono Miyazaki il genio che è.

Sulla Jones. Ho letto due libri della saga di Chrestomanci. E' stato anni fa e dello stile non posso dir altro che è uno stile piano ed efficace, molto british con la narrazione saldamente ancorata sul protagonista ma non troppo stretta (non la telecamera sulla spalla di gamberettiana memoria).
Le storie si basavano su una premessa molto interessante e sfruttabile (difatti vi ha scritto su 7 libri e svariati racconti): il nostro mondo è uno dei 9 mondi esistenti in una sorta di piccolo e chiuso multiverso. Ogni mondo risponde a leggi e regole diverse, in ognuno di questi abbiamo un sosia e se si possiedono le giuste conoscenze è possibile viaggiare da un mondo all'altro ma a una condizione: non potendo esserci due doppi a un tempo sullo stesso mondo se qualcuno si sposta tutti i suoi doppi si sposteranno a loro volta sul mondo successivo.
Ad ogni generazione nasce un individuo, uno solo, che non ha sosia in tutti gli altri mondi e questo può diventare il Chrestomanci, un mago potentissimo, con nove vite in grado di viaggiare senza conseguenze fra i mondi il cui compito è garantirne l'indipendenza.
I due libri che ho letto erano ambientati in un mondo molto simile al nostro dove però la magia è diffusa e la tecnologia di conseguenza poco sviluppata (negli anni '50 del '900 hanno ancora una tecnologia da anno '80 dell'800) dove tradizionalmente prende dimora il Chrestomanci.
Li ricordo come due libri molto appassionanti, ognuno incentrato su un ragazzino che diventa il Chrestomanci dopo aver combinato immani casini fra i mondi e averli dovuti risolvere e un altro dove lo stesso, diventato Chrestomanci, prende in casa una ragazzina che sembra avere il potere per succedergli salvo saltar fuori che sta parassitando i poteri del suo fratellino, il vero predestinato.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

@Duca, cavolo Robida è stato un profeta! "La sortie de l'opéra en l'an 2000". E' vero! E' successo proprio così!! :D

@Hendioke: da come ne parli sembra una lettura promettente (figa la questione dei mondi, un po' meno figo, imho, il ragazzino come eroe protagonista ma vabe'). Ci darò sicuramente uno sguardo, magari ci scappa una recensione.