Ad ogni modo, ecco una carrellata di (principalmente) classici dell'Ottocento, letti verso i 14 anni - alcuni non sono ottocenteschi e li ho letti più di recente.
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Rispetto ai suoi simili, è un romanzetto soddisfacente. Come tutti i classici, il problema è che sappiamo tutti la storia, ma a parte questo, si può gustare senza eccessivi problemi. E l'autore poteva tagliare intere parti inutili.
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Fu uno dei primi che lessi. L'inizio mi esaltò tantissimo, al punto che già mi immaginavo come potessi applicare l'atmosfera romantica in un contensto Fantasy. Poi però, giunto al punto in cui si inseriva la seconda cornice narrativa - la cameriera che racconta in pratica tutto il libro - mi son detto: "Ennò eh. Mo non è che posso sciropparmi tutto il libro attraverso le parole di una servetta." Proseguii la lettura, sperando che la tipa schiattasse o andasse al cesso. Macché.
Mi sorprende che a quei tempi riuscissero davvero a sopportare una storia raccontata in maniera così approssimativa. Mah.
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Un romanzo originale (al tempo), suggestivo per il modo in cui è scritto, attraverso diari e lettere per ogni personaggio (sospensione dell'incredulità a mille). Un po' ambiguo in alcune parti (trasfusioni di sangue random, senza badare al gruppo sanguigno - sospensione dell'incredulità a zero), e con un finale precipitoso che non rende giustizia al romanzo intero.
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Meglio di qualsiasi altra cosa scritta da Tolstoj. C'è movimento, c'è dinamismo, c'è realismo. Un Tolstoj che non ti aspetti, una lettura veloce ma intensa.
Vale la pena spenderci un'oretta.
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Saranno i nomi russi, o le vicende politiche, o quelle economiche, o i rapporti tra i personaggi, o una combinazione malefica di tutto questo, ma chi riesce ad appassionarsi a questo romanzo ha la mia stima. Non so, è più forte di me, ne ho letto metà ma ho solo una gran confusione in testa. Non è scritto per farsi leggere. Non ha una coerenza interna, o almeno, non è di facile comprensione, a mio modesto avviso.
E se è reputata un'opera magnifica della letteratura russa avrà anche i suoi motivi. Ma a me sfuggono, scusate.
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Un capolavoro - ufficialmente riconosciuto come tale, per fortuna. Potrei averne parlato già da qualche parte. Be', in effetti la trama non è ricca, e i personaggi sono solo due. Anzi, uno - il vecchio. Ma l'abilità di Hemingway è tale da rendere interessante le di per sé poco interessanti scene del romanzo. Termini adeguati laddove servono (ambito marinaresco), filosofia "spicciola" dell'uomo contro la natura, credibilissimo ritratto psicologico e fisico del protagonista.
C'è da imparare da lui, senz'ombra di dubbio.
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"Una cagata pazzesca!" Temo di averne parlato qui, nella seconda nota a piè di pagina. Quel parere basta e avanza. Ma a distanza di tempo, magari parere potrebbe essere cambiato...
E invece no. Un romanzo assolutamente da evitare!
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Contrariamente a quanto pensano un po' tutti, il titolo non allude alla politica. Si tratta solo di un'eccitante storia d'amore piena di colpi di scena e di episodi davvero piccanti. Si sente il sarcasmo? No? Be', in questo romanzo se ci si sfiora la mano si arrossisce e si scappa in un posto isolato, meditando su ciò che è avvenuto, in una serie di seghe mentali davvero imbarazzanti.
Sconsigliato come regalo a eventuali ragazze. Dio non voglia che si riconoscano nei personaggi.
Non ve la daranno mai.
Tutto sommato non è malissimo. Le potenzialità ce le ha. Ci sono anche belle scene, di tanto in tanto, e un paio di colpi di scena davvero belli. Ricordo anche l'ambientazione, abbastanza pittoresca.
Il resto però l'ho dimenticato...
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Bisogna prima di tutto sapere cosa si vuole: prosa incalzante e ritmata alla King o sensazione di terrore e atmosfera da incubo adeguatamente indotta? Dal punto di vista della prosa, Poe è un grande evocatore. Sebbene lo stile "minimal" - chiamiamolo così - più usato e più efficace nella prosa, sia applicabile ovunque, richiede tuttavia un'abilità smisurata quando si ha a disposizione un numero limitato di parole. Come poter evocare un sentimento intenso, una situazione ampia, in poco "spazio", e con l'effetto voluto? Con le parole adatte. Ricordo che Poe sosteneva i racconti brevi, in quanto fruibili tutto d'un fiato, e condannava - o comunque evitava - i romanzi: troppo lunghi, interrompono l'incredulità del lettore che è costretto a fermare la lettura e a riprenderla più volte.
Assodato il punto di vista di Poe, ne consegue che sappia cosa fa, ergo i suoi racconti brevi sono il frutto di una ponderata tattica mirata a catturare l'attenzione e a dar luogo al sentimento voluto.
Chiarito cosa il lettore voglia, allora la lettura di Poe assicura intrattenimento. Asfissiante, oscuro e onirico.
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Non mi sembra opportuna una carrellata a riguardo, visto che ne ho parlato approfonditamente qui, ma ritengo che meriti di essere annoverato tra i classici della Carrellata II.
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Cito il secondo libro della saga perché è il più recente che mi son trovato a leggere. Non posso dire altro che, forse, il Dumas dei moschettieri è ancora migliore di quello di Montecristo. Incalzante, spassoso, pungente, carismatico. Non c'è che dire, aveva capito come fare il suo mestiere.
Nota: Dove possibile, per alcuni romanzi ho trovato dei link da Google Books. Giusto nel caso qualcuno voglia farsi un'idea dell'opera, leggerla, e magari ribattere con proprio parere a riguardo.