lunedì 29 marzo 2010

Carrellata II

Ero giovane e ingenuo quando, tra un Fantasy e l'altro, mi misi a leggere romanzi dell'Ottocento e pensai: "Oibò, sarebbe assai figo combinare il Fantasy con la raffinatezza dell'età vittoriana! Che idea geniale ho avuto!" Ignorando che una tale idea era già stata pensata e sviluppata prima ancora che io nascessi, mi crogiolai in questi romanzi, cominciai a scrivere Steamfantasy, abbandonai per riprendere il Fantasy classico, tornando infine allo steam "con cognizione di causa" - si spera - come nel racconto Bufera di neve o In alto, nella pioggia.
Ad ogni modo, ecco una carrellata di (principalmente) classici dell'Ottocento, letti verso i 14 anni - alcuni non sono ottocenteschi e li ho letti più di recente.

Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde, di Robert Stevenson.
Rispetto ai suoi simili, è un romanzetto soddisfacente. Come tutti i classici, il problema è che sappiamo tutti la storia, ma a parte questo, si può gustare senza eccessivi problemi. E l'autore poteva tagliare intere parti inutili.





Cime tempestose, di Emily Brontë.
Fu uno dei primi che lessi. L'inizio mi esaltò tantissimo, al punto che già mi immaginavo come potessi applicare l'atmosfera romantica in un contensto Fantasy. Poi però, giunto al punto in cui si inseriva la seconda cornice narrativa - la cameriera che racconta in pratica tutto il libro - mi son detto: "Ennò eh. Mo non è che posso sciropparmi tutto il libro attraverso le parole di una servetta." Proseguii la lettura, sperando che la tipa schiattasse o andasse al cesso. Macché.
Mi sorprende che a quei tempi riuscissero davvero a sopportare una storia raccontata in maniera così approssimativa. Mah.

Dracula, di Bram Stoker.
Un romanzo originale (al tempo), suggestivo per il modo in cui è scritto, attraverso diari e lettere per ogni personaggio (sospensione dell'incredulità a mille). Un po' ambiguo in alcune parti (trasfusioni di sangue random, senza badare al gruppo sanguigno - sospensione dell'incredulità a zero), e con un finale precipitoso che non rende giustizia al romanzo intero.



I racconti di Sebastopoli, di Lev Tolstoj.
Meglio di qualsiasi altra cosa scritta da Tolstoj. C'è movimento, c'è dinamismo, c'è realismo. Un Tolstoj che non ti aspetti, una lettura veloce ma intensa.
Vale la pena spenderci un'oretta.





I demoni, di Fedor Dostoevskj.
Saranno i nomi russi, o le vicende politiche, o quelle economiche, o i rapporti tra i personaggi, o una combinazione malefica di tutto questo, ma chi riesce ad appassionarsi a questo romanzo ha la mia stima. Non so, è più forte di me, ne ho letto metà ma ho solo una gran confusione in testa. Non è scritto per farsi leggere. Non ha una coerenza interna, o almeno, non è di facile comprensione, a mio modesto avviso.
E se è reputata un'opera magnifica della letteratura russa avrà anche i suoi motivi. Ma a me sfuggono, scusate.

Il vecchio e il mare, di Ernest Hemingway.
Un capolavoro - ufficialmente riconosciuto come tale, per fortuna. Potrei averne parlato già da qualche parte. Be', in effetti la trama non è ricca, e i personaggi sono solo due. Anzi, uno - il vecchio. Ma l'abilità di Hemingway è tale da rendere interessante le di per sé poco interessanti scene del romanzo. Termini adeguati laddove servono (ambito marinaresco), filosofia "spicciola" dell'uomo contro la natura, credibilissimo ritratto psicologico e fisico del protagonista.
C'è da imparare da lui, senz'ombra di dubbio.


A portrait of the artist as a young man, di James Joyce.
"Una cagata pazzesca!" Temo di averne parlato qui, nella seconda nota a piè di pagina. Quel parere basta e avanza. Ma a distanza di tempo, magari parere potrebbe essere cambiato...
E invece no. Un romanzo assolutamente da evitare!





Il rosso e il nero, di Stendhal.
Contrariamente a quanto pensano un po' tutti, il titolo non allude alla politica. Si tratta solo di un'eccitante storia d'amore piena di colpi di scena e di episodi davvero piccanti. Si sente il sarcasmo? No? Be', in questo romanzo se ci si sfiora la mano si arrossisce e si scappa in un posto isolato, meditando su ciò che è avvenuto, in una serie di seghe mentali davvero imbarazzanti.
Sconsigliato come regalo a eventuali ragazze. Dio non voglia che si riconoscano nei personaggi.
Non ve la daranno mai.
La lettera scarlatta, di Nathaniel Hawthorne.
Tutto sommato non è malissimo. Le potenzialità ce le ha. Ci sono anche belle scene, di tanto in tanto, e un paio di colpi di scena davvero belli. Ricordo anche l'ambientazione, abbastanza pittoresca.
Il resto però l'ho dimenticato...




Racconti del terrore, (raccolta) di E. A. Poe.
Bisogna prima di tutto sapere cosa si vuole: prosa incalzante e ritmata alla King o sensazione di terrore e atmosfera da incubo adeguatamente indotta? Dal punto di vista della prosa, Poe è un grande evocatore. Sebbene lo stile "minimal" - chiamiamolo così - più usato e più efficace nella prosa, sia applicabile ovunque, richiede tuttavia un'abilità smisurata quando si ha a disposizione un numero limitato di parole. Come poter evocare un sentimento intenso, una situazione ampia, in poco "spazio", e con l'effetto voluto? Con le parole adatte. Ricordo che Poe sosteneva i racconti brevi, in quanto fruibili tutto d'un fiato, e condannava - o comunque evitava - i romanzi: troppo lunghi, interrompono l'incredulità del lettore che è costretto a fermare la lettura e a riprenderla più volte.
Assodato il punto di vista di Poe, ne consegue che sappia cosa fa, ergo i suoi racconti brevi sono il frutto di una ponderata tattica mirata a catturare l'attenzione e a dar luogo al sentimento voluto.
Chiarito cosa il lettore voglia, allora la lettura di Poe assicura intrattenimento. Asfissiante, oscuro e onirico.
Il conte di Montecristo, di Alexandre Dumas.
Non mi sembra opportuna una carrellata a riguardo, visto che ne ho parlato approfonditamente qui, ma ritengo che meriti di essere annoverato tra i classici della Carrellata II.





Vent'anni dopo, di Alexandre Dumas (quello di prima).
Cito il secondo libro della saga perché è il più recente che mi son trovato a leggere. Non posso dire altro che, forse, il Dumas dei moschettieri è ancora migliore di quello di Montecristo. Incalzante, spassoso, pungente, carismatico. Non c'è che dire, aveva capito come fare il suo mestiere.




Nota: Dove possibile, per alcuni romanzi ho trovato dei link da Google Books. Giusto nel caso qualcuno voglia farsi un'idea dell'opera, leggerla, e magari ribattere con proprio parere a riguardo.

6 commenti:

AryaSnow ha detto...

In pratica le mie opinioni su questi classici sono diametralmente opposte alle tue :-P

Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde: una storia carina e piacevole, ma non ci ho visto nulla di così speciale.
Bella l'idea, ma al giorno d'oggi inevitabilmente non sorprende più.

Cime Tempestose: bellissimo. Nemmeno io gradisco le storie raccontate in maniera "approssimativa" (ovviamente), ma qui non ho avuto questa impressione. Ci sono parecchie scene e dialoghi molti intensi, mostrati bene. Anche le parti raccontate sono abbastanza dense di conflitto per essere comunque interessanti. La sola caratterizzazione di Heathcliff vale tutto il libro. Il migliore nella lista (tra quelli che ho letot anch'io).

Dracula: mamma mia, che palla :-P
In realtà la prima parte (fino alla morte di Lucy) è bellissima, suggestiva e angosciante. Dopo diventa noiosissimo. Manicheismo totale e personaggi dallo spessore di una pozzanghera (protagonisti quasi tutti uguali, tra l'altro. Tutti intenti a scambiarsi fino alla nausea frasi affettuose e buoniste). La faccenda di Dracula in sè letta al giorno d'oggi non ha nulla di nuovo, è superabusata, quindi non mi dice molto nemmeno quella.

I demoni: è il romanzo di Dostoevskij che mi piace di meno, ma comunque mi è piaciuto abbastanza anche quello.
La prima parte in effetti è caotica e anche a me ha annoiato, ho faticato a proseguire. Dopo però migliora, le vicende diventano interessanti e molto più movimantate.

Il Rosso e ill Nero: parte centrale pallosa, inizio e finale molto bello, tali da farne un ottimo romanzo. La caratterizzazione dei personaggi mi pare ottima e ridurlo a "storia d'amore in cui se ci si sfiora la mano ci si arrossisce" mi sembra non rispecchi affatto il senso del libro. Non è nemmeno la storia d'amore in sè la cosa importante, per quel che mi ricordo (l'ho letto a 18 anni)...

Racconti del terrore: non mi dice nulla. Nessuna critica particolare da muovere, in questo caso. Semplicemente penso non sia proprio il mio genere. Lovecraft mi annoia ancora di più ^^'' Questo terrore che dovrebbe provocare a me non arriva, solo indifferenza.

Il Conte di Montecristo: troppo lungo e stilisticamente mooolto migliorabile. Però ha momenti molto belli e elementi interessanti (anche se non abbastanza in rapporto alla lunghezza). Buono, ma c'è decisamente di meglio.

Però scusa, 14 anni credo possa non essere un'età proprio adattissima per capire bene questi libri :-P

sommobuta ha detto...

Una bella scelta, indubbiamente. Concordo assolutamente sul Dottor Jekyll e Mr Hyde: se tutti noi non sapessimo che sono la stessa persona, il capitolo finale risulterebbe sicuramente tra i più belli e sconvolgenti di un romanzo.

Ti faccio i complimenti per la lettura di Cime Tempestose: io lo "stomaco" di leggere qualcosa scritto dalle sorelle Brontë, non l'avrò mai.

@Arya Snow: non so, io ho letto più o meno la metà dei romanzi proposti da Federico su per giù a 14-15 anni,e francamente non ho mai avuto problemi di "comprendonio"! :)

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Le opinione contrastanti sono le più interessanti! :D
Ricordiamo che i gusti son gusti. Ovviamente, se alcui di questi romanzi sono valutati come capolavori della letteratura, sicuramente avranno qualcosa di buono: poi ovviamente il giudizio varia a seconda delle persone.

L'età conta relativamente, Arya, eh. Ammetto che certi libri li ho rivalutati col tempo, però, come ho detto nella carrellata precedente, alla fine quando leggi un libro ti rimane qualcosa, e quel qualcosa te lo fa amare o odiare: difficilmente si cambia idea dal nulla. Sicuramente uno può anche fare l'errore di giudicare male un'opera in un primo momento.

Cime tempestose forse si gusta meglio se si hanno solo cromosomi X. :P Scherzo. A me ciò che ha nauseato (perché neanche io ho lo stomaco per certe cose, Sommobuta! XD) è stata la malsana scelta dello stile narrativo. Due cornici sono troppe, ne bastava una, ma questo vale per i miei personali gusti di lettura, eh.

P.S. Benvenuto, Sommobuta! :D

AryaSnow ha detto...

Non è che a 14 anni proprio non capisci, ma mi sembra ovvio che come comprensione a un "livello più profondo" (e nella maggior parte del classici conta proprio quello) in genere si maturi più avanti.

Mah, non penso di avere dei gusti poi così "femminili" in ambito letterario...
Cime Tempestose di romantico inteso come "sdolcinato" mi sembra abbia ben poco (sotto questo aspetto mi sembra di gran lunga peggiore Dracula XD). Tutta la storia (questioni amorose comprese) ha al contrario un'aria oscura, inquietante, "pazza". Il bello secondo me non è l'amore in sè, quanto tutta la vicenda assurda che ne viene fuori e si ripercuote su tutti. La caratterizzazione di Heathcliff poi è eccezionale, e non certo perchè lo trovi "figo" in una prospettiva femminile (anzi...), ma perchè è proprio interessante in sè. Anche diversi altri personaggi sono complessi.
La cornice non mi ha dato particolarmente fastidio, anche se non so se è stata la scelta più giusta. Comunque per il resto mi sembra decisamente ben scritto.

Uriele ha detto...

Dumas veniva pagato a riga. Se noti nei moschettieri ci sono dialoghi inutili con botta e risposta che si rarebbero potuti concludere in due battute semplici. Il conte non è un romanzo troppo lungo (a me è piaciuto molto): Dumas voleva "la pilla"

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Già, un vero e proprio paperback writer (per ricordare i Beatles) col cilindro e il bastone. :D