Appena uscito, il nuovo album dei Muse è scaricabile da Internet (link
megaupload, password "
worldofdream.org"). Oltre al mio parere e quello di altri (che qui vi linkerò), prima di tutto, fatevi un'idea personale: le recensioni hanno la brutta abitudine di creare pregiudizi.
Ci si aspettava molto, da questo album. Prima di tutto ci si domandava quali sarebbero state le innovazioni; inoltre, si incrociavano le braccia e si voleva valutare il nuovo album, se all'altezza dei precedenti o no. Comincio a credere che sia un luogo comune piuttosto amato, quello del "Non sono più i [band vattelapesca] dell'album [primo o secondo album dei vattelapesca]".
1. Uprising. Un brano prettamente "
musiano": innovazioni, qui, non mi pare di trovarne. Come molte tracce dei Muse, può sembrare a un primo ascolto non-rock, più simile a una canzone techno o electro-rock. Questo temo sia dovuto alle distorsioni e agli effetti del basso, ma prima di tutto agli effetti delle tastiere/synth. Un brano che non toglie né aggiunge niente alla produzione del gruppo. Piacevole, ma non superbo o notevole - non più di tanto.
2. Resistance. Un'apertura ad atmosfera, molto
spacerock, un po' pink floyd, un po' semplice effetto (d'atmosfera, appunto) di tastiera. Entra quindi il piano, accompagnato da una cavalcata sul timpano e sul secondo tom (ringrazio Giovanni per la precisazione batteristica), parte la strofa, abbastanza
sofferta, struggente, come molti brani dei Muse - sì, alcuni li disprezzano proprio per la "lagna" di Bellamy, una volta anche io lo pensavo, ma poi si impara ad apprezzare certe cose -, quindi, dopo la strofa, il ritornello, nei cui versi si alternano la voce di Bellamy e i cori. Verso l'ultima parte del brano, si ha una variazione nella melodia, e poi la fine.
3. Undisclosed desires. Si apre con un ritmo piuttosto R'n'B, con il "riff" di archi (tastiere con l'effetto?). Il testo è molto bello, ottimo da dedicare a una ragazza. Il ritornello è incantevole, con la voce di Bellamy accompagnata dai cori. Il basso si fa sentire, un basso violento, la corda che colpisce sul manico emettendo rumori metallici.
4. United States of Eurasia. Inizia molto adagio. La sequenza di note al piano, nell'introduzione, è la seguente: Re# - Re - Do# - Do - Si - Fa - Fa#. Notate i diesis? Bene, teneteli a mente. Col piano, parte la strofa, poi interviene la batteria che dà il tempo sul piatto, un po' di basso, archi, e poi c'è un attacco in sfacciato stile Queen. Dopodiché, parte una scala orientale. In
questa recensione, l'autore la chiama scala araba. In effetti lo è. Ma a me sembrava riduttivo. Ho cercato per venti minuti una scala che si avvicinasse a questa. E la scelta finale è caduta su due: la scala bizantina e quella ebraica. Nessuna delle due mi soddisfaceva. La soluzione, però, è semplice. Ricordate la sequenza iniziale? Ecco: il tono "orientaleggiante" della scala è dato semplicemente dall'
alternanza di note naturali con note alterate, vale a dire: se la scala di Do parte col Do e fa Do-Re-Mi-Fa..., provando a "corromperla" con note alternate a diesis, otterremmo una melodia dal gusto esotico, provando per esempio a eseguire Do-Do#-Fa-Fa#-La-Si.
Ci tengo, a fare questa precisazione, perché in un'altra recensione (piuttosto distruttiva), l'autore, Zago, sostiene che quella scala sia una specie di plagio del Bolero di Ravel (ma, precisiamo, lui non ha assolutamente parlato di plagio, questo lo dico io, perché il senso è quello: i Muse, a suo dire, hanno attinto da lì). Senza dubbio l'influenza - tributo? - dei Queen c'è, è innegabile. Ma da qui a definire kitsch i Muse per un presunto plagio, ce ne vuole. Basta un orecchio anche distratto per capire che non esiste alcun Bolero, in
United States of Eurasia. Una vaga somiglianza, sì. Ma è normale: le melodie classiche sono piene di scale (le mie preferite sono quelle del
Kyrie Eleison nel Requiem di Mozart, in più tonalità... sublimi), per cui è probabile che possano assomigliarsi. Molto vagamente.
La canzone si chiude col
Notturno di Chopin. Il motivo? Non so se ce n'è uno: io credo però che la melodia sia collegata con l'
Overture di Exogenesis e con
Redemption, della stessa. Una questione di affinità musicale. Non so se si siano ispirati a Chopin o se si siano accorti dopo che le melodie si assomigliassero.
5. Guiding light. Un brano dolce, lento e solenne. Notevole per la scelta dell'atmosfera creata. Come sappiamo, i Muse sfruttano effetti pesanti sugli strumenti (al punto che non sarebbe totalmente errato, a mio modesto avviso, riflettere su possibili influenze Shoegaze) per ovviare alla mancanza di altri membri nella band, e per riempire appunto il "buco" sonoro.
Vorrei poter dire di più, sulla canzone. Ma non c'è granché da dire, almeno da parte mia. Probabilmente c'è chi l'apprezza molto più di me, e qui subentra una questione di gusti - e non mi esprimo ulteriormente.
6. Unnatural selection. Sarò franco, l'inizio mi fa cadere le balle. Dico:
a me, sia chiaro. Anzi, mi ricorda un po' l'inizio di
Cara ti amo, degli Elio e le storie tese. Comunque, dopo l'intro, arriva un riff che ricorda
dannatamente il riff in Re basso, distorto, di
New born. La variazione che si ha al ritornello mi piace, molto. Poi la strofa non mi piace proprio. Cioè, non mi attira, non mi fa venir voglia di ascoltare con esaltazione la canzone - e ascoltarla solo per sentire qualche secondo di ritornello non valorizza l'intero brano, almeno per me. A metà canzone si ha un cambio di tempo, più lento, con tastiere a organo in sottofondo, con una specie di assolo
straziante. Sì, diciamocelo. Sarà un effetto ricercato, ma insomma... Qui mi sento di citare la recensione sopralinkata, di Zago (sembra quasi che ce l'abbia con lui, ma, lo giuro!, non è così) da soundsblog.it:
il fatto che un talento chitarristico come quello che ha Matt venga totalmente messo in secondo piano, fa un po’ storcere il naso.
Quale talento? Dov'è il talento chitarristico di Matt? Dove l'hanno messo? Chi l'ha nascosto? Io non lo trovo.
Non ha alcun talento chitarristico, ecco cosa. Lo giudico un vocalista assai virtuoso, ma mai lo reputerei un
chitarrista talentuoso. È un chitarrista medio-basso, oserei dire. Non ci sono assoli nelle canzoni dei Muse, o meglio, a volte ci sono, riprendono il tema principale della voce, lo modificano un po', ma nulla di che, roba che riuscirebbe a suonare un ragazzino dopo due mesi di lezioni di chitarra su youtube. E anche i riff. Sì, talvolta sono frenetici e accattivanti, ma (tecnicamente) lontani miglia e miglia da riff come - faccio un esempio banale - quello in
Laid to rest dei Lamb of God - che, per quanto fattibile, richiede più precisione, attenzione e velocità, rispetto ai classici riff dei Muse.
Con questo non intendo svilire la qualità dei riff o delle melodie dei Muse. Ricordo l'eventuale lettore disattento che si parlava di tecnica e talento, non di piacevolezza e qualità.
7. MK ultra. Un riff di sintetizzatore, qualche pennata sugli accordi. La cosa che apprezzo, di questa canzone, è la voce, i suoi picchi, che sopraeleva di poco il brano rispetto all'insufficienza netta che gli darei. No, a me non piace. Non ci vedo molto di attraente. Anche qui sembra di risentire il riff di
New Born.
8. I belong to you/Mon coeur s'ouvre a toi. Questa canzone mi è così insignificante che trovo difficile anche descriverla. Ripetitiva. Solito riff di piano, solita melodia. Poi si apre in una specie di canzonetta francese in stile II Guerra Mondiale. Continua com'era iniziata, con l'aggiunta di un'orchestra (veramente io sento solo qualche arco). Si aggiunge, verso la fine, anche un sax. Macché, quest'atmosfera pseudo-jazz e pseudo-lounge non m'attira proprio. Insignificante, a mio avviso. Il brano peggiore. La parte migliore sapete qual è? La fine: una liberazione.
9. Exogenesis: Symphony pt 1: Overture. È un pezzo orchestrale, in teoria. L'idea "originale" dovrebbe basarsi sull'accostamento orchestra-sintetizzatore e strumentazione rock. Premettiamo: non è un'idea originale. E l'accostamento non è neanche così strabiliante. È un ottimo pezzo, uno dei migliori dell'album. Sopravvalutato dai più, però.
Non si può descrivere un brano orchestrato. Almeno, io non sono in grado. Vi basti sapere che dopo un inizio strumentale arriva la voce acuta di Bellamy, che non pecca di una virgola, e si inserisce a meraviglia nel complesso. Poi subentra l'anima rock. Un'anima pacata, in realtà. Si passa quindi alla seconda parte.
10.
Exogenesis: Symphony pt 2: Cross-Pollination. Si tratta di uno
sviluppo dell'introduzione al piano, che apre il brano. Da ascoltare, sì. Ma non si impone, come traccia. E non fa la differenza. Si dimentica in fretta.
11.
Exogenesis: Symphony pt 3: Redemption. Il brano si apre con una melodia al piano, un arpeggio tenue in Sol (che assomiglia al
Notturno di Chopin, ecco). Poi arrivano gli archi. E si inseriscono in questa melodia sommessa, tranquilla, riflessiva. Ha picchi struggenti, altri di ripresa. A metà entra la batteria e comincia così la parte "rock", in realtà molto leggera. Questa parte dominata del tutto - oltre che dall'orchestra - dalla voce di Bellamy.
Questo è il miglior brano dell'album. Non ho alcun dubbio a riguardo. Da ascoltare e godere.
Un pensiero generale riguardo a tutto l'album.
No, non c'è nessun brano che spicchi in maniera definitiva - eccettuato
Redemption. Ricordo la prima volta che ascoltai
New Born. Continuai ad ascoltarla più e più volte. È uno di quegli arpeggi che ti catturano appena li senti per la prima volta. Come quello in Fa di
Stairway to heaven dei Led Zeppelin. C'è qualcosa, in quell'arpeggio, una specie di arpeggio stregato: chi lo sente per la prima volta pensa due cose: "è bellissimo", e "mi suona familiare..."
Personalmente, di quest'album ascolto spesso
Undisclosed desires,
United States of Eurasia,
Resistance, e
Uprising no perché mi capita sempre di ascoltarla in macchina alla radio - mi verrà la nausea, ci scometto! Infine
Exogenesis.
Una cosa è certa. Come molte canzoni... come molte canzoni dei Muse, anche... ci rendiamo conto solo
dopo, di quanto ci piace questo o quel brano. Quindi, sarebbe saggio ascoltare e riascoltare più volte questo album, prima di poter esprimere un parere definitivo.
Un album da buttare? Un album fallimentare? Cazzate. Non è all'altezza degli album precedenti? Macché. Di Showbiz a me piace solo
Unintended e, vagamente,
Muscle Museum. Quindi, facendo il calcolo, sono più le canzoni del nuovo album, a piacermi, rispetto a quello d'esordio - tanto apprezzato da taluni.
Giudizio? Positivo. Si poteva fare di meglio, sì, ma non è per nulla deludente.
Vedremo cosa accadrà in futuro.
Per sentire le altre campane:
Recensione positiva:
Lupin4th.blogspot.comRecensione negativa:
soundsblog.it