Mi sento preso in giro, noto tutti gli errori o le scelte infelici o i cliché e tutta la schifezza che ammorba la letteratura fantasy. E mi arrabbio, mi sale la pressione, tremo, mi scappano bestemmie, rompo qualcosa.
Dato che c'è gente più masochista di me, cioè persone che godono nel soffrire leggendo schifezze, persone come questo o quest'altro, lascio a loro l'ingrato compito di terminare romanzi scrausi.
Io mi avvalgo del diritto di "recesso dal contratto" entro le 40-50 pagine (o primo paragrafo).
Non sapendo come scegliere le letture, alcune le ho trovate in una lista di ebook scaricabili, per altre sono andato su Fantasy Magazine e ho cercato, tra le recensioni, quelle di romanzi col voto massimo.
Che gran criterio!
La spada del destino, di Andrzej Sapkwowski.
Questa è la recensione di FM (4/5).
Avevo parlato, due post fa credo, di The Witcher il gioco. Avevo letto grandi cose del gioco e anche dei romanzi. Avevo notevoli aspettative.
Sebbene mi avessero avvertito, tra i commenti al post sopracitato, della qualità della scrittura di Sapkowski, ho continuato la lettura.
Ecco il voto che darei io stando a quanto ho letto:
Due stelle per lo stile: non è buono, ma è sufficiente a narrare una storia senza attirare su di sé la mia rabbia del lettore. Peccato per il resto.
I personaggi sono banali stereotipi fantasy. In realtà già il protagonista, Geralt, è una specie di Marty Stu, ma anche i restanti personaggi non offrono nulla. La prima storia è una caccia a un drago dorato da parte della compagnia di eroi. Uau! Candidato al nobel per l'originalità. "Ma è una scelta voluta, quella di sfruttare i più noti tòpoi del Fantasy!" Bella scelta di merda!
Altra cosa: i dialoghi, nonostante qualche As you know, Bob, sono poco al di sotto della sufficienza. Tutti parlano in modo un po' forbito, educato. Non c'è nulla di male, se non fosse che i personaggi non sono coerenti con ciò che dicono, cioè alcuni di loro sono assassini e guerrieri e maghi temerari, nani rozzi, e tutta l'osteria; le volgarità però sono volutamente evitate, e la credibilità già flebile rimane appesa non a un filo, ma a un capello. Non c'è motivo per cui continuare a leggere, ma in realtà neanche a non continuare.
In realtà ci sarebbe un motivo: sicuramente qualche lettura migliore, da cercare. Perché accontentarsi?
In realtà ci sarebbe un motivo: sicuramente qualche lettura migliore, da cercare. Perché accontentarsi?
Il re degli alberi, di Greg Keyes.
Questa è la recensione di FM (4/5).
Conoscevo già la copertina di questo romanzo. Nel mio periodo di forte dipendenza da Fantasy lo avevo intravisto più volte in libreria, ma ero preso da altre letture.
L'ho trovato su un forum, e gli ho dato un'occhiata. Il mio voto?
Mezza stella. Non ho potuto leggere troppo, perché l'As you know, Bob mi ha privato della vita. Un estratto di pagina 3:
Thaniel per un attimo tacque, e quando rispose non usò il suo solito tono scherzoso. «Carsek, non ti conosco da molto tempo, ma insieme abbiamo massacrato i giganti vhomar al Guado del Silenzio. Ne abbiamo uccisi talmente tanti da fare un ponte coi loro corpi. Insieme abbiamo marciato nella pianura Gorgone, dove un quarto della nostra compagnia è stato ridotto in polvere. Ti ho visto combattere, conosco la tua passione. Non me la dai a bere. La tua gente è schiava da più tempo, è vero, ma è la stessa cosa. Uno schiavo è sempre uno schiavo e noi vinceremo, Carsek, brutto mostro dalle mani insanguinate. Quindi bevi questo e pensa a quanto sei stato fortunato ad arrivare fin qui.»
O ancora:
«Voglio questo e voglio quello! Anch'io vorrei una ragazza bella in carne, di nome Alis o Favore o Come-Posso-Accontentarti, seduta in grembo e che mi nutre di prugne. [avete letto bene, vuole che lo alimenti di prugne, NdTaotor] Vorrei dieci pinte di birra e un materasso imbottito di piume di cigno [ma non vi vuole la ragazza sopra, NdT]. Eppure eccomi qua, ancora immerso nel fango con te ["con te", lol, NdT]. Che cosa ottieni con tutti questi desideri? Riesci a vederlo il nemico?»«Vedo campi che fumano all'orizzonte, anche sotto questa schifosissima pioggia. Vedo tombe-trincee che noi stessi abbiamo scavato. Vedo quella maledetta rocca, grande come una montagna. Vedo...» Vide un muro nero, che cresceva sempre di più a una velocità impressionante.«Vento di lame!» gridò, rigettandosi nella trincea. Per la fretta atterrò con la faccia nel fango che puzzava d'ammoniaca e cancrena.«Che cosa?» domandò Thaniel, ma proprio in quel momento anche il so-le grigio fumo sopra di loro scomparve e il suono di migliaia di spade su migliaia di coti venne a scorticargli il cervello. Due uomini, che non si erano abbassati in tempo, caddero nel fango, mentre dai loro colli ormai senza testa zampillavano schizzi di sangue.«Un'altra dannata magia skasloi» disse Thaniel. «Te l'avevo detto!»
Nelle prime pagine non mi era chiaro neanche a chi appartenesse il pov, ammesso che vi fosse.
Ma la magia "vento di lame" è troppo superpowa ed è l'unico motivo che mi fa pensare alla possibilità di riprendere a leggerlo. Spero che vi siano altre idee così tamarre. Mi attizzano più di Zwei.
Ma la magia "vento di lame" è troppo superpowa ed è l'unico motivo che mi fa pensare alla possibilità di riprendere a leggerlo. Spero che vi siano altre idee così tamarre. Mi attizzano più di Zwei.
Nel forum di FM qualcuno paragona Keyes a Martin per la gestione dei pdv e per il modo cruente con cui toglie di mezzo i personaggi. Mah. Rimando il giudizio al futuro. Ma per il momento, "per me è no".
Mistborn - L'ultimo impero, di Brandon Sanderson.
Questa è la recensione di FM (4/5).
Questo l'ho trovato su FM e ho voluto leggerlo. Poi ho visto che l'autore era lo stesso che aveva terminato la saga della Ruota del Tempo di Jordan.
L'inizio non è coinvolgente, è noioso e approssimativo. Lo so, è difficile catturare l'attenzione del lettore in poche righe. Nessuno ha detto che sia facile. Certo, Abercrombie con The blade itself c'è riuscito, almeno per quanto riguarda me.
La noia di per sé si può sopportare, bisogna comunque dare una possibilità al romanzo, può sempre riprendersi.
Mi sono ritrovato davanti, però, degli infodump, che a essere buoni possono derivare dal pov del protagonista, ma non c'è nessun pensiero verbalizzato, per cui è difficile da credere. Si tratta di infodump banalissimo, ammazza-divertimento.
Il dubbio si può avere, quindi si potrebbe andare avanti per una ventina di pagine.
Ma perché perdere tempo? Mi ha annoiato: altri autori sanno catturare all'istante la mia attenzione, o con la storia o con lo stile narrativo. Non ci sono giustificazioni nemmeno per gli altri.
Per me è no.
Il pozzo dell'eternità, di Richard A. Knaak
Con questo FM non ha nulla a che fare, fortunatamente.
Anche questo - insieme ai restanti due dell'immancabile trilogia - l'ho trovato in ebook su un forum.
"Eh grazie al cappero, tu ti cerchi la robba tamarra dei videogiochi, è normale che poi fa schifo"
Cose simili non dovrebbero essere scontate: se si vuol pubblicare un romanzo - non un fumetto, di cui almeno ti godi i disegni -, deve essere decente, che sia ispirato a un gioco o a un film. Non è mica scandaloso pretendere che un romanzo sia accettabile al di fuori dei gusti personali del lettore!
Questo romanzo si può benissimo cestinare senza leggerlo.
Un ottimo criterio di valutazione di un brano è osservarne la struttura "tipografica"; insomma, la pagina. Mi pare lo dicesse anche King, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Una pagina fitta rivela qualcosa che non va, non respira, evidentemente è pesante.
Una pagina frastagliata, dinamica, ricca di capoversi, può rivelare un ritmo incalzante, un'economia di parole.
L'inizio del Pozzo dell'eternità è un grosso infodump con pov libero, una telecamera fluttuante in stile Quel ramo del lago di Como. Una schifezza, molto simile allo stile degli autori di fan fiction o degli scrittori Fantasy che non hanno mai scritto niente.
Una panoramica delle prime due pagine del Pozzo dell'eternità. [cliccare per avere l'immagine un po' più grande]
Grazie al cielo, o meglio, al mio Opus, non ho dovuto spendere un centesimo per constatare quanto fossero brutti (o non adatti ai miei gusti, mettiamola così) i libri sopraelencati. Certo, prima di comprare un libro si può sempre darci prima un'occhiata, ed è la stessa cosa.
Per quelli nel cellophane invece la scelta è più semplice: si eliminano a priori.