Circa un anno fa parlai di Scalzi per la sua opera principale, Old man's war, che è stato poi tradotto e pubblicato da Gargoyle (stessa casa editrice che ha pubblicato Abercrombie, e ciò promette bene!), insieme al seguito.
Le mie impressioni erano positive¹. Scalzi è(ra) un autore piuttosto bravo, con uno stile abbastanza asciutto seppur sempre nella "cornice" della fantascienza (che non eccelle di certo per stile, o comunque non spesso), un narratore divertente che sa fare ironia anche del classico infodumpone sci-fi, immancabile.
Da allora non ho più seguito Scalzi. Avrei continuato volentieri la serie principale, ma tra i mille impegni ho preferito dare la priorità ad autori che ancora non avevo letto. Nel frattempo ho assistito su internet al successo dell'autore, e ho pensato di riscoprirlo con l'ultima opera.
Chiarimento: Unlocked è una novellette che introduce al romanzo Lock in. Questo non lo sapevo, l'ho scoperto perché nel file di Unlocked ci sono i primi due capitoli di Lock in. E mi sono state chiare un paio di cose.
Unlocked è la versione fantascientifica di World War Z, ma neanche più di tanto. La storia è narrata attraverso un report fittizio in cui confluiscono le dichiarazioni di diversi personaggi che hanno vissuto l'esperienza della "chiusura" causata da una strana malattia virale, impossibile da debellare, che o uccide le persone o le porta a una paralisi simile a un coma cosciente.
La narrazione in forma di report non è nuova, tant'è che, appunto, la mia prima impressione è stata un déjà vu di World War Z. Quest'ultimo però aveva un pregio che Unlocked non ha (per i non-aficionados, ecco il post con le mie impressioni di WWZ; perché non mi siete affezionati? Affezionatevi!). In World War Z i resoconti appartenevano a personaggi diversi, e sebbene alla lunga ciò stancasse, le immagini trasmesse attraverso i mini-racconti erano ricche di particolari e molto evocative. La situazione globale dell'epidemia con le sue conseguenze era proprio verosimile.
Ciò manca, in Unlocked. È una storia a malapena accettabile, l'idea di fondo non è neanche originalissima - è un "classico" coma: questa sindrome di Haden è un pretesto per far sì che un numero abnorme della popolazione ne venisse colpita così da narrare ciò che verrà dopo - e personalmente ho trovato noiosa tutta la prima parte, soprattutto gli avvenimenti politici. Mi è stato difficile persino sospendere l'incredulità: alla fine di ogni piccolo report c'è sempre una frase a effetto, il che sarebbe accettabile da parte di un narratore, ma inverosimile da parte di tante persone diverse.
A peggiorare le cose, l'intera storia è un What if molto naïve (bonus gioco di parole), nel senso che i presupposti di base non hanno una spiegazione scientifica soddisfacente, e la cosa peggiora quando Scalzi tenta di spiegare come si scopre che i pazienti sono coscienti ("...using MRI and other similar equipment to record and register when and how thoughts where being transmitted", viene ripetuto altrove nella storia, e fa pensare che Scalzi non conosca una cippa di neuroscienze, laddove, per questa storia, una spiegazione scientifica sarebbe stata adeguata e accattivante, piuttosto che un pretesto per [SPOILER, attenzione] far entrare nella storia una specie di robot umanoidi collegati in rete.).
E se ciò non bastasse, non viene fornita una spiegazione logica sufficiente per ques'ultimo aspetto degli umanoidi. Spero solo venga approfondita nel romanzo.
Nel complesso, Unlocked è una novellette abbastanza scarsa, un pessimo tentativo di introdurre al più ampio romanzo, Lock In. Pessimo sia per come è stata sviluppata la storia, sia perché non si tratta nemmeno di un teaser rilasciato gratuitamente dall'autore, ma di un ebook bell'e buono acquistabile su Amazon, sebbene a soli 1,67€ (rispetto ai folli 33€ per l'edizione cartacea per una 60ina di pagine). L'idea presentata è blanda, e se è davvero un tentativo per stimolare l'interesse per il seguito, beh, a mio avviso non otterranno granché.
Nel dubbio, mi riservo la possibilità di continuare a leggere Scalzi solo per il ciclo di Old man's war.
¹ Piccolo reminder agli aficionados e non del Rifugio: preferisco parlare di impressioni piuttosto che di recensioni, perché scrivere una vera recensione è tutt'altra cosa, sebbene personalmente accetto di buon grado la definizione di "recensione" anche per semplici pareri ignoranti postati sull'Internet. Nel prossimo post spenderò due cents proprio sulla questione "recensioni" e lit-blog.
mercoledì 10 dicembre 2014
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