Questi primi due film sono stati consigliati da Zweilawyer, per cui inauguro la:
Zwei-Zone.
The Shrine (2010)
Ironclad (2011)
Film in questione: The Shrine e Ironclad (link diretti alle pagine di Zwei).
Si tratta di un horror ambientato in Polonia. Mistero, gente scomparsa, giornalisti che vanno a indagare, un villaggio contadino e superstizioso, una setta antica e un idolo terrificante.
C'è anche la nebbia!
A Sam Raimi e La Casa piace quest'elemento.
Sinceramente ho visto (survival) horror migliori, soprattutto per trama. Questo è horror "vecchio stile", c'è un po' di gore, e il classico schema "Ne rimarrà solo uno" intuibile tipo da subito. C'è da chiedersi solo chi. Non c'è autoironia, non ci sono tette, niente assassini nella doccia, niente assassini voyeur che colpiscono sul più bello, non c'è nemmeno il negro che muore per secondo per tokenismo.
Qualche sorpresa verso la fine la dà, ma, ripeto, in giro ci sono horror migliori, anche meno scontati. Può rappresentare un passatempo qualsiasi: i cultori dell'horror, se apprezzano queste premesse, allora apprezzeranno anche il film. Altrimenti, credo che la scarsezza di originalità possa deludere i più
Ma nel dubbio, io opterei per altro.
Ironclad (2011)
La vicenda dell'assedio di Rochester cinematografata.
Leggasi: un altro film medievaleggiante per tutti i fan della storia, delle cotte di maglie, degli spadoni, delle battaglie al macello, degli arti amputati, dei volti macchiati di sangue altrui, e di tante lame arrugginite che si alzano contro esseri umani in un'apoteosi di violenza gratuita.
Insomma, cultori di Fantasy e medioevo.
A parte la vicenda storica, credo che la scelta narrativa, alias far svolgere il film per il 98% nel castello assediato, sia abbastanza originale. Non che non si sia mai fatto, ma per quanto appassionanti le quest con relativi viaggio, incontri, scontri, tradimenti, vittoria, premio sono sempre lo stesso brodo, cambiano i personaggi - e manco tanto - e qualche obiettivo, ma alla fine siamo là.
Tutto sommato, è un bel film.
Chi, come me, ha o ha voluto vedere il più alto numero di film medievali possibili, saprà che una volta tolti i più noti, e anche quelli di seconda scelta, si rimane con un pugno di mosche in mano, e l'uscita di nuovi film è cosa buona e giusta.
Consigliato a tutti, ancor di più per gli amanti del medioevo (quindi del Fantasy), delle spade e del sangue.
E ora, due film che ho visto e che ripropongo io.
In Italia è uscito quest'anno, direttamente in dvd. Mossa azzardata, visto che con A game of thrones della HBO il nostro buon vecchio Borormir Sean Bean guadagna molti punti e conquista il cuore di svariati fan. Peggio per loro, tanto il film si può sempre scaricare.
Black Death è un film ambientato, come suggerisce il titolo, durante il periodo della peste - quella del 1348, non quella dei Promessi Sposi. Sean Bean è un badass unto del Signore che in Suo nome combatte il Male. Insieme alla sua compagnia di brutti ceffi, recluta un giovane prete per andare a caccia di un necromante da eliminare nel nome di Dio (o qualcosa di simile).
La compagnia si imbatte in uno strano villaggio dove la peste sembra non essere arrivata...
Il film non è male, innanzitutto perché c'è Borom... Eddar... Ulric, alias Sean Bean, che dopo aver fatto la testa di ca*zo nel Signore degli anelli si riscatta, finalmente, diventando l'eroe protagonista amato da tutti.
Non è male anche perché prevede un piccolo viaggetto e una piccola missione. Non è epico.
Il vero protagonista però è il monaco, e la sua fede (e la fede di tutti) che vacilla di fronte alla potenza distruttiva della malattia e della morte.
Non ci sono battaglie e grandi spargimenti di sangue. O almeno, non li ricordo, a parte qualche scontro silvano. Più che altro il film punta sull'atmosfera, un po' sul mistero, e la parte finale è un - come detto prima - presumibile "Ne rimarrà soltanto uno" o giù di lì.
Se ci si aspetta una ricostruzione medievale, spade, sangue ecc. si rimarrà un po' delusi. E' più un mezzo thriller medievale, il pretesto della peste giustifica l'isolamento sociale del villaggio e l'impatto psicologico delle relative superstizioni (cristiane e pagane).
Lo consiglio meno di Ironclad. Però c'è Sean Bean!!!!!!11uno
Roba nostrana. L'ho scaricato così, me lo son trovato sul web con tanto di link e tutto il resto e ho pensato: Perché no?
Non l'avessi mai fatto. Ci ho messo quasi una settimana per finirlo.
Vi rimando a questa recensione di cineblog, assai esaustiva e sincera - e a tratti divertente.
La condivido in tutto. Questa parte combacia con le mie primissime impressioni:
Attorno a questo desolante quadretto attoriale, Martinelli ci infila una serie di comparse assolutamente imperdibili. Non c’è scena, infatti, in cui i ‘figuranti’ non regalino espressioni da morir dal ridere, facendo precipitare tutto sempre più nel patetico. Patetico come gli “effetti speciali”, sinceramente ridicoli, il miliardo di ralenty, il gratuito e pesantissimo finale pulp, l’onnipresente colonna sonora che strizza più di un occhiolino al Gladiatore, la fotografia alla “Centro Vetrine” o le scene di presunta azione, caotiche, zeppe di primissimi piani, quasi sempre incomprensibili e non aiutate da un montaggio televisivo che finisce per ammazzare definitivamente il tutto.
Perle di lollosità:
Raz Degan, che a forza di bere Jagermeister è riuscito a diventare addirittura il William Wallace della Lega Nord
E in più nel film c'è anche un cameo di Bossi! A voi:
Sembra, a quanto pare, che il film abbia suscitato polemiche per l'intento politico (oltre che per i 30 milioni di euro messi in gran parte dalla Rai, euro tra i quali ci sono anche i soldi di noi contribuenti).
Se vi capita di vederlo, sebbene da un lato potreste apprezzare il doppiaggio - perché, mi pare, nonostante l'ipotetica giraffa, in ogni scena tutti gli attori sono stati doppiati, da loro stessi o da altri, e per fortuna!, visto che a sentire Raz Degan c'è da togliersi la vita -, è ridicolo il perbenismo e il fortissimo sentimento di nazionalismo che pervade il film. Quanto a [in]congruenze storiche, non so, non ci ho badato perché non me ne intendo.
E poi ero troppo impegnato a ridere.