domenica 23 novembre 2014

Impressioni | The Martian, di Andy Weir

the martian l'uomo di marte andy weir ridley scott matt damon film romanzo sci-fi fantascienzaApollo 13 incontra Cast Away, secondo la descrizione di Goodreads.
Lo ammetto, è una descrizione efficace, rende l'idea.
The Martian (in italiano L'uomo di Marte) è uno di quei casi in cui un tale scrive un'opera che viene rifiutata dagli editori e decide di autopubblicarsi, con conseguente successo. L'ho scoperto attraverso Goodreads, il plot era molto interessante e la copertina era accattivantissima (non sono un esperto di grafica, a malapena so usare GIMP, ma quanto è awesome questa copertina, eh?).
Durante la lettura pensavo che avrebbero dovuto tradurlo in italiano, e che non sarebbe niente male, questa storia, per farne un film, sulla scia di Gravity e Interstellar. Poi scopro non solo che Mondadori lo ha già pubblicato (grazieaddio con la stessa cover dell'ultima versione anglosassone), ma che è già tutto pronto per farne un film con Matt Damon, regia di Ridley Scott.
Veniamo al romanzo.
The Martian è il tipo di opera che potrebbe scrivere un nerd e potrebbero leggere solo dei nerd.
Da un punto di vista narrativo, manca di un sacco di elementi, è carente sotto diversi aspetti. Il protagonista, Mark Watney, è solo su Marte (you don't say?), ma psicologicamente è più che intatto, non fa una piega, nemmeno nella peggiore delle situazioni: non basta il cameo della psicologa di turno che sputtana (scusate il gergo scientifico) informazioni private sul paziente affermando roba del tipo "Watney è forte, intelligente, simpatico, in situazioni di stress non perde lo spirito e l'entusiasmo"; c'è un uomo lasciato a sé su un altro pianeta, con riserve limitate di cibo, e non solo non va nel panico, ma continua a fare il simpatico anche in situazioni davvero al limite. Mi ricorda il personaggio di Clooney in Gravity. Il tutto mi dà l'impressione (macché, la certezza) che questi siano personaggi dai tratti volutamente esagerati per poter far colpo sul pubblico al di là della credibilità. Sì, ok, è possibile, ma poco probabile.
Non sappiamo praticamente nulla su Watney, solo che è un gran burlone oltre che un ingegnere geniale. Non si preoccupa granché della sua famiglia, in 385 pagine di romanzo. Niente accenni ad amori, amicizie al di fuori dell'equipaggio, ecc.
Non ci sono conflitti tra personaggi. Watney non matura lungo il periodo di tempo del romanzo (che è lunghetto), gli unici conflitti sono gli "incidenti" che si verificano sistematicamente durante il soggiorno di Watney su Marte, la lotta per la sopravvivenza, la lotta con la tecnologia, le risorse personali come unico mezzo per restare in vita.
Per farla breve, in The Martian manca l'80-90% di ciò che compone un romanzo. Si può dire che ci sia un solo plot, quello generale: sopravvivere abbastanza per tornare a casa.
Altro punto debole: i POV. Finché la narrazione avviene attraverso i periodici LOG di Watney, va tutto bene (è ottimo, verosimile, in prima persona). Quando però l'autore vuole farci sapere cosa succede sulla Terra, la narrazione comincia a vacillare. I POV si frammentano, lo stile narrativo carente si fa sentire, soprattutto laddove mancano i dialoghi.
Poi il colpo di genio (sono ironico), che mi ha perplesso non poco. L'autore vuole farti sapere cosa sta succedendo in luoghi/tempi a cui nessun personaggio può assistere. Per cui non avendo "gente" attraverso cui filtrare gli eventi cosa fa?
Diventa narratore onnisciente.
In un caso si avvale del corsivo (?), forse perché racconta qualcosa di passato, in un altro no. Libero da qualsiasi personaggio, ti racconta cosa è successo prima all'Hab, e cosa è seguito a tale serie di eventi, per poi riprendere con gli effetti su Watney raccontati da lui. In alcuni casi (non faccio spoiler), addirittura il POV onnisciente racconta eventi che non meritano tale orrore, eventi che il protagonista potrebbe riassumere nel suo LOG in tre righe.
La cosa più incredibile è che questo POV onnisciente compare 3-4 volte al massimo, in brani non tanto lunghi. Come una specie di disperato nastro adesivo che collega pezzi di storia.

A mio modesto avviso, The Martian è un'opera molto interessante, e gli orrori narrativi, per quanto pesanti, non si fanno sentire più di tanto nel momento in cui l'attenzione del lettore è tutta rivolta a cosa accadrà dopo, quale imprevisto, come e se verrà risolto. Per non parlare delle battute di Watney. Del tipo:
With no magnetic field, Mars has no defense against harsh solar radiation. If I were exposed to it, I'd get so much cancer, the cancer woulde have cancer.
O:
It died instantly. The screen went black before I was out of the airlock. Turns out the "L" in "LCD" stands for "Liquid". I guess it either froze or boiled off. Maybe I'll post a consumer review. "Brought product to surface of Mars. It stopped working. 0/10"
E non sono nemmeno le battute più divertenti. C'è quella sulle tette che è priceless.
Dubito comunque che un lettore "casuale" (non amante della fantascienza), senza alcun interesse verso per esempio i metodi di estrazione dell'ossigeno dalla CO2 o la produzione di energia attraverso il plutonio 238, riuscirebbe ad arrivare alla fine del romanzo con lo stesso hype iniziale.
Ad ogni modo, personalmente ritengo che The Martian sia, con tutti i suoi difetti, un ottimo romanzo.

5 commenti:

Tapiroulant ha detto...

The Martian potrebbe diventare un manifesto per la gente che fa il lavoro del Duca (cioè: l'editor vero, non a parole): "Pensa che capolavoro totale sarebbe stato questo romanzo se fosse stato seguito da un professionista rompicoglioni, invece che abbandonato a sé stesso".

Federico Russo "Taotor" ha detto...

In effetti mi chiedo se ci sia stato un editing e da parte di chi. Weir in origine si è autopubblicato, dapprima permettendo il download gratuito dal suo sito, poi con Amazon. Secondo Wikipedia, Crown l'ha acquistato nel 2012. Non saprei se l'opera sia mai stata editata.

Sinceramente, finché il romanzo funziona, imho anche con la sua bruttezza stilistica (che però si limita ai pov, non al log di Watney, che tutto sommato è ben scritto), andrebbe bene anche così. E probabilmente un lettore medio non si porrebbe nemmeno il problema.
Però in effetti lo stile fa moltissimo, e stando alla mia scarsa esperienza in narrativa è raro trovare storie così buone da poter chiudere un occhio sullo stile. Di solito un romanzo scritto male io lo chiudo già dopo una pagina, se non prima.

Nicholas ha detto...

Si ma mo vogliamo la battuta sulle tette!

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Ma così vi rovino il bello! >.<
Okay. SPOILER!
Watney è in collegamento con la terra (con relativo ritardo nella trasmissione tra un messaggio e l'altro) dopo un casino per riuscire a districarsi dalla situazione critica. Il collegamento in chat è l'acme della comunicazione che riescono a raggiungere per poter elaborare un piano per salvarlo.:

[12:04] JPL: We’ll get botanists in to ask detailed questions and double-check your work. Your life is at stake, so we want to be sure. Sol 900 is great news. It’ll give us a lot more time to get the supply mission together. Also, please watch your language. Everything you type is being broadcast live all over the world.
[12:15] WATNEY: Look! A pair of boobs! -> (.Y.)

Nicholas ha detto...

Lollai adeguatamente XD
Grazie!