Starships troopers è ricordato con dispiacere a causa dell'omonimo film che non è stato proprio ben accolto - non dai fan del romanzo, almeno. Ma l'opera letteraria no, è riconosciuta come un classico un classico della fantascienza, classe '59, e a leggerlo cinquant'anni dopo quasi non si direbbe (permettetemi una parentesi: ma davvero 50 anni fa non riuscivano a immaginare che i libri si potessero facilmente digitalizzare? Cioè è ridicolo leggere di "manuali" cartacei in giro per le astronavi, eddai su).
Di fatto Starship troopers è più background che storia. Non che non la storia manchi, ma il tutto è più un pretesto dell'autore per mostrare il mondo che immagina, con annesse ideologie politiche e filosofiche. E psicologiche, grosso modo erronee ma, ehi, era il 1959, Heinlein ha fatto comunque un bel lavoro.
Una nota sullo stile: è in prima persona (yay), e nonostante gli infodumponi e gli as you know Bob, mantiene una sua coerenza, con un registro a mio avviso efficace, "calato" nella parte del soldato, che non fa pesare la valanga di dati e informazioni - vera e propria pornografia per l'amante di sci-fi, anche se devo aggiungere "soft": ci sono romanzi sci-fi che ci vanno giù pesante, e lo squilbrio della prosa a favore praticamente della "saggistica" si fa sentire).
Visti i contenuti ideologici (il diritto di voto, il bene dello stato) di Starship troopers, può interessare questa breve apologia al presunto militarismo di cui il romanzo è stato accusato da alcuni.
Un classico consigliato per il suo valore effettivo, non in virtù della propria anzianità (ne abbiamo anche troppi, di "classici" dalla fama immeritata), ma soprattutto un must per i fan della fantascienza.
E io ancora non lo avevo letto. Ora sì. Evviva.
sabato 15 novembre 2014
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