venerdì 19 dicembre 2014

Rant | Sui lit blog prezzolati

Nella serie tv Community, in certi episodi compaiono alcune brevi gag che ritraggono Leonard, un vecchio pazzoide, che fa delle recensioni di cibo su Youtube riguardo a patatine o pizze surgelate.
Di per sé è già molto divertente, perché in pratica recensisce prodotti presi al discount, accessibili a tutti e la cui recensione non è granché utile. La cosa più divertente è che i pareri di Leonard sono positivi e banalissimi. Le patatine sono croccanti e salate, della pizza apprezza il formaggio. Cose del genere. Ecco un esempio (se state leggendo questo post tipo dal 2015 in poi, il link probabilmente non sarà più valido: cercate "Leonard's food review").
Ora tenete un attimo da parte il simpatico vecchio Leonard. Lo riprenderemo tra un minuto - avrete già capito dove voglio andare a parare, lo so.
Il pubblico maschile lo ignora, ma l'internet è pieno - Youtube soprattutto - di ragazze (e ragazzi) con dei propri canali/pagine/blog in cui parlano di make up: chi fa tutorial, chi fa sistematiche recensioni di rossetti, ombretti, matite per occhi, ciglia finte, creme viso, bagnoschiuma, shampoo ecc. Alcune di queste persone riescono a ottenere migliaia di visualizzazioni sul tubo, e ciò permette due cose: 1. Guadagnare visibilità per sé in maniera tale da risultare appetibile ad aziende che possono usarti come testimonial o per altre cose, tipo assumerti; 2. Guadagnare attraverso le visualizzazioni.
Guadagnare con Youtube è difficile. Non ci si sveglia la mattina e si decide di far soldi coi video sul tubo. Il guadagno può diventare notevole nel momento in cui si raggiunge il centinaio di migliaia di visualizzazioni, e ciò richiede un impegno assurdo, una dedizione pressoché completa alla condivisione sui social, uno spremersi di meningi per produrre contenuti originali e interessanti. C'è chi riesce a "impegnarsi di meno" coi reality vlog, raccontando cosa ha mangiato a pranzo e dove andrà in vacanza a Natale.
In ogni caso, il tempo richiesto è immane, è un lavoro full time che prevede ideazione, creazione, montaggio, diffusione, programmazione nel tempo per garantire una sistematicità per mantenere gli utenti iscritti, ecc. È un lavoro vero e proprio, le scadenze e il numero delle visualizzazioni mettono ansia e i commenti degli haters possono rovinarti la vita - le persone sanno essere davvero meschine.
Perché racconto tutta questa tragedia?
Perché mi piace drammatizzare.
Torniamo a noi. Come i/le suddetti/e vlogger, esistono gli equivalenti letterari, anche se molto più di nicchia.
Ora, io non frequento questi blog, perché quelli che frequento costantemente non seguono una politica come quella delle fashion blogger. Per esempio, Tapiro sul suo blog pubblica la roba che ritiene interessante, spesso roba poco conosciuta o demodé, e pubblica più o meno quando gli pare. Ho preso lui come esempio, anche se in effetti segue una linea ben precisa ("una vetrina di libri curiosi"), ma seguo anche altri blog (per esesempio Il sociopatico) che ritengo interessanti al di là delle scelte tematiche o della sistematicità con cui postano (sono iscritto via mail), semplicemente perché mi interessa il loro punto di vista o anche solo mi piace come scrivono.
Adesso vi racconto un fatterello che unirà tutto questo pastrocchio di Leonard con le pizze congelate, fashion blogger, literary blog e Tapiro.
Dovevamo cercare un libro da regalare a un amico di famiglia. La mia prima proposta era di regalargli qualche ebook, giacché possiede un eReader (l'emozione di aprire un regalo digitale non è inferiore a quella di scartarne uno materiale: grazie a dio le wishlist di Amazon e simili risolvono il problema dei regali ben impacchettati ma sgraditi che costringono a sorrisi finti come banconote da un euro; e poi chiedete ai gamer se preferiscono un paio di calze o un regalo da Steam).
Ho cercato informazioni su quale romanzo fosse più indicato come regalo, nel periodo di Natale. In teoria doveva essere semplice come pescare con le bombe. Del tipo bestseller assicurati, non per forza premi Pulitzer, bastavano anche solo letture abbastanza buone da spenderci qualche ora. Persino roba scarsa-ma-famosa-di-cui-tutti-parlano.
Mi sono imbattuto in blog che non pensavo esistessero. Blog che seguono dinamiche come quelle delle fashion blogger. Dovete sapere, infatti, che alcune fashion blogger che diventano abbastanza popolari ricevono regali da parte delle case produttrici, così da poterne fare la video-recensione ("purché se ne parli"), e meccanismi psicologici elementari come la dissonanza cognitiva portano inevitabilmente a far parlare più o meno bene del prodotto. "Beh, me l'hanno regalato, come minimo ne parlo bene per ricambiare il favore".
A quanto pare funziona anche con le case editrici che inviano i romanzi a blogger di questo tipo.
Trovo un romanzo su un blog, la copertina è carinissima, piuttosto natalizia, la recensione del blogger è positiva, anzi, di più. Ok, gliel'ha mandato la casa editrice, ma se dice che è bello, mi fido. Magari lo scarico, vedo di che si tratta, se è carino lo vado a comprare e lo si regala. Scorro i post. La dinamica è più o meno la stessa. Il blogger dice apertamente di essere stato felice di aver ricevuto il pacco, e la casa editrice X è come sempre gentilissima. Scorro i post, le recensioni dei romanzi ricevuti gratis non hanno valutazioni inferiori a 4/5. Che è come quando mi invitano a pranzo e se il pasto è insipido e mi chiedono com'è dico che ha un gusto delicato, se è salato dico che è molto saporito.
Non condanno la casa editrice: regalano il libro, fanno il loro lavoro, non costringono a fare una recensione positiva. Non condanno tanto neanche il blogger: magari gli/le è piaciuto veramente, magari si beve qualsiasi scemenza di romanzo e non dà voti esagerati per gentilezza.
Ma io qui devo fare un regalo e non posso fidarmi di queste recensioni, abbiate pazienza. E Google mi sforna blog simili, persino di lit-blogger wannabe che parlano bene di romanzi perché vogliono riceverne gratis anche loro, un giorno (che meccanismo morboso).
Per farla breve, alla fine non abbiamo regalato alcun libro, ma abbiamo ripiegato su accessori/abbigliamento. Contenti, lit-blogger? Le recensioni buoniste e approssimative non sono di alcun aiuto, e mi avete dissuaso dal finanziare una casa editrice (molto probabilmente qualche Mondadori o Feltrinelli).
E tu, utente che hai letto fino a questo punto, diffida di ciò che scrivono i blogger, me per primo. Come ho avuto modo di dire altrove, è difficile scrivere una vera recensione, e sicuramente c'è qualcosa che non va se il parere su un'opera è (al di là del fatto che sia stato regalata da una casa editrice) totalmente positivo senza che vengano forniti particolari a sostegno di questa tesi.
Come fare allora a smascherare recensioni inaffidabili? Mettiamola così. Se più che una recensione sembra una televendita, allora è fasulla o di scarsa utilità. Se si concentra solo sulla sinossi, la esalta, e non dice nulla su come viene sviluppata la storia, sui personaggi, sullo stile ecc., allora è fasulla o di scarsa utilità. Se si fa riferimento a cultura/arte/filosofia/ecc. in maniera grandiosa che puzza di aria fritta, allora è fasulla o di scarsa utilità.
Per Natale fatevi un regalo: prendetevi qualche bel romanzo, meglio se in ebook (spendi di meno, leggi di più). Prima però leggetene l'estratto gratuito, si capisce molto già dalle prime pagine. Se avete ancora dubbi cercate recensioni su Google, e siate critici, usate il buon senso.
Se nulla di ciò vi convince, lasciate perdere e andate a comprarvi un bel salamone.


Buon Natale!

[EDIT 9/01/2015: Nei commenti a questo post c'è della roba interessante, consiglio di leggerli; Tapiro inoltre ha scritto un commento così lungo da meritare un post a parte, qui il link per leggerlo.]

8 commenti:

Daniele Fusetto ha detto...

Mi dispiace tu l'abbia scoperto soltanto ora, Federico. Io ne ho scoperto l'esistenza circa un annetto fa. Cercavo per caso delle recensioni del primo libro della trilogia di Ken Follet e capitai in un giro di recensionisti di libri apparentemente a caso: di genere diverso, in realtà di case editrici sempre uguali.
Ho fatto una comprova: un italiano, non ricordo il cognome e mi scuseranno tutti, ha pubblico questo libro che su Amazon e altri siti "standard" valutano 1 massimo 2 stellette. In pratica un Moccia + Volo, con l'aggravante che ogni singola frase poteva poter essere estrapolata come aforisma; insomma, un libro di aforismi che neanche i baci perugina. ^_^
Moltissime critiche negative, alcune positive, alcune sdegnate che questo signore non avesse 5 stelline ovunque. Sui lit-blogs il punteggio classico da 1 a 5 stellette (decimali e altri metodi li ho convertiti tutti in base 5) non scendeva sotto il 3,5 - e non scherzo! La cosa tragica è che spesso i recensionisti si accorgevano del (non) valore di quella merce, ma cercavano a mo' di unghie sugli specchi di aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di alzare un poco il punteggio.
Altri, invece, chiosavano con "purtroppo, nonostante la gentilezza e la qualità del libro, sono costretto a..." e varianti di tal tipo.

Questa la mia esperienza; per conoscere trame e qualità, mi affido ai gusti della persona + amazon + wikipedia + rarissime ricerche tra blog. Ormai so che trovarne di unbiased è rarissimo.

- S.G.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Le recensioni fasulle sui social sono roba vecchia, ma addirittura blog con questi meccanismi non me li aspettavo. Voglio dire, chissenefrega dei lit blogger, tanto in effetti è così di nicchia, come fenomeno, che non varrebbe la pena nemmeno spenderci energie. Invece a quanto pare non è così. :-/
Ti dirò, diversi libri li scopro via social del tipo Goodreads (Anobii ormai l'ho quasi abbandonato), che coi suggerimenti torna anche utile. Persino gli store mi hanno fatto scoprire dei titoli, ma comunque i blog mi illuminano su diverse cose che non conoscerei altrimenti.
La cosa più difficile, a questo punto, è saper trovare i blog adatti!

Daniele Fusetto ha detto...

L'altro lato della medaglia è anche quello di fare slalom tra le recensioni dei quotidiani che sono spoiler a piene mani – pure nei titoli! XD

Io seguo pochissimi blog strettamente correlati a scrittura e recensioni; sulla qualità di un libro preferisco chiedere magari ad amici che l'hanno letto e i miei gusti non spaziano molto.

Certo, capisco che chi, al contrario, è un vorace onnivoro di libri ha più che un problema al giorno d'oggi...

White Boar ha detto...

Già il sistema delle stelline è difettoso di suo: di solito ti chiedono di assegnare stelline senza mettersi d'accordo sul significato da attribuire. Per me cinque stelline vuol dire "lo consiglio senz'altro" (il senso di leggere una recensione dovrebbe essere avere un'informazione come questa), ma altri lo intendono come "capolavoro inarrivabile della letteratura mondiale", per cui assegnano tre stelline a un'opera a cui io ne darei cinque. Per me tre stelline vuol dire "ha dei grossi difetti, leggetelo se siete molto appassionati al genere", e due stelline = "i difetti superano di gran lunga i pregi". A buon senso, due stelline dovrebbe essere in generale il voto più diffuso, e invece sembra proprio quello meno cliccato se ci si fa un giro per Amazon e dintorni.
Togliendo le stelline, e lasciando spazio solo ai pareri articolati, ci sarebbe solo da guadagnarci.
Ma, in ultima analisi, se gli editori prendessero tutti l'abitudine di fornire estratti sostanziosi, non ci sarebbe più nemmeno bisogno di leggere le recensioni. Personalmente, se non c'è un estratto non compro più niente.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Verissimo, il giudizio in punteggi è abbastanza lacunoso di per sé, proprio perché verte su una sola dimensione, e nessun romanzo può essere valutato in questa maniera, senza considerare oltretutto che la somma delle parti (per esempio, stile, dialoghi, personaggi, background, trama, ecc.) non dice necessariamente se il romanzo è bello o no: ci sono romanzi (e.g., di fantascienza) che consiglierei per il contenuto, per le idee, al di là dello stile, e viceversa romanzi che consiglierei unicamente per come sono scritti, al di là del contenuto.

Come se non bastasse, cercare i romanzi sui social come Goodreads attraverso le valutazioni è fallimentare.
Personalmente, è da un sacco di tempo che vorrei leggere un fantasy (ora sto leggendo Lo specchio di Atlante), anche un saga, anche ignorantissima, ma scritta in maniera sufficientemente decente. Se vado su Goodreads, trovo 5 stelle a romanzi di Patrick Rothfuss (~4.50) o Brandon Sanderson (~4.60), entrambi autori a cui avevo dato un'occhiata e che avevo chiuso dopo mezza pagina di brutture cosmiche, irrecuperabili.

Tapiroulant ha detto...

Volevo lasciarti un commento, sia sui lit-blog che sull'utilità delle stelline, e m'è venuto un mostro immane x°D

Alla fine m'è uscito un intero articolo di 2000 parole circa che ho pubblicato stamattina, se sei curioso

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Onoratissimo di averti ispirato, lol! Ho inserito il link a fondo pagina.

Annette ha detto...

Ho scoperto il tuo post oggi (benché conosca il tuo blog da anni), chiedo venia u.u
Per quanto io rientri nella categoria lit-blogger e conosca queste dinamiche (e invidio non poco chi riceve libri dalle case editrici ¬.¬ lo so, sono ignobile), “collaboro” con una sola casa editrice. Mi limito a ricevere le loro email di segnalazione nuove uscite e, se il libro potrebbe piacermi, lo segnalo sul blog e richiedo il libro per farne la recensione, altrimenti pace. Nessuno si è mai chiesto come mai, nonostante la collaborazione, manchino numerosi titoli sul mio blog. E nessuno ha mai protestato per questo.
A parte questo, mi sono sempre ben guardata dal non essere sincera al 100% o dall'avere paura di dare voti negativi se una cosa non mi piace. Anzi, quando vengo contattata da autori che mi chiedono una recensione (perché sì, ci sono anche quelli), sottolineo sempre che non si devono aspettare una recensione positiva, anzi, se proprio non mi piace riceveranno una critica negativa accurata, perché io ci tengo a parlare chiaro e a non prendere in giro chi legge il mio blog.
Anni fa sono stata contatta per leggere “Vango”, penso di essere stata l’unica lettrice/blogger ad averlo trovato noioso, insulso e degno di non essere presente in libreria.
Forse è per questo, allora, che le case editrici non mi inviano libri? O sarà perché cerco di segnalare qualsiasi errore grossolano e non solo mi capiti sotto gli occhi? Mah. Di sicuro dopo questo tuo post diffiderò ancora di più delle mie colleghe che esagerano con le stelline (tenendomi strette quelle di cui mi fido e che bene o male la pensano come me) e non mi sentirò più invidiosa della collaborazione con le CE, affermate o meno che siano.
Grazie, perché mi hai riportata con i piedi per terra!