Per alcuni può sembrare strano, ma spesso chi ha a che fare con l'arte ha a che fare con la droga, ma non solo. Anche alcol, fumo e tutto ciò che, in qualche modo, devia la mente.
Tra gli scrittori moderni c'è, se non sbaglio, King - ma credo sia diventato alcolista e tossico per altre ragioni.
Poi ci sono i poeti come Baudelaire o Rimbaud, i libertini, che si drogavano e andavano a puttane - se lo fanno loro che erano dei geni perché non farlo anche noi? XD
Stephenson, poi, è un caso particolare. Per le sue storie attingeva dai sogni. È lui stesso a scrivere Un capitolo sui sogni.
Nel Capitolo sui sogni – un’indagine molto acuta dei processi creativi e forse anche più in generale di quelli psichici – lo scrittore confesserà d’avere come collaboratori instancabili, sia nel sonno che nella veglia, “quegli uomini che dirigono il teatrino che c’è in ognuno di noi”Si mormora che i Led Zeppelin, rinchiusisi in una villa, abbiano fatto una seduta spiritica per poi ricavare quel capolavoro che è Stairway to heaven. Alcuni miei amici, per comporre canzoni, talvolta sniffano tabacco (è legale, si compra ai tabaccai) sperando di poter avere l'ispirazione (bella l'idea d'inserire quella schifezza marrone nel naso, eh?).
Da Wikipedia
Tutto questo fuorismo solo per poter tirare fuori un capolavoro. Sarà anche romantico, affascinante. Ma io lo trovo un paradosso.
Un mio amico doveva scrivere un testo poetico, qualche settimana fa. Ha scritto prima due, poi tre idee diverse. Quindi ha gettato la penna e ha detto: "No, niente, non ho l'ispirazione".
"Fai un'invocazione alle muse, o sgozza un capro e brucialo su una pira in onore di Dio". Cosa si può rispondere davanti a un "non ho l'ispirazione?".
Non mi pronuncio per le altre arti, ma le opere letterarie, che io sappia, sono opere dell'ingegno. Ciò significa che si creano nel pieno delle proprie capacità mentali, non in preda al fuorismo.
È difficile trovare l'idea che dà lo slancio a un racconto. Però non sarà certo rinchiudersi e drogarsi a farla nascere. Penso sia necessario vivere, fare il vagabondo.
Dicono che le sorelle Brontë riuscissero a esprimere, nei loro romanzi, una profonda passione e fortissimi sentimenti; tuttavia ciò è incredibile perché vissero soprattutto rinchiuse nella casa in campagna e quasi non ebbero relazioni con uomini - tranne il fratello, ovviamente; che andava a puttane e morì vittima dell'alcol e della droga.
Insomma, perdere i sensi per raggiungere uno stato mentale-spirituale elevato, che consenta di creare qualcosa di superiore è, per me, una baggianata. Affascinante, sì, ma rimane pur sempre una baggianata.
Meglio sedersi alla scrivania e creare opere d'ingegno con la mente lucida.
Non drogatevi per tirare fuori opere d'arte, tanto non funziona.